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}}
 
Viene considerato il fondatore dell'[[ontologia]], con cui ha influenzato l'intera [[storia della filosofia]] occidentale]].<ref name="Palmer">{{cita libro|url=https://plato.stanford.edu/entries/parmenides|titolo=Parmenides|autore=John Palmer|pubblicazione=Stanford Encyclopedia of Philosophy}}</ref> Fu il filosofo dell'[[essere]] statico e immutabile, in contrasto col [[divenire]] di [[Eraclito]],<ref>Paola Ruminelli, [https://books.google.it/books?id=I8F5tLyf3-gC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=prospettiva%20eraclito%20opposta%20parmenide&f=false ''La ricerca filosofica'', pag. 41], Armando Editore, 2001.</ref> secondo il quale viceversa «[[Panta rhei|tutto cambiascorre]]».<ref>Aa.Vv., [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=uzh60S5aCZoC&dq=%22ex+ente+non+fit+ens+quia+iam+est+ens%22&focus=searchwithinvolume&q=%22tutto+diviene%22+%22ex+ente+non+fit+ens+quia+iam+est+ens%22+%22ex+nihilo+nihil+fit%22+opposte ''Logos: rivista internazionale di filosofia'', pag. 388], Bartelli & Verando, 1926.</ref>
 
A lui si deve la nascita della [[scuola eleatica]] a cui appartenevano anche [[Zenone di Elea]] e [[Melisso di Samo]].<ref>I [[paradossi di Zenone]] sul [[moto (fisica)|movimento]] vennero enunciati proprio per argomentare la posizione filosofica di Parmenide.</ref>
La rivalità tra Parmenide ed Eraclito è stata reintrodotta negli odierni dibattiti sulla [[concezione del tempo]],<ref>[[John Ellis McTaggart]], ''The Unreality of Time'' (1908), trad. it. ''L'irrealtà del tempo'', a cura di Luigi Cimmino, Milano, BUR, 2006.</ref> e della [[fisica moderna]].<ref>Luigi Lugiato, ''[https://books.google.it/books?id=ZcA9DwAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=parmenide%20eraclito%20relativit%C3%A0%20quantistica&f=false L'uomo e il limite]'', Milano, FrancoAngeli, 2017.</ref> è stato un proplayer e a traiardato molto sulla matematica
 
== Biografia ==
Parmenide nacque in [[Magna Grecia]], ad [[Elea]]<ref>SecondoCosì Platone in ''Parmenide'', op.cit.</ref> ([[Elea-Velia|Velia]] in epoca romana, oggi [[Ascea]] in Campania), da una famiglia [[aristocrazia|aristocratica]].<ref name=diogene/> Della sua vita si hanno poche notizie.
 
Secondo [[Speusippo]], nipote di [[Platone]], sarebbe stato chiamato dai suoi concittadini a redigere le leggi della sua città.<ref>Così [[Plutarco]], ''Contro Colote'', 32, 1126 A.</ref> Secondo [[Sozione il Peripatetico|Sozione]] fu discepolo del pitagorico Aminia,<ref name=diogene>Diogene Laerzio, IX, 21.</ref> per altri fu probabilmente discepolo di [[Senofane]] di Colofone.<ref>Fra questi Aristotele, (''Metafisica'' A 5, 986b, 22) e Platone (''Sofista'', 242d) e così anche [[Diogene Laerzio]], ''Vite dei filosofi'', IX, 21.</ref>
 
Ad [[Elea]] fondò inoltre una [[Scuola eleatica|scuola]], insieme al suo discepolo prediletto [[Zenone di Elea|Zenone]].<ref>''I presocratici'', a cura di G. Giannantoni, vol. I, pag. 248, Bari 1975<sup>6</sup>.</ref> [[Platone]] nel ''[[Parmenide (dialogo)|Parmenide]]'' riferisce di un viaggio che negli anni della vecchiaia Parmenide intraprese alla volta di [[Atene]], dove conobbe [[Socrate]] da giovane col quale ebbe una vivace discussione.<ref>Platone, ''Parmenide'', 128 B.</ref>
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{{Citazione|… Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso,<br /> quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare:<br /> l'una che "è" e che non è possibile che non sia,<br /> e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità);<br />l'altra che "non è" e che è necessario che non sia,<br /> e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile:<br /> infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile),<br /> né potresti esprimerlo.<br />… Infatti lo stesso è pensare ed essere.|Parmenide, [[Sulla natura (Parmenide)|''Il poema sulla natura'', o ''Della natura'']]; II, III<ref>{{fr}}[http://philoctetes.free.fr/uniparmenide.htm philoctetes.free.fr]</ref>|Εἰ δ' ἄγ' ἐγὼν ἐρέω, κόμισαι δὲ σὺ μῦθον ἀκούσας,<br /> αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι διζήσιός εἰσι νοῆσαι·<br /> ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι,<br /> Πειθοῦς ἐστι κέλευθος - Ἀληθείῃ γὰρ ὀπηδεῖ - ,<br />ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι,<br /> τὴν δή τοι φράζω παναπευθέα ἔμμεν ἀταρπόν·<br /> οὔτε γὰρ ἂν γνοίης τό γε μὴ ἐὸν - οὐ γὰρ ἀνυστόν -<br /> οὔτε φράσαις.<br />... τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι.|lingua=grc}}
 
Nel ''Poema sulla natura'' Parmenide sostiene che la [[molteplicità]] e i mutamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'[[Essere (filosofia)|Essere]]: immutabile, ingenerato, finito,<ref>Finito non da intendersi come imperfetto perché per la mentalità antica il segno di perfezione è la compiutezza, il finito. L'infinito vorrebbe dire che non è completo, che gli manca qualcosa quindi imperfetto.</ref> immortale, unico, omogeneo, immobile,ed eternoimmobile.
 
La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo [[viaggio immaginario]]<ref>Sul tema del viaggio in Parmenide si veda [http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=680&Guid=5b9427757b3342aabe1655e962c9067a quest'intervista a Luigi Ruggiu] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305021302/http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=680&Guid=5b9427757b3342aabe1655e962c9067a |date=5 marzo 2016 }}, tratta dall{{'}}''Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche''.</ref> verso la dimora della dea [[Diche (mitologia)|Dike]] (dea della [[Giustizia]]) la quale lo condurrà al «cuore inconcusso della ben rotonda verità».<ref>Fr. 1, v. 29, della raccolta ''I presocratici'' di Diels/Kranz.</ref>
La splendida donna, in quanto tutrice dell'ordine cosmico, sarebbe vista in tal senso anche come garante dell'ordine logico,<ref>Anna Jellamo, ''Il cammino di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo'', Roma, Donzelli, 2005, p. 113. Sull'ipotesi che la dea della Giustizia fosse interpretata da Parmenide in un significato nuovo, filosofico, cfr. [[Hermann Fränkel]], ''Wege und Formen Frühgriechischen Denkens. Literarische und Philosophiegeschichtliche Studien'', München, Beck, 1960, p. 162 segg., per il quale essa veniva ora vista come dea della «giustezza» o «esattezza» (''dikaiosyne''), preludio di quella platonica. Sulla Dike "filosofica" cfr. anche [[Karl Deichgräber]], ''Parmenides' Auffahrt zur Göttin des Rechts, Untersuchungen zum Prooimion seines Lehrgedichts'', 11, Magonza, 1958, pp. 633-724.</ref> cioè del corretto [[filosofia|filosofare]].<ref>La nascita della parola "filosofia" è molto controversa, in quanto ha diverse accezioni. Già anticamente, così come altri termini composti col suffisso "''philo-''" (cfr. P. Hadot, ''Che cos'è la filosofia antica?'', Torino, Einaudi, 2010, p. 19) essa indicava una passione, una tensione (φίλος, ''fìlos'') verso il sapere (σοφία, ''sofìa''). Secondo [[Antonio Capizzi]], tuttavia, Parmenide non era un filosofo nel senso etimologico, in quanto più che al "sapere per il sapere" propendeva per le applicazioni [[politica|politiche]] del sapere, ma la questione è tutt'altro che definitiva.</ref> La dea mostra al filosofo la via dell'[[opinione]], che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della [[verità]] che conduce alla sapienza e all{{'}}''Essere'' ({{polytonic|τὸ εἶναι}}, ''tò èinai'').
 
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* L'Essere è immobile perché se si muovesse sarebbe soggetto al [[divenire]], e quindi ora ''sarebbe'', ora ''non sarebbe''.
* L'Essere è [[Uno (filosofia)|Uno]] perché non possono esserci due Esseri: se uno è l'essere, l'altro non sarebbe il primo, e sarebbe quindi non-essere. Allo stesso modo per cui, se A è l'essere, e B è diverso da A, allora B non ''è'': qualcosa che non sia Essere non può ''essere'', per definizione.
* L'Essere è immutabile ed [[eternità|eterno]] perché non può esserci un momento in cui non ''èsarà'' più, o non ''è'' ancora: se l'essere ''fosse'' solo per un certo periodo di tempo, a un certo momentopunto ''non sarebbe'', e si cadrebbe in contraddizione.
* L'Essere è dunque ingenerato e immortale, poiché in caso contrario implicherebbe il non essere: la nascita significherebbe essere, ma anche non essere prima di nascere; e la morte significherebbe non essere, ovvero essere solo fino a un certo momento.
* L'Essere è indivisibile, perché altrimenti richiederebbe la presenza del non-essere come elemento separatore.
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[[File:Being Parmenides.png|left|thumb|L'Essere secondo Parmenide: privo di imperfezioni e identico in ogni sua parte come una [[sfera]]]]
 
Parmenide paragona l'[[Essere (filosofia)|Essere]] a una sfera perfetta, sempre uguale a se stessa nello spazio e nel tempo, chiusa e finita (per gli [[antica Grecia|antichi greci]] il finito era sinonimo di perfezione). La [[sfera]] è infatti l'unico solido [[geometria|geometrico]] che non ha differenze al suo interno, ed è uguale dovunque la si guardi; l'ipotesi collima suggestivamente con la [[teoria della relatività]] di [[Albert Einstein]] che nel [[1900]] dirà:<ref>[[Albert Einstein]] si espresse tra l'altro in maniera sorprendentemente simile a Parmenide, in quanto anch'egli tendeva a negare la discontinuità del [[divenire]] e il suo svolgimento nel [[tempo]]. Secondo Popper, «grandi scienziati come Boltzmann, Minkowski, Weyl, Schrödinger, Gödel e, soprattutto, Einstein hanno concepito le cose in modo similare a Parmenide e si sono espressi in termini singolarmente simili» (tratto da {{cita libro | nome= Karl | cognome=Popper | titolo=The World of Parmenides | url= https://archive.org/details/worldofparmenide0000popp | anno=1998 | editore=Routledge | città= |isbn=9780415237307}}, trad. it., 1998).</ref> «Se prendessimo un [[binocolo]] e lo puntassimo nello spazio, vedremmo una linea curva chiusa all'infinito» in tutte le direzioni dello spazio, ovvero, complessivamente, una sfera (per lo scienziato infatti l'[[universo]] è finito sebbene illimitato, fatto di uno spazio tondo ripiegato su se stesso).<ref>«La materia, secondo Einstein, si curverebbe su se stessa, per cui l'universo sarebbe illimitato ma finito, simile ad una sfera, che è illimitatamente percorribile anche se finita. Inoltre Einstein ritiene che non abbia senso chiedersi che cosa esista fuori dell'universo» (Ernesto Riva, ''Manuale di filosofia'', pag. 132, 2007, ISBN 978-1-4092-0059-8).</ref>
 
Fuori dell'Essere non può esistere nulla, perché il non-essere, secondo [[logica]], ''non è'', per sua stessa definizione. Il divenire attestato dai [[Organi di senso|sensi]], secondo cui gli enti ora sono e ora non sono, è una mera illusione (che appare ma in realtà non è). La vera conoscenza dunque non deriva dai sensi, ma nasce dalla [[ragione]]. «Non c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia stato negli erranti sensi» è la frase che d'ora in poi sarà attribuita a Parmenide. Il [[pensiero]] è dunque la via maestra per cogliere la verità dell'Essere: «ed è lo stesso il pensare e pensare che è. Giacché senza l'essere [] non troverai il pensare», a indicare come l'Essere si trovi nel pensiero. Pensare il nulla è difatti impossibile, il pensiero è necessariamente pensiero dell'essere. Di conseguenza, poiché è sempre l'[[Essere (filosofia)|essere]] a muovere il [[pensiero]], la pensabilità di qualcosa dimostra l'esistenza dell'oggetto pensato.<ref>[[Alexius Meinong]], proprio come Parmenide, difese ad esempio l'idea che anche «[[la montagna d'oro]]» (titolo di un romanzo fantascientifico) sussista poiché se ne può parlare.</ref> Tale [[Identità (filosofia)|identità]] immediata di essere e pensiero,<ref>Fr. 3, v. 1, Diels/Kranz.</ref> a cui si giunge scartando tutte le impressioni e i falsi concetti derivanti dai [[organi di senso|sensi]], abbandonando ogni dinamismo del pensiero, accomuna Parmenide alla dimensione [[mistica]] delle filosofie [[Apofatismo|apofatiche]] orientali, come il [[buddhismo]], il [[taoismo]] e l'[[induismo]].<ref>Sull'analogia tra la posizione parmenidea e le [[Filosofie orientali|filosofie dell'Oriente]], cfr. {{cita web|url=http://www.filosofico.net/intervistaseverino.htm|titolo=Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni}} Cfr. anche l'[http://www.emsf.rai.it/articoli/emanuele-severino-parmenide/5195/default.aspx intervista al professor Emanuele Severino] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190330104327/http://www.emsf.rai.it/articoli/emanuele-severino-parmenide/5195/default.aspx |data=30 marzo 2019 }} (Venezia, Museo Correr, Biblioteca Marciana, 1988) in ''Parmenide'' su ''Emsf.rai.it''.</ref>
 
Una volta stabilito che l'Essere ''è'', e il non-essere ''non è'', restava tuttavia da spiegare come nascesse l'errore dei [[Organi di senso|sensi]], dato che nell'Essere non ci sono imperfezioni, e perché gli uomini tendano a prestare fede al divenire attribuendo l'essere al non-essere. Parmenide si limita ad affermare che gli uomini si lasciano guidare dall'[[opinione]] (δόξα, ''doxa''), anziché dalla verità, ossia giudicano la realtà in base all'apparenza, secondo procedimenti illogici. L'errore in definitiva è una semplice illusione, e dunque, in quanto non esiste, non si può trovargli una ragione. Compito del filosofo è unicamente quello di rivelare la nuda verità dell'Essere nascosta sotto la superficie degli inganni. Il tema sarà ripreso da [[Platone]] che cercherà una soluzione al conflitto tra l'[[essere (filosofia)|essere]] e il [[molteplicità|molteplice]]; per sciogliere il dramma umano costituito dal senso greco del [[divenire]] (per cui tutto muta) che si scontra con una [[ragione]], altra dimensione fondamentale della grecità, che è portata a negarlo, Platone concepirà il non-essere non più alla maniera di Parmenide staticamente e assolutamente contrapposto all'[[essere (filosofia)|essere]], ma come diverso dall'essere in senso relativo, nel tentativo di dare una spiegazione razionale anche al [[tempo (filosofia)|tempo]] e al [[molteplice]].
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Stupiva i contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione essere/non-essere e da un'immediata conseguenza del [[principio di non contraddizione|principio di non-contraddittorietà]] dell'essere e del pensiero, teorizzato in seguito da [[Aristotele]] come evidenza prima e indimostrabile alla [[ragione]] senza la quale diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando solo il mondo dell'[[opinione]].
 
Parmenide e gli [[scuola eleatica|eleati]] si contrapponevano soprattutto al pensiero di [[Eraclito]], loro contemporaneo, filosofo del [[divenire]] che basava la conoscenza interamente sui [[organi di senso|sensi]]. Nella prospettiva della [[storia della filosofia occidentale|storia della filosofia]], sarà quindi [[Hegel]] a concepire l'essere in maniera radicalmente opposta a Parmenide.
 
Anche l'atomismo [[Democrito|democriteo]] intese contrapporsi alla teoria eleatica dell'Essere (che aveva cercato una soluzione al problema dell{{'}}''[[archè]]'' negando alla radice un fondamento originario al [[divenire]]), presupponendo gli [[atomo|atomi]] e uno [[Spazio (fisica)|spazio]] vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e non-essere.
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== Bibliografia ==
===Fonti===
* [[Diogene Laerzio]], ''Vite e dottrine dei più celebri filosofi'', Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale con la collaborazione di Giuseppe Girgenti e Ilaria Ramelli, Milano, Bompiani, 2005.
 
=== Edizioni e traduzioni ===
* [[Pilo Albertelli]], ''Gli Eleati: testimonianze e frammenti'', Bari, Laterza, 1938.
* Renzo Vitali, ''Parmenide d'Elea. Peri physeos, una ricostruzione del Poema'', Faenza, Lega, 1977.
* [[Giovanni Reale]], [[Luigi Ruggiu]], ''Parmenide. Poema sulla natura'', Milano, Rusconi, 1991.
* Giovanni Cerri, ''Parmenide. Poema sulla natura'', Milano, BUR, 1999.
* Albino Nolletti, ''Che cos'è l'Essere di Parmenide: spiegazione di un enigma filosofico'' Testo greco a fronte, Teramo, La Nuova Editrice, 2004.
* ''I presocratici. Prima traduzione integrale con testi originali a fronte delle testimonianze e dei frammenti di [[Hermann Diels]] e [[Walther Kranz]]'', a cura di [[Giovanni Reale]], Milano, Bompiani, 2006.
* Mario Untersteiner, ''Eleati. Parmenide, Zenone, Melisso. Testimonianze E Frammenti'' Testo greco a fronte, Milano, Bompiani, 2011.
* Parmenide, ''Dell'origine. Testo greco a fronte'', a cura di [[Angelo Tonelli]], Milano, Feltrinelli, 2023.
 
=== Studi ===
*[[Emanuele Severino]], ''Ritornare a Parmenide'' [1964], in ''Essenza del nichilismo'', pp.&nbsp;19–61, Paideia, Brescia 1972.
*[[Carlo Diano]], ''Parmenide'' in ''Studi e saggi di filosofia antica'', 1973 (successivamente ne ''Il pensiero greco da Anassimandro agli Stoici'', Bollati Boringhieri, 2007 e 2018).
* [[Luigi Ruggiu]], ''Parmenide'', Venezia, Marsilio 1975.
* [[Antonio Capizzi]], ''[[Introduzione a Parmenide]]'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Roma-Bari 1975.
* Antonio Capizzi, ''La porta di Parmenide. Due saggi per una nuova lettura del poema,'' Edizioni dell'Ateneo, Roma 1975.
* [[Guido Calogero]], ''Studi sull'eleatismo'' [Roma 1932<sup>1</sup>], La Nuova Italia, Firenze 1977.
* Edward Hussey, ''I presocratici'', trad. di L. Rampello, Mursia, Milano 1977.
* [[Klaus Heinrich]], ''Parmenide e Giona. Quattro studi sul rapporto tra filosofia e mitologia'', Guida, Napoli 1988.
* Giovanni Casertano, ''Parmenide il metodo la scienza l'esperienza'', Loffredo, Napoli 1989.
* [[Karl Popper]], ''Il mondo di Parmenide. Alla scoperta dell'illuminismo presocratico'', Piemme, Casale Monferrato 1998.
* [[Martin Heidegger]], ''Parmenide'', a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 1999.
* [[Hans-Georg Gadamer]], ''Scritti su Parmenide'', a cura di G. Saviani, Filema, Napoli 2002.
* [[Giorgio Colli]], ''Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967'', Adelphi, Milano 2003.
* Néstor-Luis Cordero, ''By Being, It is. The Thesis of Parmenides'', Parmenides Publishing, Las Vegas 2004.
* Massimo Pulpito, ''Parmenide e la negazione del tempo. Interpretazioni e problemi'', LED, Milano 2005.
* Andrea Sangiacomo, ''La sfida di Parmenide. Verso la Rinascenza'', Il Prato, Padova 2007.
* Michele Abbate, ''Parmenide e i neoplatonici. Dall'Essere all'Uno e al di là dell'Uno'', Edizioni dell'Orso, Alessandria 2010.
* Ugo di Toro, ''L'enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel proemio'', Aracne, Roma 2010.
* Franco Ferrari, ''Il migliore dei mondi impossibili. Parmenide e il cosmo dei Presocratici'', Aracne, Roma 2010.
* [[Massimo Donà]], ''Parmenide. Dell'essere e del nulla'', Alboversorio, Milano 2012.
* Donato Sperduto, ''Il divenire dell'eterno'', Aracne, Roma 2012.
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|qb=La religione greca/Le teologie dei filosofi/L'Essere di Parmenide|sb_preposizione=Autore:sull'|b_etichetta=Essere di Parmenide}}
* [[File:Wikibooks-logo.svg|link=b:|18px|Collabora a Wikibooks]] '''[[b:|Wikibooks]]''' contiene un approfondimento su '''''[[b:La religione greca/Le teologie dei filosofi/L'Essere di Parmenide|L'Essere di Parmenide]]'''''
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|url=http://www.parmenide.info|titolo=Spiegazione dell'enigma dell'Essere di Parmenide}}
* {{cita web|url=http://www.filosofico.net/intervistaseverino.htm|titolo=Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni}}
* {{cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/emanuele-severino-parmenide/5195/default.aspx|titolo=Emanuele Severino: Parmenide|accesso=28 novembre 2019|dataarchivio=28 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191128151939/http://www.raiscuola.rai.it/articoli/emanuele-severino-parmenide/5195/default.aspx|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=https://www.podium-arts.com/2008/parmenides-on-being/|titolo="Sull'Essere" recitato in greco antico ricostruito|lingua=gr|accesso=30 marzo 2019|dataarchivio=30 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190330103414/https://www.podium-arts.com/2008/parmenides-on-being/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.parmenides.com/images/pdfs/Pbib29Apr05online.pdf|titolo=Un'ampia lista degli studi dedicati a Parmenide|lingua=en}}
* {{cita web|url=https://www.ontology.co/parmenides.htm|titolo=Parmenides and the Question of Being in Greek Thought|lingua=en}} con una bibliografia annotata degli studi recenti e delle edizioni critiche
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