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Filosofia greca: differenze tra le versioni

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Al tentativo di indagare l'aspetto divino e sovrasensibile della natura si affianca l'impegno di altri filosofi nel liberare la ricerca ontologica sugli elementi primordiali dalle concezioni proprie della religiosità tradizionale. Di una critica nei confronti di quest'ultima, rivolta in particolare al suo [[antropomorfismo]], si fa portavoce [[Senofane]] di Colofone, il cui pensiero prelude al più importante sviluppo dell'ontologia greca, rappresentato dal pensiero della [[scuola eleatica]] e di [[Parmenide]]. Questi si pone in polemica con i primi filosofi, che postulavano una varietà di elementi primari come spiegazione del [[divenire]], e contro [[Eraclito]], il quale definiva la realtà come prodotto di un incessante mutamento, sottoposto irriducibilmente alla legge dei contrari, accettando la [[molteplicità]] e le [[contraddizione|contraddizioni]] come un dato di fatto e non come errori del pensiero.<ref>«Il principio di non-contraddizione, introdotto da Parmenide per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, ''I grandi filosofi'', pag. 737, tr. it., Longanesi, Milano 1973).</ref> I filosofi di Elea ritengono invece che l'[[Essere (filosofia)|Essere]] sia unico e che le impressioni dei [[organi di senso|sensi]] non ci possano condurre alla sua conoscenza; solo il [[pensiero]] capace di liberarsi dall'esperienza sensibile può volgersi alla verità dell'Essere, distinta dall'[[opinione]] in una radicale [[differenza ontologica]] rispetto alla realtà fenomenica.
 
Questa posizione parmenidea, che risente dell'influsso di Pitagora, avrà grandemolta rilevanza nei successivi sviluppi della filosofia. Già con [[Empedocle]], tuttavia, la tesi dell'unicità dell'Essere è rimessa in discussione; egli infatti propone piuttosto una tesi pluralista, identificando [[quattro elementi]] fondamentali come radici di tutto ciò che è, e due moventi fondamentali, l'[[Amore]] e l'[[odio (sentimento)|Odio]], come cause del divenire; [[Anassagora]], successivamente, radicalizzerà ancor più le tesi di Empedocle, sostenendo che un'[[Nous|Intelligenza Universale]], definita ''Nous'' (''Nùs''), amministra il continuo divenire a partire da un numero infinito di elementi semplici, chiamati [[omeomerie]].
 
È solo con gli atomisti [[Leucippo]] e [[Democrito]], tuttavia, che la fisica pluralista giunge alle sue conseguenze più estreme e più conseguenti; con Democrito, l'Essere che Parmenide aveva teorizzato essere Uno e Semplice, si scompone nella molteplicità di un numero infinito di [[atomi]], che dell'Essere conservano soltanto l'indivisibilità, ma che sono elementi semplici di un cosmo concepito [[materialismo|materialisticamente]], da cui ogni finalismo è escluso.