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Aristotele: differenze tra le versioni

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=== Apocrifi ===
{{vedi anche|Pseudo-Aristotele}}
Nel corso dei secoli ad Aristotele furono attribuite molte altre opere [[pseudoepigrafia|pseudepigrafe]], che la filologia odierna ha riconosciuto come spurie e indicato genericamente come [[Pseudo-Aristotele|pseudo-aristoteliche]].
 
La ''[[Retorica ad Alessandro]]'' è un trattato di retorica che ora si ritiene generalmente che sia opera di [[Anassimene di Lampsaco]].
Ad Aristotele erano anche attribuiti - e perciò sono stati tramandati nel suo ''corpus'' - la ''[[Retorica ad Alessandro]]'', l{{'}}''Economico'', i ''Problemata'', ''Le Audizioni Meravigliose'', ''Le Piante'' e ''La Meccanica'' e ''I Colori'', che la filologia moderna riconosce come opere spurie.
{{vedi anche|Retorica ad Alessandro}}
La ''Retorica ad Alessandro'' è un trattato di retorica che ora si ritiene generalmente che sia opera di [[Anassimene di Lampsaco]].
{{vedi anche|Problemata}}
I ''Problemi'' raggiunsero la loro forma finale tra il III secolo a.C. e il VI secolo d.C. Il lavoro è diviso per argomento in 38 sezioni e il tutto contiene quasi 900 problemi. Qualche esempio può chiarire la tipologia dell'opera. L'autore si chiede: come mai sedendosi vicino al fuoco si avverte la necessità di orinare? La sua risposta è: perché il fuoco scioglie le cose solide. È chiaro che, se avesse ragione, allontanandosi dal fuoco dovrebbe anche passare la voglia<ref>[[Aulo Gellio]], ''Noctes Atticae'', XIX, 4 formula la questione in questi termini: «Vi sono dei libri di Aristotele, intitolati'' Questioni fisiche'' [Problemata Physica], che sono assai divertenti e pieni di opportune osservazioni d'ogni genere. [...] Così pure indaga perché colui che a lungo sta presso il fuoco abbia voglia di urinare. [...] Quanto all'urinare reso frequente dalla vicinanza al fuoco, si esprime con queste parole: Il fuoco dissolve la materia solida, come il sole fonde la neve». (Traduzione di Luigi Rusca, Milano, Rizzoli, 1968, pp. 572-573).</ref>.
 
I ''[[Problemata|Problemi]]'' raggiunsero la loro forma finale tra il III secolo a.C. e il VI secolo d.C. Il lavoro è diviso per argomento in 38 sezioni e il tutto contiene quasi 900 problemi. Qualche esempio può chiarire la tipologia dell'opera. L'autore si chiede: come mai sedendosi vicino al fuoco si avverte la necessità di orinare? La sua risposta è: perché il fuoco scioglie le cose solide. È chiaro che, se avesse ragione, allontanandosi dal fuoco dovrebbe anche passare la voglia<ref>[[Aulo Gellio]], ''Noctes Atticae'', XIX, 4 formula la questione in questi termini: «Vi sono dei libri di Aristotele, intitolati'' Questioni fisiche'' [Problemata Physica], che sono assai divertenti e pieni di opportune osservazioni d'ogni genere. [...] Così pure indaga perché colui che a lungo sta presso il fuoco abbia voglia di urinare. [...] Quanto all'urinare reso frequente dalla vicinanza al fuoco, si esprime con queste parole: Il fuoco dissolve la materia solida, come il sole fonde la neve». (Traduzione di Luigi Rusca, Milano, Rizzoli, 1968, pp. 572-573).</ref>. Un altro dei ''Problemi'' è: come mai soffiando sulle mani queste si scaldano, mentre soffiando sulla zuppa questa si raffredda? La risposta è: perché quando si soffia sulla minestra, si tiene la bocca quasi chiusa, dunque il calore dell'aria rimane dentro la bocca e quel poco che esce fuori evapora subito per la violenza del soffio<ref>[[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], ''Adagi'', Milano, Bompiani, 2013, Centuria 8, n. 730, p. 711: ''[[Ex eodem ore calidum et frigum efflare]]'': «Ma di questa cosa, che aveva meravigliato il satiro, espone il motivo Aristotele nei ''Problemi'', sezione trentaquattresima, problema settimo [34,7,964a 10-18], e crede che ciò accada per questo motivo, cioè che chi alita fortemente non muove tutta l’aria, ma espira con la bocca molto stretta un po’ di vento, in modo che il calore emesso dalla bocca svanisce subito per l’aria restante, che muove grazie al grandissimo impeto, e diventa freddo».</ref>.
 
{{vedi anche|De mirabilibus auscultationibus}}
Le ''[[De mirabilibus auscultationibus|Audizioni Meravigliosemeraviglios]]'' appartengono al genere della [[paradossografia]], peraltro non ignota allo stesso Aristotele, ad esempio nella ''[[Historia Animalium]]'': ad esempio, tra le altre curiosità dell'operetta, si riporta che, sull'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]], le capre ferite dai cacciatori si cibano di un'erba, chiamata [[Dittamo]], che subito fa uscire la freccia e sana la ferita<ref>Edizione in ''Paradoxographorum Graecorum Reliquiae'', a cura di A. Giannini, Istituto Editoriale Italiano, 1966.</ref>.
 
Oltre a questi si ricordano anche l'''[[Economico (Aristotele)|Economico]]'', ''[[De plantis|Le piante]]'', ''[[De coloribus|I colori]]'', ''[[Questioni meccaniche]]'' e altre ancora.
 
== La filosofia: scienza delle cause e ricerca delle essenze ==