Amnesty International: differenze tra le versioni

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Versione delle 10:27, 25 giu 2020

Amnesty International
File:Amnesty international.gif
TipoONG
Fondazione1961
FondatorePeter Benenson
ScopoDifesa e promozione dei diritti umani
Sede centraleBandiera del Regno Unito Londra
Area di azioneBandiera del Mondo Mondo
Segretario generaleBandiera del Sudafrica Kumi Naidoo
MottoVal més encendre una espelma que maleir per sempre la foscor, Mieux vaut allumer une bougie que maudire les ténèbres, Better to light a candle than curse the darkness, Es ist besser, eine Kerze anzuzünden, als die Dunkelheit zu verfluchen e ان تشعل شمعة خير من ان تلعن الظلام
Sito web
Premio Nobel
Premio Nobel
Nobel per la pace
1977

Amnesty International è un'organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quello di promuovere, in maniera indipendente e imparziale, il rispetto dei diritti umani sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e quello di prevenirne specifiche violazioni.

Storia dell'organizzazione

Fondata il 28 maggio 1961 dall'avvocato inglese Peter Benenson,[1] l'organizzazione conta oggi oltre sette milioni di soci sostenitori, che risiedono in più di 150 nazioni.[2] Il suo simbolo è una candela nel filo spinato.

Ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1977 per l'attività di "difesa della dignità umana contro la tortura, la violenza e la degradazione"[3]. L'anno seguente è stata insignita del Premio delle Nazioni Unite per i diritti umani.[4]

Nel 1991, riceve il premio Colombe d'Oro per la Pace dell'Archivio Disarmo di Roma, per l’azione contro la violazione dei diritti umani nell’anno della Guerra del Golfo, che coincideva con il trentennale della sua fondazione.[5]

Amnesty International opera in favore delle persone incarcerate per motivi di coscienza, uomini o donne, le cui credenze, la loro origine o l'appartenenza religiosa o politica gli hanno valso la privazione della libertà. Amnesty International si oppone ugualmente e senza riserva a tutte le forme di tortura e alla pena di morte.[6][7]

Nel perseguimento di questa visione, la missione di Amnesty International è quella di svolgere ricerche e azioni per prevenire e far cessare gravi abusi dei diritti all'integrità fisica e mentale, alla libertà di coscienza e di espressione e alla libertà dalla discriminazione.

Significato del simbolo

Il simbolo di Amnesty International è la candela nel filo spinato (in inglese: candle in barbed wire),[8] nota anche semplicemente come "candela di Amnesty International" (in inglese: the Amnesty candle). Realizzatrice del logo con la candela, a partire da un'idea del fondatore di Amnesty International Peter Benenson, fu l'artista britannica Diana Redhouse.[9][10][11]

Il filo spinato richiama la recinzione di un campo di prigionia soprattutto per richiamare la violenza di quell'argomento, a simboleggiare la detenzione protratta e le violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti dei prigionieri di coscienza; la candela accesa, che rimanda al motto spesso ricordato all'interno di Amnesty International "è meglio accendere una candela che maledire l'oscurità", rappresenta la volontà, da parte dell'organizzazione, di tenere sotto la luce dei riflettori ciascuna singola violazione dei diritti umani sulla quale essa lavora, perché l'opinione pubblica possa esserne edotta. Un ulteriore significato leggibile nella luce della candela è la speranza nella giustizia per tutte le vittime delle violazioni dei diritti umani

I gruppi

Un presidio pubblico di volontari di Amnesty international, per protestare contro il campo di prigionia di Guantánamo

Il nucleo di base di Amnesty International è rappresentato locale. In Italia vi sono circa 200 gruppi formati in media da una decina di soci e presenti in tutte le regioni oltre a circa trenta gruppi giovani, formati da soci in età scolare o universitaria. Nella Svizzera Italofona ha sede uno dei tre Centri regionali su base linguistica e uno dei 97 gruppi attivi della sezione svizzera: il Gruppo Ticino,[12] con quattro sedi nelle principali città del Cantone.

Ogni gruppo Amnesty riceve periodicamente delle azioni dai coordinamenti nazionali e dal segretariato internazionale, con il compito di coinvolgere la popolazione del proprio territorio di competenza su tali tematiche generali o casi specifici. La trasformazione delle informazioni raccolte in effettiva pressione verso i governi violatori passa proprio attraverso un capillare coinvolgimento dell'opinione pubblica sul territorio.

I gruppi Amnesty provvedono tra l'altro ad attività di raccolta fondi e di addestramento dei nuovi soci, rappresentano quindi a tutti gli effetti il movimento sul territorio.

Rapporto 2019-2020 sulla situazione dei diritti umani nel mondo

A cura del segretariato internazionale, viene redatto e pubblicato ogni anno, sia in cartaceo che in digitale, un rapporto dei diritti umani nel mondo (Amnesty International Annual Report).[13] Tradotto in più lingue (tra cui l'italiano), il rapporto 2019 - 2020 è suddiviso in sei principali macro Regioni: Africa subsahariana, Americhe, Asia e Pacifico, Europa orientale e Asia Centrale, Medio Oriente e Africa del nord, e denuncia, per ogni nazione appartenente ad una specifica Regione, i diritti umani violati nell'anno della pubblicazione del rapporto. La denuncia per ogni nazione a sua volta, è suddivisa in paragrafi come, per citarne alcuni: Contesto, Diritto all'alloggio - Sgomberi forzati, Libertà di riunione, Uccisioni illegali, Libertà di espressione, Sparizioni forzate, Prigionieri politici, Libertà di espressione e di riunione, Pena di morte, Tortura ed altri maltrattamenti, Uso eccessivo della forza, Diritto alla salute - Mortalità materna, Impunità, Controterrorismo - Detenzioni, Condizioni carcerarie, Diritto all'infanzia, Ergastolo senza possibilità di libertà provvisoria, Diritto dei migranti, Diritti dei rifugiati e migranti, Minori non accompagnati, Uccisioni arbitrarie, Violenza contro le donne, Diritti delle donne, Rifugiati e richiedenti asilo, Diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate, Obiettori di coscienza, Discriminazione - ROM, Controterrorismo e sicurezza.

Rapporto 2019 - 2020 di giugno 2020

Il rapporto 2019 - 2020 stampato in giugno 2020 comprende oltre che panoramiche per ognuna delle sei macro-regioni, anche 19 approfondimenti per quelle nazioni del mondo che si sono più delle altre "distinte" per aver violato i diritti umani. Queste nazioni sono: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Egitto, India, Iran, Libia, Myanmar, Polonia, Repubblica Centrafricana, Russia, Siria, Somalia, Sudan, Turchia, Ungheria e Venezuela ma anche Italia e Stati Uniti d'America[14].

Italia

L'Italia viene denunciata per i "rifugiati e richiedenti asilo" e le relative «politiche e la retorica anti-immigrazione del primo governo Conte»; la "politica dei porti chiusi"; per il "diritto all'alloggio e gli sgomberi forzati"; per "tortura e altri maltrattamenti". Per la tortura aggravata ad opera di 15 agenti di custodia nel carcere di San Gimignano (Siena) contro un detenuto. Per "i decessi in custodia" come per il processo che riguardava il decesso di Stefano Cucchi nel 2009 e per il "commercio di armi" (sospeso poi dal governo italiano) che vedeva come acquirenti l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti[15].

Stati Uniti d'America

"Meccanismi Internazionali sui diritti umani". Amnesty denuncia che il governo americano dell'amministrazione Trump a luglio 2019 dichiarò che «la sua linea attuale era di collaborare alle procedure sui diritti umani delle Nazioni Unite soltanto quando queste fossero "vantaggiose per gli obiettivi della politica estera degli Usa", rifiutando pertanto di cooperare con il meccanismo di esame sulla situazione dei diritti umani in territorio statunitense».[16]. Ancora una denuncia sui: "Rifugiati, richiedenti asilo e migranti"; su "genere, sessualità e identità; sulla "libertà di espressione" e "controterrorismo e sicurezza"; "tortura e altri maltrattamenti"; "violenza legata all'uso di armi da fuoco"; "pena di morte" e "uso eccessivo della forza".
Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto Amnesty metteva in risalto che 1000 persone nel 2018 e almeno altrettanto bel 2019 sono stati gli uccisi «a seguito dell'utilizzo di armi da fuoco da parte degli agenti». Secondo tale rapporto «gli afroamericani erano sproporzionalmente colpiti dall'uso di forza letale da parte della polizia»[17].

Segretari generali

Sezioni nazionali

Sezioni dell'Amnesty International nel mondo nel 2012.
Country/Territory Local website
Amnesty International Algeria www.amnestyalgerie.org
Amnesty International Ghana www.amnestyghana.org
Amnesty International Argentina www.amnistia.org.ar
Amnesty International Australia www.amnesty.org.au
Amnesty International Austria www.amnesty.at
(Amnesty International Belgio)
Amnesty International Fiandre
Amnesty International Belgio francofono

www.aivl.be
www.amnestyinternational.be
Amnesty International Benin www.aibenin.org
Amnesty International Bermuda www.amnestybermuda.org
Amnesty International Brasile www.anistia.org.br
Amnesty International Burkina Faso www.amnestyburkina.org
Amnesty International Canada (inglese)
Amnistie internationale Canada (francofono)
www.amnesty.ca
www.amnistie.ca
Amnesty International Cile www.amnistia.cl
Amnesty International Repubblica Ceca www.amnesty.cz
Amnesty International Danimarca www.amnesty.dk
Amnesty International Isole Faroe www.amnesty.fo
Amnesty International Finlandia www.amnesty.fi
Amnesty International Francia www.amnesty.fr
Amnesty International Germania www.amnesty.de
Amnesty International Grecia www.amnesty.org.gr
Amnesty International Hong Kong www.amnesty.org.hk
Amnesty International Ungheria www.amnesty.hu
Amnesty International Islanda www.amnesty.is
Amnesty International India www.amnesty.org.in
Amnesty International Irlanda www.amnesty.ie
Amnesty International Israele www.amnesty.org.il
Amnesty International Italia www.amnesty.it
Amnesty International Giappone www.amnesty.or.jp
Amnesty International Jersey www.amnesty.org.je
Amnesty International Lussemburgo www.amnesty.lu
Amnesty International Malesia amnesty.my
Amnesty International Isole Mauritius www.amnestymauritius.org
Amnesty International Messico www.amnistia.org.mx
Amnesty International Moldavia www.amnesty.md
Amnesty International Mongolia www.amnesty.mn
Amnesty International Marocco www.amnesty.ma
Amnesty International Nepal www.amnestynepal.org
Amnesty International Paesi Bassi www.amnesty.nl
Amnesty International Nuova Zelanda www.amnesty.org.nz
Amnesty International Norvegia www.amnesty.no
Amnesty International Paraguay www.amnistia.org.py
Amnesty International Perù www.amnistia.org.pe
Amnesty International Filippine www.amnesty.org.ph
Amnesty International Polonia www.amnesty.org.pl
Amnesty International Portogallo www.amnistia.pt
Amnesty International Porto Rico www.amnistiapr.org
Amnesty International Russia www.amnesty.org.ru
Amnesty International Senegal www.amnesty.sn
Amnesty International Repubblica Slovacca www.amnesty.sk
Amnesty International Slovenia www.amnesty.si
Amnesty International Sudafrica www.amnesty.org.za
Amnesty International Corea del Sud www.amnesty.or.kr
Amnesty International Spagna www.es.amnesty.org
Amnesty International Svezia www.amnesty.se
Amnesty International Svizzera www.amnesty.ch
Amnesty International Taiwan www.amnesty.tw
Amnesty International Tailandia www.amnesty.or.th
Amnesty International Togo www.amnesty.tg
Amnesty International Tunisia www.amnesty-tunisie.org/
Amnesty International Turchia www.amnesty.org.tr
Amnesty International Regno Unito www.amnesty.org.uk
Amnesty International Ucraina www.amnesty.org.ua
Amnesty International Uruguay www.amnistia.org.uy
Amnesty International USA www.amnestyusa.org
Amnesty International Venezuela www.amnistia.me

Note

  1. ^ (EN) Where it all began, su amnesty.org, Amnesty International. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato il 25 maggio 2016).
  2. ^ (EN) What is Amnesty International?, su pages.uoregon.edu, University of Oregon. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato il 14 settembre 2016).
  3. ^ (EN) Discorso di assegnazione Archiviato il 20 luglio 2018 in Internet Archive. del Premio Nobel
  4. ^ (EN) Lista dei premiati Archiviato il 29 marzo 2016 in Internet Archive. dell'United Nations Prize in the Field of Human Rights
  5. ^ Copia archiviata, su archiviodisarmo.it. URL consultato il 18 gennaio 2018 (archiviato il 18 gennaio 2018).
  6. ^ Giornata contro la pena di morte.Amnesty a 23 Stati: fermate il boia, su avvenire.it, Avvenire, 10 ottobre 2017. URL consultato il 23 febbraio 2018 (archiviato il 1º febbraio 2018).
  7. ^ Raffaello Binelli, Pena di morte: il record di esecuzioni alla Cina. Ma Pechino nasconde i dati, su ilgiornale.it, il Giornale, 11 aprile 2017. URL consultato il 23 febbraio 2018 (archiviato l'11 aprile 2017).
  8. ^ (EN) Nayan Chanda, Bound Together: How Traders, Preachers, Adventurers, and Warriors Shaped Globalization, New Haven, Yale University Press, 2008, p. 140, ISBN 978-0-300-13490-2, OCLC 191733944. URL consultato il 22 febbraio 2018.
  9. ^ (EN) Jonathan Power, Amnesty International: The Human Rights Story, Elsevier Science, 2013, ISBN 978-1-4832-8601-3, OCLC 898421785.
    Visualizzazione limitata su Google Libri: Amnesty International: The Human Rights Story, su books.google.de, Elsevier, p. 14. URL consultato il 24 febbraio 2018 (archiviato il 25 febbraio 2018).
  10. ^ (EN) Yvonne Baron e Denis Baron, Diana Redhouse, su theguardian.com, The Guardian, 6 dicembre 2007. URL consultato il 24 febbraio 2018 (archiviato il 4 febbraio 2018).
  11. ^ (EN) Amnesty logo designer dies, su designweek.co.uk, Design Week, 26 ottobre 2007. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato il 4 febbraio 2018).
  12. ^ Assemblea generale per il Gruppo Ticino di Amnesty International, su tio.ch, Ticinonline SA, 27 marzo 2017. URL consultato il 25 febbraio 2018 (archiviato il 3 gennaio 2018).
  13. ^ (EN) Amnesty International Annual Report, su onlinebooks.library.upenn.edu, John Mark Ockerbloom. URL consultato il 28 febbraio 2018 (archiviato il 2 maggio 2017).
  14. ^ Rapporto 2019-2020 di Amnesty International - La situazione dei diritti umani nel mondo, pag. 6, Formigine, Infinito edizioni, 2020, ISBN 978-88-6861-409-6.
  15. ^ Rapporto 2019-2020 di Amnesty International - La situazione dei diritti umani nel mondo, pagg. 133-138, Formigine, Infinito edizioni, 2020, ISBN 978-88-6861-409-6.
  16. ^ Rapporto 2019-2020 di Amnesty International - La situazione dei diritti umani nel mondo, pagg. 182-183, Formigine, Infinito edizioni, 2020, ISBN 978-88-6861-409-6.
  17. ^ Rapporto 2019-2020 di Amnesty International - La situazione dei diritti umani nel mondo, pagg. 182-191, Formigine, Infinito edizioni, 2020, ISBN 978-88-6861-409-6.

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