MILANO – E’ stato un lavoro lungo e complesso quello che ha portato gli uomini della Digos di Milano in collaborazione con gli uomini del Ros, a fermare e poi arrestare ieri sera un giovane marocchino di 22 anni, Touil Abdelmajil, ricercato dalle autorità tunisine perchè considerato uno dei membri del commando vicino all’Isis che assaltarono un mese fa il Museo del Bardo a Tunisi costato la vita a 24 persone tra cui quattro turisti italiani.
Attività investigativa nata su segnalazione dei servizi intelligence: inizialmente si era partiti da controlli a Legnano poi si è arrivati a Gaggiano, dove risiedevano madre, che lavora come badante, e due fratelli del giovane. Touil era stato identificato a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso, dove era arrivato con uno dei barconi di disperati, e munito di provvedimento di espulsione dal questore di Agrigento. A marzo, l’attentato: significa dunque che l’uomo, dopo essere stato identificato in Italia, se ne è tornato a Tunisi. Era personaggio, è stato spiegato dagli investigatori, completamente sconosciuto alle inchieste sul terrorismo internazionale. E’ accusato di omicidio volontario premeditato, cospirazione internazionale, sequestro di persona mano armata, terrorismo, partecipazione ad addestramento militare all’interno del territorio della repubblica Tunisina per commettere attentati terroristici. Dopo il fermo comunque, Ros e Digos hanno eseguito diverse perquisizioni nella zona di Gaggiano.
Attualmente il marocchino è detenuto a San Vittore. Dopo un interrogatorio della Procura di Roma, competente sulla strage avvenuta a Tunisi per l’omicidio dei 4 italiani, non è escluso che essendo ricercato da tempo delle autorità tunisine, venga estradato nel paese nord africano che lo considera tra i pianificatori e gli esecutori dell’assalto al museo. Dopo la strage di Tunisi, la madre si era recata alla polizia per denunciare lo smarrimento del suo passaporto: un modo per cercare di coprire il figlio.
Le conferme che il marocchino abbia fatto parte degli stragisti di Tunisi sono arrivate nella notte dalle forze di sicurezza e dagli investigatori della capitale tunisina, contattata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, a capo del pool antiterrorismo. Sempre nella notte è stato richiesto e poi emesso un ordine di cattura sovrannazionale.
La cattura del marocchino diventa comunque un’ulteriore conferma del carattere internazionale del commando terrorista e della sua vicinanza all’Isis. Il capo del gruppo fu infatti fermato pochi giorni dopo l’attentato, insieme ad altre 21 persone, e risultò essere un tunisino che viveva in Belgio, mentre sono stati confermati contatti anche con un terrorista algerino Luqman Abu Sakhr, leader del gruppo Uqba Ibn Nafi che di recente ha siglato un’alleanza con lo Stato islamico.
«Ancora una volta siamo stati più forti noi, più forte lo Stato. Lo abbiamo arrestato. L’eccellente lavoro delle forze di polizia, infatti, ha consentito l’arresto di un marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano in una nota. «Si conferma quello che abbiamo sempre detto – prosegue -, l’allerta è altissima e il nostro sistema di controllo lo ha dimostrato, non risparmiando nessuna pista, perchè questa al terrorismo è una guerra che non ha precedenti. Congratulazioni dunque ai nostri uomini in divisa, agli inquirenti e all’intelligence, che hanno saputo tessere con alta professionalità la rete investigativa senza escludere alcun canale di possibile infiltrazione».