La vigna di uve nere
La vigna di uve nere è il romanzo d'esordio della scrittrice italiana Livia De Stefani[1], pubblicato nel 1953 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. È una storia di denuncia alla mafia che rese la De Stefani, con molta probabilità, la prima donna in assoluto a parlare della criminalità organizzata.
La vigna di uve nere | |
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Autore | Livia De Stefani |
1ª ed. originale | 1953 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Cinisi, Sicilia |
Protagonisti | Casimiro Badalamenti |
Coprotagonisti | Concetta, Nicola, Rosaria |
Opera importantissima nella carriera della scrittrice palermitana, venne pubblicata dopo una raccolta poetica che non ebbe il successo sperato.
Dal romanzo venne tratto nel 1984 lo sceneggiato televisivo La vigna di uve nere, trasmesso dalla Rai, con la regia di Sandro Bolchi.
Trama
Casimiro Badalementi è un uomo perfido e rude residente a Cinisi, dove coltiva le sue vigne di uve nere. Oltre a ciò, però, porta avanti anche loschi affari. Sposato con Concetta, donna molto devota al marito, ha quattro figli, che per suo volere sono cresciuti da altre famiglie contadine, senza che ognuno di loro sapesse degli altri fratelli. Dopo anni, Casimiro vuole riprendersi i figli, ormai cresciuti. Tra due di loro però, il primogenito Nicola e la secondogenita Rosaria, nasce una grande attrazione amorosa che li porterà all'incesto. Per Casimiro ciò sarà inaccettabile, poiché potrà esporre lui e la sua famiglia a una vergogna insostenibile, che farebbe saltare in aria tutti i suoi piani di diventare un "uomo d'onore". Proprio per questo, per Nicola e Rosaria non ci sarà un felice epilogo.
Linguaggio e sfondo narrativo
La storia viene raccontata con una lingua affilata e trasparente, ambientata in una Sicilia fossilizzata nella quale vaga il dolore che racconta del mondo duro e primordiale dei contadini, che si muovono secondo i ritmi frenetici del lavoro a seconda delle stagioni e che dialogano per mezzo dei proverbi.
Note
- ^ De Stefani scrittrice di una Sicilia morbosa - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 9 agosto 2022.