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Il programma politico ed economico degli esponenti di Hezbollah è un progetto {{da chiarire|socialmente protezionista|"protezionismo" in che senso?}} e assistenziale, basato sulla tutela dei diritti fondamentali come istruzione, sanità, lavoro, sicurezza sociale.
Il programma politico ed economico degli esponenti di Hezbollah è un progetto {{da chiarire|socialmente protezionista|"protezionismo" in che senso?}} e assistenziale, basato sulla tutela dei diritti fondamentali come istruzione, sanità, lavoro, sicurezza sociale.


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== Il ruolo ==
== Il ruolo ==

Versione delle 00:12, 17 apr 2019

Hezbollah
(AR) حزب اﷲ
File:Flag of Hezbollah.svg
LeaderHassan Nasrallah
StatoLibano (bandiera) Libano
Fondazione1982 (de facto)
1985 (de iure)
IdeologiaKhomeinismo
Socialismo islamico
Nazionalismo arabo-libanese
Anticapitalismo
Antisionismo
Secolarismo
CollocazioneSinistra
CoalizioneAlleanza dell'8 marzo
Seggi Assemblea Nazionale
12 / 128
Sito webwww.moqawama.org.lb

Hezbollah o Ḥizb Allāh (IPA: [(h)ɛzboˈl:a]; in arabo حزب اﷲ?), ossia Partito di Dio, è un'organizzazione libanese, nata nel giugno del 1982 e divenuta successivamente anche un partito politico sciita del Libano. Ha sede in Libano ed il suo segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto ad Abbas Al-Musawi a causa della morte di quest'ultimo nel 1992. Grazie al supporto iraniano, la forza dell'ala paramilitare di Hezbollah è cresciuta a tal punto nel corso degli anni tanto da essere considerata più potente dell'esercito regolare libanese ed è stata testata in maniera continua a partire dall'inizio della guerra civile siriana, che ha visto Hezbollah scendere in campo come alleato fondamentale per il governo di Bashar al-Assad[1].

Storia

Hezbollah nacque nel 1982 come milizia durante il conflitto del Libano meridionale (1982-2000).[2] I suoi leader si ispirano all'Ayatollah Khomeini, e le sue forze militari sono state addestrate e organizzate da un contingente del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica.[3] Hezbollah dal 1985 manifesta i suoi tre obiettivi principali: "la fine di ogni potenza imperialista in Libano", "sottoporre le Falangi Libanesi ad una giusta legge e portarli a processo per i loro crimini", e dare al popolo la possibilità di scegliere "con piena libertà il sistema di governo che vogliono".[4][5]

L'opinione pubblica statunitense e israeliana ha più volte accusato i leader di Hezbollah di aver fatto numerosi appelli alla distruzione di Israele, al quale si riferiscono come "l'entità sionista, costituita sulle terre strappate ai loro proprietari palestinesi",[5] durante la guerra dei sei giorni e vendute dai militari israeliani, quando Yitzhak Rabin era Capo di Stato Maggiore dell'esercito, a coloni israeliani, costituendosi insediamenti israeliani illegalmente venduti, che la Corte penale internazionale ha definito crimine di guerra[6]. L'abusiva occupazione dei territori è rimasta irrisolta, ha portato alla continuazione del conflitto arabo-israeliano, alla guerra civile siriana e alla destabilizzazione in Medio Oriente.[7]

Hezbollah è oggi guidata da Hassan Nasrallah, il suo segretario generale, eletto dopo l'eliminazione da parte israeliana del suo predecessore[8].

Nelle ultime elezioni legislative libanesi del 2009 il partito fa parte della coalizione filosiriana "8 marzo" insieme con gli sciiti Amal (13 seggi) e i cristiani maroniti del Movimento Patriottico Libero (19 seggi) che perde le elezioni. Il partito ottiene 12 seggi.

Programma politico

Il programma politico ed economico degli esponenti di Hezbollah è un progetto socialmente protezionista["protezionismo" in che senso?] e assistenziale, basato sulla tutela dei diritti fondamentali come istruzione, sanità, lavoro, sicurezza sociale.

Nel nuovo manifesto politico del 2009[9] Hezbollah inquadra la propria azione nel contesto globale caratterizzato dalla "caduta del riprovevole sistema unipolare" egemonizzato dagli USA; si rivendica che la resistenza islamica, superando la sua dimensione libanese, è oggi presa ad esempio in tutto il mondo da quanti desiderano libertà e indipendenza. La minaccia portata dal disegno egemonico degli USA è definita globale, e perciò si afferma che globale dev'essere l'opposizione. Nel manifesto si afferma di lottare per un Libano unito ed indipendente, rifiutando ogni forma di "frammentazione o di federalismo". Israele è indicato come "una minaccia eterna" per il Libano, a causa dell'espansionismo ma anche dell'avversione ideologica: infatti, il Libano sarebbe un "modello di convivenza tra i seguaci delle religioni monoteiste", mentre Israele uno Stato razzista. Finché persisterà la minaccia israeliana, si afferma, dovrà restare in armi la resistenza. Hezbollah critica il regime politico su base confessionale del Libano, considerandolo un ostacolo alla democrazia. Il confessionalismo politico è accettato momentaneamente come garanzia di convivenza, ma si auspica la sua abolizione per "una vera democrazia". Lo Stato auspicato nel Manifesto dovrà garantire "una rappresentanza parlamentare corretta e giusta", applicare la legge "senza distinzione di religione, provenienza geografica ed orientamento politico", avere un'autorità giudiziaria indipendente, basare la sua economia su agricoltura e industria, garantire tutela sociale ai cittadini e "consolidare il ruolo delle donne". Il Manifesto auspica uno strenua difesa della causa palestinese e della fraternità araba e musulmana; particolare enfasi è posta sui rapporti con l'Iran. Si auspica anche una cooperazione con l'Europa, purché mostri un atteggiamento più indipendente dagli USA e da Israele.

Il ruolo

Hezbollah è anche un importante finanziatore di servizi sociali,[10] scuole, ospedali e servizi agricoli per migliaia di libanesi, e svolge un ruolo significativo nella politica libanese.[11] Alcuni paesi musulmani schierati con gli Stati Uniti come Arabia Saudita, Egitto (durante la dittatura di Hosni Mubarak) e Giordania hanno condannato le azioni di Hezbollah, mentre Siria e Iran sono favorevoli alle azioni dell'organizzazione.[12] L'Unione europea ha inizialmente rifiutato di qualificare Hezbollah come organizzazione terroristica[13], tuttavia, il Parlamento europeo ha adottato il 10 marzo 2005 una risoluzione, non vincolante, che di fatto accusa Hezbollah di aver condotto “attività terroriste”; il Consiglio d'Europa ha poi accusato Imad Mughiyah di essere membro di Hezbollah e di terrorismo; Stati Uniti, Egitto,[14] Israele, Australia, e Canada la considerano parimenti organizzazione terroristica.[15]

Simbolo

L'emblema a bandiera di Hezbollah è caratterizzato da un drappo giallo al cui centro campeggia parte di un versetto del Corano, Sūra V, versetto 56, che recita:

"E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Dio, Hezbollah, che avrà la vittoria."[16].

La lettera alif, prima lettera del nome di Dio, è graficamente resa come una mano che stringe un fucile d'assalto stilizzato ed è affiancata da una rappresentazione schematica del globo terrestre.

Organizzazioni controllate

Emittenti televisive

Affiliato a Hezbollah è il canale televisivo Al-Manar, inaugurato nel 1991 e che dal 2000 trasmette su satellite. Il bacino d'utenza del canale è stimato in 10-15 milioni di utenti[17], di cui tra 800.000 e 1.200.000 in Libano[18]. Il 40% della programmazione ha carattere politico, il 40% sociale, educativo, religioso o sportivo, il 20% d'intrattenimento (telenovele); l'85% delle trasmissioni sono originali[18]. Il 22% del personale impiegato è femminile[18]. Il direttore di Al-Manar Abdallah Kassir ha rivendicato la "non neutralità" del canale, spiegando che: "Noi abbiamo adottato i problemi della vita sociale libanese e del mondo arabo in generale, primo fra tutti la causa palestinese che gode dell'appoggio della maggioranza del popolo libanese; perciò è normale essere di parte in questo caso"[18].

Relazioni internazionali

In Libano Hezbollāh è impegnato come partito politico; i suoi candidati partecipano alle elezioni legislative ed alcuni suoi rappresentanti siedono come ministri nella compagine governativa attualmente (2006) guidata dal primo ministro Fu'ād Siniora. L'ala politica di Hezbollāh è, inoltre, molto attiva in campo sociale, gestendo una serie di attività ed istituzioni che forniscono istruzione, assistenza sanitaria e sostegno economico alle famiglie meno abbienti, oltre ad aver giocato un ruolo chiave nella ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture del Libano del Sud, a seguito delle gravi distruzioni inflitte al Paese dei Cedri, invaso a più riprese da Israele durante un trentennio.

Hezbollah ha un'ala para-militare, nota come al-Muqāwama al-Islāmiyya ("Resistenza Islamica"), accusata da alcuni politici di essere organizzatrice di un certo numero di organizzazioni militanti meno conosciute, alcune delle quali potrebbero essere semplici facciate per coprire lo stesso Hezbollah [senza fonte]. Queste organizzazioni includono l'Organizzazione degli Oppressi, l'Organizzazione della Giustizia Rivoluzionaria, l'Organizzazione per il Giusto contro l'Erroneo e i Seguaci del Profeta Maometto [senza fonte]. In quasi tutti i Paesi del mondo, arabi e non arabi, Hezbollāh è visto principalmente come un movimento politico che esercita una legittima resistenza nazionale contro l'occupazione militare israeliana in Libano. Hezbollah, tuttavia, ha continuato ad effettuare sporadici lanci di razzi contro il nord di Israele anche dopo il ritiro delle truppe delle Forze di Difesa Israeliane dal sud del Libano, nel 2000.

I membri di Hezbollah hanno giustificato tali bombardamenti sostenendo che Israele occupa ancora la zona detta delle fattorie di Sheb'a, che apparterrebbe al Libano. Tale attribuzione è controversa, in quanto la zona, limitrofa alle alture del Golan, sarebbe, secondo una risoluzione ONU, rivendicabile dalla Siria, e non dal Libano. Vale la pena di notare che tale risoluzione è stata "pianificata" dal primo ministro libanese Rafik Hariri allo scopo di delegittimare Hezbollah e quindi indebolire la Siria, alleato di Hezbollah. Proprio tale risoluzione è stata probabilmente una delle ragioni per cui Hariri fu in seguito assassinato in un attentato da molti attribuito ai servizi segreti siriani. Inoltre, sugli organi stampa di Hezbollah è stato spesso affermato a chiare lettere che il movimento non smetterà di combattere fino alla distruzione dell'"entità sionista", cioè Israele.

L'Unione europea non considera né Hezbollah, né alcun gruppo al suo interno, in quanto tale, come "terrorista". Tuttavia, il Parlamento europeo ha adottato il 10 marzo 2005 una risoluzione, non vincolante, che di fatto accusa Hezbollāh di aver condotto "attività terroriste". Il Consiglio d'Europa ha inoltre qualificato Imad Mugniyah come un alto responsabile dell'intelligence del movimento libanese, accusandolo di essere un terrorista. L'ONU ed i principali Paesi dell'Unione Europea, compresi la Francia, l'Italia, la Germania e la Spagna, pur esprimendo riserve e critiche nei confronti di Hezbollāh, non lo considerano una "organizzazione terrorista" e, a più riprese, nell'estate del 2006, ministri ed alti funzionari delle Nazioni Unite, di questi Paesi e dell'Unione Europea hanno riconosciuto Hezbollāh come un interlocutore politicamente legittimo ed un membro della coalizione che sostiene il governo libanese, incontrandone i ministri al pari di quelli affiliati ad altre forze politiche.

Per contro, Hezbollah è stato classificato come organizzazione terrorista dagli Stati Uniti[19], dai Paesi Bassi[20], dal Canada[21], da Israele[22]. Il Regno Unito [senza fonte] e l'Australia[23] hanno preso una simile posizione limitatamente al braccio armato del movimento, di fatto considerato distinto da quello politico.

Alcuni governi che sostengono Israele accusano la Siria e l'Iran di sostenere militarmente, logisticamente ed economicamente Hezbollah. Di fatto si tratta in sostanza degli stessi che lo considerano un gruppo terrorista, con la possibile aggiunta della Francia, che ha reputato in tempi recenti che i propri interessi peculiari in Libano, in qualità di ex potenza coloniale, siano minacciati dal movimento sciita.

Il governo statunitense ha varie volte accusato Hezbollāh[19] di diversi attentati, il più grave dei quali avvenuto il 23 ottobre 1983 quando due autobombe esplosero contro una caserma occupata da truppe americane e francesi uccidendo 241 marines statunitensi e 58 paracadutisti francesi. Hezbollah ha sempre negato ogni coinvolgimento nell'operazione che è invece stata rivendicata da altri gruppi sciiti.[senza fonte]

Allo stesso modo Hezbollah è sospettato di essere il responsabile del rapimento di numerosi cittadini americani nel Libano (di cui cinque furono assassinati) tra i quali particolarmente salienti furono quelli del colonnello dell'Esercito degli Stati Uniti William Francis Buckley, capo stazione della CIA a Beirut, rapito da Hezbollah il 16 marzo 1984 e morto l'anno dopo nelle mani dei suoi sequestratori, del corrispondente dell'Associated Press a Beirut Terry Anderson, sequestrato il 16 marzo 1985 e liberato il 4 dicembre 1991, dell'inviato della Chiesa Anglicana Terry Waite, rapito il 20 gennaio 1987 mentre cercava di negoziare la liberazione di alcuni ostaggi e liberato il 17 novembre 1991 e del colonnello USA William R. Higgins, capo del Team di osservatori dell'ONU nel Libano meridionale, rapito il 17 febbraio 1988, torturato e infine ucciso pare nel luglio 1990. L'organizzatore di tali rapimenti sarebbe stato Imad Mugniyah, il comandante militare di Hezbollah. Il coinvolgimento di Mughniyah pare accertato anche per quanto riguarda il dirottamento del volo TWA 847 il 14 giugno 1985, nel corso del quale venne assassinato dai dirottatori il sommozzatore della Marina USA Robert Stethem.

Il governo argentino accusa Hezbollah di essere il responsabile di due attentati ad una sinagoga e ad un centro culturale ebraico avvenuti a Buenos Aires nell'85. Il 10 marzo del 2005 il Parlamento Europeo, accogliendo le richieste israeliane sostenute anche dagli Stati Uniti, approvò con una maggioranza schiacciante (473 a favore, 8 contro, 33 astenuti) una risoluzione che accusava Hezbollah di attività terroristiche. La risoluzione afferma che "il Parlamento considera che esista una chiara evidenza di attività terroristiche da parte di Hezbollah. Il Consiglio dell'Unione europea deve intraprendere tutti i passi necessari per impedire le loro azioni". La UE ha anche deciso di impedire la diffusione della televisione satellitare di Hezbollah (al-Manār) da parte dei satelliti europei, in modo da applicare le norme europee contro "l'incitamento all'odio razziale e/o religioso"[senza fonte].

Le Nazioni Unite non hanno invece incluso Hezbollah nella loro lista di sospetti gruppi terroristici ma hanno, comunque, chiesto lo smantellamento dell'ala militare di Hezbollah nella Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n° 1559. Hezbollah ha condannato alcuni atti terroristici, come gli attentati dell'11 settembre 2001[24], i massacri del GIA in Algeria, gli attacchi compiuti dal gruppo al-Jamā'a al-Islāmiyya contro alcuni turisti in Egitto e l'omicidio di Nick Berg[25]. Hezbollah ha espresso sostegno verso alcuni gruppi della resistenza armata palestinese, come Hamās ed il movimento per la jihad islamica in Palestina.

Note

  1. ^ Andrea Muratore, Il ruolo di Hezbollah nella guerra in Siria, Gli Occhi della Guerra, 31 luglio 2018
  2. ^ BBC News - Who are Hezbollah?
  3. ^ In Search of Hezbollah by Adam Shatz | The New York Review of Books
  4. ^ http://books.google.it/books?id=iVJR9UZnTVAC&pg=PA423&lpg=PA423&dq=#v=onepage&q&f=false
  5. ^ a b An Islamic Republic Is Hezbollah's Aim - The New York Sun
  6. ^ Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, (PDF). Statuto di Roma. art. 8.2,b,VIII. pag. 5.
  7. ^ La destabilizzazione della Siria e la guerra del grande Medio Oriente. Aurora. Word Press. 19 giugno 2011.
  8. ^ Andrea Muratore, Storia e futuro di Hezbollah, il partito di Dio del Libano, Gli Occhi della Guerra, 4 agosto 2018
  9. ^ Il secondo Manifesto di Hezbollah - eurasia-rivista.org, su eurasia-rivista.org. URL consultato il 2 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2010).
  10. ^ A Tweet too far: US editor latest victim of Internet Inquisition — RT, su rt.com. URL consultato il 29 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2012).
  11. ^ Copia archiviata, su cfr.org. URL consultato il 12 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2008).
  12. ^ gulfnews : Iran and Syria continue to support resistance
  13. ^ http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/oj/2005/l_314/l_31420051130en00410045.pdf
  14. ^ EGYPT: Cairo calls Hezbollah terrorist organization - latimes.com
  15. ^ EUobserver.com / Justice & Home Affairs / MEPs call on EU states to list Hezbollah as terrorist group
  16. ^ La Sunnah del Profeta Muhammad (S) come Fonte di Guida | Books on Islam and Muslims | Al-Islam.org
  17. ^ Terrorist Television Hezbollah has a worldwide reach, National Review Online. December 22, 2004.
  18. ^ a b c d Melania Busacchi, Hamze Jammoul, Al-Manar, dentro il “canale della Resistenza”: intervista a Abdallah Kassir Archiviato il 15 settembre 2012 in Internet Archive., Geopolitica-rivista.org, 11/09/2012
  19. ^ a b (EN) U.S. Department of State (aprile 2005), Country Reports on Terrorism 2004 (pdf), pp. 106-107. Riportato il 27 luglio 2006.
  20. ^ (EN) Holland Ministry of Home Affairs, General Intelligence and Security Service (AVID) (2004), Annual Report 2004 (pdf), p. 19. Riportato il 31 luglio 2006.
  21. ^ (EN) Public Safety and Emergency Preparedness Canada (17 novembre 2004), Currently listed entities: Hizballah Archiviato il 6 marzo 2007 in Internet Archive.. Riportato il 27 luglio 2006.
  22. ^ Vedi:
  23. ^ (EN) Australian Government - Attorney-General's Department (17 luglio 2003), Hizballah external security organization listed Archiviato il 28 agosto 2006 in Internet Archive.. Riportato il 27 luglio 2006.
  24. ^ Terrorism - Council on Foreign Relations
  25. ^ BBC NEWS | Middle East | Muted Arab reaction to Berg beheading

Bibliografia

  • Di Pasquale, Piero, Hezbollah: Partito di Dio o Partito del Diavolo, Roma, Koiné, 2006.
  • Di Donato, Marco, Hezbollah: Storia del Partito di Dio, Milano, Mimesis, 2015.
  • Hamzeh, Ahmad Nizar, In the Path of Hizbullah, Syracuse, Syracuse University Press, 2004. ISBN 0-8156-3053-0
  • Qassem, Naim, Hizbullah. The Story From Within, London, Saqi Books, 2005. ISBN 0-86356-517-4
  • Saad-Ghorayeb, Amal. Hizbu'Llah. Politics and Religion, London, Pluto Press, 2002. ISBN 0-7453-1793-6
  • Bressan, Matteo, "Hezbollah, tra integrazione politica e lotta armata", Roma, Datanews, 2013, ISBN 8879813900
  • Avraham Sinai, A Martyr from Lebanon: Life in the Shadow of Danger.

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