Tazata: differenze tra le versioni

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[[File:Tazata.jpg|thumb|L'isola di Tazata, in colore giallo, nella mappa dell'Artico di [[Gerardo Mercatore|Mercatore]] (1623)]]
[[File:Tazata.jpg|thumb|L'isola di Tazata, in colore giallo, nella mappa dell'Artico di [[Gerardo Mercatore|Mercatore]] (1623)]]
'''Tazata''' (attestata anche come '''Tasata'''<ref name=bar/> o, molto anticamente, come '''Talge'''<ref name=chor/>) è un'[[isola]] [[leggenda|leggendaria]] localizzata nel [[Mar Caspio]] o nel [[Mar Glaciale Artico]], la cui esistenza è stata ipotizzata da alcuni autori antichi e che è stata indicata nelle carte geografiche fino al XVII secolo.
'''Tazata''' (attestata anche come '''Tasata'''<ref name=bar/> e '''Zazata'''<ref name=par/>) è un'[[isola]] [[leggenda|leggendaria]] localizzata nel [[Mar Caspio]] o nel [[Mar Glaciale Artico]], la cui esistenza è stata ipotizzata da alcuni autori antichi e che è stata indicata nelle carte geografiche fino al [[XVII secolo]].


== Negli autori antichi ==
== Negli autori antichi ==


Fra i riferimenti giunti ai nostri giorni relativi ad una grande isola nel [[Mar Caspio]], il più antico è quello del geografo [[Pomponio Mela]], che nel 43 d.C. nel ''[[Pomponio Mela#De Chorographia|De Chorographia]]'' parla di un'isola di nome Talge.<ref name=chor>{{cita libro|url=http://www.thelatinlibrary.com/pomponius3.html|titolo=De Chorographia||posizione = 48 |accesso=14 febbraio 2017|autore=[[Pomponio Mela]]|lingua=latino|volume=libro III|cid=''De chorographia''}}</ref>
Fra i riferimenti giunti ai nostri giorni relativi ad una grande isola nel [[Mar Caspio]], il più antico è quello del geografo [[Pomponio Mela]], che nel 43 d.C. nel ''[[Pomponio Mela#De Chorographia|De Chorographia]]'' parla di un'isola di nome '''Talge''',<ref name=chor>{{cita libro|url=http://www.thelatinlibrary.com/pomponius3.html|titolo=De Chorographia||posizione = 48 |accesso=14 febbraio 2017|autore=[[Pomponio Mela]]|lingua=latino|volume=libro III|cid=''De chorographia''}}</ref> che tuttavia non coinciderebbe con Tazata.<ref name=par>{{cita libro|curatore=Piergiorgio Parroni|capitolo=Commento|titolo=Pomponii Melae De Chorographia. Libri tres|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|pagina=413|città=Roma|anno=2005|anno originale=1984}}</ref>


{{citazione|lingua=la|L'isola di Talge nel mar Caspio è così fertile che la terra non ha bisogno di essere lavorata. I frutti nascono qui in abbondanza, ma i popoli vicini ritengono che toccare tali frutti sia peccato e sacrilegio, poiché essi sono destinati agli dei e per loro devono essere conservati.|[[Pomponio Mela]], {{cita|''De chorographia''}}|Talge in Caspio mari sine cultu fertilis, omni fruge ac fructibus abundans, sed vicini populi quae gignuntur adtingere nefas et pro sacrilegio habent, diis parata existimantes diisque servanda.}}
{{citazione|lingua=la|L'isola di Talge nel mar Caspio è così fertile che la terra non ha bisogno di essere lavorata. I frutti nascono qui in abbondanza, ma i popoli vicini ritengono che toccare tali frutti sia peccato e sacrilegio, poiché essi sono destinati agli dei e per loro devono essere conservati.|[[Pomponio Mela]], {{cita|''De chorographia''}}|Talge in Caspio mari sine cultu fertilis, omni fruge ac fructibus abundans, sed vicini populi quae gignuntur adtingere nefas et pro sacrilegio habent, diis parata existimantes diisque servanda.}}


Della stessa isola, questa volta indicata con il nome di Tazata, parla [[Plinio il Vecchio]] nella ''[[Naturalis historia]]'', risalente al 77 o 78 d.C. In tale testo, che Plinio compose facendo riferimento ad informazioni ricavate da autori precedenti,<ref>{{cita libro|autore=T. Murphy|titolo=Pliny the Elder’s Natural History: The Empire in the Encyclopedia|città=Oxford|editore=[[Oxford University Press]]|anno=2004|pagina=5|lingua=en}}</ref> essa è collocata presso uno stretto che, secondo le conoscenze dell'epoca,<ref>{{cita libro|url=http://drevniy_mir.academic.ru/2629/%D0%9A%D0%B0%D1%81%D0%BF%D0%B8%D0%B9%D1%81%D0%BA%D0%BE%D0%B5_%D0%BC%D0%BE%D1%80%D0%B5%7C|lingua=ru|capitolo=Kaspijskoe more|titolo=Drevnyj mir. Ėnciclopedičeskij slovar' v 2-ch tomach|editore=Centrpoligraf|città=Mosca|curatore=V. D. Gladkij|anno=1998|accesso=14 febbraio 2017}}</ref> collegava il Caspio all'oceano Scitico, nome con cui veniva identificato il [[Mar Glaciale Artico]].<ref name=plin>{{cita libro|cid=''Historia naturale''|titolo=[[Naturalis historia|Historia naturale]]|autore=[[Plinio il Vecchio|Gaio Plinio Secondo]]|editore=P. Ricciardo|traduttore=[[Lodovico Domenichi]]|anno=1603|pagina=125}}</ref>
Dell'isola di Tazata, o Zazata,<ref name=par/> parla [[Plinio il Vecchio]] nella ''[[Naturalis historia]]'', risalente al 77 o 78 d.C. In tale testo, che Plinio compose facendo riferimento ad informazioni ricavate da autori precedenti,<ref>{{cita libro|autore=T. Murphy|titolo=Pliny the Elder’s Natural History: The Empire in the Encyclopedia|città=Oxford|editore=[[Oxford University Press]]|anno=2004|pagina=5|lingua=en}}</ref> essa è collocata presso uno stretto che, secondo le conoscenze dell'epoca,<ref>{{cita libro|url=http://drevniy_mir.academic.ru/2629/%D0%9A%D0%B0%D1%81%D0%BF%D0%B8%D0%B9%D1%81%D0%BA%D0%BE%D0%B5_%D0%BC%D0%BE%D1%80%D0%B5%7C|lingua=ru|capitolo=Kaspijskoe more|titolo=Drevnyj mir. Ėnciclopedičeskij slovar' v 2-ch tomach|editore=Centrpoligraf|città=Mosca|curatore=V. D. Gladkij|anno=1998|accesso=14 febbraio 2017}}</ref> collegava il Caspio all'oceano Scitico, nome con cui veniva identificato il [[Mar Glaciale Artico]].<ref name=plin>{{cita libro|cid=''Historia naturale''|titolo=[[Naturalis historia|Historia naturale]]|autore=[[Plinio il Vecchio|Gaio Plinio Secondo]]|editore=P. Ricciardo|traduttore=[[Lodovico Domenichi]]|anno=1603|pagina=125}}</ref>


{{citazione|In tutto quel mare [Caspio] sono molte isole, ma la più famosa dell'altre è Tazata. Dal mar Caspio, e dallo Scythico, si piega il corso in essa, rivolta la fronte de' liti verso Levante.|[[Plinio il Vecchio|Caio Plinio Secondo]], {{cita|''Historia naturale''}}. Trad. di [[Lodovico Domenichi]]|Insulae toto eo mari [Caspio] multae, vulgata una maxima Tazata. A Caspio mari Scythicoque oceano, in eam cursus infleffitur, ad Orientem conversa litorum fronte.|lingua=la}}
{{citazione|In tutto quel mare [Caspio] sono molte isole, ma la più famosa dell'altre è Tazata. Dal mar Caspio, e dallo Scythico, si piega il corso in essa, rivolta la fronte de' liti verso Levante.|[[Plinio il Vecchio|Caio Plinio Secondo]], {{cita|''Historia naturale''}}. Trad. di [[Lodovico Domenichi]]|Insulae toto eo mari [Caspio] multae, vulgata una maxima Tazata. A Caspio mari Scythicoque oceano, in eam cursus infleffitur, ad Orientem conversa litorum fronte.|lingua=la}}

Versione delle 23:57, 15 feb 2017

L'isola di Tazata, in colore giallo, nella mappa dell'Artico di Mercatore (1623)

Tazata (attestata anche come Tasata[1] e Zazata[2]) è un'isola leggendaria localizzata nel Mar Caspio o nel Mar Glaciale Artico, la cui esistenza è stata ipotizzata da alcuni autori antichi e che è stata indicata nelle carte geografiche fino al XVII secolo.

Negli autori antichi

Fra i riferimenti giunti ai nostri giorni relativi ad una grande isola nel Mar Caspio, il più antico è quello del geografo Pomponio Mela, che nel 43 d.C. nel De Chorographia parla di un'isola di nome Talge,[3] che tuttavia non coinciderebbe con Tazata.[2]

(LA)

«Talge in Caspio mari sine cultu fertilis, omni fruge ac fructibus abundans, sed vicini populi quae gignuntur adtingere nefas et pro sacrilegio habent, diis parata existimantes diisque servanda.»

(IT)

«L'isola di Talge nel mar Caspio è così fertile che la terra non ha bisogno di essere lavorata. I frutti nascono qui in abbondanza, ma i popoli vicini ritengono che toccare tali frutti sia peccato e sacrilegio, poiché essi sono destinati agli dei e per loro devono essere conservati.»

Dell'isola di Tazata, o Zazata,[2] parla Plinio il Vecchio nella Naturalis historia, risalente al 77 o 78 d.C. In tale testo, che Plinio compose facendo riferimento ad informazioni ricavate da autori precedenti,[4] essa è collocata presso uno stretto che, secondo le conoscenze dell'epoca,[5] collegava il Caspio all'oceano Scitico, nome con cui veniva identificato il Mar Glaciale Artico.[6]

(LA)

«Insulae toto eo mari [Caspio] multae, vulgata una maxima Tazata. A Caspio mari Scythicoque oceano, in eam cursus infleffitur, ad Orientem conversa litorum fronte.»

(IT)

«In tutto quel mare [Caspio] sono molte isole, ma la più famosa dell'altre è Tazata. Dal mar Caspio, e dallo Scythico, si piega il corso in essa, rivolta la fronte de' liti verso Levante.»

Nella cartografia

Tazata è indicata in molte carte geografiche di diverse epoche, che la collocano prevalentemente nel Mar Glaciale Artico. Tra esse la Septentrionalium Terrarum descriptio di Gerardo Mercatore (1595), che cita esplicitamente Plinio come fonte dell'inserimento dell'isola,[7] la Delineatio cartae di Willem Barents (1598)[1], il Theatrum Orbis Terrarum di Blaeu (1645),[8] e l'Atlante inglese di Moses Pitt (1680).[9]

Nell'età moderna

In età moderna le attestazioni antiche dell'esistenza di Tazata non erano ritenute attendibili.[10][11] Nel 1730 il geografo svedese Philip Johan von Strahlenberg avanzò l'ipotesi che essa corrispondesse all'arcipelago di Novaja Zemlja,[12] sebbene nella maggior parte delle carte in cui è raffigurata Tazata sia presente, più a ovest, anche la stessa Novaja Zemlja.[7][1][8][9] La supposizione di von Strahlenberg vide successivamente concordi altri autori,[13] mentre fu criticata, nella sua Storia russa (1768), da Vasilij Nikitič Tatiščev, secondo il quale non aveva fondamento la collocazione nel Mar Glaciale Artico di Tazata, che semmai poteva coincidere con la regione compresa tra il Mar Caspio e il Lago d'Aral, oppure con l'isola Ogurčinskij nella Baia di Krasnovodsk.[14]

Note

  1. ^ a b c (LA) Willem Barentsz, Delineatio cartae trium navigantium per Bataves, ad Septentrionalem plagam, Norvegiae, Moscoviae et novae Semblae, Amsterdam, 1598.
  2. ^ a b c Piergiorgio Parroni (a cura di), Commento, in Pomponii Melae De Chorographia. Libri tres, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2005, p. 413.
  3. ^ (LA) Pomponio Mela, De Chorographia, libro III, 48. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  4. ^ (EN) T. Murphy, Pliny the Elder’s Natural History: The Empire in the Encyclopedia, Oxford, Oxford University Press, 2004, p. 5.
  5. ^ (RU) V. D. Gladkij (a cura di), Kaspijskoe more, in Drevnyj mir. Ėnciclopedičeskij slovar' v 2-ch tomach, Mosca, Centrpoligraf, 1998. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  6. ^ Gaio Plinio Secondo, Historia naturale, traduzione di Lodovico Domenichi, P. Ricciardo, 1603, p. 125.
  7. ^ a b (LA) Mercator, Septentrionalium Terrarum descriptio, III ediz., Duisburg, 1623 [1595].
  8. ^ a b (LA) Willem Blaeu, Theatrum Orbis Terrarum, sive Atlas Novus in quo Tabulæ et Descriptiones Omnium Regionum, 1645.
  9. ^ a b (EN) Moses Pitt, A map of the North Pole showing adjacent areas, in The English Atlas, volume 1, n. 3, Oxford, 1680.
  10. ^ (EN) Siegmund Jakob Baumgarten et al., A Supplement to the English Universal History, E. Dilly, 1760, p. 159.
  11. ^ (RU) Filipp Avril', Putešestvie po različnym častjam Evropy i Azii, Mosca, Direkt-Media, 2010, p. 80.
  12. ^ (DE) Philip Johan von Strahlenberg, Das Nord- und Ostliche Theil von Europa und Asia, Stoccolma.
  13. ^ (EN) Thomas Pennant, Arctic Zoology, vol. I, Londra, Henry Hughs, 1784, p. 157.
  14. ^ (RU) V. N. Tatiščev, Skazanie Plinija Sekunda Staršego. Iz"jasnenie 78, in Istorija Rossijskaja s samych drevnejšich vremën, parte I, cap. XIV, Мosca, Imperatorskij Moscovskij universitet, 1768.
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