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Croce greca: differenze tra le versioni

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==Sviluppo storico==
In [[architettura]] l'intersecarsi di [[navata]] e [[transetto]] conferisce alle chiese una pianta a croce. Si parla di pianta a croce greca per le chiese in cui la navata e il transetto hanno la stessa [[lunghezza]] e si intersecano a metà della loro lunghezza. Altrimenti, quando navata e transetto sono di lunghezze diverse, si parla di pianta a [[croce latina]]<ref>La croce latina è una croce formata da due segmenti di diversa misura che si intersecano ad angolo retto, in cui il segmento minore è circa a tre quarti del segmento maggiore.</refrefreferenddumm>.
 
La pianta a croce greca è tipica dell'[[arte bizantina]]: il prototipo è la distrutta [[Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli)|chiesa dei Santi Apostoli]] a [[Costantinopoli]], ripresa poi in [[Italia]] durante l'alto medioevo, ma quasi completamente sostituita dalla [[croce latina]] con l'avvento del [[Architettura romanica|romanico]]. Un famoso esempio di chiesa a croce greca di ispirazione bizantina è la [[Basilica di San Marco (Venezia)|basilica di San Marco]] di [[Venezia]].
 
La pianta a croce greca venne ripresa nell'Italia centrale durante il [[Rinascimento]], quando furono costruiti numerosi edifici a [[pianta centrale]], pianta che [[Filippo Brunelleschi]] ebbe modo di sperimentare nella [[Sacrestia Vecchia]] di [[Basilica di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]] e in quel capolavoro di armonia formale che è la [[cappella Pazzi]]. Suggestionati dal risultato furono i fratelli da Sangallo: prima [[Giuliano da Sangallo|Giuliano]] realizzò la [[basilica di Santa Maria delle Carceri]] a [[Prato]], poi [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio]] progetto la [[chiesa di San Biagio (Montepulciano)|chiesa di San Biagio]] a [[Montepulciano]]; dello stesso periodo sono anche l'incertamente attribuita [[Tempio di Santa Maria della Consolazione|Santa Maria della Consolazione]] di [[Todi]] e il progetto originario di [[Bramante]] e [[Michelangelo Buonarroti]] per la [[basilica di San Pietro in Vaticano]]. Il Bramante reintrodusse questa tipologia anche nel Nord Italia, dove peraltro già [[Leon Battista Alberti]] aveva sperimentato lo schema nella [[Chiesa di San Sebastiano (Mantova)|chiesa di San Sebastiano]]. Nelle Marche, a poca distanza dal [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] di [[Urbino]] e dal luogo natio di Bramante, sorge a croce greca nel 1495 il vasto santuario di Santa Maria delle Stelle su committenza del comune di [[Cagli]].
Altro esempio di chiesa a croce greca si può trovare nel piccolo comune di [[Cellere]], in provincia di Viterbo, dove sorge la chiesa di Sant'Egidio, più famosa come unghio di chiesa del Sangallo in quanto progettata da [[Antonio da Sangallo il Giovane]].
 
Con la [[chiesa del Gesù]] a [[Roma]] e con la modifica del progetto di San Pietro, gli esperimenti sulla pianta a croce greca possono definirsi conclusi, attraverso l'impianto dell'armonia rinascimentale nel più pratico modello a croce latina. Tuttavia, durante il [[Architettura barocca|Barocco]], [[Pietro da Cortona]] realizzò la [[chiesa dei Santi Luca e Martina]] a Roma facendo ricorso ad una croce greca leggermente allungata; sempre riconducibili ad una croce greca allungata sono la [[chiesa di San Carlo ai Catinari]], sempre a Roma, e la cappella della [[Sorbona]], a [[Parigi]].