Nell'estate 1981 la formazione toscana rinforzò il suo organico con lo stopper Vierchowod in difesa, Massaro e Pecci in mediana,[3] e Graziani in attacco:[4] durante il campionato – che vide i viola tornare a competere per il primato dopo oltre un decennio –[5] si registrò tuttavia la precoce defezione di Antognoni,[6] costretto ai box per diversi mesi dopo uno scontro col portiere genoanoMartina che fece inizialmente temere per la vita del capitano viola.[6] Benché priva della sua bandiera, la Fiorentina seppe acquisire la vetta del torneo già in autunno, chiudendo il girone di andata con un punto di margine sulla Juventus che valse la palma di campione d'inverno.[7]
In coincidenza della tornata conclusiva gli uomini di De Sisti – che pure non riportarono sconfitte – subirono l'aggancio dei bianconeri,[5] con entrambe le squadre risultate ex aequo a 44 punti alla penultima giornata.[5] Per l'assegnazione dello Scudetto divenne quindi decisiva la domenica finale, coi torinesi di scena sul campo di un Catanzaro già salvo e i gigliati attesi a Cagliari da una formazione ancora impelagata nella lotta per la salvezza:[5] Graziani sbloccò il punteggio nel secondo tempo, ma la rete venne annullata dall'arbitro Mattei per un fallo commesso da Bertoni sul portiere sardo Conti,[5] mentre la compagine di Trapattoni ebbe la meglio dei pur coriacei calabresi grazie a un rigore di Brady.[5]
L'esito del campionato fu dunque favorevole ai sabaudi,[5] episodio assurto a spartiacque nello storico livore del tifo viola verso i colori bianconeri.[5][8]
In questa stagione la Fiorentina attuò un profondo redesign della sua storica divisa. In coincidenza con l'introduzione di un nuovo stemma sociale, il cosiddetto "giglio alabardato"[9] – voluto dalla nuova proprietà Pontello in luogo del tradizionale giglio bottonato, e che contrassegnerà le casacche dei toscani per il successivo decennio –, questo andò a giganteggiare al centro del busto.[10] La muta di gioco casalinga divenne inoltre un completo all purple – questa, al contrario, un'innovazione che diverrà definitiva col passare degli anni –, abbandonando i pantaloncini bianchi del passato, e col rosso promosso a colore secondario per colletto e bordini;[9] la muta da trasferta riproponeva il medesimo kit di gara, mutuato nei colori, bianco con bordini viola.
Ulteriore novità dell'annata, a seguito della liberalizzazione degli sponsor attuata dalla Federcalcio nei campionati italiani, per la prima volta le maglie dei viola mostrarono un marchio pubblicitario, J.D. Farrow's,[10] che, caso particolare, andò a ricoprire sia il ruolo di sponsor ufficiale sia di fornitore del materiale tecnico.[9]