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Walter Scott: differenze tra le versioni

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Nel 1775 poté fare ritorno ad Edimburgo e di lì si trasferì a [[Bath]], dove iniziò cure presso le fonti termali. Tornato ad Edimburgo, nel 1778 il padre gli affiancò alcuni precettori perché lo preparassero agli studi imminenti: nel 1779 iniziò infatti a frequentare la prestigiosa Royal High School di Edimburgo. Con il migliorare delle sue condizioni di salute, aumentò anche la sua passione per lo studio: il giovane Walter, pur non rivelandosi uno studente particolarmente promettente, divorava romanzi, resoconti di viaggio, poemi e libri storici. Il suo insegnante, James Mitchell, gli trasmise i rudimenti dell'aritmetica e della storia della Chiesa di Scozia, con particolare attenzione al fenomeno dei Covenanters. Conclusi gli studi, Scott si trasferì presso una zia a [[Kelso]], dove frequentò la locale Scuola di Grammatica: qui conobbe [[James Ballantyne]], che in seguito avrebbe illustrato alcuni dei suoi libri.
 
'''Testo in grassetto'''=== Le prime esperienze letterarie ===
[[File:Sir William Allan - Sir Walter Scott, 1771 - 1832. Novelist and poet - Google Art Project.jpg|thumb|[[William Allan]], ''Sir Walter Scott, 1771 - 1832. Novelist and poet'' (1844), dipinto, National Gallery of Scotland, Edimburgo]]
Essendo il padre un affermato avvocato, Walter fu indirizzato agli studi di diritto e iniziato alla professione forense. Pur non rispecchiando il suo vero interesse, la giurisprudenza sarà un aspetto preponderante nella sua produzione letteraria; nel mutamento delle leggi Scott vide il cambiamento sociale avvenuto nel corso dei secoli, il passaggio da una società arcaica ad una moderna. Fu nel 1783 che Scott, alla precoce età di dodici anni, iniziò a frequentare i corsi di legge presso l'università di Edimburgo; nel 1786, invece, entrò nello studio legale del padre, mentre nel 1792 conseguì la laurea e cominciò ad esercitare la professione in tribunale. Malgrado i successi nella carriera forense, che gli avevano fruttato nel 1799 la carica di sceriffo di Selkirk e nel 1806 quella di cancelliere di corte di giustizia, Scott preferiva dedicarsi agli studi letterari, con una predilezione particolare per la tradizione storica e mitologica per la Scozia.<ref name=Treccani>{{cita libro|editore=Treccani|opera=Enciclopedia Italiana|titolo=SCOTT, sir Walter|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sir-walter-scott_%28Enciclopedia-Italiana%29/|città=Roma|accesso=8 novembre 2016}}</ref> Nelle pagine della sua ''Autobiografia'' leggiamo infatti:
 
{{Citazione|Durante le nostre passeggiate, John Irving ed io ci raccontavamo leggende nelle quali predominavano le battaglie e gli eventi miracolosi. Questo passatempo ci teneva occupati durante le vacanze e credo di dovere ad esso la propensione immaginaria per la poesia e la prosa di stampo romantico e cavalleresco|Walter Scott, ''[[Ivanhoe (romanzo)|Ivanhoe]]'', p. 563}}
Scott, in particolare, concepì un ardente entusiasmo per [[Shakespeare]], [[Edmund''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto'''''''''Testo in grassetto''''''''''''''''''''''''''' Spenser|Spenser]] e [[Ossian]], che ben presto abbandonò in favore di [[Thomas Percy (poeta)|Thomas Percy]], autore di una ''Reliques of Ancient poetry'' che lasciò tracce profonde sulla sua fantasia. Furono proprio i testi di Percy a ispirargli le sue primissime esperienze letterarie, per lo più traduzioni di ballate tedesche: nel 1795 tradusse la ''[[Lenore]]'' e ''Der Wilde Jäger'' ("Il cacciatore selvaggio") di [[Gottfried August Bürger|Bürger]]<ref>{{cita libro|p=37|autore=Fiona Robertson|lingua=en|editore=Edinburgh University Press|anno=2012|titolo=The Edinburgh Companion to Sir Walter Scott|ISBN=0-7486-7020-3}}</ref> e nel 1799 il ''Götz von Berlichingen'' di [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]. Intanto, Scott decise di approfondire la propria conoscenza del folclore scozzese compiendo frequenti viaggi che non di rado lo portarono ad esplorare terre remote e poco visitate: si recò nelle [[Highlands]] e nel [[Lake District]], dove conobbe Charlotte Genevieve Charpentier, una giovane fanciulla figlia di un rifugiato francese con la quale si sposò il 24 dicembre 1797.<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Chronology of Walter Scott's life|url=http://www.walterscott.lib.ed.ac.uk/biography/chronology.html}}</ref> Da questa relazione, piuttosto felice, nacquero cinque figli.
 
Nel 1802 Scott pubblicò i due volumi delle ''Border Ballads'' (accresciuti a tre nel 1803), dove incluse anche poesie di sua mano, come ''Glenfillas'', scritta nel 1799. La popolarità di queste composizioni spinse lo scrittore a scrivere nel 1805 ''The Lay of the Last Minstrel'', un lungo romanzo in versi di argomento scozzese che ebbe un grande successo. Questo decollo letterario fu prontamente seguito dalla pubblicazione di altri poemi caratterizzati dal medesimo stile, quali ''Marmion'' nel 1808, ''[[La donna del lago (poema)|The Lady of the Lake]]'' nel 1810, ''The Vision of Don Roderick'' nel 1811, ''Rokeby'' e ''The Bridal of Triermain'' nel 1813, ''The Lord of the Isles'' nel 1815.<ref name=Treccani/>