Subito dopo la partenza da Anversa, si formò una fuga di 6 uomini, composta da Oliviero Troia, Mark McNally, Julien Morice, Stef Van Zummeren, Michael Goolaerts e Julien Duval, che toccò il massimo vantaggio a 215 chilometri dall'arrivo (11'15"), prima che le squadre dei favoriti si mettessero a tirare per riprenderli. La svolta della corsa si ebbe al passaggio sul Kapelmuur, simbolo della corsa e spesso penultima difficoltà, ma che in questa edizione fu posto a circa 95 chilometri dal traguardo di Oudenaarde; alla vigilia veniva considerato come un passaggio più simbolico che realmente decisivo da molti corridori. Prima dell'imbocco del muro però, la Quick-Step alzò l'andatura del gruppo vertiginosamente, con Philippe Gilbert, Matteo Trentin e Tom Boonen che presero nelle prime posizioni l'ascesa, mentre gli altri due principali favoriti Peter Sagan e Greg Van Avermaet imboccarono il Muur nelle retrovie. Boonen si portò in prima persona a fare il forcing sul muro, per mettere in difficoltà tutti gli altri; quest'azione provocò lo spezzarsi del gruppo, fino a quel momento compatto, in vari tronconi; Sagan e Van Avermaet rimasero tagliati fuori e furono costretti ad inseguire il gruppetto di 12 uomini comprendente, oltre ai tre uomini Quick-Step, anche altri favoriti come Alexander Kristoff e Sep Vanmarcke. Il gruppetto dei contrattaccanti guadagnò progressivamente sugli inseguitori, con un vantaggio che si stabilizzò intorno ai 35-40", e andò a riprendere i fuggitivi quando mancavano 67 chilometri all'arrivo. Prima dell'imbocco al penultimo passaggio sull'Oude Kwaremont, il gruppo inseguitore ridusse lo svantaggio a circa 30", creando la possibilità di rientro a chi fosse riuscito ad attaccare su quel muro. Nel gruppo davanti però, quando mancavano ancora 55 chilometri alla linea del traguardo, Gilbert si mise in testa a fare il ritmo, che si rivelò essere troppo alto per tutti i componenti del gruppetto; se ne andò quindi da solo, uscendo dal Kwaremont con 25" di vantaggio sul gruppo di cui faceva parte, e sempre 30-35" sul gruppo principale, da cui non era fuoriuscito nessun corridore. Il campione del Belgio proseguì nella sua azione, mentre dietro i 2 gruppi arrivarono al ricongiungimento; questo, paradossalmente, favorì Gilbert, che riuscì ad arrivare ad 1'25" di vantaggio sul gruppo in cui vi era scarsa collaborazione (ad 1' era presente la coppia formata da Fabio Felline e Dylan van Baarle, fuoriusciti dopo il passaggio sul Koppenberg). Sul Taaienberg, a 37 chilometri dalla conclusione, ci fu l'attacco di Sagan che ruppe gli indugi portandosi con sé Van Avermaet e Oliver Naesen; nello stesso frangente, un problema meccanico tagliò fuori dai giochi Boonen. Sui tre, finito il muro, rientrarono Trentin e Yoann Offredo, e di lì a poco vennero riassorbiti anche Felline e van Baarle. Il vantaggio di Gilbert calò, ma si stabilizzò intorno ai 50" sui 7 uomini all'inseguimento, e 1'25" sul gruppo. Si arrivò quindi all'ultimo passaggio sul Kwaremont, a 18 chilometri dal traguardo. Gilbert non diede segni di cedimento, mentre dietro Sagan accelerò ancora, nel tentativo di provare a riprendere il vallone; con lui rimasero solo Van Avermaet e Naesen, ma la loro azione durò pochi centinaia di metri; Sagan infatti, nel tentativo di percorrere la banchina laterale sulla sinistra, impattò con il manubrio contro il giubbotto di uno spettatore appoggiato sulle transenne, cadendo e trascinando con sé i suoi 2 compagni di avventura; Van Avermaet riuscì a ripartire subito, ma il campione del mondo e Naesen dovettero aspettare l'ammiraglia, venendo tagliati fuori dai giochi per la vittoria; van Baarle riuscì a passare indenne sulla destra e diventò il primo inseguitore di Gilbert. Il vallone, comunque, arrivò all'ultima ascesa di giornata, il Paterberg, con ancora 50" su van Baarle e 1' su un gruppetto formato da Van Avermaet, Felline, Offredo, Trentin ed un redivivo Niki Terpstra, rientrato proprio in prossimità dell'ultima asperità; sul breve ma durissimo muro, Gilbert per la prima volta in giornata fu in difficoltà, ma riuscì a scollinare mantenendo i 50" di vantaggio su van Baarle, Van Avermaet e Terpstra, rientrati sull'olandese. Gli ultimi 11 chilometri furono una sorta di passerella per Gilbert, che nonostante il vento contrario e gli oltre 50 chilometri di fuga solitaria nelle gambe, riuscì ad amministrare il vantaggio, andando a trionfare per la prima volta in carriera alla Ronde, al termine di un'impresa di altri tempi. Van Avermaet riuscì a cogliere il 2º posto davanti a Terpstra e Van Baarle a 29", con il gruppo regolato da Kristoff a quasi 1' di ritardo dal vincitore.