Paracadutismo

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Una formazione di paracadutisti

Con il termine paracadutismo si intende l'attività, sportiva o militare, di saltare nel vuoto da quote ragguardevoli, solitamente da un aereo o un elicottero, utilizzando poi un paracadute come strumento per rallentare la caduta e consentire un atterraggio sicuro. Impiegato inizialmente in ambiti esclusivamente militari per il lancio delle truppe in zone non adatte all'atterraggio di velivoli, il paracadutismo si è poi diffuso ampiamente come pratica sportiva in seguito all'introduzione del paracadute a profilo alare che, oltre a migliorare drasticamente le garanzie di sicurezza, ne ha esaltato le doti di manovrabilità.

Storia del Paracadutismo

Dall'idea di Leonardo da Vinci, che per primo pensò ad un cono rovesciato in grado di rallentare la caduta di un corpo immerso in un fluido, sul finire della Prima guerra mondiale compaiono i primi pionieri del paracadutismo.

La prima scuola di paracadutismo militare nasce a Castel Benito (Libia), a metà degli anni '30 del XX secolo.

Da allora le tecniche di volo umano abbinate al paracadute, e le relative tecnologie dei materiali impiegati, insieme allo sviluppo del paracadutismo sportivo, hanno subito un'evoluzione molto significativa.

Paracadutismo sportivo

Nella pratica sportiva del paracadutismo (in inglese skydiving) si è soliti saltare da una quota di 4300 metri circa per poi aprire il paracadute normalmente ad una quota consigliata di 900-800 metri, o 1500 metri per i lanci di addestramento ed i lanci in tandem, dopo una caduta libera di circa un minuto. La quota minima di apertura del paracadute è fissata in 750 metri. In ambito agonistico si distinguono diverse specialità:

1. Stile (in inglese "Style", in francese "Voltige"). È la prima vera disciplina sportiva del paracadutismo moderno, ed è prettamente individuale. Consiste in un lancio da una quota di 2200 metri (approssimativamente 7000 piedi), con a disposizione circa una trentina di secondi di caduta libera. In questo frangente si deve eseguire una concatenazione di 6 evoluzioni, volteggi, nel minor tempo possibile che consistono in: un giro sull’orizzonte di 360 gradi, l’inversione di esso, una giravolta (looping) all’indietro e la ripetizione di questi. Per ogni lancio ci sono 4 combinazioni d’esecuzione che vengono sorteggiate in precedenza. Simultaneamente ogni concorrente viene ripreso da terra da una postazione video, e successivamente giudicato da una giuria. Detta giuria deve aggiungere delle frazioni di secondo di penalità al tempo effettivo di esecuzione, se ogni singola figura non viene effettuata correttamente nel beccheggio (pitch), rollio (roll) e giro di 360 gradi. Vince chi a fine gara, dopo più lanci, ha totalizzato un tempo totale inferiore.

2. Precisione in atterraggio, disciplina nata in concomitanza allo “Stile” ed anch'essa consiste in una prestazione individuale. I lanci avvengono da circa 1000 metri. L'obiettivo è centrare in atterraggio con il tallone un bersaglio che, agli albori era un disco rosso di 10 cm di diametro, mutato poi in 5 cm e attualmente in 2 cm[1] situato all’interno di un apparato elettronico che misura fino a 15 cm di errore dal centro. Vince la squadra o l’atleta che facendo la sommatoria dei lanci, totalizza un minor numero di centimetri di errore dal centro. In alcune gare la misura più alta di un round viene annullata. Le squadre sono composte da cinque persone e le categorie sono: femminile, master (oltre i 50 anni in Italia e i 45 nelle gare straniere), senior (dai 25 ai 45 o 50 anni) e junior (dai 18 ai 25 anni).

3. Combinata, ovvero la combinata delle due precedenti discipline. Vince l’atleta o la squadra che facendo la somma numerica della classifica di ogni singola disciplina totalizza un numero inferiore; ad es., chi è arrivato terzo in Stile e quarto in Precisione, vince su chi è arrivato primo in Stile e settimo in Precisione.

4. Paraski, nata dalla necessità di sviluppare il soccorso alpino. Consiste nella combinata di una gara di sci di slalom gigante, ed una gara di precisione in atterraggio in montagna, su piano e su pendio. Essendo una gara che combina due differenti discipline, la classifica viene stilata con metodi analoghi alla competizione citata precedentemente.

5. Formazioni in Caduta Libera (FCL), o Relative Work (RW). Nel lavoro relativo, squadre composte da due o più paracadutisti compongono durante la caduta libera più figure prefissate, seguendo dei criteri di velocità, precisione o stile a seconda delle categorie di gara. Solitamente vengono effettuate figure a quattro ed otto elementi.

6. Canopy Relative Work. Squadre di due o più paracadutisti s'impegnano dopo brevissima caduta (1 secondo o poco più) nel costituire formazioni a paracadute aperto, con prese di mani e piedi sulla velatura e sulle bretelle. Costituita una formazione a quattro il primo in alto molla le prese, e con varie metodiche ruota verso il basso e riaggancia la formazione (rotazione), oppure vengono costruite formazioni predeterminate (sequential); od ancora otto paracadutisti chiudono una formazione verticale nel più breve tempo possibile. Altamente spettacolare per la visibilità da terra, è tuttavia pericolosa per la possibilità di collisioni con avviluppo.

7. Free Style. In questa disciplina i paracadutisti, durante la caduta libera, si esibiscono in figure a corpo libero che ricordano esercizi di danza o ginnastica artistica.

8. Skysurf. Disciplina resa celebre da Patrick de Gayardon, lo skysurf consiste nell'affrontare la caduta libera con una versione ridotta della tavola da snowboard agganciata stabilmente ai piedi. La tavola consente di 'scivolare' sull'aria traslando e girando su se stessi a grande velocità. La tavola viene poi sganciata immediatamente prima di atterrare.

9. Speed skydiving. È la pratica estrema del paracadutismo di velocità, dove l'atleta, con un lancio da quota ordinaria (4500 metri) o superiore, si pone in posizione verticale a testa in giù per raggiungere la massima velocità possibile (superiore ai 350 km/h) entro i 1700 metri di quota, dopo i quali si pone di nuovo in posizione orizzontale al fine di rallentare, per poi procedere all'apertura del paracadute.

10. Freefly. Nasce nel 1996, e diventa l'evoluzione del volo tridimensionale. le squadre sono composte da due elementi più il tecnico video, e volano insieme creando coreografie. Esistono anche squadre a quattro elementi più il tecnico video, che lavorano come una squadra di RW4 con figure obbligatorie.

11. Vertical Relative Work (VRW) o Vertical Formation Skydiving (VFS). è una disciplina piuttosto giovane che consiste nel costruire formazioni in caduta libera, durante le quali i performers mantengono posizioni verticali tipiche del freefly. Le squadre sono composte da 4 (VRW-4way) o 8 (VRW-8way) elementi, oltre ad un operatore video.

12. Canopy Piloting detto anche Swoop consiste nell'utilizzo di paracadute a profilo alare ad alte prestazioni per compiere atterraggi ad alta velocità e con lunghe flere. Esistono competizioni di Canopy Piloting suddivise in tre categorie: Speed, Accurancy e Free-Style. Nello speed si gareggia impiegando il minor tempo possibile a attravrsare due gate, nell'Accurancy si valuta la precisione in atterraggio dopo essere passati in un percorso prestabilito, nel Free-Style si viene valutati per le acrobazie effettuate durante l'atterraggio. [2]

Corsi di Paracadutismo AFF

Il corso di tipo A.F.F. (Accelerated Free Fall) nasce negli Stati Uniti agli inizi degli anni '80 e si basa su una moderna metodologia d'insegnamento. Dura circa due weekend ed è composto da approfondite lezioni teoriche con supporti multimediali e sette salti in caduta libera da circa 4.300 metri. Ogni livello porta alla fase successiva e l'obiettivo è quello di rendere il paracadutista autonomo nel lancio. L'ultimo salto l'allievo lo effettuerà infatti da solo, uscendo dall'aereo in autonomia, trovando la posizione corretta, aprendo il paracadute alla quota giusta ed atterrando comodamente in zona libera da ostacoli. Nella caduta libera ci saranno due istruttori nei primi tre livelli che voleranno accanto all'allievo e lo sosterranno fino a che non troverà l'equilibrio necessario, superati i quali si ridurranno a solo uno per i successivi. Verranno utilizzati paracadute appositamente costruiti per allievi, con facilità d'apertura e morbidi atterraggi

Il paracadute Tandem è costruito per sostenere due persone imbracate insieme. Dà la possibilità di uscire fuori dall’aereo - con volo stabilizzato da un piccolo paracadute (il drogue) che servirà poi all'apertura di quello principale - a 4.500 metri d’altezza imbracati ad un istruttore. Utilizzato per provare un lancio anche per chi non ha una preparazione specifica, permette di volare per circa sessanta secondi a 50 m/s (ovvero a circa 180 km/h), finché l’istruttore non aprirà il paracadute a circa 1500 metri. Il paracadute tandem è molto più grande di uno normale, sorregge tranquillamente due persone e consente un morbido atterraggio.

Caduta libera

La tecnica base e fondamentale nella caduta libera è la posizione orizzontale (Belly Position): in questa posizione braccia e sono leggermente divaricate ed il bacino é proteso in basso, in modo che il corpo assuma un profilo arcuato che consente di "stabilizzare la caduta", sia nel senso di seguire un asse verticale di discesa, sia nel senso di evitare rotazioni sull'asse di caduta stesso. In queste condizioni, la velocità limite equivale grossomodo a 180 km/h, e corrisponde alla velocità minima che può essere mantenuta in caduta libera, e la più adatta quindi all'apertura del paracadute. Durante caduta libera la velocità del paracadutista non aumenta in modo esponenziale con la distanza da egli percorsa ma si stabilizza ad una velocità limite: sul corpo del paracadutista agisce una forza detta ritardatrice che è proporzionale alla velocità e che quando diventa uguale al peso dello sky diver, comporta una situazione di equilibrio, ovvero una velocità di caduta libera costante. Tutto ciò è dimostrabile attraverso lo studio del moto di un corpo su cui agisce una forza ritardatrice: su un corpo (sky diver) in moto immerso in un fluido (aria) agisce sia la spinta di Archimede sia la forza ritardatrice, che è diretta con verso opposto alla velocità, cioè verso lo zenit. Considerando un paracadutista che salta da un oggetto non in movimento nell' istante iniziale del moto, ovvero appena il paracadutista salta, la sua velocità è nulla così come la forza ritardatrice, mentre la sua accelerazione è pari all' accelerazione di gravità. A mano a mano che lo sky diver scende, la velocità aumenta e l'accelerazione diminuisce fino a diventare nulla quando la velocità è massima (velocità limite) e quindi la forza ritardatrice diventa uguale alla forza peso; si ha così la situazione di equilibrio, la quale comporta una velocità costante. La velocità limite raggiungibile da uno sky diver dipende dalla tecnica di caduta che usa, dal suo abbigliamento e della costituzione fisica.[3]

Paracadutismo militare

Il paracadutismo militare è utilizzato per impieghi strategici e tattici dalle forze armate di numerosi stati. I parcadutisi militari possono far parte dell'esercito o dell'aeronautica (come "fanteria dell'aria"). Ad esempio in Italia, Gran Bretagna e USA i reparti di paracadutisti militari fanno parte dell'esercito, in Germania e Francia dell'aeronautica.

In Italia la relativa scuola militare nazionale è istituita presso la caserma "Gamerra" di Pisa, dove è operativo il Centro Addestramento di Paracadutismo, ex SMIPAR. Presso il centro vengono svolti tutti i corsi di base per lancio vincolato, prevalentemente per gli allievi della Brigata paracadutisti "Folgore", ma anche per tutte le Forze armate e dell'Ordine dello Stato: Alpini, Carabinieri, Polizia, piloti dell'Aeronautica e della Marina, Incursori e corpi speciali, e talvolta per corpi di forze armate straniere. Per i lanci vengono utilizzati i velivoli della 46ª Brigata Aerea di stanza nel vicino aeroporto di Pisa San Giusto, con gli aerei Lockheed C-130J. In seguito, una volta "brevettati", si utilizzano gli elicotteri dell'esercito AB 205 e CH-47 Chinook per l'addestramento in missioni e operazioni militari. Solitamente si salta da una altezza di circa 450 m, presso il campo di volo di Tassignano vicino a Lucca.

Lanci da palloni aerostatici

Tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta, aviatori di USA e URSS effettuarono lanci da palloni aerostatici posti ad alta quota per mettere a punto i sistemi di salvataggio delle capsule destinate ai futuri voli spaziali con uomini a bordo. In uno di questi lanci, nell'ambito del progetto Excelsior, l'americano Joseph Kittinger conquistò il record del mondo per il lancio da maggiore altezza (31.300 metri). Durante questo tipo di lanci vi furono anche degli incidenti e in uno di questi perse la vita il colonnello sovietico Piotr Dolgov.

Incidenti nel paracadutismo

21 maggio 1956: muore in un lancio a Liverpool il francese Leo Valentin, uno dei pionieri del paracadutismo moderno, soprannominato "uomo uccello" [4]

1976: perde la vita a causa di un malfunzionamento in apertura del suo "Papillon" Pina Madinelli, campionessa europea nel 1975 nella specialità di precisione individuale; [5]

13 aprile 1998: alle isole Hawaii perde la vita in un lancio Patrick de Gayardon, considerato il pioniere della specialità skysurf;

10 aprile 1999: muore sulla pista dell'aeroporto di Casale Monferrato Roberto Mirzan, colpito da ictus cerebrale nella fase di discesa; [6]

4 febbraio 2001 all'aeroporto di Cremona si schianta al suolo e muore dopo una manovra errata col paracadute Alberto Bargazzi (33 anni)[7]

15 dicembre 2002: a Serdiana in provincia di Cagliari la trentunenne Letizia Spada finisce col paracadute sui fili dell'alta tensione, riportando ustioni e una lussazione[8];

17 giugno 2007: a Cremona Daniela Alberti, 24 anni, sbaglia direzione nell'atterraggio e finisce sulla strada statale Bergamo - Cremona dove viene travolta da un veicolo di passaggio e muore pochi istanti dopo.[9]

15 luglio 2007: a Latina precipita un paracadutista di 45 anni, gravissime le sue condizioni;[10]

25 agosto 2007: muore a Bono in provincia di Sassari Massimiliano Pisano, 36 anni, che si era lanciato col paracadute, trafitto da un palo di sostegno di un albero dopo aver mancato il punto di atterraggio;[11]

2 ottobre 2008: nel corso di una manifestazione precedente un'amichevole di calcio a Orleans in Francia muore il paracadutista Sylvain Chabrol di 42 anni. Muore anche un tifoso travolto da Chabrol e rimane ferito un altro spettatore;[12]

2 gennaio 2009: muore in Florida Daniel Kulpa (22 anni) a causa dell'allentarsi dell'imbragatura del paracadute, [13]

10 gennaio 2009: a Bangkok in Thailandia paracadutista atterra sulla folla uccidendo una bambina di 10 anni [14]

6 settembre 2009: a Rovigo muore il paracadutista Roberto Spoladori di 59 anni;[15]

13 agosto 2009: paracadutista di 34 anni precipita sulla spiaggia a Rimini travolgendo un bagnante. Gravi lesioni per il primo, più lievi per il bagnante[16];

25 febbraio 2010: muore col paracadute a Ravenna la ventiduenne caporale dell'Esercito Giovanna Melania La Mantia[17]

3 aprile 2010: scontro in volo tra due paracadutisti a Terni: muore il ventisettenne Flavio Pandimiglio, ferito l'altro parà Simone Cipriani di 25 anni;[18]

10 aprile 2010: incidente mortale ad Arezzo: si attorcigliano i fili del paracadute e perde la vita Emilio Arcangeli di 49 anni;[19]

25 maggio 2010: muoiono a Torino due turisti francesi, Catherine Groff (43 anni) e Cristoph Laurent Zagula (36 anni) dopo uno scontro in volo;[20]

28 giugno 2010: il noto attore Pietro Taricone, appassionato di paracadutismo, effettua un lancio a Terni ma a causa di una manovra sbagliata si schianta al suolo: morirà il giorno dopo. Sei mesi prima anche la sua compagna Kasia Smutniak aveva avuto un contrattempo col paracadute, fortunatamente senza conseguenze[21];

14 agosto 2010: incidente mortale col paracadute per il caporalmaggiore dell'esercito Alessio Rais a Muravera in provincia di Cagliari[22]

15 agosto 2010: sempre a Muravera (provincia di Cagliari) a poche ore di distanza da Rais muore il giovane ingegnere Ambrogio Baseggio in seguito alla caduta col paracadute: il paracadute di emergenza, avvoltosi con quello del compagno di caduta, si sgonfia facendo così precipitare al suolo il paracadutista [23];

4 settembre 2010: a Salerno scontro in volo tra due paracadutisti. Muore Piergiorgio Avagliano (17 anni), ferito l'altro paracadutista;[24]

3 aprile 2011: muore ad Aquino in provincia di Frosinone il ventottenne Claudio Colombo ;[25]

30 maggio 2011: il 70enne Enzo Leoni cade col paracadute sulla spiaggia di Gaeta e morirà alcuni giorni dopo;[26]

11 luglio 2011: alle Hawaii scontro in volo tra due paracadutisti: muore Ash White, americano di origine australiana, leggermente ferito il compagno di volo;[27]

11 agosto 2011: sulla spiaggia di Rimini un paracadutista atterra rovinosamente in mezzo ai bagnanti colpendo in pieno un uomo di 72 anni e cagionandogli lievi contusioni[28];

Voci correlate

Note

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