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Autore in evidenza
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Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 – Roma, 25 aprile 1595) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano.

Artista segnato da un lento e progressivo logorio delle facoltà della ragione, ha vissuto una vita travagliata, peregrinando tra le diverse corti dell'Italia del XVI secolo. I suoi testi teatrali hanno anticipato il periodo barocco, riproponendo temi cari a Seneca, drammaturgo romano del I sec. d.C., come la meditatio mortis e il gusto per l'orrido. I suoi personaggi, dal carattere profondo e complesso, si scontrano sempre con un destino cieco e imperturbabile. Genio incompreso, secondo Leopardi, in età romantica il poeta fu rivalutato, divenendo il simbolo del conflitto tra l'uomo - pazzo, solitario e dal destino certo-, e il resto del mondo, osservatore cinico e ironico.



Invito alla lettura
Invito alla lettura
Pilade e Oreste
Oreste è una tragedia scritta da Vittorio Alfieri, appartenente con Agamennone al ciclo di Tebe.

Le parole di Elettra, presagio dell'imminente delitto...

otte! funesta, atroce, orribil notte,
    presente ognora al mio pensiero! ogni anno,
    oggi ha due lustri, ritornar ti veggio
    vestita d'atre tenebre di sangue;
    eppur quel sangue, ch'espiar ti debbe,
    finor non scorre. - Oh rimembranza! Oh vista!
    Agamennón, misero padre! in queste
    soglie svenato io ti vedea; svenato;
    e per qual mano! - O notte, almen mi scorgi
    non vista, al sacro avello. Ah! pur ch'Egisto,
    pria che raggiorni, a disturbar non venga
    il mio pianto, che al cenere paterno
    misera reco in annual tributo! [...]


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Dietro le quinte
Dietro le quinte
L'Edificio scenico (gr. σχηνή), in origine semplice schermo tra pubblico e attori che dovevano rapidamente cambiarsi per la scena successiva, si trasformò in una facciata larga e alta con tre grandi aperture dette thyròmata. Convenzionalmente, rappresentavano tre porte: la centrale, o porta regia, era l'ingresso di un palazzo, di norma appartente al protagonista; la porta di destra era riservata al secondo attore o agli interni di un palazzo, mentre quella di sinistra, al terzo attore, o a luoghi diversi, come templi, prigioni ecc. Costruita in legno, la skenè fu sempre più elaborata ed edificata in pietra, rafforzando l'idea del palazzo del signore. Il suo piano superiore, episcenio (gr. ἐπισχήνιον, episkenion) poteva simulare un terrazzo, un'altura da cui osservare e ospitava le diverse macchine, usate per creare elaborati effetti scenici. Le tre porte potevano contenere i pìnakes, grandi pannelli di legno dipinti che posti su i periaktoi, prismi triangolari girevoli, garantivano il rapido cambio di fondale. Davanti la scena c'era il proscenio (gr. προσχήνιον, proskenion) che passò da pochi centimetri a diversi metri di altezza, sostenuto da colonne tra le quali potevano esseri fissati drappi o pannelli colorati.


Teatro del giorno
Teatro del giorno


Tindari


—IV secolo a.C.

Costruito in forme greche alla fine del IV secolo a.C., il taetro ha subito una trasformazione in anfiteatro nel periodo romano, con adattamenti, soprattutto strutturali, per i tipici giochi circensi. Ha conosciuto un lungo periodo di abbandono; oggi insieme a Taormina è sede del Festival del Teatro dei due mari.



Rilettura del mese
Rilettura del mese

Le rane di Aristofane
(trad. di B.e P. Rositini,1545)


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