ROMA – Impossibile fare subito le assunzioni dei precari, stralciandole dalla riforma della Scuola, dice Matteo Renzi, perché sarebbe «un grande ammortizzatore sociale». Di fronte alla protesta, il premier spiega che parlare di precettazioni appare prematuro, ed è convinto che la maggioranza dei docenti non metterebbe a rischio i propri studenti. Pronti a discutere, ma con l’invito a non perder tempo, peraltro ci saranno 160mila assunzioni in due anni, poi solo concorsi. Resta, quello della Scuola, il tema all’ordine del giorno del governo. E il premier a Radio anch’io su Radio 1 ne parla come di una riforma cruciale. «L’Italia dei prossimi vent’anni sarà capace o incapace di vincere le sfide a seconda di come andrà la riforma della scuola».
Da una parte il dibattito pubblico, dall’altro i lavori dell’aula. È stato approvato l’articolo 1 sull’autonomia. A darne notizia il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. E mentre l’Aula della Camera esamina gli emendamenti al ddl scuola, nell’Emiciclo fervono le trattative tra la minoranza Pd e il Governo. Durante la lunghissima fase in cui i relatori hanno reso i pareri sugli emendamenti al secondo articolo del testo, nei pressi dei banchi del Governo c’è stato un lungo colloquio tra il ministro Giannini e il capogruppo uscente del Pd Roberto Speranza. La conversazione tra i due è durata a lungo, per interrompersi quando sono riprese le votazioni.
«In passato si è giocato troppo sulla pelle dei precari della scuola. Saranno 160 mila persone nei prossimi anni ad essere assunti. Centomila quest’anno e sessanta mila con i concorsi dei prossimi anni. Io prendo un impegno per il futuro: si entrerà solo per concorso». Matteo Renzi, parlando a Radio anch’io su Radio 1, torna sul tema scottante di questi giorni, la riforma della scuola. E fa ammenda: «Dovevamo spiegare meglio la “Buona Scuola”. Sono il primo a dirlo». «L’Italia dei prossimi vent’anni sarà capace o incapace di vincere le sfide a seconda di come andrà la riforma della scuola», ha aggiunto il premier.
Il premier ha poi parlato dell’eventualità di precettare i prof in caso di sciopero degli scrutini: «È un tema abbastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là. Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini». Mentre ieri il garante sugli scioperi, Roberto Alesse, aveva giocato d’anticipo, avvertendo che «il blocco degli scrutini è illegittimo».