Catalogo Biamonti: differenze tra le versioni

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Il '''Catalogo Biamonti''' è uno dei cataloghi delle opere di [[Ludwig van Beethoven]], curato dal musicologo italiano [[Giovanni Biamonti]] e pubblicato nel [[1968]]. Il catalogo Biamonti è un ampliamento del [[Catalogo Hess]] e, come quello di [[Willy Hess]], cataloga tutte le opere - in senso lato - che non erano ricomprese nella vecchia ''Gesamtausgabe'' ottocentesca pubblicata dalla [[Breitkopf & Härtel]] di [[Lipsia]] e ne aggiunge molte altre ritrovate successivamente all'ultima edizione del [[Catalogo Hess]]. Come il [[Catalogo Hess]], anche il Catalogo Biamonti contiene opere incompiute - spesso di cui si ha solo notizia storica e che sono andate perdute -, abbozzi continuativi, piccoli pezzi, studi, frammenti, secondo un'idea più allargata e flessibile del concetto di ''opera'' musicale che non necessariamente deve essere compiuta, ma la cui utilità ai fini dello studio del processo compositivo del musicista è di significativa importanza. In questo senso Biamonti nel suo catalogo è stato anche più radicale di [[Willy Hess]], e ha esteso notevolmente il numero delle opere catalogate. Molti numeri del Catalogo Biamonti sono anche catalogati nel [[Catalogo Kinsky/Halm]].
Il '''Catalogo Biamonti''' è un [[Catalogo musicale|catalogo]] delle opere di [[Ludwig van Beethoven]], curato dal musicologo italiano [[Giovanni Biamonti]]. Pubblicato nel [[1968]], rappresenta sino ad oggi l'esperimento editoriale più ampio di classificazione dell'archivio beethoveniano. Oltre a comprendere i 138 numeri d'''[[Opus (musica)|Opus]]'', i 205 ''[[WoO]]'' del [[Catalogo Kinsky/Halm]], i 335 numeri del [[Catalogo Hess]], già precedentemente catalogati, Biamonti include una importante appendice di revisione ai tre cataloghi cosiddetti ''ufficiali'', corredandoli di un proprio personale catalogo comprendente tutti gli ulteriori frammenti, abbozzi non utilizzati, appunti, spunti, accenni musicali vari inutilizzati sparsi nelle lettere, nei fogli d'album, nei quaderni di abbozzi e nei quaderni di conversazione conosciuti al momento della sua pubblicazione.

Sotto questo profilo Biamonti nel suo catalogo risulta un tantino più radicale dello stesso [[Willy Hess|Hess]], introducendo un'idea più allargata e flessibile del concetto di ''opera'' musicale non necessariamente compiuta, bensì di indubbia utilità ai fini dello studio del processo compositivo del musicista.


==Bibliografia==
==Bibliografia==
*[[Giovanni Biamonti]], ''Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven : comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati'', Torino, ILTE ([[Ilte|Industria Libraria Tipografica Editrice]]), 1968, p. 1201
*[[Giovanni Biamonti]], ''Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven: comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati'', Torino, ILTE ([[Ilte|Industria Libraria Tipografica Editrice]]), 1968, 1201 pagine


Veniva venduto anche in un cofanetto di tre volumi, che conteneva anche i seguenti due volumi:
Il catalogo veniva venduto anche in un cofanetto di tre volumi, che conteneva anche i seguenti due volumi:


*[[Georg Schunemann]], ''I quaderni di conversazione di Beethoven / a cura di Georg Schunemann per incarico della Biblioteca di Stato Prussiana ([[Preussische Staatsbibliothek Berlin]]) / Quaderni 1-37 ([[1818]] - [[1823]]) / prima versione italiana a cura di [[Guglielmo Barblan]]'', Torino, ILTE (Industria Libraria Tipografica Editrice), 1968, p. 1449
*[[Georg Schünemann]], ''I quaderni di conversazione di Beethoven / a cura di Georg Schünemann per incarico della Biblioteca di Stato Prussiana ([[Biblioteca di Stato di Berlino|Preußische Staatsbibliothek Berlin]]) / Quaderni 1-37 (1818 - 1823) / prima versione italiana a cura di [[Guglielmo Barblan]]'', Torino, ILTE (Industria Libraria Tipografica Editrice), 1968, 1449 pagine


*[[Emily Anderson]], ''Le lettere di Beethoven / Raccolte, trascritte e tradotte con introduzione, appendici note ed indici a cura di [[Emily Anderson]]'', Torino, ILTE (Industria Libraria Tipografica Editrice), 1968, p. 1739
*[[Emily Anderson]], ''Le lettere di Beethoven / Raccolte, trascritte e tradotte con introduzione, appendici note ed indici a cura di [[Emily Anderson]]'', Torino, ILTE (Industria Libraria Tipografica Editrice), 1968, 1739 pagine


==Voci correlate==
==Voci correlate==
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*[[Willy Hess]]
*[[Willy Hess]]
*[[Catalogo Hess]]
*[[Catalogo Hess]]
*[[Lista delle composizioni di Ludwig van Beethoven]]
*[[Composizioni di Ludwig van Beethoven]]


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Il Catalogo Biamonti è un catalogo delle opere di Ludwig van Beethoven, curato dal musicologo italiano Giovanni Biamonti. Pubblicato nel 1968, rappresenta sino ad oggi l'esperimento editoriale più ampio di classificazione dell'archivio beethoveniano. Oltre a comprendere i 138 numeri d'Opus, i 205 WoO del Catalogo Kinsky/Halm, i 335 numeri del Catalogo Hess, già precedentemente catalogati, Biamonti include una importante appendice di revisione ai tre cataloghi cosiddetti ufficiali, corredandoli di un proprio personale catalogo comprendente tutti gli ulteriori frammenti, abbozzi non utilizzati, appunti, spunti, accenni musicali vari inutilizzati sparsi nelle lettere, nei fogli d'album, nei quaderni di abbozzi e nei quaderni di conversazione conosciuti al momento della sua pubblicazione.

Sotto questo profilo Biamonti nel suo catalogo risulta un tantino più radicale dello stesso Hess, introducendo un'idea più allargata e flessibile del concetto di opera musicale non necessariamente compiuta, bensì di indubbia utilità ai fini dello studio del processo compositivo del musicista.

Il catalogo veniva venduto anche in un cofanetto di tre volumi, che conteneva anche i seguenti due volumi:

  • Emily Anderson, Le lettere di Beethoven / Raccolte, trascritte e tradotte con introduzione, appendici note ed indici a cura di Emily Anderson, Torino, ILTE (Industria Libraria Tipografica Editrice), 1968, 1739 pagine

Voci correlate

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