Modifica di Ernesta Bittanti Battisti

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Attenzione: non sei un utente registrato oppure non hai effettuato l'accesso. Ogni contributo, anche di utenti non registrati, è benvenuto, ma alcune funzioni e alcuni servizi sono accessibili solo agli utenti registrati. Tieni comunque conto che il tuo indirizzo IP (visibile qui) verrà registrato nella cronologia di questa pagina.

Questa modifica può essere annullata. Controlla le differenze mostrate sotto fra le due versioni per essere certo che il contenuto corrisponda a quanto desiderato, e quindi pubblicare le modifiche per completare la procedura di annullamento.

Versione attuale Il tuo testo
Riga 22: Riga 22:


=== Impegno politico ===
=== Impegno politico ===
Il 7 agosto 1899 sposò civilmente a Firenze in [[Palazzo Vecchio]] [[Cesare Battisti]]<ref>La sorella di Ernesta, Irene, sposerà [[Giovanni Battista Trener]], per anni collaboratore di Cesare.</ref>, col quale condivideva l'orientamento politico [[Socialismo|socialista]], [[Laicismo|laicista]] e [[Anticlericalismo|anticlericale]]. Con il marito si trasferì a [[Trento]] e dal 1900 al 1914 la coppia curò la pubblicazione del quotidiano socialista ''[[Il Popolo]]'', che si caratterizza non solo per l'analisi politica ma per le sue campagne su temi sociali come il [[divorzio]] e l'abolizione della [[pena di morte]]. Ernesta collaborò come giornalista anche al periodico ''Vita Trentina'', supplemento de ''Il Popolo''. Nel 1901, 1907 e 1910 nacquero i tre figli: [[Gigino Battisti|Gigino]], Camillo e Livia. Nel 1908 partì per [[Messina]], duramente colpita dal [[Terremoto di Messina del 1908|terremoto]], per prestare soccorso ai feriti. L'impraticabilità di strade e ferrovie la costrinsero però a tornare indietro e così prima a Roma, poi a Napoli svolse l'attività di infermiera e corrispondente per il suo giornale, nel quale denunciava il cattivo funzionamento dei soccorsi nel capoluogo siciliano<ref>Lina Anzalone, ''Ernesta Bittanti Battisti, l'ultima donna del Risorgimento italiano'', Reggio Calabria: Città del Sole Edizioni, 2011</ref>. Nel 1911 scrisse il testo dell{{'}}''[[Inno al Trentino]]'', musicato da [[Guglielmo Bussoli]].
Il 7 agosto 1899 sposò civilmente a Firenze in [[Palazzo Vecchio]] [[Cesare Battisti]]<ref>La sorella di Ernesta, Irene, sposerà [[Giovanni Battista Trener]], per anni collaboratore di Cesare.</ref>, col quale condivideva l'orientamento politico [[Socialismo|socialista]], [[Laicismo|laicista]] e [[Anticlericalismo|anticlericale]]. Con il marito si trasferì a [[Trento]] e dal 1900 al 1914 la coppia curò la pubblicazione del quotidiano socialista ''[[Il Popolo]]'', che si caratterizza non solo per l'analisi politica ma per le sue campagne su temi sociali come il [[divorzio]] e l'abolizione della [[pena di morte]]. Ernesta collaborò come giornalista anche al periodico ''Vita Trentina'', supplemento de ''Il Popolo''. Nel 1901, 1907 e 1910 nacquero i tre figli: [[Gigino Battisti|Gigino]], Camillo e Livia. Nel 1908 partì per [[Messina]], duramente colpita dal [[Terremoto di Messina del 1908|terremoto]], per prestare soccorso ai feriti. L'impraticabilità di strade e ferrovie la costrinsero però a tornare indietro e così prima a Roma e poi a Napoli svolse l'attività di infermiera e corrispondente per il suo giornale, nel quale denunciava il cattivo funzionamento dei soccorsi nel capoluogo siciliano<ref>Lina Anzalone, ''Ernesta Bittanti Battisti, l'ultima donna del Risorgimento italiano'', Reggio Calabria: Città del Sole Edizioni, 2011</ref>. Nel 1911 scrisse il testo dell{{'}}''[[Inno al Trentino]]'', musicato da [[Guglielmo Bussoli]].
<ref>{{cita web|url=http://www.museosanmichele.it/apto/schede/inno-al-trentino/|titolo=Scheda su Inno al Trentino|editore=Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina|accesso=20 dicembre 2016}}</ref><ref>Ernesta Bittani, ''Inno al Trentino : canto e pianoforte / musica di Guglielmo Bussoli ; su parole di G.B. Cesari'', Trento, Gottardi, 1911.</ref> Nel luglio del 1916 il marito, cittadino dell'[[Impero austro-ungarico]] che combatteva da volontario con la divisa dell'[[Esercito Italiano]], fu catturato dagli [[austria]]ci sul [[Monte Corno Battisti|Monte Corno di Vallarsa]]. In soli due giorni fu portato a Trento, processato e [[Pena di morte|condannato a morte]] per alto tradimento. La sentenza fu eseguita nella fossa del [[castello del Buonconsiglio]] il 12 luglio. Ernesta Bittanti Battisti si occupò da quel momento di raccoglierne gli scritti politici che saranno pubblicati dopo la fine del conflitto dall'editore [[Le Monnier]] nel 1923.
<ref>{{cita web|url=http://www.museosanmichele.it/apto/schede/inno-al-trentino/|titolo=Scheda su Inno al Trentino|editore=Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina|accesso=20 dicembre 2016}}</ref><ref>Ernesta Bittani, ''Inno al Trentino : canto e pianoforte / musica di Guglielmo Bussoli ; su parole di G.B. Cesari'', Trento, Gottardi, 1911.</ref> Nel luglio del 1916 il marito, cittadino dell'[[Impero austro-ungarico]] che combatteva da volontario con la divisa dell'[[Esercito Italiano]], fu catturato dagli [[austria]]ci sul [[Monte Corno Battisti|Monte Corno di Vallarsa]]. In soli due giorni fu portato a Trento, processato e [[Pena di morte|condannato a morte]] per alto tradimento. La sentenza fu eseguita nella fossa del [[castello del Buonconsiglio]] il 12 luglio. Ernesta Bittanti Battisti si occupò da quel momento di raccoglierne gli scritti politici che saranno pubblicati dopo la fine del conflitto dall'editore [[Le Monnier]] nel 1923.


Annulla Guida (si apre in una nuova finestra)

Entità Wikidata utilizzate in questa pagina

Template utilizzati in questa pagina: