Arcidiocesi di Ravenna-Cervia: differenze tra le versioni
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* Alessandro Testi Rasponi, [https://archive.org/stream/3attiememoriedepu27depuuoft#page/86/mode/2up ''Note marginali al “Liber Pontificalis” di Agnello ravennate''], in Atti e memorie della regia deputazione di storia patria per le Provincie di Romagna, Terza serie, vol. XXVII, 1909, pp. 87–104 e 225-346 |
* Alessandro Testi Rasponi, [https://archive.org/stream/3attiememoriedepu27depuuoft#page/86/mode/2up ''Note marginali al “Liber Pontificalis” di Agnello ravennate''], in Atti e memorie della regia deputazione di storia patria per le Provincie di Romagna, Terza serie, vol. XXVII, 1909, pp. 87–104 e 225-346 |
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* [[Agnello Ravennate|Andrea Agnello]], [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000858.html?pageNo=265 ''Liber pontificalis ecclesiae ravennatis''] |
* [[Agnello Ravennate|Andrea Agnello]], [https://web.archive.org/web/20150710102530/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000858.html?pageNo=265 ''Liber pontificalis ecclesiae ravennatis''] |
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* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/28021/RAVENNA_E_LA_SUA_DIOCESI.pdf Storia] e [https://web.archive.org/web/20150108150817/http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/28021/CRONOTASSI_DEI_VESCOVI_DI_RAVENNA.pdf cronotassi] di Ravenna (dal sito dell'arcidiocesi) |
* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/28021/RAVENNA_E_LA_SUA_DIOCESI.pdf Storia] e [https://web.archive.org/web/20150108150817/http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/28021/CRONOTASSI_DEI_VESCOVI_DI_RAVENNA.pdf cronotassi] di Ravenna (dal sito dell'arcidiocesi) |
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* [[Francesco Lanzoni]], ''[https://www.archive.org/stream/MN5017ucmf_0#page/n763/mode/2up Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604)]'', vol. II, Faenza, 1927, pp. 723–767 |
* [[Francesco Lanzoni]], ''[https://www.archive.org/stream/MN5017ucmf_0#page/n763/mode/2up Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604)]'', vol. II, Faenza, 1927, pp. 723–767 |
Versione delle 17:24, 29 apr 2020
Arcidiocesi di Ravenna-Cervia Archidioecesis Ravennatensis-Cerviensis Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Regione ecclesiastica | Emilia-Romagna | ||
Diocesi suffraganee | |||
Cesena-Sarsina, Forlì-Bertinoro, Rimini, San Marino-Montefeltro | |||
Arcivescovo metropolita | Lorenzo Ghizzoni | ||
Vicario generale | Alberto Brunelli | ||
Arcivescovi emeriti | Giuseppe Verucchi | ||
Presbiteri | 97, di cui 74 secolari e 23 regolari 2.180 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 26 uomini, 114 donne | ||
Diaconi | 10 permanenti | ||
Abitanti | 234.500 | ||
Battezzati | 211.500 (90,2% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.185 km² | ||
Parrocchie | 89 (8 vicariati) | ||
Erezione | I secolo (Ravenna) VI secolo (Cervia) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Metropolitana della Resurrezione del Signore | ||
Concattedrale | Santa Maria Assunta | ||
Santi patroni | Sant'Apollinare San Paterniano San Pietro Crisologo Madonna Greca Madonna del Pino | ||
Indirizzo | Piazza Arcivescovado 1, 48100 Ravenna, Italia | ||
Sito web | www.diocesiravennacervia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2018 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi di Ravenna-Cervia (in latino: Archidioecesis Ravennatensis-Cerviensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2017 contava 211.500 battezzati su 234.500 abitanti. È retta dall'arcivescovo Lorenzo Ghizzoni.
I patroni sono sant'Apollinare e san Paterniano.
Territorio
L'arcidiocesi si estende per due terzi della sua superficie in provincia di Ravenna e per un terzo in provincia di Ferrara. Nella provincia di Ravenna comprende il territorio corrispondente ai comuni di Ravenna e Cervia e la frazione di Lavezzola (comune di Conselice); nella provincia di Ferrara comprende il territorio dei comuni di Argenta e Portomaggiore. Le frazioni di Filo e Longastrino, che nell'amministrazione dello Stato sono divise a metà tra le province di Ravenna e Ferrara (essendo entrambe divise tra i comuni di Argenta e Alfonsine), appartengono interamente all'arcidiocesi di Ravenna.
Sede arcivescovile è la città di Ravenna, dove si trova la cattedrale della Resurrezione del Signore. A Cervia sorge la concattedrale di Santa Maria Assunta.
Vicariati e parrocchie
Il territorio è suddiviso in 7 vicariati, in cui si contano in totale 89 parrocchie:
- Ravenna (urbano)
- Classe (suburbano)
- Marina di Ravenna
- Mezzano
- Campiano
- Cervia
- Argenta-Portomaggiore
Provincia ecclesiastica
La provincia ecclesiastica di Ravenna-Cervia comprende le seguenti diocesi suffraganee:
- Diocesi di Cesena-Sarsina,
- Diocesi di Forlì-Bertinoro,
- Diocesi di Rimini,
- Diocesi di San Marino-Montefeltro.
Storia
Sede di Ravenna
Origini ed età antica
L'origine della diocesi di Ravenna è verosimilmente molto antica. Il più antico reperto che testimonia la presenza del credo cristiano nell'area ravennate è un'iscrizione su una stele funeraria ritrovata a Classe e risalente alla fine del II secolo. Una datazione così bassa può essere spiegata se si considera che a Classe, l'antico porto di Ravenna, era di stanza una flotta dell'esercito romano che aveva il compito di sorvegliare la parte orientale del Mediterraneo. Probabilmente i primi cristiani del ravennate erano militari della flotta, reclutati nei Paesi di prima cristianizzazione, cioè nel Vicino Oriente. L'area cimiteriale dei primi cristiani (un grande sepolcreto del III-IV secolo) è stata localizzata a Classe, a poca distanza dalla basilica di Sant'Apollinare, durante gli scavi condotti nella seconda metà del XVIII secolo.
Si può ipotizzare che la diocesi di Ravenna sia stata istituita nella Civitas Classis all'inizio del III secolo. Il primo vescovo di cui è certa l'esistenza è Severo, che partecipò al concilio di Sardica nel 343. La tradizione arretra l'inizio della cronologia episcopale ai primi decenni della cristianità: sant'Apollinare, uno dei discepoli di san Pietro ad Antiochia di Siria, giunse a Classe dalla sua città natale e qui fondò la prima comunità cristiana locale; il medesimo episodio è presente in Andrea Agnello e negli scritti dei cronachisti ravennati a partire dal IX secolo. La maggioranza degli storici ritiene tuttavia che tali testimonianze non siano affidabili e che la datazione tramandata sia stata ottenuta dilatando la durata dei primi episcopati.
Di certo vi è che la prima chiesa cristiana ravennate fu edificata a Classe: iniziata da san Pietro Crisologo (vescovo nella prima metà del V secolo), fu terminata dal successore Neone. La diocesi ebbe sede a Classe dalla fondazione sino al 378, quando fu trasferita a Ravenna. All'epoca del vescovo Pietro Crisologo, la sede ravennate acquisì una notevole importanza fra le diocesi del nord Italia; all'autorità del vescovo di Ravenna furono sottoposte le diocesi di Voghenza, Imola, Forlì, Faenza, Bologna e Modena, in precedenza appartenute alla metropolia di Milano. All'epoca del vescovo Giovanni I (fine V secolo), detto Angelopte perché avrebbe avuto il privilegio di poter vedere il proprio angelo custode, la metropolia di Ravenna estese la sua giurisdizione su tutti i vescovi dell'Emilia, dunque anche sulle Chiese di Piacenza, Parma, Brescello e Reggio. Ravenna era una delle tre sedi metropolitane dell'Italia settentrionale (le altre erano Milano ed Aquileia). Il vescovo ravennate riceveva la consacrazione direttamente dal vescovo di Roma.
I prelati di Ravenna ebbero nei secoli seguenti grande potere, non alieno da uno spirito di autonomia rispetto all'autorità romana, tanto che a più riprese i papi intervennero per limitarne le prerogative: papa Simplicio minacciò Giovanni III della privazione del diritto di consacrare i vescovi suoi suffraganei, Gregorio Magno (590-604) richiese di ridurre lo sfarzo dell'arcivescovo Giovanni V e del suo clero.
Nel 519, malgrado l'opposizione del vescovo Pietro II, i ravennati appiccarono il fuoco alle sinagoghe della città; tuttavia il re Teodorico ordinò, con un apposito praeceptum inviato a Pietro, la loro ricostruzione a spese degli incendiari.
Età bizantina
Nel 540 tutta l'arcidiocesi di Ravenna fu recuperata al dominio romano (d'Oriente), sottraendola al regno degli Ostrogoti. I beni della chiesa gota (ariana) furono devoluti alla chiesa ravennate (cattolica). Tra le prime opere pubbliche della Ravenna bizantina vi fu la costruzione di due basiliche monumentali. Iniziata nel 532, fu ripresa l'edificazione della Basilica di San Vitale, che fu portata a compimento nel 547. Nel 549 terminarono i lavori di costruzione della Basilica di Sant'Apollinare in Classe.
Vista l'accresciuta importanza, nel 546 ai vescovi di Ravenna fu attribuito il titolo di arcivescovi: Massimiano fu il primo a ricevere il pallio da papa Vigilio. Agli inizi del VII secolo, la metropolia ravennate si estese anche alle diocesi di Cesena, Forlimpopoli e Sarsina, fino a quel momento suffraganee di Roma.
L'arcivescovo ravennate cominciò a stringere rapporti sempre più stretti con l'Impero romano d'Oriente. Capitale dei possedimenti bizantini d'Italia dal 554, la città fu favorita dall'imperatore rispetto a Roma, considerata spesso come avversaria. Con la costituzione dell'Esarcato d'Italia (584 ca), Ravenna fu eretta capitale. Al vertice dell'amministrazione vi era l'esarca nominato dall'imperatore, ma Costantinopoli conferì anche all'arcivescovo importanti poteri civili, come il controllo delle finanze urbane, dei pesi e delle misure, dell'annona, e la piena giurisdizione civile e penale sul clero.
La tradizione bizantina ha permeato molti aspetti della vita religiosa in tutta la Romagna con la diffusione di culti d'importazione. Tra essi, quello della Candelora (Candlora in romagnolo) e della Madonna della Cintura. Anche molti dei santi più popolari in Romagna sono originari dell'Oriente: Stefano protomartire, Giacomo, Sant'Andrea, Martino[1], Giorgio, Barbara, Ippolito[2], Agata, Lucia, Biagio, Sebastiano, Apollonia e Dorotea[3]. San Martino di Tours incontrò una grandissima devozione tanto che, dopo la fine della dominazione degli Ostrogoti, i mosaici ariani della cappella palatina del palazzo di Teoderico furono rimossi e sostituiti dalla processione dei santi martiri aperta proprio da San Martino (seguito, tra gli altri, da Stefano, Sebastiano e Ippolito)[4].
Per un certo periodo, tra il 666 ed il 680-82, l'imperatore bizantino Costante II concesse alla Chiesa di Ravenna l'autocefalia[5]. Era arcivescovo Mauro (642-671). Il papa Vitaliano e l'arcivescovo ravennate arrivarono a scambiarsi reciproco anatema e si verificò pertanto un vero e proprio scisma. Successivamente Mauro, appoggiato da Costante II, aderì all'eresia monotelita. Mauro ottenne dal clero ravennate la non sottomissione all'autorità di Roma; il suo successore Reparato (671-677) non si recò all'Urbe per la consacrazione. L'autocefalia fu revocata dall'imperatore Costantino IV, che trovò motivi di riavvicinamento con la Chiesa di Roma: sentì un debito di riconoscenza verso papa Dono che lo aveva aiutato a riconquistare il legittimo trono. In seguito Ravenna e Costantinopoli continuarono ad avere stretti rapporti e ad influenzarsi reciprocamente. Ravenna cercò anche di esercitare pressioni sulla sede imperiale. All'inizio dell'VIII secolo l'arcivescovo Felice (709-725) fu coinvolto in una congiura contro Giustiniano II che, tornato sul trono, lo fece accecare e deportare nel Ponto.
Alto Medioevo
Nel 751 l'Esarcato bizantino si sfaldò per effetto della conquista longobarda. Successivamente papa Stefano II chiamò in aiuto Pipino il Breve, Maestro di Palazzo della corte del re di Francia. Quando si delineò il progetto papale tendente ad impossessarsi dei territori dell'ex Esarcato, l'arcivescovo Sergio (744-769) cercò di costituirsi legittimo erede dell'istituzione bizantina con lo scopo di creare un principato autonomo da Roma. Per questo nel 755 Sergio, d'intesa con il re longobardo Astolfo, non si presentò all'incontro con il pontefice per discutere dell'amministrazione dell'ex territorio esarcale, che Astolfo si era impegnato a restituire (Prima pace di Pavia, giugno 755). Il re longobardo, anzi, consegnò le città occupate a Sergio e questi ne prese possesso in funzione di esarca (ut exarchus). Fu necessario l'intervento diretto di Pipino il Breve (756) perché venissero restituite «a San Pietro apostolo» le città dell'Esarcato, tra cui Ravenna, e della Pentapoli (Seconda pace di Pavia, giugno 756). L'arcivescovo Sergio venne arrestato e trasferito a Roma, dove venne incarcerato, mentre la città di Ravenna fu amministrata da funzionari papali.[6]
Il pontefice però non riuscì a rientrare in possesso di tutte le città dell'Esarcato e della Pentapoli. Il suo successore papa Paolo I ritenne che Sergio gli sarebbe stato utile nella trattativa coi longobardi. L'arcivescovo ravennate fu quindi liberato ed inviato a Ravenna per dialogare con re Desiderio. Paolo I ottenne da Sergio l'assicurazione che egli non avrebbe chiesto aiuto a Costantinopoli; in cambio, concesse alla sede di Sant'Apollinare una vasta signoria ecclesiastica sul territorio ravennate.[6]
Negli anni seguenti i rapporti tra il pontefice e la sede ravennate tornarono tesi. Quando il re dei Franchi Carlo Magno ebbe sconfitto definitivamente i longobardi (774), l'arcivescovo Leone, che si considerava il successore dell'esarca bizantino, non si sottomise al pontefice né riconobbe i diritti della Santa Sede sulla vicina Pentapoli (774-775). Per tutto l'VIII secolo e fino alla metà del successivo, gli arcivescovi cercarono appoggio presso i re di Francia, non sempre con esito felice (l'arcivescovo Giorgio fu imprigionato dall'esercito di Carlo Magno). Dopo l'850 l'arcivescovo Giovanni inasprì ancor più la politica autocefala e giunse al punto di vessare le diocesi suffraganee (Modena, Reggio, Parma e Piacenza), imponendo loro pesanti tributi e vietando loro di comunicare direttamente con la Chiesa di Roma. La disputa fu chiusa da papa Niccolò I (858-867), che convocò a Roma l'arcivescovo e, visto il suo rifiuto, si recò a Ravenna dove constatò la generale avversione del clero e del popolo per Giovanni, che dovette comparire nell'861 davanti a un sinodo che condannò il suo operato.
Questo episodio però non mutò l'atteggiamento degli arcivescovi della sede ravennate, che anzi proseguirono la politica di affermazione delle proprie prerogative, rispetto alle prerogative dei papi, operando scelte autonome in fatto di alleanze con i detentori del potere temporale. Nel corso del IX-X secolo la Chiesa di Ravenna si avvicinò ai re germanici, divenendo la «capitale morale» del loro regno[7]. Nell'892, infatti, Lamberto II di Spoleto volle essere incoronato sacro romano imperatore a Ravenna: papa Formoso dovette recarsi nella città bizantina. Nonostante questi attriti, il prestigio della Chiesa ravennate presso l'episcopato italiano non venne meno: nel 910 l'arcivescovo Giovanni da Tossignano venne eletto papa con il nome di Giovanni X.
Abbazia | Ordine monastico o Congregazione | Fondazione | Cessazione |
---|---|---|---|
San Vitale | Benedettini | Età bizantina | 1798 |
Santa Maria in Porto | Portuensi[8] | Alto Medioevo | 1798 |
San Giovanni | Benedettini [9] | Alto Medioevo | 1798 |
Classe | Camaldolesi | Età bizantina | 1798 |
Basso Medioevo
Il 25 dicembre 983 l'erede al trono di Germania, Ottone III, ancora infante, fu consacrato ad Aquisgrana dall'arcivescovo ravennate, a conferma del legame speciale che univa la sede di Ravenna alla dinastia degli Ottoni.
I titoli giuridici degli arcivescovi di Ravenna ebbero origine alla fine del X secolo, regnanti l'imperatore Ottone III e il cugino papa Gregorio V e furono confermati dai papi e dagli imperatori successivi. Nel 997 venne nominato a Ravenna il primo vescovo straniero, il francese Gerberto di Aurillac, già precettore di Ottone III ed abate del monastero di Bobbio. Il papa conferì al presule la giurisdizione civile sulla città e sul portum Volanae usque ad locum qui dicitur Cervia, ovvero tutta la fascia litoranea dalla foce del Po di Primaro fino a Cervia, comprendente le contee (comitatus) di Ferrara, Comacchio, Cervia, Decimano e Trasversara[10].
Nel 999 Gerberto ricevette anche le contee di Forlì, Forlimpopoli, Cesena, Sarsina e Montefeltro, così il dominio temporale dell'arcivescovo di Ravenna venne a comprendere tutto il territorio a mari usque ad Alpes, a fluvio Rheno usque ad Foliam (dal mare alle alture, dal fiume Reno al fiume Foglia), escludendo solo l'enclave di Bertinoro, all'epoca indipendente. Nello stesso anno Ottone III, in base al Privilegium imperiale, lo scelse come nuovo papa. Egli lasciò quindi Ravenna e salì al soglio pontificio con il nome di Silvestro II. A Ravenna si insediò Leone (aprile 999), al quale il sovrano confermò la giurisdizione sulle sedi episcopali suffraganee e sulle contee già possedute.
All'inizio dell'XI secolo l'arcivescovo Arnoldo (sassone) ottenne il potere temporale su Ravenna, Cervia, Faenza e Imola. La rivalità tra sede ravennate e papa si riaccese durante la lotta per le investiture: l'arcivescovo Enrico sostenne l'antipapa Onorio II (1061-1072) che si oppose a papa Gregorio VII riportandone però la scomunica. L'imperatore del Sacro Romano Impero nel 1080 contrappose al papa Gregorio VII l'arcivescovo di Ravenna Guiberto, che divenne antipapa con il nome di Clemente III (1080-1100). Ravenna faceva parte di un preciso disegno dell'imperatore, era un cardine della dominazione germanica dell'Italia settentrionale.[11]
A conferma del prestigio della sede ravennate, sta il fatto che il vescovo Gualtiero († 1144) si firmasse con una formula simile a quella usata da papa Onorio II. Se il vescovo di Roma compariva negli atti ufficiali come "Servo dei Servi di Dio, per grazia divina Papa di Santa Romana Chiesa", Gualtiero era identificato con la formula: "servo dei Servi di Dio, per grazia di Dio arcivescovo della ravennate Chiesa". Solo nel 1157 gli arcivescovi cessano di conferirsi il titolo di esarchi della città.
Il XII secolo vide la sede di Ravenna opporsi nuovamente al papato in occasione della scomunica di Federico Barbarossa. L'emergere delle istituzioni comunali ebbe nel Ravennate una forte spinta centrifuga, tanto è vero che entro il secolo successivo tutte le città romagnole si liberarono dalla sudditanza all'arcivescovo, costituendosi in liberi comuni[12]. L'area d'influenza della Chiesa ravennate venne a restringersi, verso l'entroterra, a un raggio di circa quindici chilometri, mentre solo in direzione del Po e lungo la fascia costiera si mantenne inalterata.
Nel 1357, con il passaggio della Romagna sotto la sovranità pontificia venne creata la Provincia Romandiolæ et Exarchatus Ravennæ. La capitale fu posta a Bologna, mentre Ravenna fu sede della seconda carica, quella di Presidente della Provincia. Il legato pontificio e il rettore assunsero le competenze e i diritti che fino ad allora erano stati esercitati dall'arcivescovo di Ravenna.
Età moderna
Benedetto Accolti nel XVI secolo fu l'ultimo arcivescovo ad avere rapporti tormentati con i papi, tanto che papa Clemente VII lo fece imprigionare per la sua amministrazione della Marca d'Ancona. Il cardinale Giulio della Rovere, istituì nel 1568 il seminario arcivescovile. Intanto il declino dell'arcidiocesi di Ravenna fu accelerato dall'elevazione della sede di Bologna, fino ad allora suffraganea di Ravenna, al rango di arcidiocesi metropolitana (dicembre 1582). Una serie di diocesi suffraganee di Ravenna passarono sotto la giurisdizione della sede felsinea: Cervia, Imola, Modena, Reggio, Parma e Piacenza[13]. Nel 1604 Clemente VIII restituì Cervia ed Imola a Ravenna[14].
Nel 1744 venne demolita l'antichissima cattedrale dedicata alla Aghia Anastasis per la costruzione della nuova cattedrale, che fu consacrata dall'arcivescovo Ferdinando Romualdo Guiccioli il 13 aprile 1749. Nel 1779 l'arcivescovo Cantoni trasferì il seminario in un nuovo edificio.
Nel 1860 al cardinale Enrico Orfei fu impedito per due anni di prendere possesso della sua sede dalle autorità civili del nascente Regno d'Italia.
Sede di Cervia
La diocesi di Cervia fu eretta all'inizio del VI secolo o forse negli ultimi anni del secolo precedente. Il primo vescovo storicamente documentato è Geronzio: secondo la tradizione avrebbe subito il martirio di ritorno dal sinodo romano del 501.
In origine la diocesi dipendeva dal patriarcato di Roma e solo nel 948 divenne suffraganea dell'arcidiocesi ravennate, a cui Cervia rimase sempre sottomessa, ad eccezione degli anni 1582-1604, periodo in cui la diocesi divenne suffraganea di Bologna.
Sono pochi i vescovi di Cervia che nel primo millennio cristiano hanno lasciato tracce nella storia; solo a partire da Leone (fine X secolo) la cronotassi diviene più regolare e continua. Proprio con Leone, che al sinodo provinciale del 997 si firma come episcopus ficodensis, quae nunc Cervia vocatur, compare per la prima volta il cambio del nome della città, da Ficocle, come finora s'era chiamata, a Cervia.
Nel 1244 papa Innocenzo IV, con la bolla In apostolicae sedis specula[15], confermò alla sede di Cervia, elencandoli uno per uno, i possedimenti di tutte le pievi e le chiese di sua pertinenza. Per la malasanità del luogo, spesso il vescovo risiedette a Massa Fiscaglia, dove v'era un palazzo vescovile e dove furono celebrati diversi sinodi diocesani fra il 1573 ed il 1670.
Il seminario diocesano venne istituito dal vescovo Ignazio Giovanni Cadolini nel 1828.
L'unione tra Ravenna e Cervia
Il 7 gennaio 1909 Pasquale Morganti, arcivescovo di Ravenna, fu nominato anche vescovo di Cervia; in questo modo le due sedi furono unite in persona episcopi.
Il 22 febbraio 1947, in forza del decreto Quum Sanctissimus della Congregazione Concistoriale, fu stabilita l'unione aeque principaliter.
Infine, il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, fu stabilita la plena unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.
Cronotassi dei vescovi
Sede di Ravenna
La cronotassi dei vescovi di Ravenna è incerta per i primi secoli; la tradizione vuole che si apra con sant'Apollinare, evangelizzatore e patrono dell'Emilia-Romagna; egli fu martirizzato a Classe nel III secolo. Classe fu sede della diocesi ravennate fino a tutto il IV secolo. All'inizio del V secolo fu trasferita a Ravenna. La prima testimonianza di una serie episcopale ravennate è molto antica e risale al IX secolo, attribuita allo storico Agnello[16]; questa serie è chiamata dagli studiosi Codex pontificalis ecclesiae ravennatis oppure Liber pontificalis ecclesiae ravennatis.
- Sant'Apollinare †
- Aderito †
- Sant'Eleucadio †
- Marciano †
- San Calogero †
- Procolo †
- San Probo I †
- Dato †
- Liberio I †
- Agapito †
- Marcellino †
- San Severo † (circa 308 - 344/346)
- Liberio II †
- Probo II †
- Fiorenzo †
- Liberio III † (circa 380 - ?)
- Sant'Orso † (primo quarto del V secolo)
- San Pietro I Crisologo † (433 - 450)
- Neone † (menzionato nel 458)
- Sant'Esuperanzio † (dopo il 458 - maggio 477 deceduto)
- Giovanni I Angelopte † (luglio 477 - 5 giugno 494 deceduto)
- Pietro II † (15 settembre 494 - 519 deceduto)
- Celio Aureliano † (519 - 26 maggio 521 deceduto)
- San Celio Ecclesio † (febbraio 522 - 27 luglio 532/533 deceduto)
- Ursicino † (febbraio 533 - 5 settembre 536 deceduto)
- Vittore † (538 - 15 febbraio 545 o 546 deceduto)
- Massimiano † (14 ottobre 546 - 22 febbraio 556 deceduto)
- Agnello † (22 giugno 556 - 1º agosto 569 o 570 deceduto)
- Pietro III † (settembre 569 o 570 - 17 agosto 578 deceduto)
- Giovanni II † (4 dicembre 578 - 11 gennaio 595 deceduto)
- Mariniano (o Mauriano)[17] † (prima del 5 luglio 595 - 23 ottobre o novembre 606 deceduto)
- Giovanni III † (607 - 22 agosto 625 deceduto)
- Giovanni IV † (625 - 631)
- Bono † (631 - 25 agosto 642 deceduto)
- Mauro † (dicembre 642 - ottobre 671 deceduto)
- Reparato † (ottobre 671 - 30 giugno 677 deceduto)
- Teodoro † (settembre 677 - 18 gennaio 691 deceduto)
- Damiano † (febbraio 692 - 13 maggio 708 deceduto)
- San Felice † (31 marzo 709 - 25 novembre 725 deceduto)
- Giovanni V † (726 - 744)
- Sergio † (744 - 25 agosto 769 deceduto)
- Michele † (antivescovo)
- Leone I † (770 - 14 febbraio 777 deceduto)
- Giovanni VI † (777 - 784)
- Grazioso † (784 - 23 febbraio 789 deceduto)
- San Valerio † (789 - 15 marzo 810 deceduto)
- Martino † (giugno 810 - 10 novembre 818 deceduto)
- Petronace † (prima del 19 luglio 819 - 13 marzo 837 deceduto)
- Giorgio † (prima del 1º maggio 838 - 20 gennaio 846 deceduto)
- Deusdedit † (846 - fine 849)
- Giovanni VII † (prima di aprile 850 - fine 878 deceduto)
- Romano di Calcinaria † (ottobre 878 - fine 888 deceduto)
- Domenico Ublatella † (fine 889 - fine 897 deceduto)
- Giovanni VIII Kailone † (inizio 898 - fine 904)
- Giovanni IX da Tossignano † (fine 904 - marzo 914, eletto papa con il nome di Giovanni X)
- Costantino † (giugno 914 - fine 926 deceduto)
- Pietro IV † (927 - aprile 971 dimesso)
- Onesto I † (971 - 983 deceduto)
- San Giovanni X da Besate † (metà del 983 - dopo l'8 aprile 998 dimesso)
- Gerberto da Aurillac † (prima del 28 aprile 998 - 2 aprile 999 eletto papa con il nome di Silvestro II)
- Leone II, O.S.B. † (999 - 1001 dimesso)
- Federico di Ravenna † (autunno 1001 - 1004 deceduto)
- Etelberto † (1004 - 21 gennaio 1014)[18]
- Arnoldo di Sassonia † (21 gennaio 1014 - 17 novembre 1019 deceduto)
- Eriberto † (1019 - inizio 1027 deceduto)
- Gebeardo da Eichstätt † (maggio 1027 - 16 febbraio 1044 deceduto)
- Unfrido da Embrach † (ottobre 1046 - 23 agosto 1051 deceduto)
- Enrico † (prima metà del 1052 - 1º gennaio 1072 deceduto)
- Guiberto da Parma † (luglio 1072 - 8 settembre 1100 deceduto; dal 1080 antipapa con il nome di Clemente III)
- Ottone Boccatorta † (1100 - 1110)
- Geremia † (1110 - 1117)
- Gualtiero † (7 agosto 1118 - 13 febbraio 1144 deceduto)
- Mosè da Vercelli † (giugno 1144 - 26 ottobre 1154 deceduto)
- Anselmo da Havelberg, O.Praem. † (maggio 1155 - 12 agosto 1158 deceduto)
- Guido di Biandrate † (febbraio 1159 - 9 luglio 1169 deceduto)
- Gerardo † (1169 - 1190 deceduto)
- Guglielmo di Cabriano † (11 febbraio 1191 - 1201 deceduto)
- Alberto Oselletti † (10 marzo 1202 - gennaio 1207 deceduto)
- Egidio de Garzoni † (16 aprile 1207 - ottobre 1208 deceduto)
- Ubaldo † (21 dicembre 1208 - 21 marzo 1216)
- Picinino † (marzo 1216 - estate 1216)
- Simeone † (5 marzo 1217 - 31 maggio 1228 deceduto)
- Teodorico † (luglio 1228 - 28 dicembre 1249 deceduto)
- Filippo Fontana † (5 aprile 1250 - 18 settembre 1270 deceduto)
- Bonifacio Fieschi, O.P. † (4 settembre 1275 - 24 dicembre 1294 deceduto)
- Obizzo Sanvitale † (23 luglio 1295 - 30 ottobre 1303 deceduto)
- Beato Rinaldo da Concorezzo † (19 novembre 1303 - 18 agosto 1321 deceduto)
- Rinaldo da Polenta † (1321 - 1322 deceduto) (vescovo eletto)[19]
- Aymeric de Chalus (Aimerico di Castel Lucio) † (24 settembre 1322 - 13 maggio 1332 nominato vescovo di Chartres)
- Guido de Roberti † (27 giugno 1332 - settembre 1333 deceduto)
- Francesco Michiel † (14 ottobre 1333 - prima del 25 settembre 1342 nominato arcivescovo di Creta)
- Nicola Canal † (25 settembre 1342 - 23 maggio 1347 nominato arcivescovo di Patrasso)
- Fortanier de Vassal, O.F.M. † (24 ottobre 1347 - 20 maggio 1351 nominato patriarca di Grado)
- Petrocino Casalesco, O.S.B. † (26 aprile 1362 - 1369 deceduto)
- Pietro Pileo da Prata † (23 gennaio 1370 - 1387 deposto)
- Cosimo dei Migliorati † (4 novembre 1387 - 19 giugno 1389 nominato vescovo di Bologna)
- Cosimo dei Migliorati † (19 giugno 1389 - 15 settembre 1400 dimesso) (amministratore apostolico)
- Giovanni Migliorati † (15 settembre 1400 - 16 ottobre 1410 deceduto)
- Tommaso Perendoli † (2 gennaio 1411 - 20 ottobre 1445 deceduto)
- Bartolomeo Roverella † (26 settembre 1445 - 9 gennaio 1475 dimesso)
- Filiasio Roverella † (9 gennaio 1475 - 1516 dimesso)
- Niccolò Fieschi † (1516 - novembre 1517 dimesso)
- Urbano Fieschi † (4 novembre 1517 - 23 gennaio 1524 deceduto)
- Pietro Accolti † (15 giugno 1524 - agosto 1524 dimesso) (amministratore apostolico)
- Benedetto Accolti † (17 agosto 1524 - 21 settembre 1549 deceduto)
- Ranuccio Farnese, O.S.Io.Hieros. † (11 ottobre 1549 - 28 aprile 1564 nominato amministratore apostolico di Bologna) (amministratore apostolico)
- L'interim viene assunto dal Santo Padre Pio IV[20]
- Giulio della Rovere † (6 marzo 1566 - 3 settembre 1578 deceduto)
- Cristoforo Boncompagni † (15 ottobre 1578 - 3 ottobre 1603 deceduto)
- Pietro Aldobrandini † (13 settembre 1604 - 10 febbraio 1621 deceduto)
- Luigi Capponi (3 marzo 1621 - 1645 dimesso)
- Luca Torrigiani (18 settembre 1645 - 12 dicembre 1669 deceduto)
- Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni † (19 maggio 1670 - prima del 19 febbraio 1674 dimesso)
- Fabio Guinigi † (19 febbraio 1674 - 28 agosto 1691 deceduto)
- Raimondo Ferretti † (9 gennaio 1692 - 24 marzo 1719 deceduto)
- Girolamo Crispi † (16 dicembre 1720 - 13 marzo 1727 dimesso)
- Maffeo Nicolò Farsetti † (17 marzo 1727 - 6 febbraio 1741 deceduto)
- Ferdinando Romualdo Guiccioli, O.S.B.Cam. † (5 aprile 1745 - 7 novembre 1763 deceduto)
- Niccolò Oddi † (20 febbraio 1764 - 25 maggio 1767 deceduto)
- Antonio Cantoni † (28 settembre 1767 - 2 novembre 1781 deceduto)
- Antonio Codronchi † (14 febbraio 1785 - 22 gennaio 1826 deceduto)
- Chiarissimo Falconieri Mellini † (3 luglio 1826 - 22 agosto 1859 deceduto)
- Enrico Orfei † (23 marzo 1860 - 22 dicembre 1870 deceduto)
- Vincenzo Moretti † (27 ottobre 1871 - 22 settembre 1879 dimesso)
- Giacomo Cattani † (22 settembre 1879 - 14 febbraio 1887 deceduto)
- Sebastiano Galeati † (23 maggio 1887 - 25 gennaio 1901 deceduto)
- Agostino Gaetano Riboldi † (15 aprile 1901 - 25 aprile 1902 deceduto)
- San Guido Maria Conforti † (9 giugno 1902 - 14 novembre 1904 nominato arcivescovo titolare di Stauropoli)
- Pasquale Morganti † (14 novembre 1904 - 18 dicembre 1921 deceduto)
- Antonio Lega † (18 dicembre 1921 succeduto - 16 novembre 1946 deceduto)
Sede di Cervia
- San Geronzio † (menzionato nel 501)
- Severo † (prima di luglio 591 - dopo giugno 599)
- Bono I † (menzionato nel 649)
- Sergio † (menzionato nel 769)
- Lucido † (menzionato nell'855)
- Giovanni I † (prima di novembre 861 - dopo luglio 881)
- Stefano † (prima di novembre 967 - dopo maggio 969)
- Leone † (prima di maggio 998 - dopo dicembre 1029)
- Giovanni II † (prima di maggio 1031 - dopo marzo 1053)
- Bono II † (prima di luglio 1059 - dopo novembre 1069)
- Ildebrando † (menzionato nel settembre 1073)
- Angelo † (prima del 1081 - dopo il 1082)
- Giovanni III † (prima di luglio 1109 - dopo aprile 1122)
- Pietro I † (prima di dicembre 1126 - dopo febbraio 1153)
- Manfredo † (menzionato nel 1163)
- Alberto I † (1166 - 1173)
- Ugo † (1174 - dopo giugno 1175)
- Teobaldo † (prima di ottobre 1187 - dopo maggio 1193)
- Alberto II † (prima di maggio 1198 - dopo novembre 1200)
- Simeone † (prima di maggio 1204 - 5 marzo 1217 nominato arcivescovo di Ravenna)
- Rustico † (prima di marzo 1219 - dopo dicembre 1226)
- Giovanni IV † (prima di dicembre 1229 - dopo giugno 1247)
- Giacomo † (prima di dicembre 1254 - 1257 dimesso)
- Ubaldo † (27 giugno 1257 - ?)
- Giovanni V † (prima di marzo 1261 - 1264)
- Sede vacante (1264-1266)
- Tommaso † (9 giugno 1266 - 1270 deceduto)
- Teodorico de' Borgognoni, O.P. † (1270 - 24 dicembre 1298 deceduto)
- Antonio, O.F.M. † (6 aprile 1299 - dopo aprile 1304)
- Matteo † (prima di maggio 1307 - 1317)
- Guido Gennari † (16 luglio 1317 - ?)
- Francesco † (1320 - 1324 deceduto)
- Geraldo † (16 luglio 1324 - 1329 deceduto)
- Esuperanzio Lambertazzi † (11 ottobre 1329 - 1342 deceduto)
- Guadagno de' Majoli, O.F.M. † (26 giugno 1342 - ? deceduto)
- Giovanni Piacentini † (8 marzo 1364 - 23 gennaio 1370 nominato vescovo di Padova)
- Bernardo Guasconi, O.F.M. † (29 marzo 1370 - 1374 deceduto)
- Astorgio de Brason † (27 novembre 1374 - ?)
- Giovanni Vivenzi, O.E.S.A. † (1381 - 1382 ? deceduto)
- Giovanni VI † (1383 - ? deceduto)
- Pino degli Ordelaffi † (9 marzo 1394 - 1402 deceduto)
- Paolo † (8 marzo 1402 - 1431 deceduto)
- Cristoforo da San Marcello † (2 maggio 1431 - 21 novembre 1435 nominato vescovo di Rimini)
- Antonio Correr, C.R.S.G.A. † (novembre 1435 - 1440 dimesso) (amministratore apostolico)
- Pietro Barbo † (1º luglio 1440 - 10 giugno 1451 dimesso) (amministratore apostolico)
- Isidoro di Kiev † (19 giugno 1451 - 15 marzo 1455 dimesso) (amministratore apostolico)
- Francesco Porzi, O.P. † (15 marzo 1455 - 1474 ? deceduto)
- Achille Marescotti † (9 gennaio 1475 - 21 novembre 1485 deceduto)
- Tommaso Catanei, O.P. † (12 dicembre 1485 - 1513 dimesso)
- Pietro Fieschi † (23 settembre 1513 - 1525 deceduto)
- Paolo Emilio Cesi † (1525 - 23 marzo 1528 dimesso) (amministratore apostolico)
- Ottavio Cesi † (23 marzo 1528 - 1534 deceduto)
- Giovanni Andrea Cesi † (13 novembre 1534 - 11 marzo 1545 nominato vescovo di Todi)
- Scipione Santacroce † (23 marzo 1545 - 1576 dimesso)
- Ottavio Santacroce † (18 luglio 1576 - dicembre 1581 deceduto)
- Lorenzo Campeggi † (8 gennaio 1582 - 6 novembre 1585 deceduto)
- Decio Azzolini † (15 novembre 1585 - 9 ottobre 1587 deceduto)
- Annibale de Paoli † (12 ottobre 1587 - ? deceduto)
- Alfonso Visconti † (8 febbraio 1591 - 10 settembre 1601 nominato vescovo di Spoleto)
- Bonifazio Bevilacqua Aldobrandini † (10 settembre 1601 - 7 aprile 1627 deceduto)
- Gianfrancesco Guidi di Bagno † (17 maggio 1627 - 16 aprile 1635 nominato vescovo di Rieti)
- Francesco Maria Merlini † (17 settembre 1635 - novembre 1644 deceduto)
- Pomponio Spreti † (8 gennaio 1646 - 15 novembre 1652 deceduto)
- Sede vacante (1652-1655)
- Francesco Gheri † (31 maggio 1655 - 1661 deceduto)
- Anselmo Dandini † (26 giugno 1662 - dicembre 1664 deceduto)
- Gerolamo Santolini † (15 giugno 1665 - marzo 1667 deceduto)
- Gianfrancesco Riccamonti, O.S.B. † (9 aprile 1668 - 17 aprile 1707 deceduto)
- Camillo Spreti † (15 aprile 1709 - gennaio 1727 deceduto)
- Gaspare Pizzolanti, O.Carm. † (25 giugno 1727 - 31 dicembre 1765 deceduto)
- Giambattista Donati † (2 giugno 1766 - 1792 deceduto)
- Sede vacante (1792-1795)
- Bonaventura Gazola, O.F.M.Ref. † (1º giugno 1795 - 21 febbraio 1820 nominato vescovo di Montefiascone e Corneto)
- Giuseppe Crispino Mazzotti † (21 febbraio 1820 - 2 novembre 1825 deceduto)
- Ignazio Giovanni Cadolini † (3 luglio 1826 - 30 settembre 1831 nominato vescovo di Foligno)
- Mariano Baldassarre Medici, O.P. † (17 dicembre 1832 - 1º ottobre 1833 deceduto)
- Innocenzo Castracane degli Antelminelli † (20 gennaio 1834 - 12 febbraio 1838 nominato vescovo di Cesena)
- Gaetano Balletti † (12 febbraio 1838 - 11 maggio 1842 deceduto)
- Gioacchino Tamburini † (22 luglio 1842 - 13 ottobre 1859 deceduto)
- Giovanni Monetti † (23 marzo 1860 - 15 febbraio 1877 deceduto)
- Federico Foschi † (20 marzo 1877 - 7 ottobre 1908 deceduto)
- Pasquale Morganti † (7 gennaio 1909 - 18 dicembre 1921 deceduto)
- Antonio Lega † (18 dicembre 1921 succeduto - 16 novembre 1946 deceduto)
Sede di Ravenna e Cervia
- Giacomo Lercaro † (31 gennaio 1947 - 19 aprile 1952 nominato arcivescovo di Bologna)
- Egidio Negrin † (24 maggio 1952 - 4 aprile 1956 nominato vescovo di Treviso)
- Salvatore Baldassarri † (3 maggio 1956 - 22 novembre 1975 dimesso)
- Ersilio Tonini † (22 novembre 1975 - 30 settembre 1986 nominato arcivescovo di Ravenna-Cervia)
Sede di Ravenna-Cervia
- Ersilio Tonini † (30 settembre 1986 - 27 ottobre 1990 ritirato)
- Luigi Amaducci † (27 ottobre 1990 - 9 marzo 2000 ritirato)
- Giuseppe Verucchi (9 marzo 2000 - 17 novembre 2012 ritirato)
- Lorenzo Ghizzoni, dal 17 novembre 2012
Statistiche
L'arcidiocesi nel 2017 su una popolazione di 234.500 persone contava 211.500 battezzati, corrispondenti al 90,2% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 172.500 | 173.639 | 99,3 | 153 | 129 | 24 | 1.127 | 24 | 320 | 74 | |
1969 | ? | 200.000 | ? | 171 | 132 | 39 | ? | 49 | 503 | 77 | |
1980 | 215.900 | 227.000 | 95,1 | 162 | 114 | 48 | 1.332 | 51 | 450 | 88 | |
1990 | 207.000 | 210.000 | 98,6 | 137 | 105 | 32 | 1.510 | 4 | 40 | 334 | 86 |
1999 | 203.000 | 210.300 | 96,5 | 129 | 95 | 34 | 1.573 | 5 | 43 | 256 | 89 |
2000 | 208.270 | 215.570 | 96,6 | 123 | 97 | 26 | 1.693 | 5 | 35 | 237 | 89 |
2001 | 208.270 | 211.587 | 98,4 | 115 | 87 | 28 | 1.811 | 5 | 32 | 230 | 89 |
2002 | 211.000 | 211.380 | 99,8 | 130 | 102 | 28 | 1.623 | 5 | 32 | 230 | 89 |
2003 | 211.000 | 230.320 | 91,6 | 125 | 96 | 29 | 1.688 | 3 | 34 | 210 | 89 |
2004 | 211.000 | 230.320 | 91,6 | 119 | 90 | 29 | 1.773 | 4 | 34 | 235 | 89 |
2010 | 200.000 | 223.121 | 89,6 | 121 | 91 | 30 | 1.652 | 6 | 35 | 164 | 89 |
2014 | 210.500 | 229.403 | 91,8 | 115 | 86 | 29 | 1.830 | 8 | 33 | 143 | 90 |
2017 | 211.500 | 234.500 | 90,2 | 97 | 74 | 23 | 2.180 | 10 | 26 | 114 | 89 |
Note
- ^ San Martino di Tours era nato in Pannonia, regione dell'Impero romano d'Oriente.
- ^ Da cui deriva il toponimo San Potito, una frazione di Lugo.
- ^ Norino Cani, Santi, guerrieri e contadini, Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pag. 109.
- ^ G. Penco, Storia della Chiesa in Italia, pag. 140.
- ^ Il diploma di autocefalia (1º marzo 666) sottraeva a Roma la potestà di nominare l'arcivescovo e delegava questo potere ai vescovi suffraganei dell'arcidiocesi.
- ^ a b Antonio Carile, Materiali di storia bizantina, Bologna, Lo Scarabeo, 1994.
- ^ AA. VV., Storia di Ravenna, vol. II2 «Dall'Età bizantina all'Età ottoniana», Marsilio Editori, pag. 358.
- ^ Nel 1420 furono uniti alla congregazione di Santa Maria di Frigionaia, divenuta poi lateranense.
- ^ A metà del XV secolo passò ai lateranensi.
- ^ Le donazioni sarebbero diventate esecutive solo dopo la morte dell'imperatrice Adelaide (vedova di Ottone I).
- ^ Andrea Ferri, Imola nella storia. Note di vita cittadina, Edizioni Il Nuovo Diario Messaggero, Imola 1991, pag. 47.
- ^ C. Giovannini-G. Ricci, Ravenna, Bari 1985.
- ^ Alessandro Luparini, "Il Cinquecento" in Storia di Ravenna, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2016, p. 252.
- ^ Alessandro Luparini, ivi, p. 261.
- ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 562-564.
- ^ Biografia sull'enciclopedia Treccani online.
- ^ Vedi Giovanni (praefectus urbi Romae).
- ^ Sostenuto dall'episcopato romagnolo ed emiliano, ma inviso all'imperatore, è considerato in molte cronotassi un vescovo intruso.
- ^ Eletto dal clero a succedere a Rinaldo da Concorezzo, fu ucciso prima di ricevere la conferma pontificia. Cfr. Cappelletti, op.cit, p. 140. Eubel non ne parla nella sua Hierarchia catholica.
- ^ Alessandro Luparini, "Il Cinquecento", in Storia di Ravenna, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2016, p. 248.
Fonti
- Annuario pontificio del 2015 e precedenti, in (EN) David Cheney, Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, su Catholic-Hierarchy.org.
- (EN) Ravenna e Cervia, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- Felix Ravenna, Dipartimento di archeologia, Università di Bologna, 1984–1985.
- Roberto Cessi, Miscellanea in onore di Roberto Cessi, Roma, 1958
- (EN) Scheda dell'arcidiocesi su www.gcatholic.org
- (LA) Decreto Quum Sanctissimus, AAS 39 (1947), pp. 226–227
- (LA) Decreto Instantibus votis, AAS 79 (1987), pp. 707–710
Per la sede di Ravenna
- Alessandro Testi Rasponi, Note marginali al “Liber Pontificalis” di Agnello ravennate, in Atti e memorie della regia deputazione di storia patria per le Provincie di Romagna, Terza serie, vol. XXVII, 1909, pp. 87–104 e 225-346
- Andrea Agnello, Liber pontificalis ecclesiae ravennatis
- Storia e cronotassi di Ravenna (dal sito dell'arcidiocesi)
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza, 1927, pp. 723–767
- (FR) R. Massigli, La création de la métropole ecclésiastique de Ravenne, in Mélanges d'archéologie et d'histoire, t. 31, 1911, pp. 277–290
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. II, Venezia, 1844, pp. 9–187
- Gaspare Ribuffi, Guida di Ravenna, Ravenna 1835, p. 28 (breve cronologia del seminario)
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 716–718
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 415; vol. 2, p. 221; vol. 3, p. 283; vol. 4, p. 292; vol. 5, p. 329; vol. 6, p. 353
Per la sede di Cervia
- (EN) La diocesi di Cervia su Catholic Hierarchy
- (EN) La diocesi di Cervia su Giga Catholic
- Storia e cronotassi di Cervia (dal sito dell'arcidiocesi)
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza, 1927, pp. 713–714
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. II, Venezia, 1844, pp. 557–578
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, 1931, pp. 680–681
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 183; vol. 2, p. 126; vol. 3, pp. 163–164; vol. 4, p. 146; vol. 5, p. 155; vol. 6, p. 160
Voci correlate
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