Novate Milanese
Novate Milanese comune | |
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Scorcio del centro cittadino fotografato da via Bertola da Novate | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Città metropolitana | Milano |
Amministrazione | |
Sindaco | Gian Maria Palladino[1] (centro-destra) dal 26-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 45°32′N 9°08′E |
Altitudine | 146,76[2] m s.l.m. |
Superficie | 5,46[14] km² |
Abitanti | 20 063[15] (30-11-2023) |
Densità | 3 674,54 ab./km² |
Comuni confinanti | Baranzate, Bollate, Cormano, Milano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 20026 |
Prefisso | 02 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 015157 |
Cod. catastale | F955 |
Targa | MI |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[16] |
Cl. climatica | zona E, 2 404 GG[17] |
Nome abitanti | novatesi[3][4] |
Patrono | santi Gervaso e Protaso[N 1] |
Giorno festivo | 19 giugno[9] |
Cartografia | |
Mappa di Novate Milanese per classificazione paesaggistica[13]
Città storica Città moderna Città produttiva Territorio frammentato Territorio libero infra-urbano Territorio agricolo compatto Elementi della pianura irrigua Ferrovia Grandi vie di comunicazione | |
Sito istituzionale | |
Novate Milanese (Novaa in dialetto milanese[18] AFI: ['nua:] e Nœuva in lombardo) è un comune italiano della Lombardia. Conta 20063 abitanti e si trova nella città metropolitana di Milano, situato a nord-nord-ovest del capoluogo metropolitano, con il quale è confinante.[14][19]
A livello locale, il comune è noto semplicemente come Novate[20][21][22][23][24], denominazione che è stata ufficiale fino al 1862, anno in cui è stata adottata la denominazione attuale, al fine di evitare fraintendimenti con le omonime località lombarde di Novate Mezzola e di Novate Brianza, frazione di Merate.[25][26][2]
Geografia fisica
Il territorio novatese è interamente pianeggiante, con un altitudine di 146,76 m s.l.m.[2], con un dislivello massimo di 10 metri, dato da un'altitudine minima di 140 m s.l.m., nella porzione meridionale della città e un'altitudine massima di 150 m s.l.m., nella porzione settentrionale.[14] Il territorio comunale è attraversato dai torrenti Garbogera e Pudiga, quasi integralmente tombinati.
Sul territorio di Novate Milanese e, in parte, di Cormano è presente il parco sovracomunale della Balossa, istituito nel 2006[27]: una vasta area agricola pianeggiante che conta un'estensione di circa 150 ha.[28]
Il parco è limitato a nord dal tracciato dell'autostrada A52, che ricalca quello della precedente strada provinciale 46 Rho-Monza, a sud è delimitato parzialmente dal tracciato dell'autostrada A4 e parzialmente dai fabbricati industriali siti tra i comuni di Novate Milanese e Cormano, a ovest dai fabbricati urbani di Novate Milanese e a est dalla strada provinciale 44, la quale lo separa dai fabbricati siti nel comune di Cormano.[28][27] Dal dicembre 2015, il parco è formalmente accorpato al parco Nord Milano.[29]
La geologia generale del territorio comunale di Novate Milanese è caratterizzata da una faces superificiale di depositi fluvio-glaciali quaternari, riferibili al tardo rissiano-wurmiano, che vanno a costituire i litotipi principali della pianura dove sorge comune.[30]
L'individuazione litologica del territorio novatese è resa tuttavia particolarmente difficoltosa dalla ampia urbanizzazione che il territorio ha subito, specialmente a partire dal Novecento[31], comportando un sostanziale mutamento da ambito prevalentemente agricolo ad ambito densamente urbanizzato.[30]
In particolare, la litologia del territorio comunale è rappresentata da ghiaie ben gradate con intercalazioni sabbiose.[30] Nel complesso, inoltre, la geologia territoriale del comune non ha presentato particolari fenomeni geodinamici e non versa in condizioni di criticità.[30][32]
Per quanto concerne l'aspetto geomorfologico, la conformazione del territorio è stata determinata e ha risentito dei processi di origine fluvio-glaciale e che ne hanno modellato l'aspetto, originando depositi alluvionali suborizzontali, con debole immersione da nord verso sud (inferiore al 4‰) e con relative formazioni di terrazzi alluvionali quaternari.[30]
Il progressivo insediamento antropico ha modificato in maniera significativa i terreni superficiali, specialmente determinando un'estesa distribuzione di terreni impermeabilizzati.[30]
In generale, i litotipi ghiaiosi-sabbiosi dei comuni della città metropolitana di Milano passano a granulometrie più fini andando da nord verso sud. In tali terreni si registra la presenza di falde libere, intercalate a litotipi argillosi e, talora, litotipi permeabili.[30]
I suoli moderatamente profondi, su substrati ghiaiosi, appaiono caratterizzati da scheletro scarso, tessitura media, reazione subacida o neutra, saturazione medio-alta, drenaggio medio-buono e il materiale ciottoloso non appare calcareo.[30] Si distinguono poi suoli molti profondi su substrato ghiaioso-ciottoloso calcareo, caratterizzati da scheletro frequente in superficie e abbondante in profondità, tessitura media, maggiormente grossolana con l'aumentare della profondità e drenaggio buono.[30]
Per quanto concerne il profilo pedologico, si distingue la porzione centro-occidentale del territorio novatese che appartiene all'ambito della media pianura idromorfa e la porzione orientale che si classifica invece come alta pianura.[30]
Dal punto di vista idrografico, il reticolo idrico principale del territorio novatese vede la presenza di due torrenti di origine naturale: la Garbogera e il Pudiga[33][34] (o Pudega[35][36]); ad essi si aggiunge un reticolo detto secondario composto dai fontanili e da canali artificiali.[37][38][39]
Il torrente Garbogera si origina nel comune di Cesano Maderno e attraversa il comune di Novate Milanese giungendo da Bollate, in posizione nord occidentale, scorrendo fino a Milano, in posizione sud orientale.[40][41] Per un lungo tratto, il torrente è tombinato a causa delle presenza di edifici soprastanti, con due eccezioni significative: un tratto verso il confine con Milano, indicativamente in prossimità dell'autostrada A4 e un secondo tratto, più a nord, compreso tra via Stelvio e via Monte Grappa[41], dove il tratto scoperto di Garbogera costeggia il parco comunale Carlo Ghezzi.[42][39] È infine presente una terza porzione di Garbogera a cielo aperto e ciò riguarda il tratto iniziale dove il torrente entra a Novate Milanese: questo tratto, peraltro, è stato così modificato in tempi più recenti rispetto al percorso originale, in maniera tale da consentire il recupero di una vasta area in corrispondenza del vecchio alveo, che è stata destinata ad uso residenziale.[43]
Il torrente Pudiga nasce a Barlassina, nel Parco delle Groane e scorre da nord-ovest a sud-est, attraversando Novate Milanese per un breve tratto nella porzione sud occidentale del comune, nell'area a confine con Milano, coincidendo per un tratto esattamente con il limite amministrativo dei due comuni.[35] Il torrente prosegue poi in territorio milanese per alcune centinaia di metri, per essere a quel punto tombinato fino a confluire nel tratto dell'Olona di viale Serra.[34]
In aggiunta ai torrenti che compongono il reticolo idrico principale, è presente una rete di canali di derivazione del Villoresi, di costruzione artificiale, con massiccia presenza nell'area sud orientale del comune, nonché parzialmente presso il parco della Balossa.[44] Sempre nell'area della Balossa sono presenti alcuni antichi fontanili, in parte abbandonati[45][38][39]
Origini del nome
Il toponimo Novate secondo alcuni[46][47] trarrebbe origine dal latino novatum, equivalente dell'odierno novale[48][49] termine usato per definire un campo rimesso a coltura dopo un periodo di riposo; secondo altri, invece, il nome deriverebbe dall'antico "cognomen" romano "Novus".[50][51][52] Sebbene entrambe le teorie abbiano un fondamento storico, con gli studi più recenti si ritiene maggiormente plausibile la prima teoria, anche in considerazione della lunga destinazione rurale delle terre novatesi.[50]
Da Novatum passava la Via Mediolanum-Bilitio, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Luganum (Lugano) passando da Varisium (Varese).
Storia
Novate nel contado della Martesana (877-1385)
Il primo, più antico documento che ricorda Novate Milanese, è una pergamena datata Trenno 17 marzo 877, che si trova conservata nell'Archivio dei Canonici della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano. Si tratta di un atto notarile, redatto da un certo notaio Dominator, che contiene il verbale della presa di possesso di alcune terre di Novate Milanese, da parte di due sacerdoti della basilica di Sant'Ambrogio, la quale le aveva ricevute in eredità da un certo giudice Averolfo.[54][55]
In quel tempo, Novate, dal punto di vista religioso, faceva parte della cosiddetta Pieve di Bollate. Le pievi sorsero in Lombardia verso la metà del V secolo, come le prime circoscrizioni territoriali religiose dell'antichità; circoscrizioni che, di norma, si identificavano e si sovrapponevano a preesistenti distretti territoriali, celtici o romani, di natura politica o amministrativa.[54][55]
Dal punto di vista politico, Novate faceva invece parte del contado della Martesana, il quale era una vera e propria circoscrizione territoriale di natura politico-amministrativa, in cui venivano ripartite tutte le terre agricole, che in quel tempo attorniavano la città di Milano. In particolare, il contado della Martesana, comprendeva la quasi totalità delle terre situate fra Milano ed il lago di Como.[54][55]
Pur dipendendo politicamente dal contado della Martesana, Novate, seppur molto indirettamente, aveva peraltro certamente risentito delle movimentate vicende politiche che si maturavano nella vicina città, assoggettata, nel tempo, ai conti Carolingi (840), al governo del conte associato all'arcivescovo (964), al governo comunale (1065), alla signoria dei Della Torre (1240), ed a quella dei Visconti (1277).[54][55]
Peraltro, in numerosi documenti notarili del X e XI secolo, Novate viene costantemente denominata come un "vicus", ossia come un borgo agricolo periferico, che si contrapponeva al "pagus", ossia al centro urbano che stava a capo della pieve, che era Bollate.[54][55]
Risalgono proprio a questo lungo periodo storico due dati particolarmente rilevanti per la storia di Novate: in un atto notarile redatto a Novate nell'aprile dell'anno 1042[56][19], risulta contenuta la prima, più antica testimonianza dell'esistenza, in quel periodo, di una chiesa dedicata a San Protasio[N 1], che costituisce il primo ricordo della chiesa parrocchiale di Novate; in un atto di vendita di alcune terre, redatto a Milano il 2 dicembre 1234, figura invece, per la prima volta, il ricordo di un Pietro da Novate, che costituisce forse la più antica testimonianza di un membro di questa antica e illustre famiglia lombarda, che ha tratto nome ed origine dalla nostra terra. Lo stemma di questa famiglia (miniato per la prima volta nel Codice Trivulziano del XV secolo, conservato nella biblioteca del Castello Sforzesco di Milano), è costituito da sei fasce orizzontali gialle e rosse, alternate, sovrapposte da una banda trasversale azzurra, caricata dalla figura di un leone passante d'argento. Proprio da questo antico stemma araldico è stato ricavato nel 1984 l'attuale stemma del comune.[54][55]
Novate nel contado di Milano (1385-1476)
Nel 1385, in forza di un decreto di Giangaleazzo Visconti, Signore di Milano, la pieve di Bollate, ivi compresa la terra di Novate, viene scorporata dal contado della Martesana, e viene aggregata al contado di Milano: contado, questo, che comprendeva tutte le terre della campagna lombarda che circondavano la città, fino a circa 10 miglia da questa.[58][59] Più intimamente collegata, in tal maniera, al contesto politico di questa città, Novate ne aveva quindi seguito tutte le movimentate vicende politiche: dall'estinzione della signoria viscontea nel 1447, alla breve parentesi della repubblica ambrosiana, fino alla instaurazione, nel 1450, della nuova signoria degli Sforza.[58][59]
Cominciano intanto a farsi conoscere, in diversi documenti, sia pubblici che privati, i nomi di alcuni personaggi della famiglia da Novate; fra questi, si ricordano Vincenzo da Novate, ingegnere e consulente del Consiglio dei XII di Provvisione nel 1391 e Antonio da Novate, ingegnere del comune di Milano nel 1450.[58][59] Fra tutti questi personaggi, il più importante risulta senz'altro essere Bertola da Novate, al quale è dedicata una via della città.[58][59]
Bertola da Novate era un valente ingegnere idraulico, che si era specializzato nella progettazione e nella costruzione di canali e navigli. Diventato ingegnere ducale nel 1456, sotto Francesco Sforza, Bertola risulta abbia lavorato a diverse opere pubbliche, fra le quali: il naviglio di Parma (1455), il naviglio di Mantova (1456), il naviglio di Bereguardo e Binasco (1457), il naviglio della Martesana (1457- 1465), il naviglio di Cremona (1461) ed il Castello di Milano (1474).[58][59][60]
In particolare, Bertola viene dapprima incaricato da Filippo Maria Visconti di presiedere la commissione tecnica per la realizzazione di una fitta rete di canali navigabili che collegassero tra loro il Po, il Ticino e l'Adda. Con la morte di Filippo Maria, avvenuta nel 1447, tramonta la signoria viscontea, ma la bravura di Bertola viene riconosciuta anche dalla neonata Repubblica Ambrosiana, dove fu nominato architetto di fiducia del Governo dello Stato di Milano.[58][59][60]
Anche nel corso della signoria sforzesca, la bravura di Bertola viene riconosciuta, tant'è che gli saranno affidate le opere di messa a punto del progetto riguardante i Navigli.[60]
Sempre in questo particolare periodo storico, si inserisce anche il ricordo di un antico legato testamentario novatese. Con suo testamento del 24 agosto 1451, il novatese Montolo Bossi legava al Consorzio della Misericordia di Milano (una delle più antiche e ricche Opere Pie di quella città), diverse terre da lui possedute a Novate; con l'onere però, posto a carico di questa Opera pia, di far celebrare in perpetuo, il giorno anniversario della sua morte (il 26 agosto), 12 Messe nella chiesa parrocchiale di Novate; e di far distribuire ai poveri di quella città, in perpetuo, in quello stesso giorno, 2 moggia di pane di frumento, ben cotto.[58][59]
Da questo documento si ricava poi anche un dato di notevole interesse storico: il nome del primo, più antico titolare della chiesa parrocchiale di Novate Milanese, di cui sia pervenuto il ricordo: il reverendo Antonio de Lucino (1451). Dieci anni dopo la stesura di questo testamento si ha un dato di particolare importanza per la vita religiosa novatese: nel 1461, per spontanea iniziativa di un gruppo di pii novatesi, sorge il primo nucleo di quella che sarebbe poi diventata la Scuola, o meglio la Confraternita, della Natività della Vergine Maria[61]; una numerosa ed attiva Confraternita, proprietaria di diverse terre della zona, la cui attività sarebbe ininterrottamente durata fin verso la fine del 1700, allo scioglimento di tutte le confraternite religiose decretato dal governo imperiale austriaco.[58][59]
Novate nel feudo di Desio (1476-1674)
Il 1476 costituisce un anno particolarmente importante per la storia di Novate. Infatti, in forza di un decreto del 13 giugno 1476, il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza stralcia, da quella data, la terra di Novate dal contado di Milano, e, con un certo numero di altre terre circumvicine, la inserisce in un feudo da lui appositamente costituito - il feudo di Desio - investendone contestualmente una sua cortigiana: Lucia Marliani. Da questa data, pertanto, la storia di Novate si divarica da quella del contado di Milano, per seguire definitivamente le sorti del feudo desiano.[64][65]
I feudi, a quell'epoca, erano di norma costituiti da un certo numero di terre, che il duca conferiva ad una persona, o a titolo gratuito, per qualche benemerenza acquisita dall'infeudato nei suoi confronti, o a titolo oneroso, mediante l'esborso di una certa somma di denaro, per ottenerne un utile. Nel caso specifico, le somme venivano versate dal feudatario alla Regia Camera Ducale, la quale costituiva il più elevato organo centrale che amministrava i feudi camerali. L'infeudato, peraltro, al quale era riservato di norma - il diritto di amministrare la giustizia sul suo territorio e di percepire i proventi di alcuni dazi e gabelle, doveva, a sua volta, prestare giuramento di fedeltà al sovrano concedente, impegnandosi a soccorrerlo, anche materialmente, in caso di necessità.[64][65]
Succeduti, nel frattempo, nel feudo, alla Marliani, i due figli naturali da lei avuti dal duca Galeazzo Maria Sforza: Galeazzo e Ottaviano Sforza (futuro Vescovo di Lodi), nel 1512 Luigi XII di Francia - che nel frattempo aveva occupato militarmente il ducato di Milano - eleva il feudo desiano alla dignità di contea.[64][65] Dopo movimentate vicende politiche e militari, che vedono il ducato di Milano, alternativamente, nelle mani degli Sforza e dei francesi, Francesco I di Francia, nel 1520, investe della contea di Desio Ottaviano Ro. Tornati ancora una volta gli Sforza a Milano, Francesco II Sforza annulla però la precedente investitura, ed investe nuovamente del feudo desiano Galeazzo Ferrario, nel 1524.[64][65]
Quattro anni dopo quest'ultima infeudazione, si ha un ulteriore rilevante avvenimento per la storia novatese.[64][65] Il Senatore ducale Bernardino Busti, che possedeva a Novate diverse terre, con suo testamento del 28 maggio 1529, nomina suo erede universale il Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia, di Milano. A questo riguardo, però, pone a carico di questa Opera Pia, un onere ben preciso: quello di far costruire dopo la sua morte, a Novate, una chiesetta dedicata a San Celso (quella che successivamente diverrà la chiesetta del Gesiö), nella quale far celebrare quotidianamente una Messa a suffragio dell'anima del suo fondatore.[64][65]
Morto nel 1530 il conte Galeazzo Ferrario, senza figli maschi, il duca di Milano Francesco II Sforza, il 21 febbraio 1529, investe della contea di Desio, Vespasiano Roadino, cavallerizzo ducale. Questi, non si sa per qual motivo, dopo poco, la restituisce alla Regia Camera Ducale; e pertanto, ridivenuta disponibile, l'11 settembre 1530, il duca Francesco II Sforza concede la contea di Desio a Giacomo Gallarati.[64][65] Nel frattempo matura un avvenimento particolarmente importante per la storia religiosa di Novate: con un suo breve del 30 marzo 1541, papa Paolo III riconosce canonicamente la Confraternita della Natività della Vergine, di Novate, confermandone gli antichi Statuti ed approvando l'operato di questo pio sodalizio, anche per quanto da questo svolto nei secoli passati.[64][65] Proprio all'incirca in questo particolare momento storico, si inserisce la figura di un altro illustre novatese, ricordato a Novate dal nome di una sua via: lo scultore Bernardino da Novate. Questi, fra l'altro, risulta essere stato l'autore della statua del patrizio genovese Cattaneo Pinelli (Genova, 1555), delle due statue della Fama e della Vittoria, situate agli estremi del mausoleo del Duca Giangaleazzo Visconti, nella Certosa di Pavia (1560), e della tomba del nobile genovese Ceva Doria, nella chiesa di Santa Maria della Cella di Sampierdarena (1574).[64][65]
Ancora, due fatti di una certa rilevanza interessano Novate: il primo è costituito dalla visita pastorale effettuata alla chiesa parrocchiale, il 25 e 26 luglio 1573, dall'Arcivescovo di Milano, il Cardinale Carlo Borromeo, il quale, fra le altre numerose "ordinazioni" impartite al parroco, aveva anche ordinato di far costruire una chiesa nuova e più grande di quella allora esistente; il secondo è costituito invece dalla compilazione del primo status animarum della parrocchia locale, redatto il 25 aprile 1574. Quest'ultimo costituiva un vero e proprio censimento di tutti i componenti della parrocchia, e conteneva l'elencazione nominativa di tutti i cittadini di Novate, ammontanti a 792, con l'indicazione per ciascuno di essi dell'età e della professione svolta.[64][65]
Tornando al feudo di Desio: morto, senza eredi maschi, l'ultimo feudatario della contea di Desio, il conte Guido Gallarati, la Regia Camera Ducale rientra nel possesso del feudo desiano; feudo, che la stessa Regia Camera, il 7 maggio 1580, rivende all'asta - per 63.000 lire imperiali - a Giorgio Manrique de Lara.[64][65]
A partire da questa data, la terra di Novate rimarrà infeudata alla famiglia Manríquez, esattamente per 96 anni. Circa una trentina di anni dopo che i Manríquez erano diventati i nuovi titolari del feudo desiano, e più esattamente nel 1613, Filippo III di Spagna eleva la contea di Desio alla dignità di marchesato (cessata la dinastia degli Sforza, infatti, il ducato di Milano era stato occupato militarmente dall'Imperatore Carlo V d'Asburgo, re di Spagna).[64][65] Proprio in questo stesso anno 1613 viene condotta, nella parrocchia novatese, una delle più dettagliate e complete visite pastorali di cui sia pervenuto il ricordo: quella effettuata dal Canonico Giovanni Stefano Giussano. Risalgono invece a cinque anni dopo questa importante visita pastorale due dati di notevole interesse storico per la storia novatese: il nome del primo Sindaco di Novate di cui sia pervenuto il ricordo, Luigi Carcano (1618) e la esecuzione del dipinto ad olio, che ancora oggi viene conservato nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gervaso e Protaso, la Natività della Vergine, eseguito da Camillo Procaccini nel 1618, verosimilmente commissionata dalla Confraternita della Natività di Novate, per ornare la cappella della chiesa parrocchiale, in cui questa era solita officiare.[64][65]
Nella determinazione di liberarsi delle terre costituenti il feudo di Desio, la famiglia Manríquez, a partire dal 1674, dà inizio a tutta una serie di atti di vendita, il primo dei quali è proprio quello relativo alla terra di Novate. Con atto del 19 aprile 1674, il marchese Giovanni Manríquez retrovende infatti le terre di Novate e di Roserio, già facenti parte del feudo desiano, alla Regia Camera Ducale. In conseguenza di questo atto, Novate viene definitivamente scorporata dal feudo desiano, del quale aveva seguito le sorti per poco meno di 200 anni.[64][65]
Novate, con Roserio, a capo del suo feudo (1674-1800)
Lo stesso giorno che le terre di Novate e di Roserio erano state acquistate dalla Regia Camera Ducale, questa le rivende per la somma di 9.240 lire imperiali a Carlo Pogliaghi.[68][69] In forza di questa vendita, intervenuta il 19 aprile 1674, Novate diventa il centro di un nuovo feudo, di cui fa parte con la vicina terra di Roserio, sottoposto, forse solo più nominalmente che sostanzialmente, alla famiglia dei marchesi Pogliaghi.[68][69]
Pochi anni dopo questa nuova infeudazione, e più esattamente nel 1683, il Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia di Milano, fa redigere un documento denominato comunemente "cabreo" - che contiene la descrizione di tutte le terre di Novate, che, in quell'epoca, erano di proprietà di questa antica Opera Pia milanese. Questo documento, si è rivelato di particolare interesse per la storia novatese, in quanto, non solo consente di individuare, pur con una certa approssimazione, l'ubicazione di numerose antiche località terriere del comune, il cui nome risulta ormai quasi completamente dimenticato, ma anche di conoscere l'ubicazione dei due antichi mulini di Novate, il percorso dei numerosi fontanili che un tempo solcavano l'abitato della città, ed altre interessanti notizie. Pochi anni dopo che il trattato di Rastadt aveva definitivamente sanzionato il passaggio della Lombardia all'Austria (1714), viene realizzato un atto di particolare interesse economico per la storia di Novate: la compilazione, nel 1722, del primo vero e proprio catasto del comune. Quest'ultimo, che dal nome del suo propugnatore, avrebbe poi preso il nome di catasto di Carlo VI, viene conservato presso l'Archivio di Stato di Milano e si rivela molto rilevante per la storia novatese, in quanto consente di conoscere la forma e la estensione delle diverse proprietà terriere del tempo, con il nome dei loro rispettivi proprietari, nonché poter studiare dettagliatamente la configurazione topografica del centro urbano di Novate, come si presentava nella prima metà del Settecento.[68][69]
Nell'estate del 1733, scoppia frattanto a Novate una breve, ma violenta epidemia di vaiolo. Due anni dopo, nel 1735, tornati a Milano i gallo-sardi, proprio nelle terre vicino a Novate, vengono combattute, fra il gennaio e l'aprile di quell'anno, una lunga serie di scaramucce fra truppe gallo-sarde e truppe imperiali austriache: scontri, che provocano la morte, sul territorio novatese, di 52 militari sardi facenti parte del reggimento di "Tarantasia". Nel frattempo, nonostante questi avvenimenti guerreschi, la parrocchia di Novate continuava ad essere periodicamente visitata dai suoi arcivescovi. Fra le numerose visite pastorali condotte in questo periodo, per la loro completezza, e per la loro importanza, meritano di essere ricordate le tre seguenti: quella eseguita nel 1688, dall'Arcivescovo di Milano Cardinale Federico Visconti; quella eseguita nel 1709, dall'Arcivescovo Cardinale Giuseppe Archinto; e quella condotta nel 1747, dall'Arcivescovo Cardinale Giuseppe Pozzobonelli.[68][69]
Al 1770 risale poi un dato demografico di notevole interesse: la realizzazione del primo, vero e proprio censimento del nostro Comune. L'esito risulta essere il seguente: 970 abitanti, dei quali 494 uomini e 476 donne. Nel 1786 vi sarà un altro importante avvenimento cittadino: l'inaugurazione del nuovo cimitero: prima di questa data, i defunti venivano seppelliti o in chiesa o nel piccolo cimitero che anticamente si trovava situato accanto alla chiesa parrocchiale.[68][69] Da una curiosa documentazione conservata nell'Archivio di Stato di Milano, relativa alla seconda metà del 1700, si ricava che le pubbliche riunioni del Comune di Novate, venivano tenute, in quel periodo, sulla piazza della chiesa. Quando però il tempo era inclemente, queste venivano trasferite in una stanza della casa di un certo signor Giuseppe Barone, che si trovava situata nei pressi della chiesa; il Barone, a questo titolo, percepiva infatti un canone di 15 lire annue.[68][69]
Verso la fine del 1700, e più esattamente fra il 1786 ed il 1793, in ottemperanza ad un decreto del governo austriaco, viene sciolta l'antica e benemerita Confraternita della Natività della Vergine di Novate e i suoi beni vengono venduti all'asta, a favore della Regia Amministrazione Generale del Fondo di Religione, che li aveva in precedenza incamerati.[68][69]
Nel frattempo, peraltro, la lunga storia feudale di Novate stava per giungere al suo epilogo: in forza di una legge del 30 dicembre 1800, il governo francese, instauratosi in Lombardia, abolisce definitivamente tutti i diritti feudali in questa regione. In conseguenza di questa disposizione, venuto a cessare il vincolo di soggezione che legava gli abitanti novatesi alla famiglia dei marchesi Pogliaghi, loro ultimi feudatari, Novate, dopo 324 anni, si libera definitivamente da ogni vincolo di natura feudale.[68][69]
Novate fino all'unità d'Italia (1800-1877)
Con la fine del regime feudale, la storia di Novate a partire dal 1800 viene praticamente ad identificarsi con quella della Lombardia.[25][26] Risalgono a questo periodo, l'avvento di Napoleone Bonaparte nel 1800, la costituzione della Repubblica Italiana nel 1802, l'incoronazione di Napoleone re d'ltalia nel 1805, ed infine, nel 1814, il Congresso di Vienna, che avrebbe definitivamente decretato il passaggio della Lombardia all'Impero Austriaco.[25][26]
Su questo sfondo politico, particolarmente movimentato, a Novate verrà costituita nel 1801 la prima Opera Pia di Novate, l'Opera Pia Bollini, che aveva come suo scopo principale quello di costituire annualmente una dote, per una fanciulla povera di Novate. Seguono, nel frattempo, alcune notizie relative alla chiesa parrocchiale novatese: nel 1815 viene allungata la sua navata centrale, mentre sui due fianchi vengono costruite altrettante nuove navate laterali; nel 1824 viene ampliato il coro; mentre nel 1829 viene ristrutturato tutto il campanile, che in quella occasione viene anche dotato di un nuovo concerto di 5 campane.[25][26]
Due importanti eventi risultano poi relativi all'anno 1853: il primo è la costituzione di una nuova Opera Pia novatese, denominata Opera Pia Carrera; questa nuova Opera Pia prevedeva, fra l'altro, anche la corresponsione annuale di una dote ad una fanciulla povera della città; il secondo è invece la traslazione delle ossa del Senatore Bernardino Busti, all'interno dell'Oratorio dei Santi Nazario e Celso (il Gesiö), da lui istituito con il suo testamento del 1529. La traslazione era avvenuta a Novate il 25 luglio 1853, per iniziativa degli Amministratori del Consorzio della Misericordia di Milano, erede universale dei beni lasciati dal Busti.[25][26]
Dopo la Seconda guerra d'indipendenza italiana del 1859, Novate e la Lombardia si liberano definitivamente dall'occupazione austriaca, ed entrano a far parte del Regno di Sardegna; il 17 marzo 1861, Novate entra quindi a far parte del nuovo grande Stato unitario, costituito dal Regno d'Italia.[25][26]
Dopo l'entrata di Novate nel Regno unitario, un formale cambiamento interessa la città nel 1862, che modifica la propria denominazione in Novate Milanese, in forza del Regio decreto 13 Novembre 1862 n. 982, così da evitare fraintendimenti con le omonime località lombarde Novate Mezzola e Novate Brianza.[2][25][26]
Novate fino ai due conflitti mondiali
A fine Ottocento, Novate si presenta ancora come un piccolo centro agricolo raccolto attorno ad un nucleo di cascine, abitato quasi interamente da contadini. Poiché il territorio è ricco di gelsi, molti installano in casa le tavole a castelli per i bachi da seta, arrivando addirittura a dormire all'aperto. La generale miseria stimola, alla fine del XIX secolo, una vivace emigrazione di novatesi verso le Americhe ed in particolare in Argentina. Non tutta la popolazione attiva che decide di restare a Novate riesce ad essere assorbita dall'agricoltura. Molti figli di contadini cominciano quindi a recarsi in città in cerca di lavoro impiegandosi soprattutto nei cantieri edili.[74] Si forma così una forte categoria di muratori novatesi che maturano il desiderio di associarsi per risolvere i propri problemi. Il risultato di tali processi è la nascita di un forte movimento cooperativo di ispirazione laica e socialista che costituirà un perno fondamentale in tutta l'evoluzione seguente di Novate. Nel 1889 nasce la Cooperativa di consumo La Previdente e nel 1901 la Cooperativa Edificatrice La Benefica. Saranno proprio i muratori a darsi da fare per dotare Novate delle strutture sociali di cui è carente: lavorando gratuitamente il sabato e la domenica costruiranno un asilo per i propri bambini.[74]
Nei primi anni del Novecento iniziano intanto a sorgere le prime industrie, seppure di piccole dimensioni. Nel 1905 inizia l'attività la fabbrica "storica" della città: la Fratelli Testori che realizza prodotti tessili per uso industriale. Nel 1910 nasce la Manifattura Testori, che fabbrica stoffe per arredamento. Entrambe sono collocate nel centro del paese. Negli stessi anni nascono anche le Filature Metti e un saponificio di proprietà della Cooperativa Mutua Provinciale fra Lavandai ("el stabiliment del savuun").[74]
Il processo di industrializzazione ha come effetto un generale miglioramento delle condizioni di vita. Già nei primissimi anni del Novecento si manifesta a Novate uno spirito di solidarietà "municipale" tra muratori, contadini, operai e anche piccoli borghesi con l'obiettivo di conquistare la direzione della vita pubblica locale. Nel 1905 vince la lista popolare e il 10 settembre dello stesso anno viene eletto sindaco Marino Vaghi, socialista e presidente della Cooperativa La Benefica.[74]
Sono molti i caduti fra i novatesi nel corso della Grande Guerra: tra essi Clemente Bonfanti, sindaco di Novate.[74]
Il risentimento popolare esplode il primo maggio 1917: contro i tentativi di impedire la celebrazione della Festa del Lavoro i novatesi scendono per le strade per protestare contro la guerra. I manifestanti vengono caricati ripetutamente da un reparto di cavalleria dell'esercito. Le dimostrazioni durano alcuni giorni e si concludono con decine di arresti. Dopo la fine del primo conflitto mondiale l'abitato di Novate comincia ad espandersi fuori del perimetro del vecchio centro. Si assiste contemporaneamente all'ampliamento delle industrie esistenti ed all'insediamento di nuove. A questo periodo risalgono la Fargas e la Cucirini. Nel 1927 viene aperta l'officina delle Ferrovie Nord. A Novate la sezione del Fascio nasce dopo la marcia su Roma del 1922, data alla quale sopravvive ancora una giunta di sinistra. Il Circolo Sempre Avanti (costituito nel 1905) viene devastato nel corso del 1924 e riaperto due anni dopo come Circolo del Partito Fascista. L'avvento del Fascismo porta all'arresto di un gran numero di cittadini novatesi.[74]
È nel 1944 che il movimento di Resistenza si sviluppa a Novate in modo organizzato. I Fascisti emanano il decreto di condanna a morte per i renitenti alla leva che non si fossero presentati entro l'8 marzo seguente. Vi sarà un proliferare di iniziative. Nascono i distaccamenti locali della 107ª, della 111ª, della 127ª brigata Garibaldi, della 62ª brigata Matteotti e si gettano le basi di quello che sarà il distaccamento della brigata SAP del Fronte della Gioventù. Molti partigiani perdono la vita. Il 25 aprile 1945 nel campo di concentramento di Mauthausen muore Angelo Lodi, arrestato a Milano per avere svolto una intensa attività partigiana. Sotto la direzione del CLN, i gruppi partigiani arrivano intanto a controllare tutta Novate: quando, dopo alcuni giorni, attorno al 30 aprile, giungono a Novate i primi nuclei di soldati alleati, trovano un paese perfettamente organizzato e che ha già saputo darsi nuove strutture democratiche. Si attende il ritorno a casa di prigionieri e internati: a Novate se ne aspettano 38. Fra caduti e dispersi, Novate ha perso complessivamente 70 cittadini.[74]
Novate dopo il secondo conflitto mondiale
Il Sindaco della Liberazione (così verrà chiamato per molti anni) è Carlo Ghezzi, direttore della Previdente. Anche a Novate questi sono gli anni della ricostruzione che, anche a seguito dell'aumento demografico e dell'emergere di nuove necessità, implica necessariamente l'adeguamento di diverse infrastrutture, tra cui fognature, acquedotto, strade e scuole.[31]
È questo il periodo in cui a Novate si sviluppa la vivace presenza delle cooperative di ispirazione cattolica: nel 1946 nascono la Cooperativa del Lavoratore ACLI e il Circolo del Lavoratore ACLI; nel 1948 viene costituita la Cooperativa Edilizia Casa Nostra e, successivamente, all'inizio degli anni Settanta, la Cooperativa Edilizia Novatese, anch'essa legata alle ACLI. Nel frattempo, dopo il primo singolare fenomeno immigratorio dei "cremaschi" negli anni Trenta, a Novate negli anni Cinquanta arrivano cittadini provenienti da comuni della provincia di Milano e da varie regioni dell'Italia settentrionale e nel decennio successivo si registra lo spostamento di gruppi più consistenti di immigrati dall'Italia meridionale e da Milano città.[31]
Si sviluppa e si trasforma quindi il tessuto urbano; in particolare nel vecchio centro, caratterizzato dalle tipiche corti vengono introdotti alcuni elementi di novità con la realizzazione dei tratti porticati in via Repubblica e dell'articolato complesso del Centro Civico, comprendente la galleria ribassata e la piazza sopraelevata. Negli anni Cinquanta si assiste ad un netto ridimensionamento dell'attività agricola e di contro ad un considerevole aumento delle industrie manifatturiere (meccaniche, tessili, chimiche e derivate) che nel decennio 1951-61 crescono del 92,83%.[31]
Il primo Piano Regolatore di Novate, approvato dal Consiglio Comunale il 14 marzo 1959, pur venendo attuato da subito, non otterrà mai l'autorizzazione del Ministero; la sua approvazione, prevista per il 1965, viene bloccata a causa della controversa introduzione delle "convenzioni" con i privati. La Legge 167 sull'edilizia popolare del 18 aprile 1962 e le direttive del Piano Intercomunale Milanese del 1967/68 (che vara tra l'altro il progetto del Parco delle Groane) precedono il Piano Regolatore di Novate deliberato dal Consiglio Comunale nel 1969 e approvato dalla Regione Lombardia il 30 gennaio 1973. All'inizio degli anni Settanta si procede alla costruzione di nuove sedi per asili nido e scuole materne, elementari e medie, oltre alla ristrutturazione degli edifici già esistenti.[31]
Nel 1974 si ha la realizzazione del sottopasso alla ferrovia Milano-Saronno. Negli stessi anni si assiste, nelle attività economiche, ad un progressivo aumento della percentuale di addetti al settore terziario: servizi, credito, trasporti e telecomunicazioni. Nel 1982 viene approvato dalla Regione Lombardia il nuovo Piano Regolatore Generale già deliberato dal Consiglio Comunale il 16 novembre 1979; questo, modificato nel corso del tempo da diverse varianti ha guidato lo sviluppo urbanistico della città che tra le opere pubbliche più rilevanti ha visto la realizzazione del centro polifunzionale Polì, la costruzione di nuovi spazi pubblici e la ristrutturazione di Villa Venino, quale centro culturale e nuova sede della Biblioteca novatese.[31]
Storia di Novate Milanese fino al 1946[77]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone attuali sono stati concessi con DPR del 10 gennaio 1984.[78][4]
- Stemma
L'origine dello stemma è certa: esso ricalca fedelmente[N 3] l'antico stemma dei Da Novate, famiglia originaria di Novate Milanese, nota già dal XIII secolo, il cui stemma risulta miniato a pagina 247 dello Stemmario Trivulziano[84][4]
Il primo stemma attribuito al comune risale al 1933[78], e fu proposto del cavalier Francesco Forte dell'Archivio di Stato di Milano.[85][86]
Tale stemma era blasonato come segue:
«D'azzurro, alla catena d'oro, formante un triangolo isoscele e circondante un fascio di spighe di grano al naturale, accompagnato da due trifogli, anche d'oro, posti verso il vertice inferiore del triangolo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Questo stemma, tuttavia, nasceva sulla base di un errore nella ricerca araldica dei relativi elementi: essi si riferivano non alla famiglia Manríquez, in passato feudataria del comune, quanto piuttosto alla famiglia Mendoza, spagnola, che mai ebbe alcun rapporto con la città.[85][86]
Nel 2004, in seguito alla concessione del titolo di città, lo stemma venne aggiornato con i relativi ornamenti.[85][86]
- Gonfalone
«Drappo d'azzurro riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro: Città di Novate Milanese.»
Il gonfalone munito del nuovo stemma sfilerà pubblicamente lungo le vie novatesi per la prima volta nel corso dell'anniversario della liberazione d'Italia del 25 aprile 1984.[85][87]
Sempre un drappo d'azzurro era pure il precedente gonfalone del comune, concesso unitamente allo stemma con il Regio Decreto del 26 gennaio 1933.[85]
Onorificenze
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso
La chiesa dei Santi Gervaso e Protaso è il più antico edificio religioso della città, con prime notizie certe risalenti al 1042.[19][88][89][90] Dopo l'intervento del Cardinale Carlo Borromeo nel 1573, la chiesa subì varie trasformazioni, per arrivare a presentarsi come un edificio a croce latina a tre navate con cappelle laterali, un campanile alto circa cinquanta metri e una vasta cripta sottostante.[91][92] Al suo interno è conservato il dipinto a olio Natività della Vergine, realizzato nel 1618[93] da Carlo Procaccini raffigurante una scena della natività di Maria.[19][94]
- Chiesa della Sacra Famiglia
La chiesa della Sacra Famiglia è unicata nella zona ovest della città[95] ed è stata inaugurata il 4 luglio 1959. L'edificio, con tetto a falda e campata unica, presenta al suo interno una doppia serie di affreschi relativi rispettivamente all'Antico e al Nuovo Testamento a campata unica con tetto a falda, oltre ad Via Crucis realizzata in terracotta.[96] Nel piazzale esterno è presente dal 1966 una piccola grotta della Madonna di Lourdes.[96] Nel 2017 è stata oggetto di un restauro esterno che ha portato alla realizzazione di una controfacciata in mattoni.[97]
- Chiesa di San Carlo Borromeo
La chiesa di San Carlo Borromeo serve il quartiere nord della città.[98] Completata nel 1994, la chiesa è stata progettata dall'architetto Angelo Galesio e si presenta una navata unica con una imponente vetrata nella parete di fondo.[98] All'interno, oltre ad alcune opere d'arte volute da Giovanni Testori è presente un imponente organo del 1828, restaurato e installato sopra l'altare.[98]
- Oratorio dei Santi Nazario e Celso
Colloquialmente noto con l'appellativo milanese Gesiö, l'oratorio dedicato ai santi Nazario e Celso, fu costruito nel Cinquecento per volontà testamentaria del senatore Bernardino Busti, colpito dalla peste nel 1529.[99][100] L'edificio ha ospitato nei secoli diverse opere d'arte, fino a diventare proprietà comunale nel 1992[99][101] ed essere oggetto di un profondo restauro conclusosi nel settembre 2023 con la riscoperta di numerose peculiarità architettoniche e artistiche.[102][103][104]
Architetture civili
- Villa Metti
Ubicata in Piazza Martiri della Libertà, nella parte sud del centro storico, la sua costruzione risale al XIX secolo. Villa Metti si presenta come un blocco lineare di due piani fuori terra con un portico in facciata, circondata su tre lati dal giardino e con il lato settentrionale, dove è posto l'ingresso principale, addossato agli edifici di via Repubblica.[105][106]
La villa, dopo aver subito una serie di interventi di recupero, si presenta come un edificio a volume compatto, cui fa da contrappunto il portico, la grande magnolia ed il giardino, quest'ultimo reso pubblico e visibile dopo la demolizione del muro di cinta. La villa rimane in uso, ospitando residenze e uffici privati.[105][106]
- Villa dell'Oca
Sita in via Bertola da Novate, nella parte nord-ovest del centro storico, la sua costruzione risale alla fine del XIX secolo. La villa si presenta come un edificio a pianta quadrata in un unico blocco composto da due piani fuori terra ed circondata da un giardino, con ingresso sul lato est della via.[107][108]
La struttura ha mantenuto un ottimo stato di conservazione, tanto per la integrità strutturale, quanto per le decorazioni e gli elementi di pregio architettonico presenti sulle facciate esterne. Sulle pareti perimetrali trovano infatti posto le pregiate cornici marcapiano, la zoccolatura in pietra e gli angolari, oltre alle decorazioni sulle pareti e sui sottogronda, agli affreschi ed alle cassettonature lignee.[107] Dopo i lavori di adeguamento eseguiti nel 2000 la villa è divenuta sede delle suore spagnole della congregazione di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù, occupate in opere di assistenza domiciliare ad anziani ammalati.[107]
- Villa Paracchi
Sita in via Repubblica, nella parte centrale del centro storico, con affaccio su Piazza Pertini. La villa, costruita nel corso del XVII secolo, si presenta come un edificio di due piani fuori terra con pianta ad U su una corte interna con facciata concava nella parte centrale. La facciata principale della villa è inserita all'interno del fronte degli edifici che si affacciano sul lato sud di via Repubblica. Sul retro della villa, a partire dalla corte interna, si apre il giardino privato della villa.[109][110]
Pur non presentando particolari elementi di pregio sulle facciate esterne, la peculiarità della villa è rappresentata dalla concavità presente sulla facciata principale in corrispondenza dell'ingresso.[109][110] Essa si presenta in utilizzo, ospitando residenze private nel corpo centrale[109] e uffici nelle porzioni laterali.[110]
- Villa Reina
Ubicata in vicolo San Gervaso, nella parte orientale del centro storico, la sua costruzione risale al XVIII secolo. La villa si presenta come edificio a due piani fuori terra con pianta a blocco quasi quadrato con due brevi ali alle estremità formanti una esse; dalla porzione meridionale si estende il giardino privato della residenza. Una particolarità di villa Reina è data dalla presenza di un antico stemma araldico sulla facciata esterna, sopra al portone d'ingresso.[111][112]
- Villa Venino
Villa Venino sorge in Largo Padre Ambrogio Fumagalli, nel centro storico di Novate Milanese.[113] Costruita nel XVII secolo, è composta da un blocco lineare con un triportico centrale, ali minori che delimitano le corti padronali e una torre belvedere.[113][114][115][116] La struttura è stata restaurata ed è divenuta sede della biblioteca e di alcuni uffici comunali[117][116], insieme a residenze private. Il giardino, che ospita alcune piante secolari, è stato restituito alla cittadinanza nel 2010.[113][114] La villa era in origine di proprietà della famiglia Venini, nel 1877 divenuta Venino[115][116], e in seguito ceduta al comune di Novate Milanese e parzialmente a privati. In origine, l'immobile era inserito in un contesto produttivo agricolo, incentrato specialmente nella coltivazione di asparagi, granoturco e frumento.[115][116]
- Villa Testori
Ufficialmente Casa Testori[118], per avere dato i natali a Giovanni Testori, la villa sorge in prossimità del centro cittadino, accanto alla omonima fabbrica. La villa rappresenta il luogo dove Testori ha trascorso gran parte della sua vita e dove hanno preso corpo alcune delle sue più importanti produzioni.[119]
La villa è stata chiusa nei primi anni Novanta, ed è stata eccezionalmente aperta nel 2003, nel periodo in cui si sono svolte le iniziative commemorative del decennale della scomparsa dello scrittore. Villa Venino ha infatti ospitato per un mese la significativa esposizione del grande ciclo dei "Pugilatori", dipinti da Testori nei primi anni Settanta ed esposti nel luminoso salone della casa: sulle pareti dello scalone, che interrompe il corridoio, campeggiavano dipinti con grandi mazzi di dalie; nel corridoio scuro che accede al salone, erano esposti i piccoli quadri con i ciclamini del 1971. Dopo una stanza di disegni, acquarelli e foto legati al tema dei "Pugili", il percorso si concludeva con un approfondimento sulla storia della casa e della famiglia Testori ed una ricostruzione delle raccolte di dipinti ospitate dalla villa nel corso degli anni.[119] È in seguito divenuta sede dell'omonima associazione culturale.[120]
Società
Evoluzione demografica
Demografia preunitaria[121]
Abitanti censiti[122]
Nati: 160 (2010) Morti: 181 (2010) Incremento naturale: -21 (2010) Saldo migratorio: +62 (2010)
Popolazione per età in percentuale:
Età | 1982 | 1992 | 2002 | 2012 |
---|---|---|---|---|
75+ | 2,9 | 5,5 | 7,1 | 10,7 |
60-74 | 10,0 | 12,3 | 17,5 | 19,4 |
45-59 | 18,3 | 21,9 | 22,3 | 22,7 |
30-44 | 25,4 | 23,5 | 23,5 | 20,4 |
15-29 | 22,4 | 23,0 | 17,1 | 13,7 |
0-14 | 21,0 | 13,8 | 12,5 | 13,1 |
Etnie e minoranze straniere
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 1.799 persone, pari al 9,26% della popolazione.[123]
Cultura
Biblioteche
La biblioteca di Novate Milanese sorge nel 1953 e rappresenta uno dei principali punti di riferimento culturale del territorio. Nel corso degli anni, essa ha saputo adattarsi alle trasformazioni della società, aggiornandosi negli spazi e nei servizi offerti.[117] Dopo essere stata ospitata nella storica sede situata nell'edificio comunale (ex Casa del Fascio) negli anni Settanta la biblioteca è stata trasferita in una nuova sede in via XXV Aprile, salvo poi trasferirsi nuovamente agli inizi degli anni Ottanta, quando la biblioteca è stata collocata nel palazzo comunale, disponendo questo di spazi più adeguati per rispondere alle emergenti esigenze dei cittadini novatesi, come l'introduzione di nuovi strumenti, tra cui lo spazio per l'infanzia, la videoteca, i media digitali e l'accesso a internet.[31][117]
A fronte della sempre maggiore esigenza di ampliare gli spazi a disposizione della biblioteca, quest'ultima ha subito un ultimo, definitivo, trasferimento il 10 giugno 2006 presso Villa Venino, nel pieno centro cittadino.[124]
La biblioteca è parte dell'azienda speciale consortile Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, per una gestione coordinata dei servizi bibliotecari con le altre strutture dell'area a nord di Milano.[125]
In aggiunta alla biblioteca comunale, dal 3 maggio 2019 l'amministrazione comunale ha predisposto un ulteriore spazio dedicato alla cultura. Il nuovo centro, denominato Di Vittorio 22, sorge nei locali di una ex-parafarmacia e offre spazio per incontri, corsi e laboratori, oltre a offrire una selezione di libri della biblioteca comunale, disponibili al prestito.[126] Anch'esso è parte del circuito CSBNO.[125]
Scuole
A Novate Milanese hanno sede due istituti comprensivi statali, intitolati rispettivamente a Don Lorenzo Milani e a Giovanni Testori. Il primo si compone di due scuole dell'infanzia, di una scuola primaria e di una scuola secondaria di primo grado; il secondo si compone di una scuola dell'infanzia, di due scuole primarie e di una scuola secondaria di primo grado.[127] Completano il tessuto di istituti scolastici novatesi due scuole dell'infanzia paritarie.[127]
Infrastrutture e trasporti
Strade
A livello di infrastrutture stradali, il comune è attraversato da due autostrade. All'altezza del confine amministrativo settentrionale corre il tracciato in trincea dell'autostrada A52, tangenziale Nord, che ricalca in buona sostanza il tracciato della precedente SP46 Rho-Monza, oggetto di adeguamento infrastrutturale da parte di Milano Serravalle-Milano Tangenziali[128] ed elevamento a tratto autostradale, con conseguente chiusura dell'anello di tangenziali attorno a Milano.[129][130][131] In particolare, la città di Novate Milanese è servita, congiuntamente con la vicina Bollate, dallo svincolo Novate-Bollate.
Nella parte meridionale del comune corre invece l'autostrada A4 Torino-Trieste, la quale non presenta alcuno svincolo dedicato a Novate Milanese sul territorio. Sono unicamente presenti due varchi di servizio, aperti esclusivamente al personale autostradale di servizio, dei mezzi di soccorso e del locale centro operativo di Polizia stradale,[132] situati rispettivamente all'altezza dell'area di servizio "Novate Nord" e del Punto Blu di Novate Milanese. Il normale traffico veicolare fa invece uso dello svincolo sito nel comune di Cormano, nei pressi del confine con Novate. Peraltro, l'intero tratto di autostrada A4 che attraversa il territorio comunale è provvisto di quattro corsie per senso di marcia, grazie all'implementazione della quarta corsia dinamica, inaugurata proprio a Novate Milanese l'11 luglio 2023, alla presenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.[133][134]
Il comune è inoltre attraversato dalla Strada provinciale 306 della Balossa, aperta al traffico il 2 dicembre 2023[128][135][136], costituisce un tratto di viabilità complanare all'autostrada A52, agevolando le interconnesioni veicolari tra i comuni di Novate Milanese, Bollate, Cormano e Paderno Dugnano, nonché con il tracciato della Strada statale 35 dei Giovi[128]. Il tracciato stradale ha una lunghezza complessiva di circa 3,2 km e presenta, tra il territorio novatese e quello della frazione bollatese Cascina del Sole[136], l'ecodotto "Balossa", situato nell'omonimo parco, costituito da una galleria della lunghezza di 100 m.[128] L'opera di costruzione di un apparato stradale complanare alla tangenziale nord dovrà essere completato con il tratto in progetto che collegherebbe, in territorio novatese, l'attuale SP306 allo svincolo A52 Novate-Bollate, in prossimità del triplice confine tra Novate Milanese, Bollate e Baranzate.[136][137]
Ferrovie
Novate Milanese è attraversata dalla ferrovia Milano-Saronno e presenta una stazione, servita dalle linee S1, S3 e S13[N 4] del servizio ferroviario suburbano di Milano, gestito da Trenord, che collegano la città verso sud rispettivamente a Lodi, Milano Cadorna e Pavia, mentre verso nord collegano a Saronno e Garbagnate Milanese.[139] La stazione ferroviaria presenta complessivamente 7 binari e due banchine passeggeri, sebbene siano destinati al normale traffico passeggeri solamente una banchina e due binari, mentre i rimanenti sono destinati al transito di convogli e ai collegamenti di servizio con il locale deposito ferroviario.
A Novate Milanese ha infatti sede uno dei depositi ferroviari di Trenord, con annesso impianto manutentivo, per una superficie complessiva di 135000 m² e 6 km di binari di servizio.[140] Nel deposito, provvisto di 11 binari, vengono ricoverati i convogli ferroviari in attesa di prestare servizio e vengono eseguiti interventi di piccola manutenzione; nell'officina vengono invece eseguiti interventi di maggiore complessità.[140] Sempre dalla stazione di Novate Milanese, i treni iniziano il servizio viaggiatori ogni mattina.[140]
A seguito di un intervento di potenziamento dell'infrastruttura ferrovia, la stazione di Novate Milanese beneficia del prolungamento della linea S13 da Milano Bovisa-Politecnico a Garbagnate Milanese, con quarantotto corse giornaliere aggiuntive da e verso Milano.[138][141][142][143]
L'attuale stazione ha sostituito la precedente struttura, dismessa nella notte tra il 31 marzo ed il 1º aprile 1990 e nei giorni successivi demolita e sorge oggi nel piazzale dedicato a Giovanni Testori, per scelta dell'amministrazione comunale risalente al 1998, per onorare il profondo legame che lo scrittore novatese aveva con la stazione ferroviaria, dalla quale aveva tratto ispirazione per alcune tra le sue opere più famose.[144]
Novate Milanese fa parte del sistema sistema tariffario integrato STIBM e si colloca nella zona tariffaria Mi3.[145]
Mobilità urbana
Novate Milanese è servita da una linea di autobus gestita da ATM, che collega la città con Milano e specialmente con le fermate Comasina M3 e Affori FN M3, quest'ultima interscambio con le linee S2 e S4 del servizio ferroviario suburbano.[139] Sono inoltre presenti linee gestite da Airpullman destinate al trasporto studenti in orario scolastico.[146]
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1861 | 1861 | Carlo Mazzoni | Sindaco | ||
1861 | 1867 | Vincenzo Cajo | Sindaco | ||
1867 | 1868 | Carlo Catturini | Assessore anziano | ||
1869 | 1869 | Pietro Gianetti | Assessore anziano | ||
1870 | 1872 | Pietro Gianetti | Sindaco | ||
1873 | 1874 | Francesco Caimi | Assessore anziano | ||
1874 | 1878 | Pietro Gianetti | Sindaco | ||
1878 | 1881 | Carlo Mazzoni | Sindaco | ||
1882 | 1893 | Angelo Masserini | Sindaco | ||
1893 | 1894 | Luigi Mazzoni | Assessore anziano | ||
1894 | 1894 | Gaetano Cozzi | Assessore anziano | ||
1895 | 1898 | Battista Bardelli | Sindaco | ||
1899 | 1902 | Ausano Labadini | Sindaco | ||
1902 | 1905 | Carlo Ceruti | Sindaco | ||
1905 | 1913 | Marino Vaghi | Sindaco | ||
1913 | 1913 | Francesco Vaghi | Assessore anziano | ||
1913 | 1914 | Arturo Rognoni | Sindaco | ||
1914 | 1916 | Clemente Bonfanti | Sindaco | ||
1916 | 1917 | Angelo Guzzetti | Assessore anziano | ||
1917 | 1919 | Angelo Guzzetti | Sindaco | ||
1920 | 1923 | Santino Uboldi | Sindaco | ||
1923 | 1923 | Alberto Robbiati | Commissario prefettizio | ||
1924 | 1926 | Alfredo Pigorini | Sindaco | ||
1926 | 1930 | Alfredo Pigorini | Podestà | ||
1930 | 1930 | Cesare Maltini | Podestà | ||
1930 | 1932 | Virgilio Cogliati | Podestà | ||
1932 | 1936 | Giovanni Bracaglia | Podestà | ||
1937 | 1937 | Giacomo Testori | Reggente temporaneo | ||
1937 | 1941 | Filippo Criscuolo Doria | Podestà | ||
1941 | 1943 | Pietro Paracchi | Podestà | ||
1943 | 1945 | Virginio Scotti | Commissario prefettizio | ||
1946 | 1951 | Carlo Ghezzi | Sindaco | ||
1951 | 1956 | Carlo Ghezzi | Sindaco | ||
1956 | 1957 | Angelo Comodo | Sindaco | ||
1957 | 1960 | Carlo Ghezzi | Sindaco | ||
1960 | 1964 | Carlo Ghezzi | Sindaco | ||
1964 | 1968 | Anselmo Pulga | Sindaco | ||
1968 | 1970 | Ercole Gorla | Sindaco | ||
1970 | 1975 | Ercole Gorla | Sindaco | ||
1975 | 1980 | Luigi Perego | Sindaco | ||
1980 | 1985 | Luigi Perego | Sindaco | ||
1985 | 1990 | Luigi Perego | Sindaco | ||
1990 | 1992 | Mauro De Rosa | Sindaco | ||
1992 | 1995 | Maurizio Lozza | Sindaco | ||
1995 | 1999 | Amalia Fumagalli | Centrosinistra | Sindaco | |
1999 | 2004 | Luigi Riccardo Silva | Centrodestra | Sindaco | |
2004 | 2009 | Luigi Riccardo Silva | Centrodestra | Sindaco | |
2009 | 2014 | Lorenzo Guzzeloni | Centrosinistra | Sindaco | |
2014 | 2019 | Lorenzo Guzzeloni | Centrosinistra | Sindaco | |
2019 | 2024 | Daniela Maldini | Centrosinistra | Sindaco | |
2024 | Gian Maria Palladino | Centrodestra | Sindaco | [1] |
Sport
Sono presenti numerosi impianti sportivi sul territorio comunale, tra i quali vale la pena di segnalare il centro sportivo dedicato ai caduti novatesi all'interno del parco Carlo Ghezzi (non abilitato per eventi agonistici con pubblico) e il centro polifunzionale Polì, con piscine e palestra. In seguito alla temporanea chiusura della piscina, ormai non funzionante dal 2019, la squadra di Pallanuoto è spostata nella Piscina di Cormano. Contribuiscono al patrimonio di attrezzature sportive della città il campo da calcio dell'Oratorio Maschile S. Luigi ed il centro sportivo comunale di recente costruzione. Sono presenti differenti società sportive, tra le quali la Polisportiva Novate e la squadra di basket Osal Novate. L'unica palestra abilitata ad accogliere eventi sportivi con pubblico è quella di via Cornicione, rinnovata nel 2012 in seguito a lavori di ristrutturazione a lungo rimandati.
Da Novate Milanese, in onore di Vincenzo Torriani, prendeva il via la classica ciclistica Milano-Torino.
Note
Esplicative
- ^ a b A Novate Milanese il nome dei santi patroni è predominante nella variante storica Gervaso e Protaso.[5][6][7][8][9] Minoritariamente, è impiegata la denominazione più recente Gervasio e Protasio,[10][11] nella quale l'aggiunta della "i" rappresenta una conseguenza del passaggio dalla lingua latina alla lingua italiana.[12]
- ^ Tra il 1933 e il 1944, allo stemma era aggiunto il capo del Littorio, per imposizione del regime
- ^ A livello tecnico, si nota la sostituzione dell'attributo "passante" con l'attributo "leopardito". Nella tradizione araldica italiana, specie in seguito alla regolamentazione attuata sotto il Regno d'Italia, i due termini si ritengono equivalenti[4], sicché il leone leopardito viene rappresentato con la testa di profilo, a differenza del leopardo che presenta la testa in maestà. Dunque, lo stemma viene rappresentato identicamente a quello storico.[80][81][82][83]
- ^ Quest'ultima limitatamente ai giorni lavorativi e alla fascia oraria 7:30-19:30[138]
- ^ Nella fotografia, sulla facciata campeggia ancora lo stemma precedente al 1984
Bibliografiche e sitografiche
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