Welwitschia mirabilis: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|l'antica capitale del [[Damaraland]]|
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|didascalia = Esemplare maschile con infiorescenze
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Il nome "Welwitschia" deriva da [[Friedrich Welwitsch]], il botanico [[austria]]co che per primo ne documentò l'esistenza presso la comunità scientifica europea. L'aggettivo ''mirabilis'' si riferisce alla forma insolita della pianta. In lingua [[afrikaans]] viene chiamata '''''tweeblaarkanniedood''''', che significa "due foglie non possono morire".
== Etimologia ==
Il medico e botanico austriaco [[Friedrich Welwitsch]] scoprì questa pianta nel 1859 nei pressi di Cabo Negro in [[Angola]] e la descrisse in una lettera del 16 agosto 1860, indirizzata a [[William Jackson Hooker]], il direttore dei [[Royal Botanic Gardens di Kew]], a Londra. Nel 1862 Welwitsch inviò un esemplare della pianta a Hooker a Kew, il quale ne pubblicò una descrizione scientifica nel 1863 e assegnò il nome in onore dello scopritore, sostituendo il precedente nome di ''Tumboa'' proposto da Welwitsch con l'invio della pianta.<ref>in J. D. Hooker: ''On Welwitschia, a new Genus of Gnetaceae''. In: ''Transactions of the Linnean Society of London.'' London 24.1863, S. 1–48.</ref> Hooker commentò che la Welwitschia "era la più straordinaria pianta mai introdotta nel suo Paese, e una delle più brutte" ("It is out of the question the most wonderful plant ever brought to this country, and one of the ugliest").<ref>{{cita web |url=http://www.smith.edu/garden/Academics/acadwelwit.html |titolo=Copia archiviata |accesso=24 febbraio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101130050755/http://www.smith.edu/garden/Academics/acadwelwit.html |dataarchivio=30 novembre 2010 }}.</ref>
In Angola la pianta è chiamata ''N'Tumbo'', (da cui il "Tumboa" proposto da Welwitsch), che significa "ceppo". I [[Nama]] la chiamano ''Kharos'' o ''Khurub'', i [[Damara]] ''Nyanka''; per gli [[Herero]] è ''Onyanga'', cioè la "cipolla del deserto", perché il suo midollo veniva mangiato sia crudo che cotto nella cenere.
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[[File:Welwitschia-seeds.jpg|left|thumb|Infiorescenze di ''W. mirabilis'' femmina]]
[[File:Welwitschia mirabilis.jpg|left|thumb|Una ''W. mirabilis'' adulta, deserto del Namib, Namibia]]
[[File:Welwitschia mirabilis(2).jpg|thumb|
[[File:Welwitschia mirabilis MHNT.BOT.2015.2.2.jpg|thumb|left|''Welwitschia mirabilis'']]
La ''Welwitschia'' è una pianta appartenente alle [[Gimnosperme]] (gruppo di piante a cui appartengono anche i [[Pino|pini]] e gli [[abies|abeti]]) ma dalle caratteristiche estremamente peculiari, tanto che [[Charles Darwin]] la definì "l'[[ornitorinco]] del [[regno vegetale]]". Presenta una [[radice (botanica)|radice]] a [[fittone]] molto profonda che si espande in orizzontale e due [[foglia|foglie]] dall'aspetto unico, lunghe fino a cinque metri e adagiate sul terreno
L'aspetto generale della pianta è quindi quello di una grande matassa di nastri verdi, larghi fino a quasi mezzo metro e lunghi cinque, attorcigliati e deposti sul suolo, con le parti finali che progressivamente muoiono, si sfilacciano, e diventano di colore marrone. Il [[
Per questi aspetti, e soprattutto per la presenza di un vero tronco e di tessuti [[legno]]si, la pianta non è da considerarsi una grande [[
L'[[impollinazione]] sembra sia effettuata attraverso gli insetti ([[impollinazione entomofila]]) attirati dal [[nettare (botanica)|nettare]] prodotto sia dai fiori maschili che femminili.<ref name="Wetschnig and Depisch">Wetschnig W, Depisch B, 1999, ''Pollination biology of ''Welwitschia mirabilis'' HOOK. f. (Welwitschiaceae, Gnetopsida)'', Phyton-Annales Rei Botanicae, volume 39, pag. 167</ref>
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Un'altra caratteristica insolita della ''W. mirabilis'' è l'eccezionale longevità; la datazione con [[carbonio 14]] ha dimostrato che alcuni esemplari hanno oltre 2000 anni. La pianta viene anche considerata un [[fossile vivente]].<ref name="Lewington & Parker">A. Lewington & E. Parker, ''Ancient Trees: Trees that Live for a Thousand Years'', 1999, Collins & Brown Ltd., ISBN 1-85585-704-9</ref>
La sopravvivenza nel clima arido del Namib non è affidata principalmente (come si credeva un tempo) alle radici particolarmente lunghe, ma all'assorbimento
Con l'abbassamento della temperatura al di sotto del [[punto di rugiada]] la nebbia si trasforma in goccioline di umidità che si depositano dappertutto. Per la natura
Peraltro la condensazione delle nebbie è la condizione assolutamente necessaria per la vita animale (relativamente ricca) del [[deserto del Namib]].
== Distribuzione e habitat ==
[[File:Welwitschia Mirabilis Area of Circulation.png|thumb|Areale della ''Welwitschia mirabilis'']]
La specie è tipica del [[deserto del Namib]] e il suo [[areale]] si estende tra l'[[Angola]] e la [[Namibia]]. Il limite settentrionale si trova poco a nord del fiume [[Namibe]] (in Angola) e si estende verso sud per circa 1200 km fino al fiume [[Kuiseb]] in Namibia. Non vive direttamente sulle coste marine, ma ad una distanza dal mare di
Il suo tasso di crescita media annuale (basale delle foglie) è compreso tra i 10 mm in prossimità delle coste, fino ai 250 mm nella [[savana]] di alberi di [[mopane]]. In alcune zone della Namibia centrale la ''Welwitschia'' è la specie dominante; la densità massima si trova compresa tra i 50 e 60 km dalle coste, dove peraltro di verifica la condizione ottimale di crescita fogliare.
Una regione particolarmente ricca di ''Welwitschia'' è l'[[altopiano]] denominato "''Welwitschia Plains''", situato nel [[Namib-Naukluft National Park]], a est di [[Swakopmund]], nel triangolo tra i fiumi Khan e [[Swakop]], dove sono registrate 5-6000 piante.
In seguito a temperature record registrate in Italia, nel 2024 a Palermo per la prima volta si è registrata la fioritura della Welwitschia in Italia.<ref>{{Cita web|url=https://www.internazionale.it/magazine/lorenzo-tondo/2024/07/04/gli-animali-in-sicilia-muoiono-di-sete|titolo=Gli animali in Sicilia muoiono di sete|autore=Lorenzo Tondo|sito=Internazionale|data=2024-07-04|lingua=it|accesso=2024-07-20}}</ref>
== Note ==
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== Altri progetti ==
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