Giotto Dainelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giotto Dainelli (Firenze, 1878Firenze, 1968) è stato un geografo italiano.

Figlio di un generale, si abituò sin da giovanissimo a viaggiare. Laureatosi in Scienze naturali nel 1900 all'Istituto di Studi Superiori di Firenze, si perfezionò in seguito all'Università di Vienna. Nel 1903 dovenne libero docente in geologia e geografia fisica a Firenze, e dal 1914 al 1921 tenne la cattedra di geografia a Pisa. Dopo una breve parentesi a Napoli, fece ritorno a Firenze, dove nel 1924 assunse la cattedra di Geologia e paleontologia.

Compì numerose spedizioni esplorative in Africa Orientale e in Asia: nel 1905-1906 in Eritrea; nel 1913-1914 nel Karakorum, in quella che fu la più importante spedizione esplorativa italiana in Asia del ventesimo secolo; nel 1936-1937 sul lago Tana, in Etiopia, su incarico dell'Accademia d'Italia. Portano il nome di Dainelli una trentina di specie fossili e quattro viventi. Egli inoltre scoprì la sorgente del fiume Yarcand in Tibet.

Fu socio dell'Accademia dei Lincei e della Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 1944 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e all'Uccisione di Giovanni Gentile divenne presidente dell'Accademia d'Italia (1944-1945).

Dal 1953 si ritirò dall'insegnamento, stabilendosi a Roma. Nel 1954 ricevette la medaglia d'oro della Società Geografica Italiana. Morì novantenne a Firenze.

Fu autore di oltre 600 pubblicazioni scientifiche.

Bibliografia

  • Giuseppe Vedovato, Giotto Dainelli tra scienza e politica, in "Rivista di studi di politica Internazionale", a. LXXVI, 2009, n. 3, pp. 381-421.