Farfa: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Col suo volto aveva affascinato le Driadi nate sui monti del Lazio, per lui sospiravano le divinità delle fonti e le Naiadi tutte, quelle dell'Albula, del Numicio, dell'Aniene, dell'Almone dal brevissimo corso o dell'impetuoso Nera, del Fàrfaro dall'onda scura, quelle che vivono nel regno boscoso di Diana Scìtica o nel lago vicino. Ma lui tutte le disprezza; una ninfa sola corteggia, una ninfa che si diceva partorita da Venilia sul Palatino a Giano, il dio bifronte.|''Metamorfosi'', lib. XIV|''Ille suos dryadas Latiis in montibus ortas verterat in vultus, illum fontana petebant numina, naiades, quas Albula, quasque Numici, quas Anienis aquae cursuque brevissimus Almo Narve tulit praeceps et opacae Farfarus umbrae, quaeque colunt Scythicae stagnum nemorale Dianae finitimosque lacus; spretis tamen omnibus unam ille colit nymphen, quam quondam in colle Palati dicitur ancipiti peperisse Venilia Iano.''|lingua=la}}
{{Citazione|Col suo volto aveva affascinato le Driadi nate sui monti del Lazio, per lui sospiravano le divinità delle fonti e le Naiadi tutte, quelle dell'Albula, del Numicio, dell'Aniene, dell'Almone dal brevissimo corso o dell'impetuoso Nera, del Fàrfaro dall'onda scura, quelle che vivono nel regno boscoso di Diana Scìtica o nel lago vicino. Ma lui tutte le disprezza; una ninfa sola corteggia, una ninfa che si diceva partorita da Venilia sul Palatino a Giano, il dio bifronte.|''Metamorfosi'', lib. XIV|''Ille suos dryadas Latiis in montibus ortas verterat in vultus, illum fontana petebant numina, naiades, quas Albula, quasque Numici, quas Anienis aquae cursuque brevissimus Almo Narve tulit praeceps et opacae Farfarus umbrae, quaeque colunt Scythicae stagnum nemorale Dianae finitimosque lacus; spretis tamen omnibus unam ille colit nymphen, quam quondam in colle Palati dicitur ancipiti peperisse Venilia Iano.''|lingua=la}}


== Corso fluviale ==
Nasce presso le sorgenti dette "Le Capore" nel territorio comunale di [[Frasso Sabino]] e si presenta come uno dei più importanti affluenti reatini del fiume Tevere, a regime quasi torrentizio con alveo la cui componente sassi-ciottoli è preponderante.
Nasce presso le sorgenti dette "Le Capore" nel territorio comunale di [[Frasso Sabino]] e si presenta come uno dei più importanti affluenti reatini del fiume Tevere, a regime quasi torrentizio con alveo la cui componente sassi-ciottoli è preponderante.



Versione delle 23:15, 30 mag 2014

Disambiguazione – Se stai cercando Farfa pittore e poeta futurista, vedi Vittorio Osvaldo Tommasini.
Disambiguazione – Se stai cercando l'abbazia che porta lo stesso nome, vedi Abbazia di Farfa.
Farfa
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Lazio
Lunghezza25 km
NasceFrasso Sabino
SfociaTevere

Il Farfa è un fiume, affluente della riva sinistra del fiume Tevere citato da Ovidio nelle Metamorfosi col nome di Farfarus:

(LA)

«Ille suos dryadas Latiis in montibus ortas verterat in vultus, illum fontana petebant numina, naiades, quas Albula, quasque Numici, quas Anienis aquae cursuque brevissimus Almo Narve tulit praeceps et opacae Farfarus umbrae, quaeque colunt Scythicae stagnum nemorale Dianae finitimosque lacus; spretis tamen omnibus unam ille colit nymphen, quam quondam in colle Palati dicitur ancipiti peperisse Venilia Iano.»

(IT)

«Col suo volto aveva affascinato le Driadi nate sui monti del Lazio, per lui sospiravano le divinità delle fonti e le Naiadi tutte, quelle dell'Albula, del Numicio, dell'Aniene, dell'Almone dal brevissimo corso o dell'impetuoso Nera, del Fàrfaro dall'onda scura, quelle che vivono nel regno boscoso di Diana Scìtica o nel lago vicino. Ma lui tutte le disprezza; una ninfa sola corteggia, una ninfa che si diceva partorita da Venilia sul Palatino a Giano, il dio bifronte.»

Corso fluviale

Nasce presso le sorgenti dette "Le Capore" nel territorio comunale di Frasso Sabino e si presenta come uno dei più importanti affluenti reatini del fiume Tevere, a regime quasi torrentizio con alveo la cui componente sassi-ciottoli è preponderante.

Il Farfa bagna i comuni di Monteleone Sabino, Frasso Sabino, Casaprota, Poggio Nativo, Mompeo, Salisano, Castelnuovo di Farfa, Fara in Sabina e Montopoli di Sabina dove segna il confine tra i due comuni e dove, nel territorio di Montopoli scavò nei secoli un ponte naturale nel tufo, ora distrutto (vedi Ponte Sfondato). Il Farfa continua poi per un breve tratto in quel piccolo ritaglio che la provincia di Roma possiede oltre il Tevere nel territorio della Sabina grazie ai comuni di Torrita Tiberina e Nazzano, dove, alla confluenza del Farfa col Tevere, nel 1979 è stata istituita una riserva naturale: la Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa.

Qualità delle acque

Le acque del Farfa sono particolarmente fredde. Per via del suo letto, costituito essenzialmente da ciottoli, e per via della notevole impetuosità, le acque del torrente, in particolari circostanze, possono assumere una colorazione quasi bianca, dovuta all'effervescente spumosità che vi si crea, tale da sembrare un vero e proprio fiume di latte.

Per la sua frescura, e per la presenza di ampie sponde a ciottoli, in estate il torrente diviene anche un luogo di balneazione noto in tutta la Sabina.

Con la costruzione di una diga a Salisano che ne capta l'acqua quasi alla fonte, la sua portata è di molto inferiore a quella originale. La sua acqua, infatti, viene prelevata e convogliata nell'Acquedotto del Peschiera-Capore (il cui nome deriva da quello della sorgente del Farfa) che rifornisce la Capitale.

Proposte di tutela

A maggio del 2008, l'associazione ONLUS Giardino faunistico di Piano dell'Abatino, della provincia di Rieti, ha presentato alla Regione Lazio una proposta per la creazione di un Monumento naturale sul corso inferiore del fiume. È un tratto del fiume che, al di là delle leggi nazionali di tutela, non gode di particolari protezioni ed è sottoposto a gravi rischi di inquinamento causato da impianti di lavorazioni di inerti, di produzioni di materiali bituminosi, e da scarichi fognari non depurati. Nell'insieme, le acque del Farfa sono particolarmente pulite, soprattutto nel tratto iniziale, con presenze faunistiche e floristiche di un certo pregio. Ma più a valle, mano a mano che ci si avvicina alle foci, la qualità decade e le specie faunistiche si impoveriscono anche per la forte pressione antropica dovuta all'esercizio venatorio. Questa proposta di area protetta risponde, quindi, all'esigenza di tutelare un corso d'acqua di pregio costantemente utilizzato, dalle popolazioni locali, per la balneazione e lo svago, durante l'estate, ma anche per attività alieutiche nei laghetti presenti sul territorio di Castelnuovo di Farfa, dove si potrebbero realizzare programmi di ripopolamento di specie autoctone di salmonidi, di altre specie ittiche, e di crostacei. La proposta intende fermare il degrado cui andrebbe incontro l'intero corso del fiume e valorizzarne sia gli aspetti naturalistici sia la pubblica fruizione compatibilmente con un ecosistema fragile e sottoposto a forte pressione antropica.

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