Michel Onfray: differenze tra le versioni
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'''Copyright''': Fazi Editore, 2005, traduzione di Gregorio De Paola. |
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*L'obbedienza si misura bene solo per mezzo di divieti. |
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*Il monoteismo passa per essere la [[religione]] del Libro – ma sembra piuttosto la religione di tre libri che non si sopportano affatto |
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⚫ | * Ci si può chiedere perché darsi la pena di confutare le allegazioni di un Trattato di ateologia che non tiene la strada, da qualunque lato lo si prenda. È fare molto onore a un libro la cui sostanza intellettuale è molto magra. [...] Non si tratta di rispondergli sullo stesso tono, ma neppure di lasciar passare, senza suonare la campanella, un'aggressione simile. ([[Irene Fernandez]]) |
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⚫ | * Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l'offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l'immagine fantastica che l'autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell'equilibrio? Dov'è finito lo spirito critico? Dov'è la filosofia? Dov'è la capacità dell'intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione? ([[Matthieu Baumier]]) |
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==Bibliografia== |
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===Dall' ''Antitrattato di ateologia'' di [[Matthieu Baumier]]=== |
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*Michel Onfray, ''Trattato di Ateologia'', traduzione di Gregorio De Paola, Fazi Editore, 2005. |
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* A pagina 171 del suo saggio, dopo aver liquidato in poche righe striminzite le radici razziste, irrazionali e pagane del nazismo [...] l'autore del ''Trattato di ateologia'' passa all'argomento successivo come se niente fosse. E qual è l'argomento successivo? Le radici cristiane del nazismo. Nientemeno. [...] Michel Onfray scrive, senza pudore né scrupoli di storico, che [[Adolf Hitler|Hitler]] sarebbe stato nientemeno che..."un discepolo di San Giovanni". Altro che teorie razziste dei nazisti. Largo al nazismo cristiano. |
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* Diciamolo chiaramente: a leggere questo trattato, si ha innanzitutto l'impressione di avere in mano una gag. |
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⚫ | * Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l'offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l'immagine fantastica che l'autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell'equilibrio? Dov'è finito lo spirito critico? Dov'è la filosofia? Dov'è la capacità dell'intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione? |
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* Se il lettore ha dello humour, può chiedersi in quale bistrot di quartiere il filosofo del trattato è andato a cercare la fonte delle sue informazioni. Ma non credo che lo humour sia adatto di fronte a una simile tragedia. Non credo neanche si possa, quando si è un intellettuale, in un volgere di frase (…), trasformare [[Giovanni Paolo II]] in un nuovo Eichmann. La responsabilità dell'intellettuale in materia è troppo pesante. |
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===Opere=== |
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⚫ | * Ci si può chiedere perché darsi la pena di confutare le allegazioni di un Trattato di ateologia che non tiene la strada, da qualunque lato lo si prenda. È fare molto onore a un libro la cui sostanza intellettuale è molto magra. [...] Non si tratta di rispondergli sullo stesso tono, ma neppure di lasciar passare, senza suonare la campanella, un'aggressione simile. ([[ |
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Versione delle 02:17, 16 apr 2008
Michel Onfray (1959 – vivente), filosofo francese.
Trattato di Ateologia
- L'obbedienza si misura bene solo per mezzo di divieti.
- Il monoteismo passa per essere la religione del Libro – ma sembra piuttosto la religione di tre libri che non si sopportano affatto
- Dio non è morto perché non è mortale. Una finzione non muore.
- Dirsi ateo è difficile: atei si è chiamati.
- Gli oltremondi mi sembrano subito contromondi inventati da uomini stanchi, sfiniti, essiccati dai ripetuti viaggi tra le dune o sulle piste pietrose arroventate. Il monoteismo nasce dalla sabbia.
Citazioni su Michael Onfray
- Ci si può chiedere perché darsi la pena di confutare le allegazioni di un Trattato di ateologia che non tiene la strada, da qualunque lato lo si prenda. È fare molto onore a un libro la cui sostanza intellettuale è molto magra. [...] Non si tratta di rispondergli sullo stesso tono, ma neppure di lasciar passare, senza suonare la campanella, un'aggressione simile. (Irene Fernandez)
- Con Michel Onfray, abbandoniamo la pratica intellettuale comune – quella che verifica le fonti, pone degli argomenti coerenti e mira a elevare l'uomo – per scendere al livello di una demagogia militante che si sperava scomparsa dopo i rigurgiti del XX secolo. (Matthieu Baumier)
- Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l'offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l'immagine fantastica che l'autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell'equilibrio? Dov'è finito lo spirito critico? Dov'è la filosofia? Dov'è la capacità dell'intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione? (Matthieu Baumier)
Bibliografia
- Michel Onfray, Trattato di Ateologia, traduzione di Gregorio De Paola, Fazi Editore, 2005.
Opere
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