Utente:Tytire/Atlas Network

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Atlas Network, precedentemente nota come Atlas Economic Research Foundation, è un'organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti che fornisce formazione, networking e sovvenzioni a think tank di orientamento per l'economia di mercato e a gruppi libertari e conservatori in tutto il mondo. [1] [2] [3] Atlas Network è stata fondata nel 1981 e vanta circa 600 organizzazioni partner in oltre 100 paesi. [4] [5] [6]

Tra i membri più influenti della rete dell'Atlas Network figurano think tank come il Cato Institute, l'Heartland Institute, l'American Legislative Exchange Council, il Manhattan Institute, il Pacific Research Institute e l'Acton Institute negli Stati Uniti; l' Institute of Economic Affairs nel Regno Unito; il Fraser Institute e il MacDonald-Laurier Institute in Canada; il Centre for Independent Studies in Australia; e la New Zealand Taxpayers' Union.

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Storia

Atlas Network fu fondato nel 1981 a San Francisco come Atlas Economic Research Foundation da Antony Fisher, un imprenditore britannico che fece la propria fortuna durante gli anni '50-'60 introducendo la produzione industriale di pollame in Gran Bretagna. Fisher osteggiava il ruolo dominante dei governi nell'economia affermatosi durante gli anni '30 -'40 (ovvero le politiche economiche keynesiane). Fisher fu ispirato dall'economista FA Hayek, autore di un libro molto noto negli anni '40, The Road to Serfdom e uno dei maggiori economisti liberisti. Hayek consigliò Fisher che il mezzo più efficace per sostenere la diffusione di politiche a favore dell'economia di libero mercato non fosse l'impegno diretto in politica, ma il cercare di cambiare le opinioni prevalenti tra le classi istruite: la diffusione di idee liberiste avrebbe influenzato il clima intellettuale e quindi le scelte politiche. La strategia scelta da Fisher fu dunque di influenzare il clima politico rivolgendosi (con studi, pubblicazioni ed eventi) agli opinionisti, come professori universitari, giornalisti e professionisti dei media, definiti da Hayes “commercianti di idee di seconda mano”.[10]

Fisher fondò dapprima l'Institute of Economic Affairs (IAE) nel 1955 a Londra. L'IAE ebbe tra i suoi collaboratori fin dagli anni '60 anche Margaret Thatcher e Milton Friedman.[11] Successivamente, Fisher contribuì a fondare una serie di think tank di orientamento liberista in Nord America: il Fraser Institute in Canada (1975), il Manhattan Institute a New York (1977) e numerosi altri negli Stati Uniti, tra cui il Pacific Research Institute in San Francisco (1979)[10].[12][13]

Negli anni '80, stimolato dal successo del IEA e dei think tank fondati nel Stati Uniti, Fisher concepì un'organizzazione per promuovere la creazione di think tank a favore del libero mercato a livello globale. Nacque così l'Atlas Economic Research Foundation, in San Francisco. "La missione di Atlas era di incoraggiare imprenditori intellettuali a fondare istituti indipendenti di politica pubblica, fornendo consulenza su strutture legali, raccolta fondi, budget, personale, pubblicazioni, marketing e relazioni con i media."[10] Atlas Network intendeva collegare vari think tank attraverso una rete globale per far sì che le organizzazioni potessero apprendere le migliori pratiche le une dalle altre e "diffondere le migliori idee di ricerca e politiche dall'una all'altra".[12]Il sostegno consisteva in investimenti finanziari pilota e nel supporto manageriale e di orientamento.[14]

Inizialmente la rete comprendeva solo i think tank fondati da Fisher. Atlas si concentrò sull'espansione della rete di think tank neoliberali, principalmente in Nord America e America Latina. Fisher utilizzò i suoi contatti personali e il sostegno di figure influenti come Hayek, Thatcher e Friedman per raccogliere fondi e incoraggiare la creazione di istituti a favore del libero mercato. Dopo la morte di Fisher nel 1988, sotto la guida di John Blundell (che poi nel 1991 divenne presidente delle fondazioni degli imprenditori Charles G. Koch and Claude R. Lambe)[15]e poi di Alejandro Chafuen, Atlas ampliò la sua influenza globale, stabilendo una presenza in Asia, Europa e Africa. Nel 1988 la sede fu portata in Virginia. Entro il 1995, la rete includeva 122 think tank. L'organizzazione divenne sempre più importante per i think tank partner, favorendo la creazione di istituti in regioni dove le idee neoliberiste erano poco diffuse. Atlas divenne un punto di riferimento per il supporto finanziario e operativo delle nuove istituzioni.[16]

Nel 2011, l'organizzazione cambiò nome in "Atlas Network", sottolineando il suo ruolo come rete globale di think tank. Atlas ha sviluppato programmi di formazione e ha incentivato la cooperazione tra i partner attraverso grant competitivi e iniziative come l'Atlas Leadership Academy. [16]Il budget dell'organizzazione crebbe significativamente, e la rete col tempo è cresciuta nel mondo: da 15 think tank in nove paesi a metà degli anni '80, Atlas Network nel 2023 contava 589 organizzazioni in 105 paesi.[17]

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Idee e temi

La visione del Network Atlas è "di un mondo libero, prospero e pacifico, dove i principi di libertà individuale, dei diritti di proprietà privata, governo limitato e libero mercato sono garantiti dallo Stato di diritto".[17]

Organizzazione

Finanziamento

In quanto organizzazione non governativa, Atlas Network riceve donazioni da fondazioni, individui e aziende, ma non accetta finanziamenti governativi.[20]

Ha ricevuto importanti finanziamenti dalle fondazioni della famiglia Koch, tra cui la Charles Koch Foundation e il Charles Koch Institute, [1] insieme a fondi affiliati ai Koch come il Donors Trust.[21] Altri donatori includono la Lynde and Harry Bradley Foundation, la John Templeton Foundation e la Lilly Endowment. [22]

Una ricerca condotta dal sito web di attivisti DeSmog ha affermato che Atlas Network ha ricevuto milioni di dollari da gruppi affiliati a Koch, dalla ExxonMobil Foundation e dalla Sarah Scaife Foundation . Nel 2005, Atlas Network aveva ricevuto 440.000 dollari dalla stessa ExxonMobil . [12] Nel 2023, Atlas Network ha dichiarato di non aver ricevuto finanziamenti da compagnie petrolifere e del gas "per quasi 15 anni". [23]

Atlas Network ha affermato che i finanziamenti aziendali hanno rappresentato meno del 2% delle sue donazioni totali nel 2020. [4] Nel 2021, la National Review ha affermato che “gli interessi dei combustibili fossili e del tabacco” hanno fornito meno dell’1% dei finanziamenti di Atlas Network in due decenni, rispetto al 98% di individui e fondazioni. [22]

Atlas Network ha ricevuto finanziamenti da aziende e think tank americani ed europei per coordinare e organizzare organizzazioni libertarie nei paesi in via di sviluppo.[10] [24]

Think tank associati

Durante la sua storia, Atlas Network è stato associato ai principali think tank americani di orientamento conservatore, quali il Cato Institute, l' Heartland Institute, la Heritage Foundation e l' American Legislative Exchange Council.[25]

L'Atlas Network ha un esteso numero di think tank partners in tutto il mondo, e ha attivamente contribuito a fondare o ha ispirato think tank di orientamento neoliberista dove non ne esistessero. Tra di esse, aiutò l’economista Hernando de Soto a fondare l’Instituto Libertad y Democracia(ILD) in Perù e investì nell’Institut Economique de Paris (IEP) in Francia. Nel 1983, Fisher contribuì a lanciare il National Center for Policy Analysis (NCPA) a Dallas, Texas, e il Jon Thorlaksson Institute in Islanda (ora sostituito dall’Icelandic Research Centre for Innovation and Economic Growth). Atlas Network ha contribuito a fondare l'Hong Kong Centre for Economic Research nel 1987 e il Liberty Institute a Nuova Delhi nel 1996. In Africa, ha favorito la nascita dell'Institute of Economic Affairs Ghana (1989) e dell'Inter Regional Economic Network in Kenya (2001), oltre all'Institute for Public Policy Analysis in Nigeria (2001). In Asia, ha supportato il Liberty Institute in India (1996) e il Centre for Civil Society, sempre in India (1997).[14][16]Atlas Network è organizzata in centri regionali.[26]

In Italia ha contribuito a fondare nel 2003 e sostiene l'Istituto Bruno Leoni.[27][28]Sostenne anche la fondazione del Centro Studi Economia Applicata (CSEA) promosso da Antonio Martino.[14]

Attività

Formazione e networking

Atlas Network offre formazione, consulenza e certificazione professionale in materia di raccolta fondi, marketing, leadership organizzativa e gestione di think tank attraverso il suo programma Atlas Network Academy. [20] Nel 2020, Atlas Network ha formato circa 4.000 persone nella promozione di opinioni a favore del libero mercato, preparando circa 900 persone a lavorare nei think tank globali.[4][29]

Atlas Network organizza Forum della Libertà (Liberty Forum) regionali (in Asia, Africa, America Latina ed Europa) e una conferenza internazionale negli Stati Uniti.[30]

Sovvenzioni

Atlas Network fornisce un sostegno finanziario limitato ai nuovi think tank, per progetti specifici.[31]Nel 2020, Atlas Network ha fornito più di 5 milioni di dollari sotto forma di sovvenzioni per supportare la sua rete di oltre 500 partner in tutto il mondo.[32] [33]

Premi

Il Templeton Freedom Award di Atlas Network, sostenuto dal Templeton Religion Trust e intitolato a Sir John Templeton, è stato istituito nel 2004. [34] [35] Il concorso Think Tank Shark Tank dell'organizzazione consente ai professionisti di presentare i propri progetti ai giudici. [36]

Significato e rilevanza

Un survey mondiale di think tank del 2020 ha identificato Atlas Network tra i maggiori network internazionali di think tank.[37]

Atlas Network è riconosciuta da numerosi studi come l'organizzazione principale responsabile della diffusione globale del modello di think tank neoliberale. La rete, nonostante i cambiamenti politici, è nel tempo riuscita a radicare un'ideologia specifica in molti paesi, attraverso l'espansione geografica, il reclutamento, la diffusione delle idee e la stabilizzazione delle reti. Atlas ha acquisito sempre più importanza e riconoscimento nella comunità neoliberale globale, e i think tank della rete si sono radicati a livello locale. Atlas ha svolto un ruolo importante come connettore e mediatore. Ha facilitato l'integrazione di questi think tank in un "collettivo di pensiero" neoliberale comune, collegandoli al cuore intellettuale del movimento, la Mont Pélerin Society, fondata da Hayek nel 1947. Atlas non si limita a creare think tank, ma lavora per far sì che agiscano in modo coordinato, poiché, per influenzare l'opinione pubblica e le politiche, è necessario un approccio corale. [14][16]

L'approccio di Atlas Network si è evoluto nel tempo: inizialmente, ha coinvolto professori universitari favorevoli alle loro idee e promosso il conseguimento di titoli accademici da parte dei leader dei think tank. Con la crescita e legittimazione della rete e dei think tank associati, essi sono divenuti in grado di rivolgersi direttamente a studenti, fornendo sostegno alla ricerca e persino l'erogazione di "diplomi" attraverso la loro Academy.[16]

Collegamenti esterni

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Note

  1. ^ a b https://theintercept.com/2017/08/09/atlas-network-alejandro-chafuen-libertarian-think-tank-latin-america-brazil/.
  2. ^ (EN) Quartz, https://qz.com/1987280/the-austrians-behind-brazils-love-for-free-market-economics/. URL consultato il 27 settembre 2021.
  3. ^ vol. 46, DOI:10.1017/S000397560500010X, https://oadoi.org/10.1017/S000397560500010X.
  4. ^ a b c (FR) https://www.lemonde.fr/societe/article/2021/11/03/vaping-the-real-dollars-behind-fake-consumer-organisations_6100848_3224.html.
  5. ^ Dieter Plehwe, Nine Lives of Neoliberalism (PDF), Verso, 2020, pp. 16, 259–261, ISBN 978-1-78873-253-6.
  6. ^ (EN) New York Post, https://nypost.com/2024/02/07/opinion/how-i-became-part-of-a-global-conspiracy-for-advancing-freedom/. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  7. ^ https://newsroom.co.nz/2023/10/31/chiding-in-plain-sight/.
  8. ^ (DE) ISSN 2195-1349 (WC · ACNP), https://www.spiegel.de/wissenschaft/mensch/project-2025-der-masterplan-fuer-den-fossilen-gottesstaat-der-rationalist-kolumne-a-0ea020d7-082f-4398-ac84-59a1db6c3932.
  9. ^ Richard Meagher, Right Ideas: Discourse, Framing, and the Conservative Coalition, City University of New York, 2008, p. 94, ISBN 978-0549807100.
  10. ^ a b c d Gerald Frost, Anthony Fisher. Champion of Liberty (PDF), Institute of Economic Affairs, 2002.
  11. ^ Merril, J.P., Margaret Thatcher and Antony Fisher: Free markets and philanthropy, in Philanthropy Daily, 10 aprile 2013. URL consultato il 14 settembre 2024.
  12. ^ a b c Teles D, e Kenney, D. A., "Spreading the word: the diffusion of American conservatism in Europe and beyond." in Sven Steinmo, Growing Apart?: America and Europe in the 21st Century, Cambridge University Press, 2007, pp. 136–169, ISBN 978-1139468619.
  13. ^ John Allan May, A quiet Briton whose think tanks back a free market, in The Christian Science Monitor, 19 gennaio 1984, ISSN 0882-7729 (WC · ACNP). URL consultato il 14 settembre 2024.
  14. ^ a b c d Marie-Laure Salles-Djelic, Building an architecture for political influence: Atlas and the transnational institutionalization of the neoliberal think tank, in Christina Garsten e Adrienne Sörbom (a cura di), Power, Policy and Profit, Edward Elgar Publishing, 27 ottobre 2017, ISBN 978-1-78471-121-4. URL consultato il 15 settembre 2024.
  15. ^ The Atlas Economic Research Foundation. By John Blundell, Director General & Ralph Harris Fellow of the Institute of Economic Affairs (United Kingdom), and Atlas Board Member – and Colleen Dyble – Atlas Director of Coalition Relations. 2008.
  16. ^ a b c d e Djelic, Marie-Laure e Mousavi, Reza, How the neoliberal think tank went global: The atlas network, 1981 to the present. (PDF), in Plehwe, Dieter, Slobodian, Quinn, Mirowski, Philip (a cura di), Nine lives of neoliberalism, Verso, 2020.
  17. ^ a b Atlas Network, 2023 Impact Report (PDF), 2024.
  18. ^ Julián Castro Rea, Right-Wing Think Tank Networks in Latin America: The Mexican Connection, in Perspectives on Global Development and Technology, vol. 17, n. 1-2, 13 febbraio 2018, pp. 89–102, DOI:10.1163/15691497-12341468. URL consultato il 14 settembre 2024.
  19. ^ Global Dialogue, magazine of the International Sociological Association, https://globaldialogue.isa-sociology.org//articles/the-atlas-network-littering-the-world-with-free-market-think-tanks. URL consultato il 14 marzo 2024.
  20. ^ a b James McGann e Laura Whelan, Global Think Tanks: Policy Networks and Governance, Routledge, 2020, ISBN 978-0-367-27854-0.
  21. ^ (EN) https://www.lemonde.fr/en/archives/article/2022/03/15/vaping-the-real-dollars-behind-fake-consumer-organisations_5978674_113.html.
  22. ^ a b (EN) National Review, https://www.nationalreview.com/2021/12/think-tanks-can-be-a-frontline-defense-against-pandemic-setbacks/. URL consultato il 7 gennaio 2022.
  23. ^ ISSN 0028-6583 (WC · ACNP), https://newrepublic.com/article/175488/atlas-shadowy-global-network-right-wing-think-tanks.
  24. ^ (EN) The Intercept, https://theintercept.com/2017/08/09/atlas-network-alejandro-chafuen-libertarian-think-tank-latin-america-brazil/. URL consultato il 26 marzo 2024.
  25. ^ Amy Westervelt, Geoff Dembick, Meet the Shadowy Global Network of Right-Wing Think Tanks, in The New Republic, 12 settembre 2023. URL consultato il 15 settembre 2024.
  26. ^ CNN, https://www.cnn.com/2021/04/13/americas/ecuador-peru-election-early-results-analysis-intl-latam/index.html. URL consultato il 25 marzo 2022.
  27. ^ interrogazione a risposta scritta S. 4/06489 / Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA - OpenParlamento, su parlamento18.openpolis.it, 24 gennaio 2022. URL consultato il 15 settembre 2024.
  28. ^ Istituto Bruno Leoni, Chi Siamo, su brunoleoni.it. URL consultato il 15 settembre 2024.
  29. ^ (EN) Truthout, https://truthout.org/articles/koch-backed-donor-network-wants-to-blame-covid-deaths-on-public-health-measures/. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  30. ^ Stephen Ball, Global Education Inc: New Policy Networks and the Neo-liberal Imaginary, Routledge, 2012, pp. 19–40, ISBN 978-0415684095.
  31. ^ Sara Wyszomierski, Guide to Funding for International & Foreign Programs, University of Michigan, 2010, p. 409.
  32. ^ (EN) ProPublica, https://projects.propublica.org/nonprofits/display_990/942763845/05_2021_prefixes_92-94/942763845_202012_990_2021052118161289. URL consultato il 22 agosto 2021.
  33. ^ Voz Media, https://voz.us/in-a-country-where-doing-business-is-almost-impossible-papa-coriandre-proved-to-be-the-exception-to-the-rule/?lang=en.
  34. ^ 2014, DOI:10.3726/978-3-653-04874-2/12, ISBN 9783631651858, http://dx.doi.org/10.3726/978-3-653-04874-2/12.
  35. ^ (EN) mlive, https://www.mlive.com/business/west-michigan/2015/11/acton_institute_film_about_pov.html. URL consultato il 31 agosto 2021.
  36. ^ (EN) Rainbow Radio International, https://www.rainbowradioonline.com/ilapi-to-compete-in-2019-think-tank-shark-tank-award-in-kenya/. URL consultato il 10 settembre 2021.
  37. ^ 2020 Global Go To Think Tank Index Report, The Lauder Institute. University of Pennsylvania., 2021.

Bibliografia

  • Marie Laure Djelic: Costruire un'architettura per l'influenza politica: Atlas e l'istituzionalizzazione transnazionale del think tank neoliberista . In: Christina Garsten, Adrienne Sörbom (a cura di), Potere, politica e profitto. Impegno aziendale nella politica e nella governance . Elgar, Cheltenham 2017,ISBN 978 1 78471 120 7

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