Emanuele Notarbartolo
Emanuele Notarbartolo di San Giovanni (Palermo, 23 febbraio 1834 – Termini Imerese, 1º febbraio 1893) è stato un banchiere e politico italiano. È considerato la prima vittima eccellente di cosa nostra in Italia.[1]
Emanuele Notarbartolo | |
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Emanuele Notarbartolo di San Giovanni | |
Sindaco di Palermo | |
Durata mandato | 26 ottobre 1873 – 30 settembre 1876 |
Predecessore | Domenico Peranni |
Successore | Francesco Paolo Perez |
Dati generali | |
Suffisso onorifico | Marchese di San Giovanni |
Partito politico | Destra Storica |
Fu alla guida del Banco di Sicilia e deputato della Destra Storica. È sepolto nel Cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Palermo.
Biografia
Le origini
Il marchese di San Giovanni nasce in una famiglia aristocratica palermitana, ma presto rimane orfano di entrambi i genitori. Cresciuto in Sicilia, nel 1857 si trasferisce prima a Parigi, poi in Inghilterra, dove conosce Michele Amari e Mariano Stabile, due esuli siciliani che lo influenzeranno molto. Avvicinatosi all'economia e alla storia, diventa sostenitore del liberalismo conservatore (quindi vicino alla Destra storica). Dal 1862 diventa prima reggente, poi titolare, del Banco di Sicilia.
L'impegno politico
Arruolatosi nell'armata sarda, si aggrega anche alla spedizione dei Mille con Giuseppe Garibaldi. Nel 1865 lascia l'esercito e diventa assessore alla polizia urbana a Palermo, con Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, come sindaco. L'insurrezione della città nel 1866 travolge l'intera classe dirigente e la conseguente sconfitta elettorale allontana per un periodo Notarbartolo dalla politica. Dal 1870 al 1873 è responsabile dell'ospedale, poi il 26 ottobre 1873 viene eletto sindaco di Palermo. Rimane in carica fino al 30 settembre 1876. Durante il suo governo, attua varie opere urbanistiche ed è tra i promotori della costruzione del Teatro Massimo di Palermo. Ma, soprattutto, cerca di debellare il fenomeno della corruzione alle dogane.
L'attività al Banco di Sicilia
Dal 1876 si occupa a tempo pieno del Banco di Sicilia, cercando con la sua autorità di riorganizzare il sistema bancario che era stato scosso dopo l'Unità d'Italia. Inoltre il Banco di Sicilia è sull'orlo del fallimento, e l'opera di Notarbartolo evita di far collassare l'economia siciliana. Il suo lavoro al Banco di Sicilia inizia a inimicargli molta gente. Il consiglio della banca è composto principalmente da politici, molti dei quali legati alla mafia locale.
Durante il governo Depretis, gli vengono affiancati due personaggi a lui ostili, tra cui il parlamentare Raffaele Palizzolo. Il deputato era colluso con la mafia locale da anni e le sue speculazioni avventate avevano creato non pochi screzi con Notarbartolo.[senza fonte]
L'omicidio
Nel 1882, mentre si trovava a Caccamo, il marchese fu sequestrato per un breve periodo; per essere liberato fu costretto a pagare un riscatto di 50.000 lire.[2] Il 1º febbraio 1893, nel tragitto in treno tra Termini Imerese e Trabia, venne ucciso con 27 colpi di pugnale da Matteo Filippello e Giuseppe Fontana, legati a cosa nostra.
Il processo agli assassini
Nel 1899 la Camera dei deputati autorizzò il processo contro Raffaele Palizzolo come mandante dell'assassinio. Nel 1901 venne giudicato colpevole e condannato, ma nel 1905 fu assolto dalla Corte d'Assise di Firenze per insufficienza di prove, probabilmente sempre grazie ai suoi appoggi importanti.
Trasposizione televisiva
Il delitto di Emanuele Notarbartolo viene raccontato nella miniserie televisiva del 1980 Il delitto Notarbartolo, di Alberto Negrin, in cui il politico siciliano viene interpretato da Ivo Garrani.
Note
Bibliografia
- Leopoldo Notarbartolo Il caso Notarbartolo, Il Vespro, Palermo, 1977
- Sebastiano Vassalli Il cigno, Einaudi, Torino, 1993
- Gigi Speroni Il delitto Notarbartolo, Rusconi, Milano, 1993
- Leopoldo Notarbartolo La città cannibale - Il memoriale Notarbartolo, Edizioni Novecento, Palermo, 1994
- Paolo Valera L'assassinio Notarbartolo, Manni, S. Cesario di Lecce, 2006
- Napoleone Colajanni, Nel regno della mafia, Edizioni Trabant, Brindisi, 2010
Voci correlate
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47564443 · ISNI (EN) 0000 0000 3133 6261 · SBN PALV020259 · LCCN (EN) n93004798 · GND (DE) 119113872 |
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