Chiesa malankarese: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ivanomi (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Ivanomi (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 14: Riga 14:


==Storia della Chiesa malankarese==
==Storia della Chiesa malankarese==
{{vedi anche|Cristiani di San Tommaso|Cristianesimo in India}}
:''Vedi anche: ''[[Cristianesimo in India]] e [[Cristiani di San Tommaso]]
Come i Cristiani di San Tommaso, la Chiesa Malankara trae le sue origini da [[Tommaso Apostolo]], che ha proseliti in India fin dal I secolo. Diversi racconti della tradizione lo danno in arrivo via mare<ref name="T.K. Joseph 1955 27">Joseph, p. 27.</ref> o via terra.<ref name=Frykenberg93>Frykenberg, p. 93.</ref> Non vi è alcuna prova diretta contemporanea dell'arrivo di San Tommaso in India, ma un [[Ebreo]] romano come Tommaso Apostolo avrebbe certamente potuto effettuare tale viaggio; comunità come gli [[Ebrei di Cochin]] e i [[Bene Israel]] sono note per essere esistite in India in quel periodo.<ref name=Frykenberg103>Frykenberg, p. 103.</ref> Il primo testo con collegamenti a San Tommaso in India sono gli ''[[Atti di Tommaso]]'', scritti a [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] forse nel II secolo.<ref name=Frykenberg93/> Alcuni prime fonti indiane, come il "Thomas Parvam" o "Canzone di Tommaso", hanno fatto espandere ulteriormente la tradizione dell'arrivo dell'apostolo e le attività in India e altrove.<ref name=Frykenberg92/> Secondo la tradizione, si recò dapprima nel quartiere di Maliankara ([[Paravur]]) fondando le [[Cristiani di San Tommaso|Sette Chiese]], la ''Ezharapallikal'': [[Kodungallur|Cranganore]] ([[lingua malayalam|malayalam]]:കൊടുങ്ങല്ലൂര്‍), [[Paravoor]] (Kottakavu)([[lingua malayalam|malayalam]]:കോട്ടക്കാവ്), [[Palayoor]] ([[lingua malayalam|malayalam]]:പാലയൂര്‍), [[Kokkamangalam]] ([[lingua malayalam|malayalam]]:കൊക്കമംഗലം), [[Niranam]] ([[lingua malayalam|malayalam]]:നിരണം ), [[Kayalpatnam|Chayal]] (Nilackal) ([[lingua malayalam|malayalam]]:നിലക്കല്‍) e [[Kollam]] (Quilon) ([[lingua malayalam|malayalam]]:കൊല്ലം ).<ref name = LBrown>Menachery G; 1973, 1982, 1998; Leslie Brown, 1956</ref> [[Eusebio di Cesarea]] afferma che il suo méntore [[Panteno]] visse in una comunità cristiana in India nel II secolo,<ref name=Frykenberg103/><ref>''[[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Storia ecclesiastica]]'' di Eusebio. Libro V, Capitolo X.</ref> mentre i riferimenti alla missione indiana di San Tommaso appaiono nelle opere di scrittori del III e IV secolo dell'[[Impero Romano]], tra cui [[Ambrogio di Milano]], [[Gregorio di Nazianzo]], [[San Girolamo]], e [[Efrem il Siro]],<ref>McVey, Kathleen E (trad.) (1989). ''Ephrem the Syrian: hymns''. Paulist Press. ISBN 0-8091-3093-9.</ref> mostra che la tradizione di San Tommaso era ben diffusa in tutto il mondo cristiano a quel tempo.<ref name=Baum52>Baum, p. 52.</ref>

Qualunque sia la storicità della tradizione di San Tommaso, la prima presenza cristiana organizzata in India risale al III secolo, quando i coloni e missionari di [[Rito caldeo|rito siriaco orientale]] provenienti dalla [[Persia]], membri della [[Chiese orientali antiche|Chiesa d'Oriente]] e della [[Chiesa assira d'Oriente|Chiesa nestoriana]], si stabilirono nel [[Kerala]].<ref>Frykenberg, pp. 102–107; 115.</ref> I [[Cristiani di San Tommaso]] segnano l'ulteriore crescita della loro comunità con la missione di [[Tommaso di Cana]], un [[Nestorianesimo|Nestoriano]] che, dal Medio Oriente, si stabilì nel Kerala per alcuni anni tra il IV e l'VIII secolo.<ref name=Baum52/> Il sottogruppo dei Cristiani di San Tommaso conosciuto come i [[Knanaya]] (Sudisti) fanno risalire le loro origini a Tommaso di Cana, mentre il gruppo noto come i [[Cristiani di San Tommaso|Nordisti]] (Nasrani) rivendicano la discendenza dagli indigeni convertiti dall'Apostolo Tommaso che si sposarono con i figli di Tommaso di Cana avuti dalla sua [[concubina]], o seconda moglie.<ref name=Baum52/>

Mentre la comunità è cresciuta e l'immigrazione dei siriani dell'Est ("Caldei") è aumentata, si è rafforzato il legame con la Chiesa d'Oriente, al cui vertice era la città mesopotamica di [[Seleucia al Tigri|Seleucia]]-[[Ctesifonte]]. Dal IV secolo il [[Lista dei Patriarchi della Chiesa d'Oriente|Patriarca della Chiesa d'Oriente]] fornì all'India il clero, i testi sacri e le infrastrutture ecclesiastiche, e attorno al 650 il Patriarca [[Ishoyahb III]] consolidò la gerarchia della Chiesa dell'Est sulla comunità cristiana di San Tommaso.<ref>Baum, p. 53.</ref> Nell'VIII secolo il Patriarca Nestoriano [[Timoteo I]] organizzò la comunità istituendo la [[Provincia ecclesiastica]] dell'India, una delle grandi province esterne (lontane e staccate dai territori) delle chiese orientali. Da questo momento la Provincia dell'India fu guidata da un [[Metropolita|vescovo metropolita]], proveniente dalla Persia, il "Vescovo Metropolita della Sede di San Tommaso e di tutta la Chiesa cristiana dell'India".<ref name=Baum52/> La sua sede metropolita fu probabilmente a [[Kodungallur|Cranganore]], (o forse [[Mylapore]]), dove si trovava il santuario di San Tommaso.<ref name=Baum52/> Sotto di lui vi erano un numero variabile di vescovi, così come un [[Arcidiacono]] nativo, che aveva autorità sul clero e che deteneva anche un forte potere temporale.<ref name=Baum52/>

===L'Arcidiacono nella Chiesa Malankarese===
La carica di [[Arcidiacono]] (il più alto grado di sacerdote non di rango [[vescovo|vescovile]]) ha avuto una grande importanza nella chiesa di India nei secoli che hanno portato alla formazione di una Chiesa indipendente Malankarese. Anche se giuridicamente subordinata al [[Metropolita]], l'arcidiacono esercitava un grande potere spirituale e temporale: era sia la guida civile della comunità sia il capo effettivo della Chiesa indiana in tempi in cui il vescovo della provincia ecclesiastica era vacante. A differenza del vescovo Metropolita, che era sempre un siriano d'Oriente inviato dal [[Patriarca]], l'arcidiacono era un [[Cristiani di San Tommaso|cristiano di San Tommaso]] nativo o indigeno. La carica fu per secoli ereditaria, appartenendo alla famiglia [[Pakalomattam]], che sostenne di avere un collegamento privilegiato o diretto con Tommaso Apostolo.<ref name=Baum52/><ref>Vadakkekara, pp. 271–272.</ref>

Non si hanno molte informazioni sull'arcidiaconato nel periodo precedente all'arrivo dei portoghesi, ma il patriarca nestoriano [[Timoteo I]] (780 - 823) chiamò l'Arcidiacono dell'India "capo dei fedeli in India", il che implica un rango elevato, almeno in quel momento.<ref>Vadakkekara, pp. 271.</ref> Nel periodo documentato della sua storia, l'incarico di arcidiacono è sostanzialmente diverso in India che nel resto delle chiese orientali o di altre Chiese cristiane. Nella Chiesa d'Oriente intesa in senso lato, ogni vescovo è stato affiancato da un arcidiacono al suo seguito, ma in India vi era sempre e solo un arcidiacono, anche quando la provincia aveva diversi vescovi territoriali.<ref>Vadakkekara, p. 272.</ref>

Dopo il crollo della gerarchia della Chiesa d'Oriente in gran parte dell'Asia, avvenuto nel XIV secolo, l'India è stata di fatto tagliata fuori dal cuore della Chiesa della Mesopotamia e il contatto formale fu reciso. Verso la fine del XV secolo, l'India non aveva Vescovo metropolita da diverse generazioni, e l'autorità tradizionalmente associata con lo stesso era stata rivestita dall'arcidiacono.<ref name=Baum105>Baum, p. 105.</ref> Nel 1491 l'arcidiacono mandò degli inviati al Patriarca della Chiesa d'Oriente, così come al [[Patriarcato di Alessandria|Papa Copto]] della [[Chiesa ortodossa copta|Chiesa di Alessandria]] e al patriarca [[Chiesa ortodossa siriaca|siro-ortodosso]] di [[Antiochia]], con la richiesta di un nuovo vescovo per l'India. Il Patriarca della Chiesa d'Oriente [[Shemʿon IV Basidi]] rispose consacrando due vescovi, Thoma e Yuhanon, inviandoli in missione in India.<ref name=Baum105/> Questi vescovi aiutarono a ricostruire le gerarchie ecclesiastiche e ristabilire i legami fraterni con il patriarcato, ma gli anni di separazione avevano fortemente influenzato la struttura della Chiesa indiana. Anche se ricevuto col massimo rispetto, il metropolita è stato trattato come un ospite nella propria diocesi; l'arcidiacono si era saldamente affermato come il vero detentore del potere nella comunità Malankarese.<ref>Vadakkekara, p. 274.</ref>

===I tre decreti del XIII secolo===
===I tre decreti del XIII secolo===
I governanti del [[Kerala]], in segno di apprezzamento per i loro servigi, hanno concesso ai Nazareni diritti vari e privilegi che sono stati scritti su lastre di rame. Si tratta di tre decreti conosciuti come Cheppeds, garanzie o privilegi reali, Sasanam ecc.<ref name= "SG Pothen">Syrian Christians of Kerala- SG Pothen- page 32-33 ( 1970)</ref> Cinque fogli degli stessi sono ora sotto la custodia della [[Chiesa siro-malankarese Mar Thoma]] con sede a Thiruvalla. I tre decreti sono:
I governanti del [[Kerala]], in segno di apprezzamento per i loro servigi, hanno concesso ai Nazareni diritti vari e privilegi che sono stati scritti su lastre di rame. Si tratta di tre decreti conosciuti come Cheppeds, garanzie o privilegi reali, Sasanam ecc.<ref name= "SG Pothen">Syrian Christians of Kerala- SG Pothen- page 32-33 ( 1970)</ref> Cinque fogli degli stessi sono ora sotto la custodia della [[Chiesa siro-malankarese Mar Thoma]] con sede a Thiruvalla. I tre decreti sono:

Versione delle 14:33, 20 dic 2012

Template:Avvisounicode

Il primo Santo della Chiesa Malankara, Parumala mar Gregorios

La Chiesa malankarese è una chiesa cristiana nata nello stato indiano del Kerala. Fu formata dalla comunità che nel 1653 aderì all'appello dell'Arcidiacono Mar Thoma giurando di non sottostare all'autorità del Padroado portoghese. Successivamente questa comunità è entrata in rapporto con la Chiesa ortodossa siriaca di Antiochia, e da allora è spesso conosciuta come la Chiesa siriaca malankarese[1] (lingua malayalam: Malankara Suriyani Sabha).

Questa voce è parte della serie
Oriente cristiano

Cristo Pantocratore nella basilica di Santa Sofia in Istanbul.

Riti liturgici
Portale Cristianesimo

Come parte della comunità cristiana di San Tommaso, la Chiesa fa risalire le sue origini all'attività evangelica di Tommaso apostolo nel I secolo d.C.[2] Come chiesa indipendente ha avuto origine nella prima divisione importante all'interno della comunità cristiana di San Tommaso. Storicamente, i cristiani di San Tommaso erano stati uniti nella gerarchia e liturgia, e facevano parte della Chiesa d'Oriente, basata in Persia[3]. Tuttavia il crollo della gerarchia della Chiesa d'Oriente in Asia ha lasciato le provincie ecclesiastiche dell'India di fatto isolate, e durante il XVI secolo i Portoghesi, da poco insediatisi a Goa, hanno forzatamente richiamato i Cristiani di San Tommaso verso il Cattolicesimo di Rito Latino (Chiesa di Roma). Il risentimento nei confronti di queste misure ha portato la maggior parte della comunità a unirsi all'arcidiacono Mar Thoma, che giurò di non sottoporsi ai Portoghesi nel Giuramento della Croce Pendente. Alcuni mesi più tardi, Thoma fu ordinato primo indigeno Metropolita di Malankara.

Terminologia

La parola Malankara deriva dal nome dell'isola di "Maliankara" vicino a Muziris, nell'odierno stato del Kerala, che secondo la tradizione è stato il luogo dove Tommaso apostolo arrivò in India.[4] Inizialmente i termini 'Cristiani di Malankara' o 'Nazareni di Malankara' è stato riferito a tutti i Cristiani di San Tommaso,[5] ma in seguito alla scissione il termine è stato generalmente limitato alla comunità fedele a Mar Thoma, distinguendola dalla comunità cattolica.[6] In seguito, molte delle chiese che successivamente si sono ramificate hanno mantenuto la denominazione 'Malankara'.

Al tempo della scissione, il ramo fedele a Mar Thoma è stato chiamato il Puttankuttukar, o "Partito Nuovo", mentre il ramo che ha mantenuto l'obbedienza cattolica è stato denominato il Pazhayakuttukar, o "Partito storico".[7][8][9][10] Il secondo gruppo ha dato origine alla Chiesa cattolica siro-malabarese. Tali denominazioni sono state alquanto controverse, in quanto entrambi i gruppi si consideravano i veri eredi della tradizione di San Tommaso, e consideravano l'altro come eretico.[11]

In seguito all'avvicinamento alla Chiesa ortodossa siriaca, la chiesa malankara è stata spesso conosciuta come la Chiesa Siriaca Malankarese (Malayam മലങ്കര സുറിയാനി സഭ ) con riferimento al rito siriaco occidentale.[1] In quanto tali, sono stati spesso conosciuti come 'Giacobiti', 'Giacobiti Siriani', o 'Siro-Giacobiti', con riferimento alla Chiesa siro-ortodossa di Giacomo Baradeo. Dopo la scissione tra le chiese a supporto del Metropolita e del Patriarca, la denominazione Giacobiti è stata principalmente associata al gruppo di questi ultimi, che sottolineano il loro legame con Antiochia (Rito antiocheno).

Storia della Chiesa malankarese

Vedi anche: Cristianesimo in India e Cristiani di San Tommaso

Come i Cristiani di San Tommaso, la Chiesa Malankara trae le sue origini da Tommaso Apostolo, che ha proseliti in India fin dal I secolo. Diversi racconti della tradizione lo danno in arrivo via mare[12] o via terra.[13] Non vi è alcuna prova diretta contemporanea dell'arrivo di San Tommaso in India, ma un Ebreo romano come Tommaso Apostolo avrebbe certamente potuto effettuare tale viaggio; comunità come gli Ebrei di Cochin e i Bene Israel sono note per essere esistite in India in quel periodo.[14] Il primo testo con collegamenti a San Tommaso in India sono gli Atti di Tommaso, scritti a Edessa forse nel II secolo.[13] Alcuni prime fonti indiane, come il "Thomas Parvam" o "Canzone di Tommaso", hanno fatto espandere ulteriormente la tradizione dell'arrivo dell'apostolo e le attività in India e altrove.[4] Secondo la tradizione, si recò dapprima nel quartiere di Maliankara (Paravur) fondando le Sette Chiese, la Ezharapallikal: Cranganore (malayalam:കൊടുങ്ങല്ലൂര്‍), Paravoor (Kottakavu)(malayalam:കോട്ടക്കാവ്), Palayoor (malayalam:പാലയൂര്‍), Kokkamangalam (malayalam:കൊക്കമംഗലം), Niranam (malayalam:നിരണം ), Chayal (Nilackal) (malayalam:നിലക്കല്‍) e Kollam (Quilon) (malayalam:കൊല്ലം ).[15] Eusebio di Cesarea afferma che il suo méntore Panteno visse in una comunità cristiana in India nel II secolo,[14][16] mentre i riferimenti alla missione indiana di San Tommaso appaiono nelle opere di scrittori del III e IV secolo dell'Impero Romano, tra cui Ambrogio di Milano, Gregorio di Nazianzo, San Girolamo, e Efrem il Siro,[17] mostra che la tradizione di San Tommaso era ben diffusa in tutto il mondo cristiano a quel tempo.[18]

Qualunque sia la storicità della tradizione di San Tommaso, la prima presenza cristiana organizzata in India risale al III secolo, quando i coloni e missionari di rito siriaco orientale provenienti dalla Persia, membri della Chiesa d'Oriente e della Chiesa nestoriana, si stabilirono nel Kerala.[19] I Cristiani di San Tommaso segnano l'ulteriore crescita della loro comunità con la missione di Tommaso di Cana, un Nestoriano che, dal Medio Oriente, si stabilì nel Kerala per alcuni anni tra il IV e l'VIII secolo.[18] Il sottogruppo dei Cristiani di San Tommaso conosciuto come i Knanaya (Sudisti) fanno risalire le loro origini a Tommaso di Cana, mentre il gruppo noto come i Nordisti (Nasrani) rivendicano la discendenza dagli indigeni convertiti dall'Apostolo Tommaso che si sposarono con i figli di Tommaso di Cana avuti dalla sua concubina, o seconda moglie.[18]

Mentre la comunità è cresciuta e l'immigrazione dei siriani dell'Est ("Caldei") è aumentata, si è rafforzato il legame con la Chiesa d'Oriente, al cui vertice era la città mesopotamica di Seleucia-Ctesifonte. Dal IV secolo il Patriarca della Chiesa d'Oriente fornì all'India il clero, i testi sacri e le infrastrutture ecclesiastiche, e attorno al 650 il Patriarca Ishoyahb III consolidò la gerarchia della Chiesa dell'Est sulla comunità cristiana di San Tommaso.[20] Nell'VIII secolo il Patriarca Nestoriano Timoteo I organizzò la comunità istituendo la Provincia ecclesiastica dell'India, una delle grandi province esterne (lontane e staccate dai territori) delle chiese orientali. Da questo momento la Provincia dell'India fu guidata da un vescovo metropolita, proveniente dalla Persia, il "Vescovo Metropolita della Sede di San Tommaso e di tutta la Chiesa cristiana dell'India".[18] La sua sede metropolita fu probabilmente a Cranganore, (o forse Mylapore), dove si trovava il santuario di San Tommaso.[18] Sotto di lui vi erano un numero variabile di vescovi, così come un Arcidiacono nativo, che aveva autorità sul clero e che deteneva anche un forte potere temporale.[18]

L'Arcidiacono nella Chiesa Malankarese

La carica di Arcidiacono (il più alto grado di sacerdote non di rango vescovile) ha avuto una grande importanza nella chiesa di India nei secoli che hanno portato alla formazione di una Chiesa indipendente Malankarese. Anche se giuridicamente subordinata al Metropolita, l'arcidiacono esercitava un grande potere spirituale e temporale: era sia la guida civile della comunità sia il capo effettivo della Chiesa indiana in tempi in cui il vescovo della provincia ecclesiastica era vacante. A differenza del vescovo Metropolita, che era sempre un siriano d'Oriente inviato dal Patriarca, l'arcidiacono era un cristiano di San Tommaso nativo o indigeno. La carica fu per secoli ereditaria, appartenendo alla famiglia Pakalomattam, che sostenne di avere un collegamento privilegiato o diretto con Tommaso Apostolo.[18][21]

Non si hanno molte informazioni sull'arcidiaconato nel periodo precedente all'arrivo dei portoghesi, ma il patriarca nestoriano Timoteo I (780 - 823) chiamò l'Arcidiacono dell'India "capo dei fedeli in India", il che implica un rango elevato, almeno in quel momento.[22] Nel periodo documentato della sua storia, l'incarico di arcidiacono è sostanzialmente diverso in India che nel resto delle chiese orientali o di altre Chiese cristiane. Nella Chiesa d'Oriente intesa in senso lato, ogni vescovo è stato affiancato da un arcidiacono al suo seguito, ma in India vi era sempre e solo un arcidiacono, anche quando la provincia aveva diversi vescovi territoriali.[23]

Dopo il crollo della gerarchia della Chiesa d'Oriente in gran parte dell'Asia, avvenuto nel XIV secolo, l'India è stata di fatto tagliata fuori dal cuore della Chiesa della Mesopotamia e il contatto formale fu reciso. Verso la fine del XV secolo, l'India non aveva Vescovo metropolita da diverse generazioni, e l'autorità tradizionalmente associata con lo stesso era stata rivestita dall'arcidiacono.[24] Nel 1491 l'arcidiacono mandò degli inviati al Patriarca della Chiesa d'Oriente, così come al Papa Copto della Chiesa di Alessandria e al patriarca siro-ortodosso di Antiochia, con la richiesta di un nuovo vescovo per l'India. Il Patriarca della Chiesa d'Oriente Shemʿon IV Basidi rispose consacrando due vescovi, Thoma e Yuhanon, inviandoli in missione in India.[24] Questi vescovi aiutarono a ricostruire le gerarchie ecclesiastiche e ristabilire i legami fraterni con il patriarcato, ma gli anni di separazione avevano fortemente influenzato la struttura della Chiesa indiana. Anche se ricevuto col massimo rispetto, il metropolita è stato trattato come un ospite nella propria diocesi; l'arcidiacono si era saldamente affermato come il vero detentore del potere nella comunità Malankarese.[25]

I tre decreti del XIII secolo

I governanti del Kerala, in segno di apprezzamento per i loro servigi, hanno concesso ai Nazareni diritti vari e privilegi che sono stati scritti su lastre di rame. Si tratta di tre decreti conosciuti come Cheppeds, garanzie o privilegi reali, Sasanam ecc.[26] Cinque fogli degli stessi sono ora sotto la custodia della Chiesa siro-malankarese Mar Thoma con sede a Thiruvalla. I tre decreti sono:

  1. Decreto di Iravi Corttan: Nel 1225 d.C. Sri Vira Raghava Chakravarti ha conferito diritti con un atto formale a Iravi Corttan (Eravi Karthan) di Mahadevarpattanam nel 774. Due famiglie di Bramini sono testimoni di questo atto dimostrando che i bramini erano in Kerala dall'VIII secolo.
  2. Decreto Tharissa Palli I: Perumal Sthanu Ravi Gupta (844-885) ha conferito diritti con un atto formale nel 849 d.C., a Isodatta Virai per (la chiesa) Tharissa Palli a Curakkeni Kollam. Secondo gli storici, questo è il primo atto formale del Kerala che riporta la data esatta.[27]
  3. Decreto Tharissa Palli II: Continuazione di quello sopra, datato dopo l'849 d.C.

Le lingue utilizzate sono vecchi caratteri Tamil mescolati con alcuni caratteri Grantha, Pahlavi, Cufico e Ebraico.

Queste piastre di rame elencano diritti assegnati alla comunità da parte dei governanti del tempo. Hanno influenzato lo sviluppo della struttura sociale in Kerala con privilegi, diritti, e regole per le comunità. Oggi sono considerati come uno dei più importanti documenti giuridici della storia del Kerala.[28]

L'arrivo dei Portoghesi

Lo stesso argomento in dettaglio: India portoghese.

Quando i Portoghesi arrivarono in India nel 1498, i Cristiani di San Tommaso si trovavano in una situazione difficile. Anche se prospera per la loro forte partecipazione nel commercio delle spezie e protetta da una milizia formidabile, il clima politico tumultuoso del tempo aveva posto la piccola comunità sotto pressione della forza dei potenti Raja di Calicut, Regno di Cochin, e dei vari piccoli regni della zona. Quando i portoghesi di Vasco da Gama arrivarono sulla costa sud dell'India, i leader della comunità dei fedeli di San Tommaso li accolsero favorevolmente e offrirono una formale alleanza ai loro fratelli cristiani.[29] I portoghesi, che avevano interesse ad inserirsi nel commercio delle spezie e ad espandere il dominio della loro forma bellicosa di cristianesimo (Inquisizione ecc.), colsero subito questa opportunità.[30]

I portoghesi hanno portato in India un tipo di cristianesimo particolarmente militante, il prodotto di secoli di lotta durante la Reconquista, che speravano di diffondere in tutto il mondo.[31] Per facilitare questo obiettivo vi è stato il reale Padroado, una serie di trattati e decreti con i quali il Papa ha conferito all'autorità del governo portoghese certi poteri in materia ecclesiastica nei territori stranieri da loro conquistati.ref>Frykenberg, pp. 127–128.</ref> Dopo aver raggiunto l'India i portoghesi si insediarono rapidamente a Goa e vi stabilirono una gerarchia ecclesiastica; subito si proposero di riportare i cristiani indigeni sotto il loro dominio. Per raggiungere questo obiettivo, il sistema coloniale era ritenuto necessario per condurre i Cristiani di San Tommaso completamente nel Rito Latino, sia nel conformarli ai costumi della Chiesa Cattolica e nel sottoporli all'autorità dell'Arcivescovo di Goa.

Dopo la morte del Metropolita Mar Jacob nel 1552, i portoghesi diventarono più aggressivi nei loro sforzi per soggiogare i Cristiani di san Tommaso.[32] Le proteste da parte degli indigeni sono stati frustrati dagli eventi violenti che fecero declinare il centro mesopotamico della Chiesa d'Oriente, che li lasciò privi di collegamenti con la gerarchia ecclesiastica. Nel 1552, anno della morte di Mar Jacob, una scisma nella Chiesa d'Oriente ha portato a due patriarcati rivali, uno dei quali è entrato in comunione con la Chiesa Cattolica, e l'altro che è rimasto indipendente. In tempi diversi, i Patriarchi hanno inviato Vescovi in India, ma i Portoghesi erano sempre in grado di manovrare i nuovi arrivati, oppure convertirli al cattolicesimo di rito latino.[33] Nel 1575 il Padroado ha disposto che nessun Patriarca poteva più nominare prelati per la comunità senza il consenso portoghese, tagliando così i Cristiani di San Tommaso dalla loro gerarchia d'oriente.[34]

Nel 1599 era morto l'ultimo Metropolita, Abraham, e l'Arcivescovo di Goa Aleixo de Menezes aveva assicurato la sottomissione del giovane Arcidiacono George, il più alto rappresentante rimanente della gerarchia ecclesiastica nativa.[35] Nello stesso anno l'Arcivescovo Menezes ha convocato il Sinodo di Diamper, che ha istituito una serie di riforme organizzative e liturgiche per la Chiesa indiana. Durante il Sinodo, le parrocchie sono state portate direttamente sotto l'autorità dell'Arcivescovo, contro alcuni costumi "superstiziosi" è stato rivolto l'anatema, e la liturgia indigena, il Rito Malabar è stato depurato degli elementi inaccettabili per gli standard della liturgia latina.[36] Anche se i Cristiani di San Tommaso erano allora entrati ufficialmente a far parte della Chiesa Cattolica, il comportamento dei portoghesi nel corso dei decenni successivi alimentò il risentimento in alcune parti della comunità, portando di fatto all'inizio della resistenza.[6]

Croce di Coonan e una chiesa indipendente

Nel corso dei decenni successivi aumentavano le tensioni tra i prelati latini e ciò che rimaneva della gerarchia autoctona. Questo è emerso nel 1641 con l'ascesa di due nuovi protagonisti su entrambi i lati della contesa: Francisco Garcia, il nuovo Arcivescovo di Kodungalloor e l'Arcidiacono Mar Thoma, il nipote e successore dell'Arcidiacono George.[37] Nel 1652 la situazione di scontro crescente è stata ulteriormente complicata con l'arrivo in India di una figura poco conosciuta di nome Ahatallah.[37][38]

Ahatallah arrivò a Mylapore nel 1652, sostenendo di essere il legittimo Patriarca di Antiochia, inviato dal Papa per servire come "Patriarca di tutta l'India e della Cina".[39] La vera biografia di Ahatallah non è conosciuta, ma sono stati fissati alcuni dettagli. Sembra essere stato un Vescovo siro-ortodosso di Damasco che si convertì al cattolicesimo e si recò a Roma nel 1632. Poi tornò in Siria, al fine di portare il Patriarca siro-ortodosso Ignatius Hidayat Allah in comunione con Roma. Non era ancora riuscito nel suo intento quando Hidayat Allah morì nel 1639, dopo di che da questo momento Ahatallah ha iniziato ad affermare di essere legittimo successore di Hidayat Allah. Nel 1646 era in Egitto alla corte del Papa Copto Marco VI, che lo ha inviato in India nel 1652, evidentemente in risposta ad una richiesta di aiuto dell'Arcidiacono Thoma. Ravvisando in lui un impostore, i Portoghesi lo arrestarono, ma gli permisero di incontrare i membri del clero cristiano di San Tommaso, che egli impressionò notevolmente. I Portoghesi lo imbarcarono su una nave diretta a Cochin e Goa, e l'Arcidiacono Toma I portò la sua milizia a Cochin chiedendo di incontrare il "Patriarca". I Portoghesi rifiutarono, affermando che era un invasore pericoloso e che la nave aveva già navigato fino a Goa.[39]

Di Ahatallah non si è mai più sentito parlare in India, e ben presto si diffusero le voci che l'Arcivescovo Francisco Garcia lo aveva fatto eliminare prima che raggiungesse Goa.[40] Racconti del tempo sostengono che era annegato nel porto di Cochin, o anche che i Portoghesi lo avevano bruciato sul rogo.[40][41] In realtà, sembra che Ahatallah abbia effettivamente raggiunto Goa, da cui era stato mandato in Europa, ma con tutta evidenza è morto a Parigi prima di raggiungere Roma, dove il suo caso doveva andare in udienza.[40] In ogni caso, le opposizioni dell'Arcivescovo Garcia verso le istanze dei Cristiani di san Tommaso hanno solo amareggiato la comunità ulteriormente.[40]

Chiesa Malankara attuale

Relazione dei gruppi Nazareni.

La Chiesa Malankarese ha subito una serie di divisioni nel corso dei secoli, che hanno causato la formazione di diverse Chiese, autocefale ed autonome.

Le chiese che condividono la tradizione della Chiesa Malankarese sono:

  1. Chiesa indipendente siro-malabarese
  2. Chiesa ortodossa malankarese
  3. Chiesa ortodossa siro-malankarese
  4. Chiesa siro-malankarese Mar Thoma (di San Tommaso evangelista)
  5. Chiesa cattolica siro-malankarese
  6. Chiesa evangelica di San Tommaso
Chiesa Malankarese
Orientamento Nome della Chiesa Popolazione
Cattolica Chiesa cattolica siro-malankarese 420.000[42]
Ortodossa orientale Chiesa ortodossa malankarese 2.000.000[43]
Ortodossa orientale Chiesa ortodossa siro-malankarese o Giacobita 600.000[44]
Riformate (Protestanti) Chiesa siro-malankarese Mar Thoma 1.061.940[45]
Indipendenti Chiesa indipendente siro-malabarese 10.000

Note

  1. ^ a b Vadakkekara, p. 91.
  2. ^ Menachery G; 1973, 1998; Mundalan, A. M; 1984; Podipara, Placid J. 1970; Leslie Brown, 1956
  3. ^ Termine che comprende oltre all'Iran e all'Iraq altri vasti territori senza soluzione di continuità, come il "Partia" romano, governati tra l'altro nel periodo medioevale dai Sasanidi e dai Selgiuchidi.
  4. ^ a b Frykenberg, p. 92.
  5. ^ Frykenberg, p. 109.
  6. ^ a b Frykenberg, p. 136.
  7. ^ Vadakkekara, p. 84; 86.
  8. ^ Frykenberg, p. 361.
  9. ^ Fernando, p. 79.
  10. ^ Chaput, pp. 7–8.
  11. ^ Vadakkekara, p. 84 e note.
  12. ^ Joseph, p. 27.
  13. ^ a b Frykenberg, p. 93.
  14. ^ a b Frykenberg, p. 103.
  15. ^ Menachery G; 1973, 1982, 1998; Leslie Brown, 1956
  16. ^ Storia ecclesiastica di Eusebio. Libro V, Capitolo X.
  17. ^ McVey, Kathleen E (trad.) (1989). Ephrem the Syrian: hymns. Paulist Press. ISBN 0-8091-3093-9.
  18. ^ a b c d e f g Baum, p. 52.
  19. ^ Frykenberg, pp. 102–107; 115.
  20. ^ Baum, p. 53.
  21. ^ Vadakkekara, pp. 271–272.
  22. ^ Vadakkekara, pp. 271.
  23. ^ Vadakkekara, p. 272.
  24. ^ a b Baum, p. 105.
  25. ^ Vadakkekara, p. 274.
  26. ^ Syrian Christians of Kerala- SG Pothen- page 32-33 ( 1970)
  27. ^ Sreedhara Menon, A. A Survey of Kerala History.(Mal).Page 54.
  28. ^ NSC Network (2007),The Plates and the Privileges of Syrian Christians Brown L (1956)- The Indian Christians of St. Thomas- Pagine 74.75, 85 a 90, Mundanadan (1970),SG Pothen (1970)
  29. ^ Frykenberg, pp. 122–124.
  30. ^ Frykenberg, pp. 125–127.
  31. ^ Frykenberg, p. 127.
  32. ^ Frykenberg, p. 130.
  33. ^ Frykenberg, pp. 130–133.
  34. ^ Frykenberg, p. 134.
  35. ^ Neill, pp. 208–210.
  36. ^ Neill, p. 214.
  37. ^ a b Frykenberg, p. 367.
  38. ^ Neill, p. 316.
  39. ^ a b Neill, p. 317.
  40. ^ a b c d Neill, p. 319.
  41. ^ Frykenberg, p. 368.
  42. ^ http://www.cnewa.org/source-images/Roberson-eastcath-statistics/eastcatholic-stat10.pdf
  43. ^ http://www.oikoumene.org/en/member-churches/regions/asia/india/malankara-orthodox-syrian-church.html
  44. ^ http://www.oikoumene.org/en/member-churches/regions/middle-east/syria/syrian-orthodox-patriarchate-of-antioch-and-all-the-east.html
  45. ^ http://www.oikoumene.org/en/member-churches/regions/asia/india/mar-thoma-syrian-church-of-malabar.html

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

Template:Pentarchia