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Mastro Titta: differenze tra le versioni

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|Attività = boia
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = dello [[Stato Pontificio]], noto anche in [[dialetto romanesco|romanesco]] come "''er boja de Roma''"
|Immagine = mastrotitta.jpg
|Didascalia = Mastro Titta mostra alla folla una testa femminile recisa
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==Biografia==
La sua carriera di incaricato delle esecuzioni delle condanne a morte durò ben 68 anni ed iniziò all'età di 17 anni, il 22 marzo [[1796]]: fino al [[1864]] raggiunse la quota di 514 condanne a morte (sul proprio taccuino Bugatti annotò 516 nomi di giustiziati, ma dal conto vengono sottratti due condannati, uno perché fucilato e l'altro perché [[Impiccagione|impiccato]] e [[Squartamento|squartato]] dall'aiutante)<ref name=treccani />, per una media dunque di 7 condanne annue. Egli operò anche sotto il dominio francese, in cui compì 55 esecuzioni del totale.
 
Le sue prestazioni sono difattiinfatti tutte annotate in un elenco che arriva fino al 17 agosto [[1864]], quando ormai all'età di 85 anni, venne sostituito da [[Vincenzo Balducci]] e [[papa Pio IX]] gli concesse la pensione, con un vitalizio mensile di 30 scudi.
 
[[File:Mastro Titta.jpg|upright=1.4|thumb|left|Mastro Titta offre una presa di tabacco a un condannato prima dell'esecuzione]]
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Nei lunghi periodi di inattività, svolgeva il mestiere di venditore di [[ombrello|ombrelli]], sempre a Roma. Il boia viveva nella cinta vaticana, sulla riva destra del [[Tevere]], nel rione [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]], al numero civico 4 di Vicolo del Campanile.
 
Era naturalmente malvisto dai propri concittadini; tanto che gli era vietato, per prudenza, recarsi nel centro della città, dall'altro lato del Tevere (donde il proverbio "''Boia nun passa Ponte''", a significare "ciascuno se ne stia nel proprio ambiente"). Ma siccomeSiccome a Roma le esecuzioni capitali pubbliche decretate dal papa, soprattutto quelle esemplari, non avvenivano nel borgo papalino ma sull'altra sponda del Tevere - in [[Piazza del Popolo (Roma)|Piazza del Popolo]] o a [[Campo de' Fiori]] o nella piazza del [[Velabro]] (dove [[Mario Monicelli|Monicelli]] ha ambientato l'esecuzione del brigante don Bastiano nella pellicola cinematografica ''[[Il marchese del Grillo]]'') - in eccezione al divieto, il Bugatti doveva attraversare il [[Ponte Sant'Angelo]] per andare a prestare i propri servigi. Questo fatto diede origine all'altro modo di dire romano, ''Mastro Titta passa ponte'', a significare che quel giorno era in programma l'esecuzione di una sentenza capitale.
 
Il 19 maggio [[1817]], [[George Gordon Byron]] si trovava in piazza del Popolo mentre tre condannati (Giovanni Francesco Trani, Felice Rocchi e Felice De Simoni) venivano decapitati: il poeta descrisse questa esperienza in una lettera indirizzata al suo editore John Murray.
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«Tieni!», mi disse, «e ricordati bene<br />che questa stessa fine sta già scritta<br />per mille altri che sono meglio di te».
|[[Giuseppe Gioachino Belli]], [[sonetto]] n. 68, Er ricordo, datato 29 settembre 1830
|''[[s:Sonetti romaneschi/Er ricordo I(1830)|Er ricordo]]''
 
Er giorno che impiccòrno Gammardella<br />io m'èro propio allora accresimato.<br />Me pare mó, ch'er zàntolo a mmercato<br />me pagò un zartapicchio<ref>Un balocco che salta per via d'elastici (NdA)</ref> e 'na sciammèlla.
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Il Belli ha dedicato a Mastro Titta e al tema delle [[Pena capitale|pene capitali]] eseguite in piazza anche i sonetti:
* ''[[s:Sonetti romaneschi/La ggiustizzia ar Popolo|La ggiustizzia ar Popolo]]'', 8 dicembre 1834
* ''[[s:Sonetti romaneschi/Er dilettante de Ponte|Er dilettante de Ponte]]'', del 29 agosto 1835
 
=== Rugantino ===
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* [[Repubblica Romana (1798-1799)]]
* [[Repubblica Romana (1849)]]
* [[Mastro Titta, il boia di Roma: Memoriememorie di un carnefice scritte da lui stesso]]
* [[Pena di morte nella Città del Vaticano]]
* [[Casa del boia (Roma)]]