Monte Algido: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
Le notizie più antiche risalgono al 465 a.C. quando il console [[Quinto Fabio Vibulano]], sconfisse gli Equi, che si erano ritirati sul monte, durante la guerra condotta contro di essi nel suo secondo consolato.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#2 III, 2.]</ref>
Le notizie più antiche risalgono al [[465 a.C.]] quando il console [[Quinto Fabio Vibulano]] sconfisse gli Equi, che si erano ritirati sul monte, durante la guerra condotta contro di essi nel suo secondo consolato.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#2 III, 2.]</ref>


Nel 458 o 457 a.C. ci fu la [[Battaglia del Monte Algido|battaglia più famosa]]. Inizialmente gli Equi furono in vantaggio in quanto riuscirono ad assediare le truppe romane comandate dal console [[Lucio Minucio Esquilino Augurino]] che, recatosi sul Mons Algidus non aveva attaccato e si era fatto sorprendere nel suo accampamento durante la notte. La situazione fu risolta da [[Cincinnato]] che, dopo essere stato nominato Dittatore, raccolse un esercito e giunto sul Monte Algido circondò a sua volta con una palizzata i nemici che presi fra due fuochi, e senza possibilità di fuga, furono sconfitti.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#25 III, 25-28.]</ref>
Nel [[458 a.C.|458]] o [[457 a.C.]] ci fu la [[Battaglia del Monte Algido|battaglia più famosa]]. Inizialmente gli Equi furono in vantaggio in quanto riuscirono ad assediare le truppe romane comandate dal console [[Lucio Minucio Esquilino Augurino]] che, recatosi sul Mons Algidus, non aveva attaccato e si era fatto sorprendere nel suo accampamento durante la notte. La situazione fu risolta da [[Cincinnato]] che, dopo essere stato nominato Dittatore, raccolse un esercito e giunto sul Monte Algido circondò a sua volta con una palizzata i nemici che presi fra due fuochi, e senza possibilità di fuga, furono sconfitti.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#25 III, 25-28.]</ref>


Nel 455 a.C. gli Equi attaccarono [[Tusculum]], alleata di Roma. I consoli [[Gaio Veturio Cicurino]] e [[Tito Romilio Roco Vaticano|Tito Romilio Roco]] affrontarono gli Equi e li sconfissero conqustando un immenso bottino.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#31 III, 31.]</ref>
Nel [[455 a.C.]] gli Equi attaccarono [[Tusculum]], alleata di Roma. I consoli [[Gaio Veturio Cicurino]] e [[Tito Romilio Roco Vaticano|Tito Romilio Roco]] affrontarono gli Equi e li sconfissero conquistando un immenso bottino.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#31 III, 31.]</ref>


Durante il [[Decemviri|II deceumvirato]] (450 a.C.) gli Equi attaccarono ancora il territorio di Tusculum. Vennero inviati i decemviri [[Lucio Minucio Esquilino Augurino]], [[Tito Antonio Merenda]], [[Cesone Duilio Longo]] e [[Marco Sergio Esquilino]]. Questi tuttavia non essendo ben visti dalla plebe, che costituiva la parte preponderante dell'esercito, non ebbero grande collaborazione e furono quindi sconfitti.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#38 III, 38-42.]</ref>
Durante il [[Decemviri|II deceumvirato]] ([[450 a.C.]]) gli Equi attaccarono ancora il territorio di Tusculum. Vennero inviati i decemviri [[Lucio Minucio Esquilino Augurino]], [[Tito Antonio Merenda]], [[Cesone Duilio Longo]] e [[Marco Sergio Esquilino]]. Questi tuttavia non essendo ben visti dalla plebe, che costituiva la parte preponderante dell'esercito, non ebbero grande collaborazione e furono quindi sconfitti.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#38 III, 38-42.]</ref>


L'anno successivo (449 a.C.) le truppe romane, guidate dal console [[Lucio Valerio Potito]] sconfiggono sull'Algido una coalizione di Equi e Volsci, vendicando la sconfitta subita in precedenza e conquistando un notevole bottino.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#60 III, 60-63.]</ref>
L'anno successivo ([[449 a.C.]]) le truppe romane, guidate dal console [[Lucio Valerio Potito]] sconfiggono sull'Algido una coalizione di Equi e Volsci, vendicando la sconfitta subita in precedenza e conquistando un notevole bottino.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_3#60 III, 60-63.]</ref>


L'ultima battaglia di cui si ha notizia avvenne nel 431 a.C. in cui gli Equi furno di nuovo sconfitti dal dittatore [[Aulo Postumio Tuberto]], che probabilmente mise fine per alle velleità degli Equi per decenni.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_4#25 IV, 25-30.]</ref>
L'ultima battaglia di cui si ha notizia avvenne nel [[431 a.C.]] in cui gli Equi furno di nuovo sconfitti dal dittatore [[Aulo Postumio Tuberto]], che probabilmente mise fine per alle velleità degli Equi per decenni.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [http://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City/Book_4#25 IV, 25-30.]</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 18:12, 13 gen 2011

Il Monte Artemisio che corrisponde con ogni probabilità all'antico Mons Algidus

Il Monte Algido (detto in latino Mons Algidus) è l'antica denominazione della zona montagnosa dei colli Albani posta fra Velletri e il Tuscolo e che attualmente prende il nome di Monte Artemisio.

Il Mons Algidus ha rivestito una notevole importanza durante i primi anni della repubblica romana in quanto da esso passava la via Latina che collegava Roma con la Campania. Esso fu pertanto teatro di numerose battaglie fra i romani e le popolazioni dei Volsci e degli Equi che insistevano nella zona a est di Roma.

Secondo quanto indicato da Orazio il monte era sacro a Diana.[1]

Storia

Le notizie più antiche risalgono al 465 a.C. quando il console Quinto Fabio Vibulano sconfisse gli Equi, che si erano ritirati sul monte, durante la guerra condotta contro di essi nel suo secondo consolato.[2]

Nel 458 o 457 a.C. ci fu la battaglia più famosa. Inizialmente gli Equi furono in vantaggio in quanto riuscirono ad assediare le truppe romane comandate dal console Lucio Minucio Esquilino Augurino che, recatosi sul Mons Algidus, non aveva attaccato e si era fatto sorprendere nel suo accampamento durante la notte. La situazione fu risolta da Cincinnato che, dopo essere stato nominato Dittatore, raccolse un esercito e giunto sul Monte Algido circondò a sua volta con una palizzata i nemici che presi fra due fuochi, e senza possibilità di fuga, furono sconfitti.[3]

Nel 455 a.C. gli Equi attaccarono Tusculum, alleata di Roma. I consoli Gaio Veturio Cicurino e Tito Romilio Roco affrontarono gli Equi e li sconfissero conquistando un immenso bottino.[4]

Durante il II deceumvirato (450 a.C.) gli Equi attaccarono ancora il territorio di Tusculum. Vennero inviati i decemviri Lucio Minucio Esquilino Augurino, Tito Antonio Merenda, Cesone Duilio Longo e Marco Sergio Esquilino. Questi tuttavia non essendo ben visti dalla plebe, che costituiva la parte preponderante dell'esercito, non ebbero grande collaborazione e furono quindi sconfitti.[5]

L'anno successivo (449 a.C.) le truppe romane, guidate dal console Lucio Valerio Potito sconfiggono sull'Algido una coalizione di Equi e Volsci, vendicando la sconfitta subita in precedenza e conquistando un notevole bottino.[6]

L'ultima battaglia di cui si ha notizia avvenne nel 431 a.C. in cui gli Equi furno di nuovo sconfitti dal dittatore Aulo Postumio Tuberto, che probabilmente mise fine per alle velleità degli Equi per decenni.[7]

Note

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