Epiteto omerico
L'epiteto omerico è un complemento della maggior parte dei nomi propri nei poemi dell'antica Grecia, in particolare nei poemi omerici, l'Iliade e l'Odissea.
Forme
modificaL'epiteto più semplice e frequente è l'aggettivo «divino» (in greco antico: δῖος?, dîos), applicabile senza distinzione a tutti gli eroi epici. Alcuni epiteti, infatti, potevano essere applicati a molte persone: Diomede (ad esempio Il., VI, 12) e Menelao (ad esempio Od., XV, 14) vengono definiti «dal potente grido di guerra» (in greco antico: βοὴν ἀγαθός?, boèn agathós). Altri sono invece personalizzati: solo Zeus è definito «portatore di egida» (in greco antico: αἰγίοχος?, aighíochos), solo Achille è detto «piede leggero» (in greco antico: πόδας ὠκύς?, pódas okýs) e solo Atena «occhi azzurri» (in greco antico: γλαυκῶπις?, glaukôpis). Ulisse e Priamo[1] vengono definiti «dal grande cuore» (in greco antico: μεγαλήτωρ?, megalétor), ma solo Ulisse è qualificato come uomo dai «mille inganni» (in greco antico: πολυμήτις?, polymétis), «ingegnoso» (in greco antico: πολυμήχανος?, polyméchanos), «resistente» (in greco antico: πολύτλας?, polýtlas), «dai mille viaggi» (in greco antico: πολύτροπος?, polýtropos) o «saccheggiatore di città» (in greco antico: πτολίπορθος?, ptolíporthos). L'epiteto può indicare anche l'ascendenza dell'eroe: «figlio di Peleo» (in greco antico: Πηληϊάδης?, Peleiádes) per Achille, «figlio di Atreo» (in greco antico: Ἀτρείδης?, Atréides) per Agamennone o Menelao, «figlio di Laerte» (in greco antico: Λαερτιάδης?, Laertiádes) per Ulisse. Alcuni epiteti sono divenuti luoghi comuni, come l'«Aurora dalle dita di rosa» (in greco antico: ῥοδοδάκτυλος Ἠώς?, rododáktylos Éos).
Funzioni
modificaL'epiteto omerico non ha solo la funzione di caratterizzare l'eroe, ma fornisce all'aedo porzioni di verso già pronte, in modo da poter così comporre il poema a misura del suo canto. Così, «il resistente divino Ulisse» (in greco antico: πολύτλας δῖος Ὀδυσσεύς?) è un emistichio pronto per essere combinato con un mezzo verso inventato o anche con un altro emistichio pronto, in modo da comporre l'esametro dattilico in greco antico: ὣς φάτο, γήθησεν δὲ / πολύτλας δῖος Ὀδυσσεύς? («A queste parole, fu colmato di gioia / il resistente divino Ulisse», Od., XIII, 250). Milman Parry, nella sua tesi contenuta nell’Épithète traditionnelle dans Homère. Essai sur un problème de style homérique (1928), fu il primo a mostrare il ruolo dell'epiteto omerico nella meccanica dello "stile formulare". Questa ricerca, che evidenzia l'esistenza di un sistema di aggettivi in Omero, è all'origine della teoria dell'oralità.
Note
modifica- ^ Omero, Iliade, XXIV, vv. 117 e 145 per esempio.
Bibliografia
modifica- Walter J. Ong, Oralità e scrittura, Il Mulino, 2011, ISBN 978-88-15-00964-7.
- (EN) Adam Parry, The Collected Papers of Milman Parry, Oxford University Press, New York et Oxford, 1987, ISBN 0-19-520560-X.