PESCARA – E chi se lo sarebbe mai immaginato. Da Pescara al tetto del mondo. Il gol che vale la gloria e una Copa che sarà comunque discussa all’infinito, è di Juan Fernando Quintero. Se lo ricorderanno sicuramente i tifosi del Bologna, a cui il colombiano ha segnato l’unico gol della sua esperienza italiana. E adesso, invece, lo conosce tutto il mondo perché il suo sinistro al minuto 109 vale il 2-1 e il suo colpo di magia con il portiere fuori dai pali manda Martinez a conquistare il Sudamerica.
Se lo ricordano anche a Pescara, anche se per la verità l’Adriatico lo ha visto poche volte in scena. Decisivo dalla panchina, perché il destino di questo ragazzo sembra essere quello di non venire mai considerato quanto potrebbe meritare. Arriva in Italia, ma il Pescara retrocede e quindi il mancino colombiano se ne va al Porto. A dir la verità Sebastiani ne ha tratto anche una cospicua plusvalenza.
In Portogallo c’è anche Lopetegui, che lo apprezza ma non abbastanza da dargli troppe possibilità. E quindi arriva una serie di prestiti in giro per il mondo. Prima al Rennes, poi in patria all’Independente Medellin e, infine, al River Plate a titolo temporaneo ma con riscatto a solo 3,5 milioni. Visto come è finita questa Libertadores, sembrerebbe un matrimonio perfetto e certamente ora e per sempre Quintero sarà un eroe del tifo biancorosso.
E invece il rapporto con i Millonarios, strano a dirsi, è iniziato molto male. Come riporta Olè, i suoi primi minuti al River non avevano convinto per nulla. E neanche la sua forma fisica, al punto che il centrocampista si è dovuto difendere con la più classica delle risposte di chi si vede rinfacciato il suo peso. “Non sono grasso, sono robusto”. Anzi, come si è auto-definito…un “chiappone”. La sua colpa? Non essere altissimo e amare la sala pesi. “Non sono grasso, la mia corporatura è questa. Sono abbastanza basso e da piccolo mi piaceva fare palestra. Sono solo…un po’ nalgón, un po’ chiappone”. Difficile pensare che sia questo il soprannome con cui passerà alla storia. Più semplice che diventi El Conquistador. E Pescara potrà dire di aver avuto in squadra un campione.