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Michele il Siro: differenze tra le versioni

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{{WIP|Michele Lazzari}}
 
{{Vescovo
|tipo = Patriarca
|chiesa = ortodossa siriaca
|immagine = Patriarchal Emblem of Syriac orthodoxOrthodox COAChurch.svg
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|didascalia = Emblema della Chiesa ortodossa siriaca
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{{Bio
|Nome = Michele il Siro
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Nacque nel 1126 a [[Melitene]], oggi [[Malatya]], figlio del sacerdote ''Eliya'' (o ''Elias'') della famiglia ''Qindasi''<ref>Wright, ''A short history of Syriac literature'', p. 250, n. 4, con riferimento a Barebreo, ''Chron Eccles.'', vol. 1, 537.</ref>. Un suo zio, il monaco ''Athanasius'', diventò vescovo di [[Anazarbe]] in [[Cilicia]] nel 1136.
 
In quel periodo Melitene faceva parte del regno della dinastia [[turkmeni|turcomanna]] dei ''Danishmend[[Danishmendidi]]''. Quando il regno fu diviso in due nel 1142 diventò la capitale di uno dei due principati. Nel 1178 diventò parte del [[Sultanato di Rum]]. Il monastero di ''Bar Sauma'' era vicino alla città, ed era la sede patriarcale dall'[[XI secolo]].
 
Entrò fin da bambino a servizio del monastero, e diventò ''arcimandrita''[[archimandrita]] prima dei trent'anni di età. Fece eseguire vari perfezionamenti alle strutture dell'abbaziadel convento, fra cui il miglioramento del rifornimento idrico e delle difese contro gli assalti delle scorribande. Il 18 ottobre [[1166]] fu eletto patriarca della Chiesa [[Chiesa ortodossa siriaca|giacobita]],; evenne consacrato alla presenza di 28 vescovi.
 
Nel [[1168]] fece un pellegrinaggio a [[Gerusalemme]], poi rimase per un anno ad [[Antiochia]]. Tutte e due le città in quel tempo facevano parte degli [[Stato crociato|stati crociati latini]], e Michele stabilì eccelletnieccellenti relazioni con i capi dei Crociati, specialmente con [[Amalrico di Nesle]], patriarca latino di Gerusalemme. Ritornato al monastero di ''Bar Sauma'' nell'estate del [[1169]], tenne un sinodo e tentò una riforma della Chiesa, a quei tempi corrotta dalla [[simonia]].
 
L'imperatore bizantino [[Manuele I Comneno]] lo avvicinò per negoziare una riunioneriunificazione delle Chiese. Ma si rifiutò di recarsi a [[Costantinopoli]] quando ricevette l'invito dell'imperatore. E si rifiutò due volte, nel [[1170]] e nel [[1172]], di incontrare l'inviato ''Teoriano'', mandando invece come sui rappresentanti prima il vescovo ''Giovanni di Kaishoum'', poi il discepolo ''Teodoro bar Wahbon''. In tre successive lettere all'imperatore, Michele rispose con una semplice riaffermazione del credo [[miafisismo|miafisita]] dei Giacobiti<ref>Wright, ''Syriac Literature'', p. 252, n. 3.</ref>.
 
Intorno al [[1174]] Michele dovette contendere la rivolta di una fazione di vescovi. Egli stesso fu arrestato due volte su istigazione dei vescovi dissidenti, come da lui affermato: la prima volta dai servitori del prefetto di [[Mardin]], la seconda da quelli dell'emiro di [[Mosul]]. Anche i monaci di ''Bar Sauma'' si ribellarono contro di lui nel [[1171]] e nel [[1176]].
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Tra il [[1178]] e il [[1180]] risiedette di nuovo negli stati crociati, ad Antiochia e a Gerusalemme. Fu invitato dal [[papa Alessandro III]] a partecipare al [[Concilio Lateranense III]], ma si rifiutò di recarsi. Tuttavia partecipò al concilio in modo epistolare; scrivendo un lungo trattato sugli [[Albigesi]], sulla base delle informazioni che gli vennero fornite.
 
Nel [[1180]] il suo un tempo allievo ''Teodoro bar Wahbon'' fu eletto egli stesso patriarca ad [[Amida (città)|Amida]], con il nome di ''Giovanni'', da alcuni vescovi dissidenti, dando inizio ad uno scisma che sarebbe durato 13 anni. Michele intraprese un'azione energica, contrastò gli anti-patriarchi, rinchiuse ''Teodoro'' a ''Bar Sauma'' e formalmente lo depose. Alcuni monaci gli permisero di scappare; egli fuggì a [[Damasco]] e tentò invano di appellarsi a [[Saladino]]. Quindi si recò a Gerusalemme e, dopo la caduta della città nel [[1187]], andò a [[Hromgla]] con il catholicòs armeno ''Gregorio IV'', che gli permise di ottenere un riconoscimento ufficiale dal principe ''Leone II'' dell'[[Armenia Minore]]. ''Teodoro'' avavaaveva molti sostenitori, e lo scisma non terminò fino alla morte di ''Teodoro'' nell'estate del [[1193]]. Secondo ''Barebreo'', ''Teodoro'' era in grado di scrivere e parlare siriaco, [[lingua greca|greco]], [[lingua armena|armeno]] ed [[lingua araba|arabo]]; e scrisse una difesa della sua causa contro Michele in lingua araba<ref>Wright, ''A short history'', p. 254</ref>.
 
Nel [[1182]] Michele ricevette il sultano ''Kiliji[[Qilij Arslan II'']] a Melitene, dove si scambiarono cordiali conversazioni.
 
Morì nel monastero di ''Bar Sauma'' il 7 novembre del [[1199]] all'età di 6372 anni, dopo essere stato patriarca per 33 anni.
 
=== Michele il Giovane ===
Suo nipote ''Michele il Giovane'', noto anche come ''Yeshti Sephethana'' o ''"Grandi Labbra''"<ref>[https://archive.org/stream/shorthistoryofsy00wrig/_djivu.txt] A short history of Syriac Literature, at Digitized by the Internet Archive.</ref> diventò anti-patriarca a Melitene dal 1199 al 1215, in opposizione ad ''Atanasio IX'' e poi a ''Giovanni XIV''<ref name="William Wright p. 250"/>.
 
== Opere ==
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Questa cronaca va dalla [[Creazione (teologia)|Creazione]] all'epoca contemporanea dell'autore. Fa uso di antiche ''Storie ecclesiastiche'' oggi perdute; per es. la sua trattazione del periodo tardo-antico si basa soprattutto sugli ''Annali'' di [[Dionisio I di Tel Mahre]]. Include anche una versione del cosiddetto [[Testimonium Flavianum]].
 
L'opera sopravvive in un solo manoscritto eseguito nel [[1598]] in siriaco nella variante dell'[[alfabeto siriaco|alfabeto]] denominata ''Serto''. Essa fu copiata da un manoscritto precedente , esso stesso copiato dall'[[autografo]] di Michele. Questo manoscritto è oggi custodito in una scatola chiusa a chiave in una chiesa di [[Aleppo]], e non è accessibile nemmeno agli studiosi. Tuttavia lo studioso francese ''Jean-Baptiste Chabot'' riuscì ad ottenere una copia eseguita a mano nel [[1888]]; e ne pubblicò una riproduzione fotografica in quattro volumi (1899-1910), con una traduzione in francese.<br Nel [[2009]] il fac-simile del codice di Edessa-Aleppo è stato pubblicato dalla casa editrice ''Gorgias Press'' nel primo volume, a cura di ''Mor Gregorios Yuhanna Ibrahim'', di una serie sulle ''Cronache'' di ''Michele il Grande''./>
La cronaca universale dalla [[creazione (teologia)|creazione]] all'anno 1195 fu pubblicata per la prima volta nel 1874 a [[Parigi]], in occasione dell'ottocentenario della morte. È il più voluminoso testo noto in [[Lingua siriaca|siriaco]], e, secondo alcuni autori, la più corposa cronaca universale mai scritta fino al medioevo. Il resto del suo ministero andò perduto: la Chiesa, gli edifici, le riforme, la sua biblioteca, ricca di testi sacri che il patriarca fece impreziosire con miniature in argento e oro.<ref>{{cita pubblicazione | autore = [[Dorothea Weltecke]] | url = https://www.worldcat.org/title/world-chronicle-by-patriarch-michael-the-great-1126-1199-some-reflections/oclc/953301930&referer=brief_results | titolo = The World Chronicle by Patriarch Michael the Great (1126-1199) : Some reflections | rivista = [[w:en:Journal of Assyrian Academic Studies|Journal of Assyrian Academic Studies]] | issn = 1055-6982 | formato = pdf | volume = 11 | numero = 2 | pagine = 6-30 | oclc = 953301930 |anno = 1997 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200609143202/http://kops.uni-konstanz.de/handle/123456789/19419 | dataarchivio = 9 giugno 2020 | urlmorto = no}}</ref>
 
Nel [[2009]] il fac-simile del codice di Edessa-Aleppo è stato pubblicato dalla casa editrice ''[[Gorgias Press]]'' nel primo volume, a cura di ''Mor Gregorios Yuhanna Ibrahim'', di una serie sulle ''Cronache'' di ''Michele il Grande''.
 
Abbiamo anche una traduzione abbreviata in lingua armena, della quale ''Victor Langlois'' pubblicò una traduzione in francese nel [[1868]]. Soltanto questa versione conserva la prefazione dell'opera. Esiste anche una versione più corta sempre in armeno, ma non è mai stata pubblicata.
 
La [[British Library]] di [[Londra]] possiede ununa versione in ''Gharshuni''[[Garshuni]], ovvero in lingua araba ma in alfabeto siriaco (ms. Orient. 4402). In un manoscritto del [[Vaticano]] esiste una versione in arabo con un ''libro 5''<ref>J.B. Chabot, ''Chronique...'' vol. 1, p. ii.</ref>
 
Come testimonianze secondarie si può citare che ''Barebreo'', ''Pseudo-Giacobbe'' e ''Maribas il Caldeo'' fecero tutti e tre affidamento all'opera di Michele<ref>Robert Hoyland (1997). ''Seeing Islam as Others Saw It''. Princeton: Darwin. p. 452.</ref>.
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://www.archive.org/datails/ChroniqueDeMichelLeSyrienT.1Fasc.1translation] "Michel le Syrien". Primo volume della traduzione francese delle "Cronache".
* [https://www.archive.org/details/MichelLeSyrien2] Secondo volume in francese.
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* [https://www.archive.org/details/ChroniqueDeMichelLeGrand] Traduzione francese della versione armena delle "Cronache".
* [http://www.roger-pearse.com/weblog/?p=1034] Traduzione inglese della prefazione alle "Cronache".
* [http://rbedrosian.com/Msyr/msyrtoc.html]. Robert Bedrosian, "Michael the Syrian". Traduzione inglese della versione armena delle "Cronache" di "Michele il Siro".
* [http://www.bbkl.de/m/michael_syr.shtml] Jürgen Tubach (1993). "Michael der Syrer". In Bautz, Traugott, ''Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexicon (BBKL)''.(In tedesco) 5. Herzberg: Bautz. cols. 1467-1471. ISBN 3-88309-043-3.
* [https://web.archive.org/web/20141113085119/http://www.amnh.org/education/resources/rfl/web/bulletins/earth/A/1/2/index.html] Gli scienziati della NASA e Michele il Siro.
 
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{{Portale|biografie|cristianesimo|letteratura|medioevo}}
 
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