Emerico Amari: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 21: | Riga 21: | ||
Dal 1836 iniziò l'attività di corrispondente con articoli di argomento giuridico ed economico liberista nel ''Giornale di Statistica''. Temi questi che ripropose nel suo insegnamento di diritto penale dal 1841 al 1848 presso l'Università di Palermo dove attirò l'attenzione della polizia borbonica per una sua applaudita lezione nel dicembre 1842 sulla pena di morte. |
Dal 1836 iniziò l'attività di corrispondente con articoli di argomento giuridico ed economico liberista nel ''Giornale di Statistica''. Temi questi che ripropose nel suo insegnamento di diritto penale dal 1841 al 1848 presso l'Università di Palermo dove attirò l'attenzione della polizia borbonica per una sua applaudita lezione nel dicembre 1842 sulla pena di morte. |
||
Questa sua diffusa fama di agitatore liberale fece sì che ai prodromi dello scoppio della rivoluzione del 1848 fosse arrestato e liberato dopo pochi giorni quando l'esercito borbonico lasciò Napoli. Eletto deputato di Salemi e Palermo lavorò per una nuova costituzione siciliana e fu inviato dal governo rivoluzionario come ambasciatore insieme |
Questa sua diffusa fama di agitatore liberale fece sì che ai prodromi dello scoppio della rivoluzione del 1848 fosse arrestato e liberato dopo pochi giorni quando l'esercito borbonico lasciò Napoli. Eletto deputato di Salemi e Palermo lavorò per una nuova costituzione siciliana e fu inviato dal governo rivoluzionario come ambasciatore insieme al patriota [[Giuseppe La Farina]] a Torino per offrire la corona di Sicilia al duca di Genova. |
Versione delle 07:06, 30 dic 2009
Emerico Amari (Palermo, 10 maggio 1810 – Palermo, 20 settembre 1870) è stato un giurista italiano antesignano della disciplina del diritto comparato, studioso di economia con interessi e competenze filosofiche, fu uno dei protagonisti del movimento politico liberale durante il Risorgimento italiano. Amari apparteneva ad un'antica e nobile famiglia palermitana: il padre era il Conte di S. Adriano Mariano Salvatore Amari, deputato nel Parlamento siciliano del 1812, e la madre, Rosalia Baiardi apparteneva alla famiglia dei Marchesi di S. Carlo.
Completati gli studi iniziali preso i padri Scolopi nel collegio Colasanzio di Palermo si iscrisse all'Università palermitana laureandosi in giurisprudenza. Praticò per brevissimo tempo la professione di avvocato, presto lasciata per occuparsi delle discipline a lui più congeniali come la filosofia pubblicando nel 1833 sulle Effemeridi scientifiche letterarie uno scritto dal titolo Sopra gli elementi di filosofia del Prof. V. Tedeschi dove avanzava critiche al pensiero kantiano, allora diffuso negli ambienti intellettuali siciliani, in nome dell'empirismo di Locke e del pensiero di Romagnosi.
Dal 1836 iniziò l'attività di corrispondente con articoli di argomento giuridico ed economico liberista nel Giornale di Statistica. Temi questi che ripropose nel suo insegnamento di diritto penale dal 1841 al 1848 presso l'Università di Palermo dove attirò l'attenzione della polizia borbonica per una sua applaudita lezione nel dicembre 1842 sulla pena di morte.
Questa sua diffusa fama di agitatore liberale fece sì che ai prodromi dello scoppio della rivoluzione del 1848 fosse arrestato e liberato dopo pochi giorni quando l'esercito borbonico lasciò Napoli. Eletto deputato di Salemi e Palermo lavorò per una nuova costituzione siciliana e fu inviato dal governo rivoluzionario come ambasciatore insieme al patriota Giuseppe La Farina a Torino per offrire la corona di Sicilia al duca di Genova.