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Agostino d'Ippona: differenze tra le versioni

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Agostino recepì dai suoi genitori due opposte visioni del mondo, da lui spesso vissute in conflitto tra loro. Mentre nelle sue opere parla del padre come di un estraneo,<ref>Comune di Roma, Giovanni Falbo, 'Sant'Agostino Patrono di Ostia' (2009), p 8.</ref> sarà la madre, venerata tutt'oggi come [[santa]] dalla Chiesa cattolica, a esercitare un grande ruolo nell'educazione e nella vita del figlio,<ref name=":0" /> che dirà: «A lei debbo tutto ciò che sono».<ref>Agostino, ''La felicità'', 1, 6.</ref> Agostino ricevette da lei un'istruzione cristiana, e fu iscritto fra i [[catecumeno|catecumeni]]. Una volta, quando era molto malato, chiese il [[battesimo]], ma, essendo presto svanito ogni pericolo, decise di differire il momento della ricezione del sacramento, adeguandosi ad una diffusa usanza di quel periodo. La sua associazione con "uomini di preghiera" lasciò tre grandi concetti profondamente incisi nella sua anima: l'esistenza di una Divina Provvidenza, l'esistenza di una vita futura con terribili punizioni e, soprattutto, Cristo il Salvatore.
 
{{Citazione|Fin dalla mia più tenera infanzia, ioil mio ancora tenero cuore avevoaveva succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio;, loper conservaiTua neimisericordia, recessio delSignore, mioe cuorelo custodiva nel profondo di sé; e tuttitutto colorociò chein sicui sono presentatimi aimbattevo mee senzache mancava di quel Nome Divino, sebbeneper potessequanto esserefosse eleganteerudito, benforbito scritto, ede ancheperfino pieno di verità, non miriusciva portaronoa viacatturarmi completamente. |''Confessioni'', I, IV}}
 
Africano di nascita, utilizzò soprattutto il [[lingua latina|latino]] nei suoi scritti. Non ebbe molta dimestichezza con il [[Lingua greca antica|greco]], lingua studiata in giovane età ma non amata, mentre la conoscenza del [[lingua punica|punico]] è stata messa in discussione da taluni studiosi.<ref>Christian Courtois, ''Saint Augustin et le problème de la survivance punique'', n. 94, pp. 239-282, Revue Africaine, 1950.</ref> Il padre, orgoglioso del successo di suo figlio nelle scuole di Tagaste e [[Madaura]], decise di mandarlo a [[Cartagine]] per prepararlo alla carriera forense, ma ci vollero molti mesi per raccogliere il denaro necessario, e Agostino passò il suo sedicesimo anno a Tagaste, in un ozio in cui si scatenò una grande crisi intellettuale e morale. Egli stesso avrebbe in seguito narrato come, dominato da una profonda inquietudine, venisse risucchiato in un vortice di passioni, e provasse quasi attrazione per il [[peccato]], come avvenne per esempio in occasione del celebre ''[[Confessioni#Libro II|furto delle pere]]'', che Agostino organizzò insieme ad alcuni coetanei: