Benevento
Benevento (AFI: [beneˈvɛnto][5], ; Beneviénte in dialetto beneventano) è un comune italiano di 57 805 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima in Campania.
Chiamata inizialmente Maloenton dalle native popolazioni osco-sannitiche, per poi essere rinominata dagli antichi romani prima Maleventum e infine Beneventum, la città vanta un cospicuo patrimonio storico-artistico e archeologico, frutto delle varie dominazioni ed affiliazioni susseguitesi nel corso della sua storia. Dal giugno del 2011 la chiesa di Santa Sofia, edificata nel 760 dal duca longobardo Arechi II, è entrata a far parte del patrimonio dell'umanità UNESCO all'interno del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere. Simbolo della città è l'arco di Traiano che risulta essere uno degli archi trionfali romani con rilievi meglio conservati. È sede dell'arcidiocesi di Benevento.
Geografia fisica
Territorio
La città si trova nell'entroterra appenninico della Campania, nella parte meridionale della regione storica del Sannio, in una posizione quasi equidistante dai mari Tirreno e Adriatico.
È posta in una conca circondata da colline; a ovest in particolare, oltre la Valle Vitulanese, si trova il massiccio del Taburno Camposauro: le sue cime, viste dalla città, disegnano la sagoma di una donna distesa, detta la "Dormiente del Sannio".
Dalla parte più alta della città si possono scorgere le cime del monte Mutria, del Matese a nord-ovest, l'alta cortina del Partenio con il monte Avella a sud e le appendici dei monti Dauni a est.
La città è attraversata da due fiumi: il Calore, affluente del Volturno, e il Sabato, che confluisce nel Calore in contrada Pantano, poco ad ovest del centro cittadino.
Il territorio su cui si estende la città è piuttosto ondulato. Il suo centro infatti si eleva su una collina nel mezzo della vallata, ed alcune contrade sorgono su altre colline circostanti. L'altezza media sul livello del mare è pari a 135 m, con una minima di 80 m ed una massima di 495 m, pari ad un'escursione di 415 m.
Clima
Benevento ha un clima tipicamente mediterraneo, con temperatura media annua di 15,8 °C. La temperatura media del mese più freddo (gennaio) è 7,1 °C, quella del mese più caldo (luglio) è di 26,5 °C[6]. In inverno si verificano annualmente precipitazioni nevose, mentre l'estate si presenta alquanto afosa con periodiche ondate di calura: ad esempio, il 18 luglio 1884 la temperatura raggiunse i 42 °C. L'umidità nel periodo invernale è mediamente del 72% ed in quello estivo del 57%[7].
Il clima di Benevento ha però tratti più continentali rispetto a quello, di tipo marittimo, della fascia costiera tirrenica e della pianura campana. Nel semestre invernale la temperatura in genere è più bassa; le nebbia, le brine e talvolta le gelate (con temperature di qualche grado sottozero) sono relativamente più frequenti. Le correnti perturbate provenienti dal Mar Tirreno incontrano in Irpinia i primi baluardi appenninici (i monti del Partenio), dietro ai quali si ha una fascia di ombra pluviometrica, sicché Benevento riceve un quantitativo di pioggia nettamente inferiore rispetto ad altre zone della Campania ben più piovose, quali l'Irpinia occidentale, il Salernitano e parte del Casertano.[7][6]
Alluvioni
La zona bassa di Benevento è soggetta ad alluvioni. La più recente si è verificata il 15 ottobre 2015.
Il 2 ottobre le piogge gonfiarono oltre il limite il bacino idrografico beneventano (in particolare il fiume Calore) che ancora portava su di segni del secondo conflitto mondiale .La struttura dell’antico Ponte Vanvitelli, bassa e a sei fornici, non era adatta a sopportare la nuova portata del fiume causata dal restringimento del letto. Fu così che il medesimo ponte divenne una vera e propria diga, riversando il flusso del fiume per le strade della città. Anche allora le zone del Pantano e di contrada Ponticelli furono le più colpite oltre al rione ferrovia. Circa venti morti e ingenti danni agli edifici e alle infrastrutture pesarono sulla rinascente economia cittadina, che ancora una volta veniva irrimediabilmente compromessa.
Le cause principali sono le abbondanti piogge cadute sul terreno sannita, arrivato a saturazione, cioè l'incapacità di assorbire altra acqua, il corso d'acqua che ha creato maggiore scompiglio alle popolazioni del beneventano è stato ancora il fiume Calore il quale ha raggiunto livelli di piena inauditi grazie anche al cattivo stato del proprio alveo mettendo in ginocchio l'intero Sannio, Benevento e i comuni limitrofi. I danni stimati in circa 121 milioni di € sono stati molteplici, partendo dal settore agricolo, letteralmente devastato da questo evento, poi gravi danni hanno subito gli allevamenti ed il settore industriale. Le vittime sono state due. Una, causata dalla piena del Tammaro (affluente del fiume Calore), è stata una signora settantenne di Pago Veiano (BN), travolta dalle acque. La seconda vittima causata dalla piena del Calore, un uomo di Varoni di Montesarchio, che tentando di liberare lo scantinato dal fango è stato travolto. Le zone più colpite dall'alluvione sono state c.da Pantano, q.re Ponticelli, zona industriale Ponte Valentino.[senza fonte][Sia chiaro, "senza fonte" non significa "falso"; ma sono richiesti riferimenti a libri ed articoli di giornale]
Storia
«Benevento ha una storia, anzi dirò di più che, se avvenne una in quelle province meridionali d'Italia, questa storia è incarnata alla storia di Benevento.»
Fondazione
Una leggenda narra che Benevento debba le sue origini all'eroe greco Diomede, sbarcato in Italia dopo la distruzione e l'incendio di Troia, e che avrebbe riservato per la città una zanna del mitico Cinghiale Calidonio (simbolo di Benevento) ucciso da suo zio Meleagro; secondo Procopio di Cesarea avrebbe anche ospitato l'incontro tra Diomede ed Enea.
Una moneta del IV secolo a.C., attribuita alla città e recante impresso l'emblema del cavallo e la scritta Malies, avvalorerebbe la tesi dell'origine greca, in quanto il cavallo era il simbolo particolare di Diomede. In realtà, la fondazione si dovrebbe agli Osci, passando successivamente ai Sanniti. Inoltre, la parola Malies (o Malocis), nome probabilmente osco o sannita, sarebbe all'origine del primo nome della città che era Maloenton, da cui quello latino di Maleventum o Maluentum. Del periodo pre-romano la città offre ceramiche e bronzi del secolo VIII e VII.
A tal proposito è interessante sottolineare che secondo lo studio linguistico dei Toponimi, la radice *Mal- (con possibile significato di "pietra") non sarebbe riconducibile ad una radice indoeuropea, per questo motivo si ritiene che questo toponimo (ricorrente in molti luoghi in Europa ed in particolare in Italia), sia un lascito nelle lingue indoeuropee (a cui appartengono l'Osco e il Latino), della lingua parlata prima dell'arrivo di questi popoli in età neolitica. Negli ultimi anni alcuni studiosi vanno ipotizzando un'origine diversa della città, che avrebbe preso nome di Civitate Beneventana, così come si chiamò una zona dell'attuale territorio cittadino nel corso del Medioevo.[senza fonte]
I Romani
Maleventum compare per la prima volta nella storia romana nel 314 a.C., quando è citata tra i luoghi in cui si svolse la seconda guerra sannitica; nei suoi pressi, infatti, le legioni di Papirio Cursore e di Bibulco sconfissero le truppe sannitiche. Nelle vicinanze della città, nel 297 a.C., il console romano Publio Decio Mure, avrebbe sconfitto durante la terza guerra sannitica gli Apuli, impedendo in tal modo il ricongiungimento con i Sanniti.
Nel 275 a.C., i Romani vinsero Pirro, venuto in Italia con i suoi elefanti: questo fatto si dimostrò fondamentale per lo sviluppo della città. Per assicurarsi il possesso di Benevento, venne dedotto nel 268 a.C. il primo stanziamento di coloni romani con diritto latino. A quest'epoca risale il nome di Beneventum, mutato da Maleventum, considerato di cattivo augurio.
Durante la seconda guerra punica, vennero combattute due battaglie decisive: nel 214 a.C. il generale cartaginese Annone fu sconfitto da T. Gracco; nel 210 a.C., il campo di Annone venne assalito e preso dal console Q. Fulvio. Nel 209 a.C. fu una delle diciotto colonie latine a somministrare contingenti di uomini e denaro per continuare la guerra.
Nell'86 a.C., i Romani la elevarono al rango di municipium. Verso la fine della Repubblica, Benevento viene descritta come una delle città più floride del Meridione.[descritta da chi?] Intorno al 7 d.C. Augusto distacca definitivamente la città dal Sannio e la aggrega alla regio II Apulia et Calabria, ossia alla Puglia. Nerone vi deduce una nuova colonia, che prende il nome di Concordia, come è documentato anche nelle iscrizioni del regno di Settimio Severo: Colonia Julia Augusta Concordia Felix. In seguito l'imperatore Adriano la unì alla Campania.
Benevento trasse particolari benefici dall'essere situata su un'importante arteria di comunicazione quale era al tempo la via Appia. Traiano la scelse quale punto di partenza per la via che prese il suo nome (la via Traiana, variante dell'Appia da Benevento a Brindisi). Fu così che per tutto il III e IV secolo d.C. la città prosperò in modo particolare, arricchendosi di numerosi monumenti. In quel periodo fu la città più popolosa della Campania dopo l'allora capoluogo Capua.[senza fonte]
Medioevo
Sede vescovile a partire dal IV-V secolo, fu quasi interamente distrutta da un terribile terremoto nel 369 d.C., segnando il suo lento ed inesorabile declino, favorito anche dalla crisi dell'Impero romano d'Occidente.
Nel 410 d.C., subì l'invasione dei Visigoti e nel 455 quella dei Vandali. Poco tempo dopo, si verificò la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Nel 490 d.C. fu presa dai Goti, nel 536 o 537 liberata da Belisario e nel 545 conquistata e saccheggiata da Totila.
Nel 571 i Longobardi vi fondarono il ducato di cui Zottone fu il primo duca fino al 591. Secondo Duca fu Arechi I (noto nelle fonti anche come Arigiso) (592-641). Terzo Duca fu Aione (641-642). Quarto Duca fu Radoaldo (643-661). Quinto Duca fu Grimoaldo (651-662), che divenne anche Re dei Longobardi nel 661. Sesto Duca fu Romualdo I o (noto nelle fonti anche come Romoaldo) (663-687). Settimo Duca fu Grimoaldo II (687-689). Ottavo Duca fu Gisulfo I (689-705). Nono Duca fu Romualdo II (706-731). Decimo Duca fu Audelaio (731-733). Undicesimo Duca fu Gregorio (733-739). Dodicesimo Duca fu Iodescalco o Godescalco (740-742). Tredicesimo Duca fu Gisulfo II (742-751). Penultimo Duca fu Liutprando (752-758). L'ultimo fu Arechi II, genero di re Desiderio, dal 758 al 787. Protetto dalla sua grandezza, dalla situazione appartata e dalle difficoltà di portarvi e sostenervi guerra, il ducato si mantiene incolume davanti alla minaccia dei Franchi e lo stesso Carlo Magno è costretto ad arrestarsi ai suoi confini. Nell'840, dopo la morte violenta di Sicardo, il dominio fu diviso nei due principati di Benevento e Salerno e nella contea di Capua. Seguì la serie dei principi indipendenti di Benevento da Radalgisio a Landolfo VI. Nel 969, papa Giovanni XIII innalzò Benevento a Chiesa metropolitana. Il principato finì nel 1053 con la battaglia di Civitate e la presa di Benevento da parte di Riccardo I di Aversa e Roberto il Guiscardo. Nel 1077, Enrico III la cedette alla Chiesa.
Fu per qualche anno in mano ai Normanni (1078 - 1081), rimanendo poi per secoli un'enclave pontificia nel Regno di Napoli, governata da rettori papali, pur fra alterne vicende: vi furono infatti tentativi di conquistarla da parte di Federico II e Manfredi di Svevia, che qui rimase ucciso in una battaglia contro Carlo I d'Angiò. Fu sottratta alla Chiesa durante le lotte tra Angioini e Aragonesi.
Età moderna
Il suo stato di enclave pontificia nel Regno di Napoli, governata da rettori papali continuò anche in epoca più moderna. Nel 1458, papa Callisto III, alla vigilia della sua morte, ricreò per il nipote Pedro Luís il ducato di Benevento, infeudazione illusoria, in quanto la città era saldamente tenuta da re Ferrante[senza fonte].
Alessandro VI, per non essere da meno, confermando a Federico d'Aragona l'investitura del regno di Napoli, nel 1497 l'ottiene per il figlio Giovanni, già duca di Gandia, principe di Tricarico, conte di Carinola e di Chiaromonte, nonché Gonfaloniere della Chiesa. Benevento fu poi turbata dalle lotte intestine sorte tra la fazioni di Castello e della Fragola (Fravola), concluse con la pace del 1530[senza fonte].
Nel Seicento, però, pestilenze, carestie e terremoti annientarono gli sforzi compiuti e impoverirono sempre più la città. Benevento ritrova serenità sotto il papa, salvo un breve assedio operato dagli spagnoli dal 4 settembre al 28 settembre 1633, scrive infatti lo storico Gregorovius: "La città si considerava come repubblica sotto l'alto patrocinio dei Papi, ed essa sopportava codesta forma di supremazia papale, perché vi trovava modo di usare una libertà maggiore di quella che un altro reggimento le avrebbe consentito".[8]
Quando la città venne distrutta dal terremoto del 1688 il cardinale arcivescovo Orsini, futuro papa Benedetto XIII, uscì indenne dalle rovine del suo palazzo. Egli non solo provvide a ricostruire la città, ma ne incrementò tutte le attività finché il sisma del 1702 devastò nuovamente Benevento. Nonostante ciò il Pastore non desisté dalla sua opera, tanto da essere celebrato come Alter Conditor Urbis ("nuovo fondatore della città").
Con l'arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte nel 1798, Benevento fu dapprima occupata da Ferdinando IV di Borbone. In seguito, Napoleone la fece sede di un nuovo principato, retto dal Talleyrand (1806). Tornata alla Chiesa con la Restaurazione, nel 1860 i garibaldini di Salvatore Rampone la sottrassero al dominio pontificio, e fu così annessa al nascente Regno d'Italia e proclamata capoluogo di Provincia.
Dopo l'unità d'Italia
Cominciava così una nuova vita per la vetusta città, che riprendeva nel Mezzogiorno d'Italia la sua funzione, sviluppandosi notevolmente nel suo complesso urbano ed abbellendosi di edifici interessanti e di bei monumenti, progredendo nell'agricoltura, specie nella coltivazione dei tabacchi e dei cereali, nelle famose industrie dolciarie, meccaniche, dei liquori, del legno, dei laterizi, nei suoi floridi commerci, nelle istituzioni assistenziali e culturali.
Né tale fervore poteva essere spento dall'immane distruzione del secondo conflitto mondiale, allorché la cittadinanza diede tale prova di coraggio e di abnegazione, da meritare la Medaglia d'Oro al Valor Civile (15 giugno 1967). La città fu bombardata dagli Alleati nel 1943: duemila abitanti morirono e oltre la metà dell'abitato rimase distrutto. Solo il 2 ottobre 1943 gli americani entrarono nella città.
Ingenti danni furono poi causati da un'alluvione nel 1949. Dagli anni Cinquanta, Benevento si è notevolmente espansa ed è oggetto di grandi interventi di riqualificazione.
Simboli
Lo stemma cittadino, concesso con D.P.R. del 27 dicembre 1990, ha la seguente blasonatura:
«scudo ennagonale a testa di cavallo, inquartato di rosso e di argento, al capo d'oro, caricato dal cinghiale al naturale, fermo sulla linea di partizione, cinghiato di rosso. Lo scudo è sormontato dalla corona di principe; sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, la sigla S.P.Q.B. nella prima riga, le parole CONCORDES IN UNUM nella seconda riga, sigla e parole in lettere maiuscole di nero.»
Il gonfalone consiste in un drappo di rosso mentre la bandiera cittadina, che riprende gli smalti del blasone civico, è un tricolore giallo, bianco e rosso.
Onorificenze
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica, 31 dicembre 1961[9]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Medievali
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Complesso di Santa Sofia Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774) | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | culturali |
Criterio | (ii)(iii)(vi) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2011 |
Scheda UNESCO | (EN) Santa Sofia Complex Longobards in Italy. Places of the power (568-774 A.D.) (FR) Scheda |
- La chiesa di Santa Sofia è un edificio longobardo che risale al 760 circa, di piccole proporzioni: si può circoscrivere con una circonferenza di diametro 23,5 m. Si tratta di una delle chiese più importanti della Langobardia Minor giunta fino ai giorni nostri, notevole soprattutto per la sua originale pianta stellare e la disposizione insolita dei pilastri e delle colonne. Restaurata in forme barocche dopo il terremoto del 1688, fu poi riportata alla sua forma originale nel 1951.
- Alla chiesa è collegato un monastero che fu uno dei più importanti centri culturali dell'epoca longobarda, di cui è interessante il chiostro (ricostruito nel XII secolo); oggi è sede del Museo del Sannio. Il campanile della chiesa, ubicato all'ingresso della piazza ad essa antistante, risale al XVIII secolo.
- Dal 2011 chiesa e monastero sono parte del sito UNESCO denominato Longobardi in Italia: i luoghi del potere.
- Sorto nel 780, fu ampliato nel XII secolo: a quell'epoca risale la facciata in stile romanico pisano, a tre portali, sormontate da un ordine di arcate e da una loggia. Il massiccio campanile in stile gotico è invece del 1280. Nel XVIII secolo il Duomo fu ulteriormente arricchito. Fu quasi completamente distrutto durante i bombardamenti alleati del 1943: dell'edificio rimasero soltanto il campanile, la facciata e la Cripta con i suoi affreschi. Altra importante testimonianza della vecchia cattedrale è la porta di bronzo del XII secolo, la Janua Major, composta da 72 formelle con bassorilievi, i cui frantumi sono stati sapientemente ricomposti nel dopoguerra.
- L'edificio attuale, di aspetto moderno, è stato completato nel 1965 e successivamente restaurato tra il 2005 ed il 2012: in quest'occasione è stato allestito un percorso ipogeo fra i resti del foro romano, sopra i quali era stato costruito l'edificio di culto[10].
- Era un monastero benedettino femminile, fondato attorno all'anno 910. Le strutture architettoniche del monastero subirono nel corso dei secoli continui accrescimenti e stratificazioni. Il monastero fu soppresso nel 1806 e oggi il complesso monumentale è diviso fra l'Università degli Studi del Sannio, il Conservatorio Nicola Sala e privati.
- Sorse fra il XIII e il XIV secolo sulla chiesa longobarda di San Costanzo. Il convento e la chiesa, in stile gotico anche se rimaneggiati, conservano diversi affreschi, variamente datati dal secolo XI al XV.
- Chiesa di San Donato
- Chiesa di Sant'Agostino
- Chiesa di San Domenico
- Ruderi della chiesa di Sant'Angelo a Piesco
Barocche
- La basilica nacque nell'839 per ospitare le spoglie di san Bartolomeo apostolo, giunte in città l'anno precedente. Fu ampliata nel XII secolo, ma crollò con il terremoto del 1688. Fu quindi ricostruita in un luogo diverso dall'originale, in forme barocche, su progetto di Filippo Raguzzini; e continua a conservare la maggior parte delle reliquie del santo. Al suo interno si trovano interessanti tele settecentesche.
- Chiesa dell'Annunziata
- Chiesa di San Filippo
- Chiesa e convento di San Pasquale
- Chiesa di Santa Teresa
- Monastero delle Orsoline
- Chiesa di Santa Maria della Verità
- Chiesa di Santo Stefano de Neophitis (sconsacrata)
- Chiesa di San Nicola (trasformata in auditorium)
- Chiesetta dell'Angelo
- Chiesetta di Santa Lucia
- Chiesa di San Cristiano
- Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
- Chiesa cimiteriale di Santa Clementina
Moderne
- Basilica della Madonna delle Grazie
- Palazzo Arcivescovile
- Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
- Chiesa del Sacro Cuore
- Chiesa di San Modesto (prende il nome da una chiesa distrutta)
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli
- Chiesa di San Gennaro
- Chiesa di Santa Rita
- Chiesa di San Giuseppe Moscati
Architetture civili
- È non solo il massimo monumento della città, ma uno dei migliori esemplari dell'arte traianea ed il meglio conservato arco onorario romano. Ha un solo fornice. Fu eretto, tra il 114 ed il 117 all'inizio della nuova via Traiana, per ricordare ed esaltare il governo dell'imperatore Traiano. Alto 15,60 metri, con fornice di oltre 8 metri, ha un'ossatura costituita da massi di calcare ed un rivestimento di marmo. Gran parte dell'arco è decorata con scene e decorazioni in bassorilievo: in particolare la faccia dei piloni rivolta verso la città presenta scene di pace, l'altra scene militari.
- L'Arco fu inserito nel Medioevo nella cinta di mura della città, della quale costituì la Porta Aurea.
Teatri
- Il teatro romano fu inaugurato nel 126 sotto l'imperatore Adriano, ed ingrandito da Caracalla tra il 200 e 210. Realizzato in opus latericium, ricorda il Teatro di Marcello di Roma e testimonia la prevalenza sotto Adriano di correnti artistiche elleniche che si sostituirono alla severità della precedente arte traianea. Il teatro, orientato verso il Taburno, misura 90 metri di diametro e può contenere circa 10.000 spettatori; era ricoperto di marmi policromi, ed i suoi atri erano decorati con stucchi e mosaici.
- Il teatro fu abbandonato in epoca longobarda, utilizzato come fondazione per alcune abitazioni e parzialmente interrato. Inoltre nel XVIII secolo sopra un'estremità dell'emiciclo fu costruita la chiesa di Santa Maria della Verità. L'archeologo Almerico Meomartini a fine Ottocento ne promosse il ripristino. I lavori si conclusero soltanto nel 1957; da allora il teatro è di nuovo in funzione. Si è perso gran parte del rivestimento marmoreo; sono giunti fino a noi la cavea, la scena, il primo e parte del secondo dei tre ordini di arcate.
Edifici amministrativi
Edifici residenziali
- Villa dei Papi
- Palazzi gentilizi costruiti tra Seicento e Novecento: Palazzo De Simone, Palazzo Terragnoli, Palazzo Mosti, Palazzo Annubba, Palazzo Andreotti Leo, Palazzo Collenea Isernia, Palazzo Pedicini (dal XIX secolo passato ai marchesi Polvere Jelardi), Palazzo Pacca (nei primi anni del XX secolo passato alla famiglia Mazzella), Palazzo Nobile, Palazzo Babuscio - Bagnoli (Via Arcivescovo Francesco Feoli) Palazzo Iorio-Orsolupo, Palazzo Roscio.
- Ville novecentesche: Villa Perrotta, Villa Colomba, Villino Meomartini.
Altri edifici
- Archivio di Stato, già seminario arcivescovile
- Convitto nazionale Pietro Giannone
- Palazzo della Banca d'Italia
- Poste Centrali
- Colonia Elioterapica
Ponti
- Il Ponte Leproso era l'attraversamento sul fiume Sabato tramite il quale la via Appia arrivava in città per poi riprendere verso la svolta di Brindisi e, quindi, per l'imbarco dell'Oriente. Fu costruito probabilmente dal censore Appio Claudio Cieco nel III secolo a.C., riutilizzando un ponte di costruzione sannitica. Restaurato sotto Settimio Severo e Marco Aurelio Antonino, fu più volte rimaneggiato nel corso dei secoli. Dopo il terremoto del 1702, la ricostruzione di Giovan Battista Nauclerio ridusse le arcate da cinque a quattro. Era chiamato originariamente Ponte Marmoreo (o Lapideo): deve probabilmente il nome attuale ad un vicino lebbrosario del Medioevo, di cui però ancora adesso non si hanno notizie. Nel XIX secolo era noto anche come Ponte San Cosimo, dal nome della chiesa che sorge ad un ingresso del ponte.
- Ponticello e Ponte Valentino, romani, lungo il corso della via Traiana.
- Ponte delle Serretelle, forse un ponte della via Appia;
- Ponte di Santa Maria della Libera;
- Ponte Vanvitelli (XX secolo).
Architetture militari
- Il castello di Benevento, meglio conosciuto come Rocca dei Rettori, si trova nel punto più elevato della città, a dominare le valli dei fiumi Sabato e Calore, e le due importanti e antiche via Appia e via Traiana. Il sito era già stato utilizzato dai Sanniti, che vi avevano costruito una serie di terrazzi difensivi, e dai Romani, che vi costruirono un edificio termale (Castellum aquae), i cui resti possono ancora essere visti nel giardino del castello. I benedettini vi ebbero un monastero. La Rocca ricevette il nome attuale nel Medioevo, quando divenne sede dei governatori per conto del papa, i Rettori.
- Il castello è di fatto costituito da due edifici distinti: il Torrione, costruito dai Longobardi a partire dall'871, e il Palazzo dei Governatori, costruito dai papi a partire dal 1320.
- Mura longobarde;
- Castello Corvacchini, sito il contrada Corvacchini.
Altro
- L'Hortus conclusus era l'orto del convento medievale dei Padri Domenicani. Dal 1992 ospita un'installazione permanente dell'artista beneventano Mimmo Paladino, uno dei più grandi esponenti della Transavanguardia. L'Hortus vuole essere una sorta di galleria d'arte libera e immersa nel verde. Le opere dell'artista (il Cavallo, il Disco, la Testa equina, il Teschio) si alternano a resti dell'epoca romana (pezzi di colonne, di capitelli e di frontoni) creando un contrasto che comunica la complessa cultura del Sannio, e che rimane aperto a diverse interpretazioni.
- Belvedere del Sannio (a San Marco ai Monti, frazione di Sant'Angelo a Cupolo)
- Il belvedere dà un ampio panorama della valle del Calore e della città di Benevento.
- Obelisco egizio dal tempio di Iside
- Statua di Api
- Fontana delle Catene
- Fontana di Santa Sofia
- Epitaffio sulla via Appia, eretto per segnalare il confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli.
- Fontana Flans Te Alo
- Monumento ai caduti
- Monumento a Leonardo Bianchi dello scultore Michelangelo Parlato
- Memoriale a padre Pio
Siti archeologici
- Ruderi del criptoportico dei Santi Quaranta
- I Santi Quaranta sono un sistema di corridoi di età romana, che devono il loro nome ad una chiesa longobarda edificata sulla sommità di uno di essi ed oggi scomparsa. Furono semidistrutti dai bombardamenti del 1943. Al 2015, dopo lunghe fasi di abbandono, sono custoditi da un gruppo di volontari.
- Parco archeologico e del verde di Cellarulo
- Inaugurato il 15 luglio 2010, è sito al rione Ferrovia nei pressi della confluenza del fiume Calore con il fiume Sabato. Il parco consiste in una pista ciclopedonale che costeggia i resti di un porto fluviale, che serviva anticamente la città sannita. Ha uno sviluppo longitudinale di un chilometro, per circa tre ettari. Dal 2012 è chiuso e non accessibile al pubblico.
- Nel 1985 sono stati scoperti i resti di un grande anfiteatro nella zona oggi occupata dalla stazione Benevento Appia. Le dimensioni di questo edificio sono state stimate in 160 metri di lunghezza e 130 metri di larghezza.
- Arco del Sacramento ed area archeologica del foro romano
- Terme di San Cristiano
- Resti dell'acquedotto romano Avellino-Benevento
- Resti di monumenti ai lati della via Appia romana, in contrada Santa Clementina
- Ex cimitero dei Morticelli
- Era un cimitero realizzato nel tardo XVII secolo entro la cinta muraria dedicato soprattutto alla sepoltura dei defunti in tenera età; fu distrutto dai bombardamenti del 1943. Sorgeva sul luogo del monastero dei santi Lupolo e Zosimo, di fondazione longobarda. Nel ruderi del cimitero è in corso di realizzazione un giardino medievale.
- Cripta della chiesa di San Marco dei Sabariani
- È l'unica parte rimanente della chiesetta, per buona parte della sua storia legata alla famiglia Sabariani di origine provenzale, e scomparsa con il terremoto del Sannio del 1688. La cripta, rinvenuta nel 2007, contiene alcuni notevoli affreschi di età longobarda, di cui si rischia la perdita a causa di un mancato restauro.
- Resti del monastero di San Pietro delle Monache
- L'abbazia benedettina sorgeva nell'attuale piazza Cardinal Pacca ed era il monastero più grande della città. Sorto entro l'XI secolo e chiuso nel 1865, fu distrutto dai bombardamenti del 1943. I pochi resti, lasciati in uno stato di abbandono, rivelano che la chiesa del monastero era stata costruita su un ambiente termale di età romana.
Aree verdi
- Villa Comunale
- Fu realizzata fra il 1875 ed il 1880 all'estremità più elevata del centro storico, su progetto di Alfredo Dehnardt. È assai armoniosa nelle sue linee strutturali, che assecondano la conformazione naturale del luogo. Le aiuole sono ornate da busti di illustri personaggi sanniti: è notevole il monumento al patriota Salvatore Rampone, realizzato dallo scultore Nicola Silvestri nel 1925. La flora del luogo è costituita da alberi secolari, pini, cedri ed ippocastani; vi è inoltre un laghetto popolato da cigni e varie specie di pesci. Nel 2003 è stata ristrutturata completamente.
- Giardinetti Francesco Pepicelli
- Si trovano all'estremità alta del viale Atlantici. Abbelliti negli anni novanta, sono un belvedere che guarda sulla zona bassa della città, e sulla vallata del Sabato. Costeggiano un quadrivio oltre il quale si trova la chiesetta dell'Angelo, restaurata.
- Fido park
- L'unico parco giochi per cani in Campania[senza fonte], inaugurato il 22 settembre 2007.
- Pista ciclopedonale "Paesaggi Sanniti"
- Si trova in contrada Pantano. È lunga 7 km ed è stata realizzata su un tracciato ferroviario inutilizzato. La pista si sviluppa in campagna per la massima parte, lungo il fiume Calore, fino ad arrivare alle falde del massiccio del Taburno.
Società
Evoluzione demografica
Evoluzione storica della popolazione prima del 1861 | |
1597 | 39.964 |
1611 | 36.311 |
1655 | 32.078 |
1663 | 30.802 |
1741 | 22.913 |
1792 | 20.693 |
Abitanti censiti[11]
Secondo l'Istat nel 2015 Benevento (che all'epoca contava oltre 60 000 abitanti) era al vertice di un sistema locale di 135 426 abitanti in un ambito di 30 comuni, tutti compresi all'interno del territorio provinciale[12].
Etnie e minoranze straniere
Al 31º dicembre 2019 gli stranieri residenti in città sono 2 114, corrispondenti al 3,6 % della popolazione.[13] Le nazionalità più rappresentate sono:
Lingue e dialetti
Accanto alla lingua italiana, a Benevento è in uso un vernacolo appartenente al gruppo dei dialetti campani.
Tradizioni e folclore
La "città delle streghe"
«Sotto l'acqua e sotto u viento, Sotto u noce e Beneviento»
Benevento è comunemente nota come la "città delle streghe" (o, più propriamente, delle janare). La fama, consolidatasi grazie al libro De nuce maga beneventana del protomedico Pietro Piperno, è dovuta con tutta probabilità ai riti pagani che i longobardi svolgevano nei pressi del fiume Sabato: alcune donne urlanti saltavano intorno ad un albero di noce da cui pendevano serpenti, oppure dei guerrieri a cavallo infilzavano una pelle di caprone appesa ad un albero. Questi riti apparvero come demoniaci ai beneventani cattolici, che forse credettero di vedere dei sabba stregoneschi.
Altri fanno risalire la fama ai riti della tribù dei Samentes che in origine furono adoratori dei boschi nei quali, di notte, celebravano feste e riti religiosi; poiché chi officiava tali riti erano sacerdotesse, a cui venivano attribuiti poteri magici e divinatori, si creò tale leggenda che, ai tempi in cui operava la Santa Inquisizione, fu causa di persecuzioni ed esecuzioni capitali.
Più tardi i dominatori capirono che era molto più conveniente accettare la religione dei beneventani. Questa valutazione politica, forse ancor più della perseveranza di San Barbato, portò dunque i nuovi padroni a convertirsi nel 664. Ciò garantì una lunga e stabile prosperità alla città e ai suoi governanti, e portò all'abbattimento dell'albero sacro da parte di San Barbato. In questo luogo egli fece erigere un tempio intitolato a Santa Maria in Voto.
Ma nei secoli successivi la credenza non si sopì, anzi si arricchì di nuovi elementi. Streghe provenienti da ogni dove, volando come il vento, si sarebbero riunite sotto un noce, ovvero l'albero dei longobardi inspiegabilmente risorto. Qui si sarebbero tenuti banchetti e orge con la partecipazione del demonio, dopo i quali le streghe avrebbero attuato sortilegi contro la popolazione. Numerose furono le donne processate per stregoneria che riferirono dei sabba sotto il noce di Benevento; la credenza sopravvive come superstizione popolare.
Istituzioni, enti e associazioni
A Benevento sono presenti 3 strutture ospedaliere:
- Azienda ospedaliera Gaetano Rummo[14] (detta informalmente Ospedale Civile): è il più grande ospedale della provincia e uno dei più importanti della Campania. Composto da vari padiglioni, ospita presso le sue strutture corsi di laurea in scienze infermieristiche della Seconda Università degli Studi di Napoli. Accanto all'ospedale è presente un eliporto riservato agli elicotteri del 118 per i trasporti urgenti e speciali.
- Ospedale Sacro Cuore di Gesù: tenuto dall'ordine religioso dei Fatebenefratelli, fu istituito nel 1602.
- Clinica di Santa Rita: è il terzo presidio ospedaliero della città, sito in Viale Mellusi, è rinomato soprattutto per la cura delle malattie cardiovascolari.
Qualità della vita
Secondo le statistiche de Il Sole 24 ORE e Italia Oggi, Benevento nel 2008 aveva una qualità della vita in classifica all'81º posto, migliorando di ben 21 posizioni[15]. Per Il Sole 24 ORE, nel 2011, peggiora ulteriormente arrivando al 97º posto in classifica, ma migliora arrivando al 83º posto nel 2012. Nel 2013 il ritorno all'81º posto; nel 2014 scende all'84º posto, nel 2015 scende di molte posizioni, arrivando al 99º posto e nel 2016 risale all'86º posto, nel 2017, invece, scende di nove posizioni arrivando al 95º posto. Nel 2018 sale di 4 posizioni arrivando al 91º posto. Per Italia Oggi, invece, nel 2011 Benevento si classifica al 90º posto, scendendo nel 2012 al 94º posto. Nel 2013 risale all'86º posto, e nel 2014 sale di ben 20 posizioni, arrivando all'66º posto. Nel 2015 riscende al 73º posto, per poi risalire nel 2016 al 72º posto, nel 2017, invece, scende di tre posizioni arrivando al 75º posto. Nel 2018 scende di ben 16 posizioni arrivando al 91º posto.
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) | Qualità della Vita (Italia Oggi) |
---|---|---|
2011 | 97º (- 3)[16] | 90º (- 3)[17] |
2012 | 83º (+ 14) | 94º (+ 3)[18] |
2013 | 81º (+ 2) | 86º (+ 8) |
2014 | 84º (- 3) | 66º (+ 20) |
2015 | 99º (- 15) | 73º (- 7) |
2016 | 86º (+ 13) | 72º (+ 1) |
2017 | 95º (- 9) | 75º (- 3) |
2018 | 91º (+ 4) | 91º (- 16) |
In base alle statistiche del Sole 24 ORE, nello specifico, Benevento era nelle seguenti posizioni:
Anno | Tenore di vita | Servizi, ambiente, salute | Affari e lavoro | Ordine pubblico | Popolazione | Tempo libero | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2011 | 192 | 89 | 93 | 52 | 85 | 91 | 391 punti |
2012 | 96 | 84 | 83 | 70 | 50 | 72 | 445 punti |
2013 | 92 | 89 | 81 | 17 | 78 | 95 | 468 punti |
2014 | 95 | 91 | 90 | 6 | 92 | 93 | 471 punti |
2015 | 103 | 98 | 91 | 35 | 92 | 79 | 427 punti |
2016 | 95 | 86 | 104 | 27 | 37 | 79 | 406 punti |
2017 | 93 | 100 | 105 | 91 | 58 | 58 | 408 punti |
2018 | 87 | 102 | 96 | 61 | 72 | 64 | 413 punti |
Cultura
Istruzione
Scuole
- Scuole Primarie: 16 scuole in diverse sedi
- Scuole Secondarie di I grado: 18 scuole in diverse sedi
- Istituti Comprensivi: 7 scuole in diverse sedi
- Gli istituti di secondo grado superiore sono 32, di cui 16 licei, 10 istituti tecnici e 6 scuole professionali.[senza fonte]
Benevento ospita numerose scuole e tra queste le più degne di nota sono il liceo classico Pietro Giannone e il liceo scientifico Gaetano Rummo, che rappresentano la storica coppia di licei della città. Il primo è stato fondato nel 1810, ed è stato uno dei primi licei classici d'Italia; il secondo, è stato fondato nel 1923 con il nome di "Regio Liceo Scientifico di Benevento". Altri importanti istituti sono il liceo statale Giuseppina Guacci, nato come istituto magistrale, il liceo artistico Virgilio, l'istituto tecnico commerciale Giuseppe Alberti, e l'istituto tecnico industriale Giovan Battista Bosco Lucarelli.
Archivi e biblioteche
- Archivio di Stato di Benevento, istituito con decreto del Ministero dell'Interno del 10 aprile 1954.
- La Biblioteca Provinciale Antonio Mellusi è ospitata dal 1975 nel Palazzo Terragnoli. Nata come raccolta di libri, documenti e riviste di valore storico, è stata poi incentrata su testi didattici, scientifici, riguardanti il mondo moderno, i beni culturali in generale e in particolare quelli locali. Con la ristrutturazione del 1999 è stata creata inoltre una sezione mediateca.
- La biblioteca capitolare e la Biblioteca Arcivescovile Pacca si trovano nel palazzo arcivescovile; conservano una cospicua quantità di documenti storici dal Cinquecento in poi.
- Biblioteca del Museo del Sannio
- Biblioteca del Centro Raffaele Calabria
- Biblioteca della Camera di Commercio
- Biblioteca dell'ex Banca sannitica, Villa dei Papi
- Biblioteca dell'Azienda ospedaliera G. Rummo
- Biblioteche dell'Università del Sannio
Ricerca
- A Benevento si trova l'Osservatorio Astronomico del Sannio, tra i più grandi d'Italia per ospitalità e ricettività[senza fonte]. Ideato e realizzato dall'astronomo Antonio Pepe a cui ne è affidata anche la direzione, si trova a Pacevecchia, la zona alta della città, presso il Centro congressi la Pace;
- Sempre a Pacevecchia, nella Villa dei Papi, è stato installato il MARSec (Mediterrean Agency for Remote Sensing and Environmental Control), ovvero un centro di telerilevamento satellitare e monitoraggio ambientale che guarda gran parte dell'Europa, realizzato in collaborazione con l'Università del Sannio. I dati vengono utilizzati per il monitoraggio delle variabili ambientali su larga scala, il controllo dei cambiamenti del territorio (change detection) sia in ambito ambientale (frane, coste, cave, fiumi, ecc.) che urbanizzato (abusivismo edilizio), l'aggiornamento speditivo della cartografia tecnica a piccola scala; oppure sono messi a disposizione, così come vengono acquisiti, per gli usi possibili da parte della protezione civile e degli enti predisposti al controllo, ecc. Il centro collabora con diverse agenzie spaziali e aziende del settore nazionali ed internazionali (NASA, Agenzia spaziale canadese, ImageSat International, ecc.). Degno di nota il "camuffamento" artistico dell'antenna ricevente, opera di Salvatore Paladino;
- Infine, attivo dal 2007, il GeoBioLab (Laboratorio Europeo Naturalità), in contrada Pontecorvo. Esso è un museo e laboratorio didattico dedicato alla geologia e alla biologia, strutturato in percorsi di esposizione.[19]
Università
Dal 1990 Benevento è sede dell'Università degli Studi del Sannio, ospitata in varie strutture cittadine. L'ateneo è rinomato soprattutto per la formazione nel campo dell'informatica[senza fonte];
Un ulteriore polo universitario è dato dalla presenza in città dell'Università degli Studi Giustino Fortunato, ateneo privato;
In città sono presenti tre indirizzi di studio dell'ateneo principale di Napoli. Essi sono: fisioterapia, infermieristica e ostetricia;
- Università cattolica del Sacro Cuore
A Benevento è presente il Centro di Cultura Raffaele Calabrìa, nel Palazzo Arcivescovile, il quale è legato all'Università Cattolica;
- Istituto superiore di scienze religiose
L'Istituto superiore di scienze religiose "Redemptor hominis"[20], istituto accademico eretto dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica, che rilascia i titoli di Laurea in Scienze Religiose abilitanti all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado ed inoltre offre una serie di percorsi di approfondimento della fede per laici e religiosi;
- Conservatorio Statale di Musica "Nicola Sala"
- Per quanto riguarda la formazione professionale, è presente in città dal 1983 la scuola tecnica[21].
Musei
- È il principale museo di Benevento, allestito nella Rocca dei Rettori, che ospita la sezione storica, e nel chiostro della chiesa di Santa Sofia. Qui si trovano importanti reperti di epoca sannitica, romana, longobarda, e una serie di opere d'arte dei secoli dal XVI al XX; inoltre una raccolta numismatica e di volumi e documenti antichi. Nel Museo del Sannio sono conservati molti reperti provenienti dall'antico Egitto, riguardanti soprattutto il culto della dea Iside che a Benevento era molto sentito in età imperiale.
- Museo Diocesano
- Il Museo Diocesano è una raccolta di quanto è stato possibile salvare dalla distruzione del duomo di Benevento durante la seconda guerra mondiale. È situato nella sua cripta, che in realtà è la prima chiesa su cui poi fu elevata la cattedrale. Oltre a conservare antichi affreschi, ospita la cattedra vescovile detta di San Barbato, e quanto rimane dei tumuli dei principi longobardi una volta situati in piazza Duomo.
- L'ARCOS, inaugurato il 25 giugno 2005, si trova nel piano seminterrato del Palazzo del Governo; oltre a possedere un'esposizione permanente, organizza periodicamente mostre tematiche con opere dei grandi dell'arte contemporanea. Vi sono esposizioni anche al Palazzo Paolo V;
- Museo Strega
- È un museo privato dedicato al liquore Strega, uno dei simboli di Benevento. Inaugurato il 14 giugno 1999, si trova presso lo stabilimento produttivo dell'Alberti, di fronte alla stazione ferroviaria. Tra i suoi primi visitatori vi furono Dacia Maraini e Lina Wertmüller. Il Museo è visitato giornalmente dalle scuole e dai turisti italiani ed esteri. È suddiviso in: sezione storica; sala delle erbe, con la cassettiera contenente tutte le 76 erbe del liquore Strega; sala degli alambicchi; sala delle imitazioni; sala del Premio Strega; sala dei ricordi; sala dei manifesti.
- Museo della tecnica e del lavoro in agricoltura (MUSA)
- Si trova nella contrada San Cumano. Oltre a ricostruzioni degli ambienti di una casa contadina, esso è principalmente una mostra dei macchinari usati in agricoltura nel corso della storia.
Arte
Pittura
Tra gli artisti locali è da menzionare innanzitutto Perinetto da Benevento, che decorò la chiesa dell'Annunziata, dipingendo nell'aprile 1456 le Sette Gioie della Vergine, nel marzo 1457 Storia di San Giorgio e della Donzella, Sant'Antonio, La Madonna, San Michele con quattro Angeli. Diversi altri lavori furono eseguiti dal Perinetto a Napoli; su tutti si ricorda il ciclo di affreschi rinascimentali della cappella Caracciolo del Sole nella chiesa di San Giovanni a Carbonara.
Nel secolo successivo l'artista di maggior spicco fu Donato Piperno. Nel 1589 nella chiesa di San Domenico dipinse su legno San Vincenzo Ferreri e forse il Rosario; sono suoi, inoltre, il Martirio di San Gennaro nella chiesa dell'Annunziata, la Pace nell'aula delle riunioni dell'ex Seminario, la Deposizione nella chiesa di Sant'Agostino, Sant'Orsola anacoreta con Sant'Onofrio e Sant'Antonio abate nella chiesa di Santa Sofia.
Nel XVIII secolo Basilio Alvano dipingeva il quadro di Elia e Daniele, fatto collocare dall'arcivescovo Landi nella navata maggiore dell'antica chiesa Metropolitana, mentre il sacerdote Giuseppe Cassella nel 1786 dipingeva la Parrocchia di Santa Maria della Verità con una serie di affreschi, successivamente perduti nella guerra e nel terremoto nel 1980.
Nel XIX secolo svariati artisti furono attivi in città. Giuseppe Salvetti realizzò nel 1840, nel centro della volta della crociera dell'antica Chiesa Metropolitana, un grande dipinto dei santi Bartolomeo, Gennaro e Barbato, voluto dal cardinale Bussi.
Achille Vianelli nel 1850 fece apparire alla chiesa Santa Sofia un'aula di disegno che vide cultori come l'acquarellista Luigi Petrosini, Giuseppe Petrosini, il caricaturista Vincenzo Romano. Giuseppe Chiarotti (m. 17 gennaio 1905) dipinse San Pantaleone nell'estinta cappella omonima in piazza Piano di Corte. Suo anche un quadro perduto della Desolata in via Episcopio (già calata Olivella). Francesco Pastore (m. 22 dicembre 1907) dipinse Un brutto quartodora, negli uffici dell'Economato del Palazzo Provinciale; il cardinale Di Rende gli commissionò inoltre una rappresentazione di San Barbato per la cappella del Convitto Arcivescovile, ed a lui l'avv. Ignazio Pilla fece eseguire il ritratto del cardinale Donato Maria Dell'Ollio e quello del patriota Federico Torre.
Da ricordare inoltre: Gaetano De Martini, Maurizio Barricelli, Raffaele Maienella, Cesare Mainella, Attilio Zanchelli, Nicola Silvestri, Nicolino Rummo.
Il più autorevole esponente beneventano della pittura contemporanea è Mimmo Paladino, ex-docente del Liceo Artistico, assurto agli allori della fama mondiale con mostre in America ed in Cina. È tra i massimi esponenti della Transavanguardia e vive e lavora a Benevento.
Teatro
- Teatro Comunale Vittorio Emanuele;
- Teatro San Nicola;
- Teatro Calandra;
- Cinema Teatro San Marco;
- Cinema Teatro Massimo.
Musica
Giovanni De Vita in Thesaurus Antiquatarum menzionava, tra i collegi di arti e mestieri esistenti in epoca romana a Benevento, quelli dei tibicines e degli artifices organorum, ovvero suonatori e costruttori di strumenti. A conferma di ciò nel 1912, durante i lavori di costruzione della ferrovia Benevento-Cancello, nelle vicinanze della chiesa dei SS. Cosma e Damiano furono rinvenuti reperti che attestavano l'esistenza di un collegio musicale romano.
Per quanto riguarda il Medioevo, la Biblioteca Capitolare di Benevento raccoglie numerosi codici musicali risalenti al IX secolo, scritti in notazione neumatica. Essi costituiscono la più grande raccolta di musica antica a disposizione oggi.
Inoltre nel Medioevo si sviluppò a Benevento il canto beneventano, un particolare tipo di canto piano liturgico, diverso dal canto gregoriano ma simile a quello ambrosiano.
Nel XVI secolo si ha notizia di un primo organo in città, costruito fa Fabio Scoppa e Carlo Scala, posto nella scomparsa chiesa di Santo Spirito, all'inizio dell'odierno corso Garibaldi. Questo secolo e il successivo vedono numerosi contributi alla musica da parte di artisti locali. Domenico Scorpione, insegnante di musica al seminario, compose i Sacra Modulamina (1672), completa da cappella dedicata a Gioacchino Monti. Caratterizzata dal basso continuo dell'organo, comprende quattro "antifone" e "litanie della Beata Vergine" a cinque voci. Scorpione scrisse inoltre testi teorici come le Istituzioni Corali, dedicata al vescovo Orsini e un Introduttorio musicale. In questo periodo si annoverano poi Don Prisco Della Porta, maestro di cappella nella chiesa Metropolitana, che diede alla stampa Arianna Musicale, operetta dedicata al De Nicastro; e Sipontino, arciprete della Metropolitana.
Nel XIX secolo è famosa l'accademia poetica e musicale celebrata nel convitto delle Orsoline il 1º novembre 1849, in onore di papa Pio IX in visita a Benevento. In questo periodo si annoverano l'agostiniano Beniamino Arena, vissuto ai primi del secolo, compositore di canti sacri per il popolo, fra cui un famoso Miserere. Giuseppe Petrosini, ritrattista e musicista, fondatore della società mandolinista e del circolo filodrammatico, scrisse parecchie suonate, valzer (fra cui La vallata del Sabato, scherzo con tamburelli) e sinfonie (fra cui Aurora). Alla sua morte lasciò il suo harmonium al tempio della Madonna delle Grazie. Antonio De Maria fu un altro musicista, capo opera per circa 40 anni della schola cantorum del seminario. Anche il clinico Gaetano Rummo non ancora ventenne, appena diplomatosi in pianoforte al conservatorio di San Pietro a Maiella, musicò Iarba di Salvatore Cosenza, in tre atti, eseguita il 17 marzo 1900 nel Teatro Comunale Vittorio Emanuele.
Nel 1980 è sorto anche a Benevento un Conservatorio musicale, situato nell'antico palazzo De Simone (già Collegio La Salle), e dedicato nel 2006 al compositore sannita Nicola Sala. Il Conservatorio dispone di una notevole biblioteca musicale con un patrimonio musicale di oltre 4.000 volumi ed opuscoli, di circa 300 dischi e di sei periodici correnti.
Tra i musicisti nati a Benevento è da menzionare sicuramente il trombettista Luca Aquino[22], tra i maggiori esponenti della musica improvvisata europea.
Media
Stampa
Il principale quotidiano di Benevento è Il Sannio Quotidiano fondato da Luca Colasanto. Altri quotidiani della città sono: Il Quaderno, Il Foglio, Il Quotidiano del Sud e La Gazzetta di Benevento.
In città è presente anche una redazione de Il Mattino.
Radio
A Benevento (o nelle immediate vicinanze) hanno sede alcune emittenti radiofoniche:
Televisione
A Benevento (o nelle immediate vicinanze) hanno sede alcune emittenti televisive:
- Benevento Canale 43 Tv
- Elle TV
- Libera TV
- Media TV (Benevento e San Salvatore Telesino)
- Otto Channel
- Retesei (Benevento e Cervinara)
- TV7 Benevento
Vi è anche una televisione online:NTR24
Cucina
I primi piatti sono a base di pasta (condita con sugo di agnello o ragù). Tipici di tutto il Sannio sono i cecatielli, le lasagne, i cavatelli con i broccoli, le fiavole preparate con pasta sfoglia con ripieno di uova e formaggio. Altri piatti tipici sono il mugniatiello, involtino a base di fegato, polmone, prezzemolo, aglio, avvolti con budella di agnello e di legumi, preparati in vari modi, e il natalizio cardone, a base di germogli di carciofo opportunamente trattati.
Prodotti tipici
Liquori
Liquore Strega, nocino, lacrime di Bacco.
Torrone di Benevento
Nel I secolo d.C. il poeta latino Marziale annoverava la cupedia (più tardi "copeta"), progenitrice del torrone, tra i prodotti tipici di Beneventum e del Sannio in generale. Il nome cupedia, che letteralmente significa "cose desiderate" (o anche cupita, "desiderata") si rifà alla squisitezza di questo dolce che lo rendeva, appunto, desiderabile. Era un dolce a base di miele, albume d'uovo, mandorle o nocciole, diffuso tra le classi ricche come tra quelle povere. Ben poco si differenziava dal futuro torrone, che sarebbe nato come versione raffinata della cupedia, annasprato o ricoperto di grana di zucchero.[senza fonte] La sua fama si diffuse a partire dal XVII secolo: a quei tempi in occasione delle feste natalizie era usuale inviarne ai prelati di Roma, capitale dello Stato Pontificio di cui Benevento faceva parte. Nel secolo successivo, infatti, nacque il Torrone del Papa, con zucchero liquefatto, pinoli e frutta sciroppata, oltre al Perfetto Amore, ricoperto di cioccolato, limone o caffè, e all'Ingranito, arricchito da confetti cannellini. Furono però i Borbone nel XIX secolo a valorizzare questo prodotto facendolo diventare una specialità natalizia: alla casata fu dedicato il Torrone della Regina.
Verso gli inizi del nuovo millennio, si ricominciò a produrlo prediligendo le tecniche artigianali e ne vengono prodotte nuove varietà che hanno pur sempre alla base la stessa ricetta vecchia di secoli. Gli ingredienti utilizzati provengono rigorosamente dal Sannio:[senza fonte] così facendo vengono anche incoraggiate alcune produzioni locali, come quella del miele. La sua fama è nazionale; continua ad essere un dolce soprattutto natalizio: in particolare è diffuso il torrone bianco, alle nocciole o alle mandorle. Due le ditte produttrici principali: la Strega Alberti (nota anche per il liquore) e le Fabbriche Riunite del Torrone di Benevento, entrambe con sede al Rione Ferrovia.
Cardone
Il cardone[23] è una zuppa di cardi con brodo vegetale, pollo, uova e polpettine, servita con crostini di pane, tipico piatto natalizio[23][24].
Eventi
- Dal 1980[25] vi si tiene Benevento Città Spettacolo, a settembre, un festival di teatro, musica e cinema, accompagnato da mostre ed incontri culturali.
- Dal 2012 si svolge nella città la rievocazione storica ”Benevento Longobarda“.[26][occorrono fonti terze che attestino la rilevanza almeno nazionale dell'evento]
- Dal 2017 il BCT - Festival Nazionale del cinema e della televisione[27][occorrono fonti terze che attestino la rilevanza almeno nazionale dell'evento]
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
La città di Benevento è suddivisa in otto quartieri, o rioni, con rispettivi comitati di quartiere:[28]
- Quartiere 1 "Centro storico - Triggio"
- Quartiere 2 "Mellusi - Atlantici"
- Quartiere 3 "Pacevecchia"
- Quartiere 4 "Ferrovia"
- Quartiere 5 "Porta Rufina"
- Quartiere 6 "Libertà"
- Quartiere 7 "Capodimonte - Ponticelli"
- Quartiere 8 "Pietà - Avellola"
Centro storico
Il centro storico di Benevento si trova su un'altura fra il corso dei fiumi Calore e Sabato, digradante verso la loro confluenza, ad ovest. È attraversato da un asse viario principale costituito dal Corso Dante e dallo spazioso Corso Garibaldi, sul quale si aprono alcune piazze (Cardinal Pacca, Duomo, Orsini, Roma, Matteotti). Nel punto più alto si trova il castello, la Rocca dei Rettori.
Nei due corsi confluisce un'irregolare rete di vicoli, nella quale sono distinguibili alcuni rioni storici, fra cui i medievali Trescene e Triggio, situati rispettivamente all'estremo nordorientale e sudoccidentale. I longobardi eressero una cinta muraria che includeva tutta la zona, della quale rimangono solo alcuni tratti. L'acropoli di Benevento conserva una cospicua quantità di monumenti, di cui i principali sono posti su Corso Garibaldi.
La struttura del centro è segnata dall'impianto della città romana, di cui il corso Garibaldi riprende il tracciato del decumano massimo. Oltre agli antichi monumenti di cui si parla nelle sezioni seguenti sono presenti alcune architetture notevoli realizzate dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Negli anni cinquanta viene costruito su progetti di Gennaro De Rienzo e Vincenzo Miccolupi il complesso di edifici della Via Traiano. Più tardi l'edificio INA Assitalia di Davide Pacanowsky, la sede tecnica della SIP di Nicola Pagliara, l'Hortus Conclusus di Mimmo Paladino, Roberto Serino e Pasquale Palmieri, la nuova ala del Museo del Sannio di Ezio De Felice, Eirene Sbriziolo e Roberto Fedele, alcuni restauri notevoli come quello di Palazzo Paolo V su progetto di Gianfranco Caniggia e di Palazzo Mosti (attuale sede del Comune) di Giovanni Consolante, oltre che della Rocca dei Rettori degli stessi De Felice, Sbriziolo e Fedele. Infine agli inizi del nuovo secolo sono stati realizzati alcuni interventi significativi come il museo ARCOS progettato da Vittorio Maria Berruti ed il Liceo Artistico nell'area parco di Sant'Ilario dell'architetto Raimondo Consolante. La riqualificazione dell'area dell'Arco del Sacramento degli architetti Damiano Dolce, Roberta Di Ciò e Nicola Moffa ha dato inizio ad una serie di interventi coordinati per il recupero del quartiere Triggio, a ridosso del Teatro Romano. Risulta in costruzione la sede di un secondo museo di arte contemporanea di fronte al Duomo, progettato dagli architetti torinesi Roberto Gabetti ed Aimaro Isola.
Rione Mellusi-Atlantici
La zona nuova del centro cittadino sorge ad est del centro storico, continuando la salita della stessa collina. Lo attraversano due lunghi viali alberati paralleli: Viale Antonio Mellusi, costruito nel dopoguerra, e Viale Atlantici, prosecuzione ideale di Corso Garibaldi, completato nel 1932 su progetto dell'ingegnere Gennaro De Rienzo e dedicato ai "Trasvolatori Atlantici".
All'inizio dei due lunghi viali si trovano, rispettivamente: la grande Piazza Risorgimento, in cui si trova il Liceo Classico progettato dall'architetto Luigi Piccinato e la ex sede della Banca d'Italia, un edificio lecorbuseriano progettato dagli architetti Massimo Nunziata e Gerardo Mazziotti e La Villa Comunale che è invece esempio di giardino di fine ottocento progettato dall'architetto napoletano Alfredo Dehnardt. la zona alta è caratterizzata da altri edifici scolastici importanti: la scuola elementare Mazzini progettata dall'architetto Frediano Frediani e la scuola media Pascoli dell'architetto Giovanni Consolante.
Il quartiere è costituito principalmente da palazzi, ingentiliti da molto verde. Risalendo Viale Atlantici si trovano la sede della Soprintendenza ai Beni Archeologici (nell'ex convento di San Felice), il Seminario Arcivescovile, la Scuola Allievi Carabinieri. Circa a metà del viale, sulla destra vi è un crocefisso posto nel XIX secolo[29]. Nel quartiere si trovano inoltre il Teatro-Auditorium Nicola Calandra, il Palazzo di Giustizia, in Via Raffaele De Caro, e gli uffici dell'ASL1, in Via Patrizia Mascellaro. Edifici notevoli sono le ville neoliberty dell'architetto Vincenzo Miccolupi.
I viali Mellusi ed Atlantici ad est si ricongiungono tramite Via Almerico Meomartini, che porta ad un piazzale sopraelevato, dove si trova il Convento dei Cappuccini.
Rione Pacevecchia
Proseguendo lungo l'altura seguendo Via delle Puglie, si incontra la zona residenziale di Pacevecchia. Qui si trova il più grande ospedale cittadino, il Gaetano Rummo[30]. Il quartiere presenta graziose villette e fabbricati di nuova costruzione, e si sviluppa attorno al parco di Villa dei Papi, residenza del vescovo Orsini.
Da vedere poi il complesso di Villa Beatrice e del suo parco, residenza aristocratica in stile vanvitelliano neoclassico tardo-settecentesco riconosciuta di interesse storico – artistico e tutelata ai sensi della Legge 1089 riguardante il patrimonio artistico e culturale italiano. La costruzione risale agli inizi del secolo XIX, precisamente al 1804 come testimonia un'incisione sul travertino del portale.
A Pacevecchia si trova lo stadio in cui gioca il Rugby Benevento.
Il quartiere prende il nome dalla pace che fu qui firmata dalle fazioni cittadine nel 1530, dopo quasi un secolo di avversità. Visto il contributo fornito dal padre cappuccino Lodovico da Napoli per la sottoscrizione dell'accordo, il Comune volle ringraziare i frati permettendo loro di costruire un convento. La costruzione originaria sorse in una collocazione diversa da quella odierna: distrutta da un terremoto, fu sostituita dalla villa dell'Orsini.
Pacevecchia è detta anche la "zona alta" di Benevento, essendo l'area a maggiore altitudine della città: è ivi locato l'osservatorio astronomico del Sannio[31] e il centro MARSec.
Rione Ferrovia
Il Rione Ferrovia si trova a nord del fiume Calore; il principale collegamento con il centro è costituito dal Ponte Vanvitelli. Subito dopo il ponte si incontra piazza Leonida Bissolati da cui a destra si aprono via Valfortore (già Francesco Paga), che conduce alle vie di collegamento con i Comuni del Fortore, e il Lungocalore Manfredi di Svevia (ove si ritiene che un tempo sorgesse la chiesa di San Marciano, già diruta nel XVIII secolo, nella quale il 18 giugno 1156 papa Adriano IV investì ufficialmente Guglielmo I re di Sicilia, Puglia e Capua come si legge nelle cronache: cfr. trattato di Benevento). La via Lungocalore Manfredi di Svevia prende il nome dal luogo in cui venne sepolto re Manfredi di Svevia morto a Benevento nel corso dell'omonima battaglia. Le ossa del re vennero poi profanate dal vescovo di Cosenza, come ricorda Dante Alighieri nella Divina Commedia:
«[…] Io mi volsi ver lui e guardail fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.
…
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia
di me fu messo per Clemente allora,
avesse in Dio ben letta questa faccia,
l'ossa del corpo mio sarieno ancora
in co del ponte presso a Benevento,
sotto la guardia de la grave mora.
Or le bagna la pioggia e move il vento
di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde,
dov'e' le trasmutò a lume spento.
…
Poi sorridendo disse: Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperatrice […]»
Il rione è attraversato dal viale Principe di Napoli, che porta dal ponte alla stazione ferroviaria (da cui il nome). Lungo il suo corso si trovano la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e l'Ospedale Sacro Cuore di Gesù, tenuto dall'ordine religioso dei Fatebenefratelli.
L'abitato non si protrae molto profondamente nelle traverse che partono dal viale: ad est del rione si trova la zona industriale di Pezzapiana. Nel Rione hanno inoltre sede le due principali industrie dolciarie della città: le Fabbriche Riunite Torrone di Benevento e la Strega Alberti (di fronte alla stazione).
Poco dietro la stazione si trova la rotonda dei Pentri, al centro della quale è stato eretto un monumento a Padre Pio.
Rione Porta Rufina
La collina del centro storico presenta una forte pendenza verso sud, ai piedi della quale vi è la zona di Porta Rufina, detta così da un ingresso della città andato distrutto. Il collegamento con la zona alta avviene principalmente tramite Piazza Orsini e Via delle Puglie, lungo la quale si trova la Facoltà di Scienze Economiche dell'Università. Nel rione si apre piazza Commestibili, sede del mercato alimentare fino al 24 novembre 1980 quando fu reso inagibile dal terremoto. La zona del mercato fu recuperata e dalla fine del 2007 adibita a galleria commerciale ma attualmente è abbandonata. Vi è inoltre l'ufficio postale centrale della città.
Rione Libertà
Il Rione Libertà, intitolato alla liberazione nazionale nella seconda guerra mondiale, presenta la tipica forma a scacchiera delle zone periferiche, con ampi viali alberati e grandi condomini. Il Rione, nato oltre il corso del fiume Sabato durante il ventennio fascista e fortemente ampliatosi nel secondo novecento, è il quartiere più popoloso della città. Rappresentativa è soprattutto la parte ad ovest di via Napoli, che presenta strade ortogonali, in cui si aprono vasti spiazzi liberi. Molti dei palazzi per abitazioni, dall'aspetto sobrio e massiccio, sono in cattive condizioni e fra di essi si trova la chiesa di San Modesto. Le zone ad est di via Napoli presentano una topografia meno regolare, poiché i palazzi non sono stati costruiti secondo un piano unico; qui si trova un'altra chiesa moderna, dedicata alla Madonna Addolorata.
Il settore nord-est assume in genere un altro nome, Santa Colomba. Vi si trovano il moderno Centro Servizi Amministrativi della Provincia di Benevento, lo stadio Ciro Vigorito e diversi plessi scolastici. Attorno allo stadio si svolge, il sabato, il più grande mercato cittadino. Procedendo via Napoli dal ponte Santa Maria degli Angeli, oltre l'allacciamento con la tangenziale si trova San Vito, una zona accresciutasi tra gli anni novanta e l'inizio del duemila ed affermatasi come nuova zona commerciale della città.
Rione Capodimonte - Ponticelli
Il rione Capodimonte - Ponticelli si trova in un'altra zona elevata della città ed è l'ultimo agglomerato urbano sviluppatosi a Benevento intorno agli anni '70, ad est del centro cittadino, dal quale è separato dal torrente San Nicola, affluente del fiume Calore. Da questo quartiere si può accedere direttamente alla zona industriale "Ponte Valentino". Ivi è ubicato il carcere di Benevento con la casa circondariale del Ministero della Giustizia, la stazione dei Vigili del fuoco e due importanti luoghi di culto: la chiesa di San Pasquale nella zona Ponticelli e quella di San Giuseppe Moscati nella zona Capodimonte.
Contrade
- Cancelleria
- Cellarulo
- Ciancelle
- Cretarossa
- Epitaffio
- Madonna della Salute
- Mosti
- Olivola
- Piano Cappelle
- Pino
- Pontecorvo
- San Chirico
- San Vitale
- Scafa
- Santa Clementina
- Torre Alfieri
Altre Contrade di Benevento
Altre località rilevanti sparse per il territorio comunale di Benevento sono: Acquafredda, Ariella, Badessa, Caprarella, Cardoncielli, Cardoni, Catalano, Chiumiento, Ciancelle, Ciofani, Coluonni, Cretazzo, Fontana Margiacca, Francavilla, Gran Potenza, Imperatore, La Francesca, La Vipera, Lammia, Le Murate, Mascambruni, Masseria del Ponte, Masseria Grasso, Merici, Monache, Montecalvo, Monteguardia, Monte Pino, Murata, Pantano, Pamparuottolo, Perrottiello, Pezzapiana, Piano Borea, Pino, Ponte delle Tavole, Ponte Valentino, Ripamorta, Ripazecca, Rosetiello, Roseto, San Cumano, San Domenico, San Francesco, San Giovanni a Caprara, Santa Colomba, Sant'Angelo a Piesco, Sant'Angelo di Sotto, Sciabacca, Serretelle, Sponsilli, Torretta, Triemolo, Vallereccia.
Economia
Agricoltura
Il Beneventano è tradizionalmente una zona agricola. Sebbene questa attività interessi soprattutto i comuni della provincia, Benevento non fa eccezione, avendo nel suo territorio comunale ampie zone rurali. Tra le principali coltivazioni, l'uva, le olive e il tabacco.
Industria
Il settore secondario è piuttosto dinamico, soprattutto al livello delle piccole imprese. L'industria più sviluppata è quella alimentare, che comunque non raggiunge grandi dimensioni: in particolare sono importanti le industrie dolciarie (produzione del famoso torrone), ma vi è anche lo storico pastificio Rummo. Sono presenti inoltre industrie tessili, edili, metalmeccaniche, di lavorazione delle pelli e del legno. Presente anche l'attività artigianale.
Infrastrutture e trasporti
Strade
- Strada statale 87 Sannitica → verso Campobasso, innesto con autostrada A14
- Strada statale 372 Telesina → verso Telese Terme, innesto con autostrada A1
- Strada statale 90 bis delle Puglie → verso Foggia, innesto con autostrada A14
- Strada statale 7 Via Appia → verso Napoli e Caserta, innesto con autostrada A1 e autostrada A30
- strada statale 212 della Val Fortore → verso Pietrelcina, San Marco dei Cavoti e San Bartolomeo in Galdo innesto con SS 17
- Raccordo autostradale 9 → verso San Giorgio del Sannio, innesto con autostrada A16
- Anello tangenziale di Benevento
- La città è collegata rispettivamente all'autostrada A16, tramite il Raccordo autostradale 9 dal casello di Benevento, e all'autostrada A1, tramite la SS 372 Telesina che raggiunge Caianello. La strada statale 87 Sannitica raggiunge Campobasso e Termoli, permettendo di allacciarsi all'autostrada A14. Benevento, tuttavia, si trova al centro di una rete viaria ancora migliorabile: in particolare si avverte la mancanza di una via comoda e diretta per raggiungere il Napoletano, dato che la via più diretta è la strada statale 7 Via Appia (che collega la città a Caserta), percorrendo la quale però è necessario uscire su strade secondarie nei pressi di Arienzo e immettersi poi nella rete viaria della città metropolitana di Napoli.
Ferrovie
La stazione principale di Benevento è situata sulla linea Napoli - Foggia e pertanto risulta essere uno snodo da e per Roma verso la Puglia. In tale stazione fermano i treni Alta Velocità Frecciargento di Trenitalia che collegano Roma a Lecce e che rendono il tempo di viaggio tra il capoluogo sannita e la capitale inferiore alle due ore. Il collegamento con Napoli è assicurato dalla linea Benevento - Cancello, la storica Ferrovia Caudina, costruita nel 1913, ora gestita da MetroCampania NordEst. I restanti treni regionali qui attestati effettuano servizio verso Caserta, Avellino, Salerno, Foggia e Campobasso, benché su tale ultima direttrice il servizio passeggeri di Trenitalia sia ormai effettuato quasi totalmente da autobus sostitutivi.
Le linee afferenti alla stazione di Benevento sono:
- linea Napoli - Foggia
- linea Benevento - Cancello
- linea Benevento - Avellino
- linea Benevento–Campobasso
- linea Campobasso-Napoli
- linea Roma-Brindisi
- linea Benevento-Salerno
- linea Caserta-Potenza
Oltre alla menzionata stazione principale, la città dispone di 7 stazioni secondarie:
- Benevento Centrale (Piazza Colonna)
- Benevento Appia
- Benevento Rione Libertà
- Benevento Arco Traiano
- Benevento Porta Rufina
- Benevento Acquafredda
- Benevento Cese
- Benevento Pontecorvo
All'interno del territorio comunale di Benevento sorgono infine le due stazioni di Vitulano-Foglianise (in contrada Scafa) e Paduli sul Calore (nell'area industriale di Ponte Valentino), entrambe ricostruite ex-novo secondo criteri moderni ed inaugurate nel 1997 ma poi definitivamente chiuse tra il 2000 e il 2005.
Aeroporti
- Benevento-Olivola (BEO) 3 km; (aviosuperficie per attività turistica, ultraleggeri)
Mobilità urbana
I trasporti urbani e interurbani di Benevento vengono svolti con autoservizi di linea della società Trotta Bus, gestiti fino al 14 gennaio 2017[32]dalla AMTS.
Amministrazione
Nome | Mandato | Partito | |
---|---|---|---|
Inizio | Fine | ||
Pasquale Viespoli | 7 dicembre 1993 | 23 maggio 1996 | Movimento Sociale Italiano |
Armando Levante | 23 maggio 1996 | 2 dicembre 1996 | Commissario prefettizio |
Pasquale Viespoli | 2 dicembre 1996 | 5 aprile 2001 | Alleanza Nazionale |
Giuseppe Giordano | 6 aprile 2001 | 29 maggio 2001 | Commissario prefettizio |
Sandro D'Alessandro | 30 maggio 2001 | 29 maggio 2006 | Alleanza Nazionale |
Fausto Pepe | 30 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | UDEUR Partito Democratico |
15 maggio 2011 | 20 giugno 2016 | ||
Clemente Mastella | 20 giugno 2016 | in carica | Forza Italia Noi Campani |
Sport
Atletica leggera
- Libertas Amatori Atletica Benevento, la principale società cittadina, nata nel 1978.
Sono presenti anche associazioni sportive dilettantistiche:
- Amatori Podismo Benevento, Astro 2000, Podisti Alto Sannio.
Due sono le maggiori manifestazioni di atletica:
- Strabenevento, che si svolge il 1º maggio, organizzata dalla Podismo Amatori Benevento;
- Mezza Maratona del Sannio, che si svolge la seconda domenica del mese di ottobre ed è organizzata dalla Podisti Alto Sannio.
Calcio
- Il Benevento Calcio, fondato nel 1929, è stato promosso per la prima volta nella sua storia in Serie B il 30 aprile 2016. Ha poi ottenuto anche la prima promozione in Serie A l'8 giugno 2017, ed una seconda promozione il 31 luglio 2020.
- La Forza e Coraggio Benevento milita in Promozione campana ed ha disputato due campionati di Serie D.
Calcio a 5
- La Virtus Benevento Calcio a 5, sciolta nel 2007, ha disputato un campionato di Serie A2.
- Il Maleventum, che disputa il campionato di Serie C1[senza fonte]
- La Stregoni Five Soccer, che milita in Serie C2[senza fonte]
Ciclismo
Per otto volte Benevento è stata sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia:
- 1925 7ª tappa Bari-Benevento, vinta da Costante Girardengo;
- 1965 4ª tappa Rocca di Cambio-Benevento, vinta da Adriano Durante;
- 1971 3ª tappa Potenza-Benevento, vinta da Ercole Gualazzini;
- 1973 11ª tappa Lanciano-Benevento, vinta da Roger De Vlaeminck;
- 1978 7ª tappa Silvi Marina-Benevento, vinta da Giuseppe Saronni;
- 2002 10ª tappa Maddaloni-Benevento, vinta da Robbie McEwen;
- 2009 18ª tappa Sulmona-Benevento, vinta da Michele Scarponi;
- 2016 5ª tappa Praia a Mare-Benevento, vinta da André Greipel.
Per una volta invece è stata sede di partenza di tappa:
- 2015 9ª tappa Benevento-San Giorgio del Sannio.
Karate
- La Seishinkan Benevento, fondata nel 1998, è la società più famosa[33].
Pallacanestro
- La Magic Team 92 Benevento, che ha disputato come massimo campionato la Serie B;
- La Meomartini Benevento, che milita in serie C2;
- La Pallacanestro Benevento, che milita in serie C2.
Pallavolo
- La Volley Benevento, formazione maschile, che dalla stagione 2013-14, milita in serie B2. La formazione femminile ha disputato, nella stagione 2016-17, il campionato di serie B1.
Rugby
- Il Rugby Benevento, nato nel 1966, è stato campione italiano under 15 nel campionato 2005/2006 e campione italiano under 19 nel 2006/2007;
- L'Unione Rugby Sannio, nata nel 1998 dalla scissione di alcuni soci del Rugby Benevento, milita in serie B;
- La Gladiatori Sanniti, franchigia non più esistente, che ha militato in Serie A2.
Pallamano
- La squadra maschile cittadina di pallamano "A.S.D.Pallamano Benevento " gioca in serie A2.
- La squadra maschile cittadina di pallamano "Valentino Ferrara" gioca in serie A2
Impianti sportivi
In città sono presenti:
- 3 stadi:
- Stadio Ciro Vigorito, già Stadio Santa Colomba, dedicato al calcio, inaugurato il 9 settembre 1979. Reintitolato nel 2010 a Ciro Vigorito. Può ospitare 16.000 spettatori
- Stadio Gennaro Meomartini, dedicato al calcio
- Stadio Pacevecchia, dedicato al rugby
- 2 impianti polivalenti coperti:
Note
- ^ municipio, min 80 - max 300
- ^ a b Dato Istat - Popolazione al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ DiPI online, su dipionline.it. URL consultato il 17 luglio 2012.
- ^ a b Venanzio Vari, Il clima di Benevento, 1920, pag. 64
- ^ a b Venanzio Vari, Il clima di Benevento, 1920, pag. 65
- ^ Citato in Gianandrea de Antonellis, Storia di Benevento, Edizioni Realtà Sannita, pg.67
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Galleria fotografica dei ritrovamenti nel Duomo sul sito del giornale Il Quaderno
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ istat.it, https://www.istat.it/it/files/2017/05/Urbanizzazione.pdf .
- ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 20 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
- ^ [1]
- ^ Classifica de Il Sole 24 Ore sull qualità della vita, Benevento migliora | Sanniopress Archiviato il 26 agosto 2014 in Internet Archive.
- ^ Qualità della vita 2011, su ilsole24ore.com. URL consultato il 6 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2013).
- ^ Qualità della vita a Benevento: Italia Oggi ci colloca al 94º posto | NTR24, su ntr24.tv. URL consultato il 9 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2014).
- ^ ItaliaOggi: Benevento 94ª nella classifica sulla qualità della vita - ilQuaderno.it
- ^ https://www.labtv.net/attualita/2017/06/23/benevento-apre-i-battenti-il-geobiolab/
- ^ Istituto Superiore di Scienze Religiose "Redemptor hominis".
- ^ Scuola La Tecnica
- ^ Luca Aquino - home, su www.lucaaquino.com. URL consultato il 28 agosto 2015.
- ^ a b il "cardone" natalizio beneventano, su cookaround.com. URL consultato il 9 aprile 2012 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012).
- ^ Cardone (Benevento) Ristoranti per Gruppi, su ristogruppi.it. URL consultato il 9 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2014).
- ^ [2]
- ^ https://www.beneventolongobarda.it
- ^ BCT, su festivalbeneventocinematv.it.
- ^ [3]
- ^ Sul piedistallo del crocefisso è incisa un'epigrafe dettata da padre Innocenzo Polcari, latinista e prefetto del Seminario Arcivescovile di Benevento: «BONE VIATOR / GRADUS QUAESO SISTE TUOS / UT CRUCEM VEREARIS / CUIUS SUPPLICIO / CHRISTUS / GENUS HOMINUM SERVITUTE LIBERAVIT / MCMVI», trad. «Buon viandante, di grazia, ferma i tuoi passi, affinché veneri la croce, soffrendo la quale Cristo liberò l'uomo dalla servitù».
- ^ Gaetano Rummo
- ^ [4]
- ^ https://www.trotta.it/rp.aspx?p=benevento
- ^ https://m.ilquaderno.it/seishinkan-benevento-%c3%a8-vice-campione-mondo-4010.html
Bibliografia
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Illustrazioni e guide
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Opere e scritti di carattere generale
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- Piccinato L., Urbanistica medioevale in L'urbanistica dell'antichità ad oggi, Firenze, sansoni, 1943.
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Enciclopedie e dizionari
- Enciclopedia italiana, III (Via Appia), VI e Appendice I (Benevento), VIII (Campania: Arte, preistoria, vasi campani; caudio), XXIV (Arte neoclassica: F. Caggiano) XXVI (Pitone; Paleografia latina: scrittura beneventana), XXVII (battenti delle porte), XXX (Arte romanica; Saticula, S. Agata dei Goti; Telese) Appendice II (Piccinato)
Voci correlate
- Sannio
- Provincia di Benevento
- Storia di Benevento
- Centro storico di Benevento
- Dialetto beneventano
- Raccordo autostradale 9
- Pasta Rummo
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina su Benevento
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- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Benevento»
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- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Benevento
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su comune.benevento.it.
- Benevento, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Michelangelo Schipa, Emilio Lavagnino, Raffaele Corso, Goffredo Bendinelli, Ottorino Bertolini e Gaetano De Sanctis, BENEVENTO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 134817535 · ISNI (EN) 0000 0001 2162 2878 · SBN BVEL000338 · LCCN (EN) n79015627 · GND (DE) 4005494-9 · BNE (ES) XX459317 (data) · BNF (FR) cb11862403j (data) · J9U (EN, HE) 987007554961105171 |
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