Agostino Petitti Bagliani di Roreto: differenze tra le versioni

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→‎Collegamenti esterni: - La Marmora I governo del Regno di Sardegna, ministro della guerra fu La Marmora stesso
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{{Carica pubblica
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|nome = Agostino Petitti Bagliani di Roreto
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|nome = Agostino Petitti Bagliani conte di Roreto
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|luogo_morte = [[Roma]]
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|professione = [[generale]]
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|nomina_senatore_a_vita = [[Vittorio Emanuele II di Savoia]]
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|Forza_armata = {{simbolo|Flag of the Kingdom of Sardinia (1848-1851).svg|25}} [[Armata sarda]]<br />{{simbolo|Flag of Italy (1860).svg|25}} [[Regio esercito]]
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|Guerre = [[Prima guerra d'indipendenza italiana]]<br />[[Guerra di Crimea]]<br />[[Seconda guerra d'indipendenza italiana]]<br />[[Terza guerra d'indipendenza italiana]]
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|Battaglie = [[Battaglia di Goito]]<br />Battaglia di Sommacampagna<br />[[Battaglia di Custoza (1848)|Battaglia di Custoza]]<br />[[Battaglia di Sebastopoli]]<br />[[Battaglia di Palestro]]<br />[[Battaglia di Solferino e San Martino]]
|Comandante_di = 3ª Batteria a cavallo (1848)<br />20ª Divisione (1864)<br />4º Corpo d’Armata (1866)<br />Divisione militare di Alessandria (1866)<br />Divisione territoriale di Milano (1870)<br />Comando generale di Milano (1873)
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|Altro_lavoro = Capo di S.M. della 6ª Divisione (1849)<br />Capo di S.M. Guerra di Crimea (1855-1856)<br />Segretario generale al Ministero della guerra (1856-1858)<br />Aiutante generale dell’esercito (1866)
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{{Bio
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|GiornoMeseMorte = 28 agosto
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}}

== Biografia ==
== Biografia ==
Agostino Petitti Bagliani di Roreto apparteneva ad una nobile famiglia [[piemonte]]se originaria di [[Cherasco]]. Il padre, conte [[Carlo Ilarione Petitti di Roreto]] ([[Torino]], [[1790]] - [[1850]]), valente economista e scrittore, da molti considerato il maggior ispiratore delle riforme carlo-albertine, rimasto vedovo della moglie Gabriella Genna dei conti di Cocconato lo iscrisse ancora in giovane età all'Accademia Reale militare di Torino dalla quale uscì nel [[1833]] con il grado di [[tenente]]. Dopo un periodo trascorso a Torino alla [[Venaria Reale]] e poi al Comando del Corpo di [[artiglieria]], nel [[1848]] partecipò alla [[prima guerra di indipendenza italiana|prima guerra d'indipendenza]] meritando una menzione onorevole.
Agostino Petitti Bagliani di Roreto apparteneva ad una nobile famiglia [[piemonte]]se, originaria di [[Cherasco]]. Il padre, conte [[Carlo Ilarione Petitti di Roreto]] ([[Torino]], [[1790]]-[[1850]]), valente economista e scrittore, da molti considerato il maggior ispiratore delle riforme [[Carlo Alberto di Savoia|carlo-albertine]], rimasto vedovo della moglie Gabriella Genna dei conti di Cocconato, lo iscrisse ancora in giovane età all'Accademia Reale militare di Torino, dalla quale uscì nel [[1833]] con il grado di [[tenente]]. Dopo un periodo trascorso a Torino alla [[Venaria Reale]] e poi al Comando del Corpo di [[artiglieria]], nel [[1848]] partecipò alla [[Prima guerra di indipendenza italiana|prima guerra di indipendenza]], meritando una menzione onorevole.


Nel novembre dello stesso anno fu promosso [[maggiore]] e con tale grado ricoprì l'incarico di [[capo di Stato Maggiore]] della 6ª Divisione agli ordini del generale [[Alfonso La Marmora]]. Nel [[1853]] fu promosso [[tenente colonnello]] e nominato segretario generale del Ministero della guerra. Capo di Stato Maggiore nella [[guerra di Crimea]] ([[1855]]-[[1856]]), nel novembre del [[1858]] assunse il comando del [[Reggimento]] di artiglieria da campagna a Venaria reale che tenne fino al 26 aprile 1859.
Nel novembre dello stesso anno fu promosso [[maggiore]] e con tale grado ricoprì l'incarico di [[capo di Stato Maggiore]] della 6ª Divisione, agli ordini del generale [[Alfonso La Marmora]]. Nel [[1853]] fu promosso [[tenente colonnello]] e nominato segretario generale del Ministero della guerra. Capo di Stato Maggiore nella [[guerra di Crimea]] ([[1855]]-[[1856]]), nel novembre del [[1858]] assunse il comando del [[Reggimento]] di artiglieria da campagna a Venaria Reale, che tenne fino al 26 aprile 1859.


Nel [[1859]] prese parte, come aiutante del generale Alfonso La Marmora, alle operazioni della [[seconda guerra di indipendenza italiana|seconda guerra d'indipendenza]] ed accanto a lui visse le battaglie di [[battaglia di Palestro|Palestro]], [[battaglia di Magenta|Magenta]], [[battaglia di Solferino e San Martino]] ed in particolare della [[Madonna della Scoperta]], sulla quale scrisse una memoria - ''Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno [[1859]]) Studio storico tattico'' - pubblicata postuma da Casanova (Torino) nel [[1909]], a cura del nipote generale [[Alfonso Petitti di Roreto]]. Durante la guerra del [[1859]] fu promosso maggior generale e nel [[1860]] [[tenente generale]], quand'era comandante della 3ª Divisione a Milano. Nello stesso anno si sposò con Maria Bellotti di Milano ([[1835]] - [[1890]]) dalla quale ebbe due figlie Teresa Maria ([[1861]] [[1917]]) e Vittoria Emanuela ([[1862]] [[1956]]).
Nel [[1859]] prese parte, come aiutante del generale Alfonso La Marmora, alle operazioni della [[Seconda guerra di indipendenza italiana|seconda guerra di indipendenza]] ed accanto a lui visse le battaglie di [[battaglia di Palestro|Palestro]], [[battaglia di Magenta|Magenta]], [[battaglia di Solferino e San Martino|Solferino e San Martino]] ed in particolare della [[Madonna della Scoperta]], sulla quale scrisse una memoria - ''Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno [[1859]]) Studio storico tattico'' - pubblicata postuma da Casanova (Torino) nel [[1909]], a cura del nipote generale [[Alfonso Petitti di Roreto]]. Durante la guerra del [[1859]] fu promosso maggior generale e nel [[1860]] [[tenente generale]], quand'era comandante della 3ª Divisione a Milano. Nello stesso anno si sposò con Maria Bellotti di Milano ([[1835]]-[[1890]]), dalla quale ebbe due figlie: Teresa Maria ([[1861]]–[[1917]]) e Vittoria Emanuela ([[1862]]–[[1956]]).


Deputato al Parlamento per il collegio di Cherasco dal [[1849]] al [[1867]], fu nominato Ministro della guerra nel primo governo di [[Urbano Rattazzi]] ([[1862]]) e nel terzo governo di Alfonso La Marmora ([[1864]]). La sua attività ministeriale fu caratterizzata da importanti interventi di riordino dell'esercito, compresa la fusione del corpo dei volontari garibaldini nelle truppe regolari, e dall'impulso dato all'istituzione di scuole per i militari ed ai relativi programmi di istruzione. Nel [[1866]] partecipò alla [[terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]] in qualità di aiutante generale dell'esercito e poi come comandante del IV Corpo d'armata. Il 12 agosto [[1866]] firmò in nome dell'Italia l'[[armistizio di Cormons]].
Deputato al Parlamento per il collegio di [[Cherasco]] dal [[1849]] al [[1867]], fu nominato Ministro della guerra nel [[Governo Rattazzi I|primo governo di Urbano Rattazzi]] ([[1862]]) e nel [[governo La Marmora II|secondo governo di Alfonso La Marmora]] ([[1864]]). La sua attività ministeriale fu caratterizzata da importanti interventi di riordino dell'esercito, compresa la fusione del corpo dei volontari garibaldini nelle truppe regolari, e dall'impulso dato all'istituzione di scuole per i militari ed ai relativi programmi di istruzione. Nel [[1866]] partecipò alla [[Terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] in qualità di aiutante generale dell'esercito e poi come comandante del IV Corpo d'armata. Il 12 agosto [[1866]] firmò in nome del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] l'[[armistizio di Cormons]] con l'omologo austriaco maggior generale barone [[Karl Möring]].


Terminata la guerra fu nominato comandante generale della Divisione militare di [[Alessandria]] e, nel [[1870]], della Divisione militare di Milano, conservando l'alto comando delle divisioni di Torino, Alessandria e Genova. Del [[1870]] è pure la sua nomina a senatore del Regno che giungeva quale meritato riconoscimento per i servizi resi alla costruzione dell'unità nazionale ed alla gestione dello Stato, e che si univa alle numerose altre onorificenze italiane e straniere. Nel [[1873]] ebbe il Comando generale di Milano che comprendeva le Divisioni di Milano e di Alessandria. Fu collocato a riposo nel [[1877]] dopo 44 anni di vita militare attiva. Morì a [[Roma]] il 28 agosto [[1890]].
Terminata la guerra, fu nominato comandante generale della Divisione militare di [[Alessandria]] e, nel [[1870]], della Divisione militare di Milano, conservando l'alto comando delle divisioni di Torino, Alessandria e Genova. Del [[1870]] è pure la sua nomina a senatore del Regno, che giunse quale meritato riconoscimento per i servizi resi alla costruzione dell'unità nazionale ed alla gestione dello Stato e che si unì alle numerose altre onorificenze italiane e straniere. Nel [[1873]] ebbe il Comando generale di Milano, che comprendeva le Divisioni di Milano e di Alessandria. Fu collocato a riposo nel [[1877]] dopo 44 anni di vita militare attiva. Morì a [[Roma]] il 28 agosto [[1890]].


== >
== >
=== Onorificenze italiane ===
=== Onorificenze italiane ===
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{{Onorificenze
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=== Onorificenze straniere ===
=== Onorificenze straniere ===
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Luigi Chiala, ''Ricordi della giovinezza di Alfonso Lamarmora'', Eredi Botta, Roma 1881
* Luigi Chiala, ''Ricordi della giovinezza di Alfonso Lamarmora'', Eredi Botta, Roma 1881
* Telesforo Sarti, ''Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i Deputati e Senatori eletti e creati dal 1848 al 1890'', Editrice dell’Industria, [[Terni]] 1890
* Telesforo Sarti, ''Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i Deputati e Senatori eletti e creati dal 1848 al 1890'', Editrice dell'Industria, [[Terni]] 1890
* Francesco Luigi Rogier, ''La R. Accademia Militare di Torino. Note storiche 1816-1860'', Tipografia G. Candeletti, Torino 1895
* Francesco Luigi Rogier, ''La R. Accademia Militare di Torino. Note storiche 1816-1860'', Tipografia G. Candeletti, Torino 1895
* Alfonso Petitti di Roreto, ''Il Generale Conte Agostino Petitti Bagliani di Roreto'', in Agostino Petitti Bagliani di Roreto, ''Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno 1859) Studio storico tattico'', Casanova, Torino 1909
* Alfonso Petitti di Roreto, ''Il Generale Conte Agostino Petitti Bagliani di Roreto'', in Agostino Petitti Bagliani di Roreto, ''Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno 1859) Studio storico tattico'', Casanova, Torino 1909
* Carlo Montù, ''Storia della Artiglieria Italiana. Parte II (dal 1815 al 1870)'', Edita a cura della Rivista d’Artiglieria e Genio, Roma 1937
* Carlo Montù, ''Storia della Artiglieria Italiana. Parte II (dal 1815 al 1870)'', Edita a cura della Rivista d'Artiglieria e Genio, Roma 1937
* Anna Appari, ''Agostino Petitti Bagliani di Roreto'', in ''Il Parlamento italiano 1861 - 1988'', Nuova Cei, Milano 1989 Vol. IV
* Anna Appari, ''Agostino Petitti Bagliani di Roreto'', in ''Il Parlamento italiano 1861 - 1988'', Nuova Cei, Milano 1989 Vol. IV

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
Ulteriori informazioni nella [http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/0bfb046b74a984aec125711400599c6a/05935e690dde8e014125646f005e68fd?OpenDocument scheda] sul database dell'[http://www.senato.it/relazioni/21617/genpagina.htm Archivio Storico del Senato], [http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/Senatori?OpenPage I Senatori d'Italia].


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[[Categoria:Ufficiali dell'Ordine militare di Savoia]]

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[[Categoria:Cavalieri di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Rossa]]

Versione attuale delle 01:23, 20 giu 2024

Agostino Petitti Bagliani di Roreto

Ministro della guerra del Regno d'Italia
Durata mandato4 marzo 1862 –
8 dicembre 1862
Capo del governoUrbano Rattazzi
PredecessoreAlessandro Della Rovere
SuccessoreAlessandro Della Rovere

Durata mandato28 settembre 1864 –
31 dicembre 1865
Capo del governoAlfonso La Marmora
PredecessoreAlessandro Della Rovere
SuccessoreIgnazio De Genova di Pettinengo

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato13 dicembre 1870 –
28 agosto 1890
Legislaturadalla XI (nomina 1º dicembre 1870) alla XVI
Tipo nominaCategorie: 3, 5, 14
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge sull'ordinamento dell'esercito (22 dicembre 1870)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
4 marzo 1862[1]

Durata mandato23 marzo 1862[2] –
28 settembre 1864[1]

Durata mandato16 ottobre 1864[2] –
13 febbraio 1867
LegislaturaVIII, IX
CollegioCherasco
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaIV, V, VI, VII
Sito istituzionale

Dati generali
Prefisso onorificoConte di Roreto
UniversitàAccademia militare di Torino
ProfessioneGenerale
Agostino Petitti Bagliani di Roreto
NascitaTorino, 13 dicembre 1814
MorteRoma, 28 agosto 1890
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Armata sarda
Regio esercito
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Guerra di Crimea
Seconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Goito
Battaglia di Sommacampagna
Battaglia di Custoza
Battaglia di Sebastopoli
Battaglia di Palestro
Battaglia di Solferino e San Martino
Comandante di3ª Batteria a cavallo (1848)
20ª Divisione (1864)
4º Corpo d’Armata (1866)
Divisione militare di Alessandria (1866)
Divisione territoriale di Milano (1870)
Comando generale di Milano (1873)
Altre caricheCapo di S.M. della 6ª Divisione (1849)
Capo di S.M. Guerra di Crimea (1855-1856)
Segretario generale al Ministero della guerra (1856-1858)
Aiutante generale dell’esercito (1866)
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Agostino Petitti Bagliani conte di Roreto (Torino, 13 dicembre 1814Roma, 28 agosto 1890) è stato un generale e politico italiano del Risorgimento.

Agostino Petitti Bagliani di Roreto apparteneva ad una nobile famiglia piemontese, originaria di Cherasco. Il padre, conte Carlo Ilarione Petitti di Roreto (Torino, 1790-1850), valente economista e scrittore, da molti considerato il maggior ispiratore delle riforme carlo-albertine, rimasto vedovo della moglie Gabriella Genna dei conti di Cocconato, lo iscrisse ancora in giovane età all'Accademia Reale militare di Torino, dalla quale uscì nel 1833 con il grado di tenente. Dopo un periodo trascorso a Torino alla Venaria Reale e poi al Comando del Corpo di artiglieria, nel 1848 partecipò alla prima guerra di indipendenza, meritando una menzione onorevole.

Nel novembre dello stesso anno fu promosso maggiore e con tale grado ricoprì l'incarico di capo di Stato Maggiore della 6ª Divisione, agli ordini del generale Alfonso La Marmora. Nel 1853 fu promosso tenente colonnello e nominato segretario generale del Ministero della guerra. Capo di Stato Maggiore nella guerra di Crimea (1855-1856), nel novembre del 1858 assunse il comando del Reggimento di artiglieria da campagna a Venaria Reale, che tenne fino al 26 aprile 1859.

Nel 1859 prese parte, come aiutante del generale Alfonso La Marmora, alle operazioni della seconda guerra di indipendenza ed accanto a lui visse le battaglie di Palestro, Magenta, Solferino e San Martino ed in particolare della Madonna della Scoperta, sulla quale scrisse una memoria - Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno 1859) Studio storico tattico - pubblicata postuma da Casanova (Torino) nel 1909, a cura del nipote generale Alfonso Petitti di Roreto. Durante la guerra del 1859 fu promosso maggior generale e nel 1860 tenente generale, quand'era comandante della 3ª Divisione a Milano. Nello stesso anno si sposò con Maria Bellotti di Milano (1835-1890), dalla quale ebbe due figlie: Teresa Maria (18611917) e Vittoria Emanuela (18621956).

Deputato al Parlamento per il collegio di Cherasco dal 1849 al 1867, fu nominato Ministro della guerra nel primo governo di Urbano Rattazzi (1862) e nel secondo governo di Alfonso La Marmora (1864). La sua attività ministeriale fu caratterizzata da importanti interventi di riordino dell'esercito, compresa la fusione del corpo dei volontari garibaldini nelle truppe regolari, e dall'impulso dato all'istituzione di scuole per i militari ed ai relativi programmi di istruzione. Nel 1866 partecipò alla terza guerra di indipendenza in qualità di aiutante generale dell'esercito e poi come comandante del IV Corpo d'armata. Il 12 agosto 1866 firmò in nome del Regno d'Italia l'armistizio di Cormons con l'omologo austriaco maggior generale barone Karl Möring.

Terminata la guerra, fu nominato comandante generale della Divisione militare di Alessandria e, nel 1870, della Divisione militare di Milano, conservando l'alto comando delle divisioni di Torino, Alessandria e Genova. Del 1870 è pure la sua nomina a senatore del Regno, che giunse quale meritato riconoscimento per i servizi resi alla costruzione dell'unità nazionale ed alla gestione dello Stato e che si unì alle numerose altre onorificenze italiane e straniere. Nel 1873 ebbe il Comando generale di Milano, che comprendeva le Divisioni di Milano e di Alessandria. Fu collocato a riposo nel 1877 dopo 44 anni di vita militare attiva. Morì a Roma il 28 agosto 1890.

Onorificenze italiane

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Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dell’Ordine della Corona d’Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

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Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Anna (Russia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Compagno dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia francese commemorativa della Seconda Guerra d'Indipendenza italiana - nastrino per uniforme ordinaria
  • L'ordinamento dell'Esercito Italiano esposto col Bilancio per 1863. Esame delle osservazioni di S.E. il Generale Fanti, Tipografia Scolastica di Seb. Franco e Figli, Torino 1863
  • Relazione a S.M. in data 18 dicembre 1864 per l'approvazione di alcune modificazioni sull'ordinamento dei Corpi attivi dell'Esercito, Tipografia Fodratti, Torino 1864
  • Dell'amministrazione della Guerra nel 1864, Tipografia Fodratti, Torino 1865
  • Dell'amministrazione della Giustizia penale militare italiana negli anni 1861-62-63-64, Tipografia Fodratti, Torino 1865
  • Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno 1859) Studio storico tattico, Casanova, Torino 1909
  1. ^ a b Cessazione per nomina a ministro della guerra.
  2. ^ a b Rielezione.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  • Luigi Chiala, Ricordi della giovinezza di Alfonso Lamarmora, Eredi Botta, Roma 1881
  • Telesforo Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i Deputati e Senatori eletti e creati dal 1848 al 1890, Editrice dell'Industria, Terni 1890
  • Francesco Luigi Rogier, La R. Accademia Militare di Torino. Note storiche 1816-1860, Tipografia G. Candeletti, Torino 1895
  • Alfonso Petitti di Roreto, Il Generale Conte Agostino Petitti Bagliani di Roreto, in Agostino Petitti Bagliani di Roreto, Madonna della Scoperta (Battaglia di San Martino, 24 giugno 1859) Studio storico tattico, Casanova, Torino 1909
  • Carlo Montù, Storia della Artiglieria Italiana. Parte II (dal 1815 al 1870), Edita a cura della Rivista d'Artiglieria e Genio, Roma 1937
  • Anna Appari, Agostino Petitti Bagliani di Roreto, in Il Parlamento italiano 1861 - 1988, Nuova Cei, Milano 1989 Vol. IV

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Ministro della guerra del Regno d'Italia Successore
Alessandro Della Rovere 4 marzo 1862 - 8 dicembre 1862 Alessandro Della Rovere I
Alessandro Della Rovere 28 settembre 1864 - 31 dicembre 1865 Ignazio de Genova di Pettinengo II

Predecessore Comandante generale delle truppe alpine Successore
Enrico Cialdini 1866 - 1870 Raffaele Cadorna
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