Modifica di Casa dell'acqua
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La proposta di Direttiva europea cosiddetta "Drinking Water Directive"<ref>{{cita pubblicazione|formato=pdf|lingua=en|url=https://op.europa.eu/o/opportal-service/download-handler?identifier=13def1fc-5711-11ea-8b81-01aa75ed71a1&format=pdf&language=en&productionSystem=cellar&part=|titolo=Proposal for a Directive of the European Parliament and of the Council on the quality of water intended for human consumption (recast)|autore=Consiglio dell'Unione europea|data=24 febbraio 2020}}</ref>, oltre a quanto già previsto dalla Direttiva del Consiglio 98/83/CE (recepita nel D.Lgs. 31/2001), rafforza i seguenti punti: miglioramento / controllo qualitativo dell'acqua distribuita dalla rete che può portare minor ricorso all'acqua in bottiglia, ma anche "accesso all'acqua pubblica, in particolare installando dispositivi in spazi interni e luoghi pubblici esterni, e anche con azioni che promuovano l'uso di erogatori in edifici pubblici o che facilitino il suo consumo e invoglino a prediligerla nel settore bar / ristorazione" (punto 29, pag. 25 Direttiva). "Migliori informazioni sull'acqua pubblica, consapevolezza sulla sua qualità, e maggiori occasioni per usufruirne porterebbero ad una riduzione nell'uso e smaltimento della plastica, a una riduzione dei gas a effetto serra e a un impatto positivo su cambiamenti climatici" (punto 33, pag. 28 Direttiva). Sono le stesse raccomandazioni già esposte poco sopra. |
La proposta di Direttiva europea cosiddetta "Drinking Water Directive"<ref>{{cita pubblicazione|formato=pdf|lingua=en|url=https://op.europa.eu/o/opportal-service/download-handler?identifier=13def1fc-5711-11ea-8b81-01aa75ed71a1&format=pdf&language=en&productionSystem=cellar&part=|titolo=Proposal for a Directive of the European Parliament and of the Council on the quality of water intended for human consumption (recast)|autore=Consiglio dell'Unione europea|data=24 febbraio 2020}}</ref>, oltre a quanto già previsto dalla Direttiva del Consiglio 98/83/CE (recepita nel D.Lgs. 31/2001), rafforza i seguenti punti: miglioramento / controllo qualitativo dell'acqua distribuita dalla rete che può portare minor ricorso all'acqua in bottiglia, ma anche "accesso all'acqua pubblica, in particolare installando dispositivi in spazi interni e luoghi pubblici esterni, e anche con azioni che promuovano l'uso di erogatori in edifici pubblici o che facilitino il suo consumo e invoglino a prediligerla nel settore bar / ristorazione" (punto 29, pag. 25 Direttiva). "Migliori informazioni sull'acqua pubblica, consapevolezza sulla sua qualità, e maggiori occasioni per usufruirne porterebbero ad una riduzione nell'uso e smaltimento della plastica, a una riduzione dei gas a effetto serra e a un impatto positivo su cambiamenti climatici" (punto 33, pag. 28 Direttiva). Sono le stesse raccomandazioni già esposte poco sopra. |
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==Vantaggi per l'ambiente== |
==Vantaggi per l'ambiente== |
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Il vantaggio principale deriva dalla riduzione nel consumo di acqua confezionata in bottiglie, per lo più in plastica PET (polietilene tereftalato) vergine e relativi tappi in PE (polietilene). Tutte le varie fasi della catena dell'acqua in bottiglia contribuiscono a generare un carico per l'ambiente: produzione della plastica vergine e delle bottiglie stesse, trasporto primario e secondario sino ai supermercati, conferimento delle bottiglie usate come rifiuto con ulteriore trasporto e processamento in centri per il riciclo. Inoltre secondo i dati di [[Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica|Corepla]] solo il 55% della plastica raccolta è idonea ad essere realmente riciclata<ref>{{cita pubblicazione|formato=pdf|url=https://www.corepla.it/sites/default/files/documenti/corepla_relazione_gestione_2021.pdf|titolo=Relazione sulla gestione 2012|data=11 maggio 2022|autore=Corepla|accesso=28 maggio 2022|dataarchivio=12 maggio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220512144750/https://www.corepla.it/sites/default/files/documenti/corepla_relazione_gestione_2021.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Le bottiglie in vetro con vuoto a rendere, seppur evitino di produrre nuova plastica, non costituiscono un effettivo vantaggio ambientale<ref name="Ferrara">{{cita pubblicazione|formato=pdf|url=https://mdpi-res.com/d_attachment/recycling/recycling-06-00050/article_deploy/recycling-06-00050.pdf|titolo=LCA of Glass Versus PET MineralWater Bottles: An Italian Case Study|autore1=Carmen Ferrara|autore2=Giovanni De Feo|autore3=Vincenza Picone|rivista=Recycling|anno=2021|volume=6|numero=50|doi=10.3390/recycling6030050}}<!--LCA glass vs PET. Media 185 gCO2/bott (bott. da 1l sia vetro che PET)--></ref>. |
Il vantaggio principale deriva dalla riduzione nel consumo di acqua confezionata in bottiglie, per lo più in plastica PET (polietilene tereftalato) vergine e relativi tappi in PE (polietilene). Tutte le varie fasi della catena dell'acqua in bottiglia contribuiscono a generare un carico per l'ambiente: produzione della plastica vergine e delle bottiglie stesse, trasporto primario e secondario sino ai supermercati, conferimento delle bottiglie usate come rifiuto con ulteriore trasporto e processamento in centri per il riciclo. Inoltre secondo i dati di [[Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica|Corepla]] solo il 55% della plastica raccolta è idonea ad essere realmente riciclata<ref>{{cita pubblicazione|formato=pdf|url=https://www.corepla.it/sites/default/files/documenti/corepla_relazione_gestione_2021.pdf|titolo=Relazione sulla gestione 2012|data=11 maggio 2022|autore=Corepla|accesso=28 maggio 2022|dataarchivio=12 maggio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220512144750/https://www.corepla.it/sites/default/files/documenti/corepla_relazione_gestione_2021.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Le bottiglie in vetro con vuoto a rendere, seppur evitino di produrre nuova plastica, non costituiscono un effettivo vantaggio ambientale<ref name="Ferrara">{{cita pubblicazione|formato=pdf|url=https://mdpi-res.com/d_attachment/recycling/recycling-06-00050/article_deploy/recycling-06-00050.pdf|titolo=LCA of Glass Versus PET MineralWater Bottles: An Italian Case Study|autore1=Carmen Ferrara|autore2=Giovanni De Feo|autore3=Vincenza Picone|rivista=Recycling|anno=2021|volume=6|numero=50|doi=10.3390/recycling6030050}}<!--LCA glass vs PET. Media 185 gCO2/bott (bott. da 1l sia vetro che PET)--></ref>. |