[go: nahoru, domu]

Menadi: differenze tra le versioni

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Mitologia: Corretto errore zoologico
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Il termine ''Menadi'' deriva da [[Menio]], re di [[Orcomeno (Grecia Centrale)|Orcomeno]], città [[Beozia|beota]] vicino a [[Tebe (Grecia)|Tebe]]<ref>{{cita web |url=http://www.filitesi.it/archivio/Magnani.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=4 novembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104150602/http://www.filitesi.it/archivio/Magnani.pdf |dataarchivio=4 novembre 2013 }}</ref>.
Secondo il racconto contenuto ne ''[[Le metamorfosi (Antonino Liberale)|Le metamorfosi]]'' di [[Antonino Liberale]], le tre laboriose figlie di Menio (dette ''Menadi'') erano disinteressate al culto di [[Dioniso]]. Quest'ultimo, però, irritatosi, invase le sorelle e le condusse alla pazzia, all'infanticidio e all'[[omofagia]].
Il racconto termina con l'intervento di [[Hermes]] che tramuta le donne, ormai diventate incontenibili ''Baccanti'', in tre uccellivolatili notturni (pipistrello, civetta e gufo)<ref>[http://www.miti3000.it/mito/mito/greca_p.htm Mitologia greca - Lettera P]</ref>.
 
Vestite di [[nebris]] o altre pelli animali, con in testa una corona di edera o quercia o abete, esse celebravano il dio cantando, danzando e vagando come animali per monti e foreste.